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Autore: Raya_Cap_Fee    23/09/2013    3 recensioni
Era un ragazzo e sorrideva spavaldo. Dubhe invece tremava sul suo cavallo, ansimava, e i muscoli, che tanto sottili ed elastici sembravano di solito, si gonfiavano sotto la pelle. “Vi ho trovato. Dove credevate di andare? Gli occhi di Thenaar sono ovunque”. Dubhe restò a cavallo, senza muoversi. Così fu l’assassino a fare la prima mossa.
“Turno ha fallito”.
Licia Troisi-Le Guerre del mondo emerso (vol.1)
Il personaggio di questa storia in realtà non è un nuovo personaggio ma compare per circa…una pagina alla fine del primo libro delle Guerre “La setta degli Assassini”. Sinceramente non ho idea di come mi vengano certe idee fatto sta che ho deciso di scrivere sul personaggio di Turno una fan fiction. Alcune vicende della seguente si intrecceranno con quelle di Dubhe nella Casa, altre sono completamente indipendenti con nuovi personaggi. Chissà come sarà la Gilda più da vicino? – Abbiate pietà di me! Buona lettura!
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SETTE:  You're my obsession





















Partirono dalla Casa all’alba e respirare l’aria fresca fu un toccasana, specie per i nervi di Turno.
Il fatto che Yeshol avesse richiamato Cormia per una missione, quando, appena la sera precedente aveva fatto ritorno lo aveva stranito ma soprattutto, spaventato.
Aveva temuto che la Suprema Guardia si fosse accorta di qualcosa ma dubitava che Yeshol li avrebbe mandati in missione anziché sacrificarli nella Sala Grande come traditori.
Stava decisamente diventando paranoico.
Erano due Assassini, null’altro, agli occhi della Casa e come tali potevano ricevere incarichi anche tutti i giorni.
L’ordine era quello di ritornare alla Casa prima dell’arrivo del Novilunio per cui, avevano un po’ di tempo.
 Erano diretti in un villaggio, nella terra natìa di entrambi, appena dopo il confine della Terra della Notte. Dovevano occuparsi di alcuni traditori di Dohor, il Perdente del quale Yeshol si serviva per gli scopi della Gilda, e di un sacerdote che aveva loro voltato le spalle. Lavoro che li avrebbe impegnati senza dubbio.
La Vittoriosa, che era riuscita a mostrargli la più totale indifferenza nello studio di Yeshol, procedeva appena davanti a lui coperta dal cappuccio del mantello e rinchiusa in un ostinato silenzio.
Era sicuramente ancora arrabbiata e a lui stava bene così…forse.

Il silenzio tra loro quindi, durò molto tempo, almeno fino a quando il cielo sopra di loro non cominciò a rischiararsi per via della fine sull’incantesimo sulla Terra della Notte che la condannava al buio eterno.
Un pensiero, a quella vista balenò nella mente di Turno e non potè fare a meno di condividerlo ad alta voce con la compagna “Sai, è passato molto tempo da quando ti ho visto l’ultima volta alla luce del sole…” mormorò, ma lei riuscì lo stesso a sentirlo.

Si fermò e si voltò a guardarlo “Insomma, questa è la prima volta che siamo in missione insieme” continuò lui.

E in effetti era così.
Dopo il loro ingresso nella Gilda e il loro primo omicidio per loro conto, non erano mai stati mandati insieme in missione “E con questo?” fu la risposta secca della ragazza.

“Sei arrabbiata?” chiese, voleva sentire la sua voce così come l’aveva udita nello studio di Yeshol e di sicuro quella domanda l’avrebbe fatta parlare. Le si avvicinò di qualche passo, in modo che potesse scorgere, anche se ancora sotto il cappuccio, il profilo del suo viso
“Sei uno stronzo Turno…hai pure il coraggio di chiedermelo”

 “Beh, scusami, ma non mi spaventi mica”

Lei sbattè le palpebre e si calò sulle spalle il cappuccio per mostrare il capo “Fai male” bisbigliò e lui non potè che sorridere mentre la guardava “Sei ancora più bella quando ti arrabbi”

“Smettila!”

“Perché sei così arrabbiata?Perché ti ho detto che non avevo voglia di aprirti la porta?” domandò con calma stringendosi appena nelle spalle.
Era ovvio che il motivo fosse anche il tono che aveva usato.

Lei lo fissò in silenzio per qualche secondo poi fece una leggera smorfia “Turno...”

“Cormia…” lei alzò una mano per interromperlo ma la ignorò, finalmente dopo tanto tempo potevano parlare senza dover sussurare.
Avrebbe sfruttato a pieno quei giorni “L’ho fatto perché non potevo altrimenti…cerca di capirmi”

“Qualcuno sa qualcosa?” chiese lei e i suoi occhi si posarono sulla gola del ragazzo dove faceva la comparsa il segno del laccio di Demar per poi guardarsi intorno, agitata.

“No ma sta diventando troppo…difficile per me starti accanto”

L’Assassina aggrottò appena la fronte confusa “Ora mi sembri proprio una femminuccia Turno”

“Non è così facile..”

Lei lo interruppe animata dalla rabbia “Io torno da una missione e mi accorgo che l’unica cosa che voglio tornata in quella Casa è poter rivedere la tua stupida faccia, riabbracciare il tuo stupido corpo e baciare le tue stupide labbra e tu invece cosa fai? Mi lasci fuori dalla tua porta perché non hai voglia di aprirmi! E  adesso fai come se nulla fosse!”

Rimase spiazzato da quella valanga di parole e da quegli insulti dettati dal nervosismo.
Lei tirò un sospiro, quasi sollevata per quello sfogo e fece per riprendere a camminare ma lui la prese per un polso costringendola a voltarsi verso di lui
“Sei diventata un’ossessione per me, Cormia. E tu sai quanto questo nella Casa può essere pericoloso. Ci è andata bene troppe volte ma temo che sfidare la fortuna troppo a lungo possa condurre ad una tragedia…” parlò a bassa voce, come facevano sempre mentre gli passava un braccio dietro la schiena per attirarla a sé.
Lei, ammutolita, lo lasciò fare “Noi stiamo tradendo la Casa”.
Cormia soppesò le sue parole e poi chiuse gli occhi continuando ad ascoltare il ragazzo “Credo che la cosa migliore per entrambi sia chiudere qui la nostra relazione”.

Quelle parole rimbalzarono nella mente della ragazza e sentì nuovamente  montare la rabbia ma anche la consapevolezza che Turno aveva ragione.
Lei sapeva che il sentimento del ragazzo era sincero, lo percepiva dai suoi sguardi e dai suoi gesti. Lei sapeva che non la stava scaricando semplicemente perché si era stufato di lei ma tuttavia non riusciva più a capire come avrebbe potuto affrontare la vita nella Casa senza le sere passate con Turno.
La sua fede in Thenaar non era forse abbastanza forte da permetterglielo.

Prese un profondo respiro e poi si liberò dalla presa del ragazzo muovendo qualche passo indietro “Ora pensiamo a portare a termine questa missione Turno. Sappiamo anche quale è il prezzo da pagare se non lo facciamo come Yeshol vuole” la voce risuonò strana persino alle sue stesse orecchie.
Era come nel giorno in cui Cormack le aveva preso Pot dalle mani, quando stava per scoppiare a piangere.
Non piangeva da quel giorno.
Turno se ne accorse e fece per avvicinarsi di nuovo ma lei glielo impedì “Per favore Turno. Basta così. Ne riparleremo”.

Scosse la testa e si voltò riprendendo il cammino.



Angolo autrice
Bonjour lettori! Eccomi tornata dalle vacanze con il settimo capitolo u.u Non sono sicura sia riuscito come volevo però ^_^” La situazione è che Turno nonostante ami Cormia deve riuscire ad allontanarsi da lei e il modo migliore è chiudere la relazione no? Cormia che sembrava così sicura di sé si rende conto che la sua vita nella Casa senza Turno non potrà più essere la stessa. Insomma è una sorta di “voglio ma non posso più”. Nel prossimo vedremo come procederà questa missione e quale decisione verrà presa dai nostri due protagonisti. Un grande ringraziamento va a Killuale94, RedLight_Death e a Drachen che sono sempre pronte a recensire i miei capitoli (Grazie mille!) e un ringraziamento va anche ai lettori anonimi di questa storia e a Hola1994 che ha messo questa storia tre le seguite :)
Un bacio,
 
RayaFee

 
   
 
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