QUINTO
"Oh! Lady Doll, Lady Doll!
Perché non torni
Lady Doll?
Tutti quanti ti
cercano...
Le stelle, il sole,
la notte e anche il cielo!
Perchè se anche la
tua scena tra poco cambia...
Spazio non più hai
per rimetterti a correre..."
L'uomo in nero sospirò
a fondo sotto lo sguardo in allerta dei ragazzi.
Sembrava cercare
disperatamente di rimanere calmo e soprattutto di non sfogarsi con quei tre,
altrimenti sarebbero stati guai.
Grossi guai...
Non era portato per
fare la guardia del corpo... lui, un ex campione di box... perfino sul ring il
suo modo di combattere era considerato violento...
Fuori dai limiti di
gioco.
Abbassò le braccia
lasciandole ciondolare lungo i fianchi.
Kei Hiwatari poteva
trovarsi lì, in una di quelle stanze...
Poteva...
O non poteva...
Se non lo trovava
per lui erano guai...
Grossi guai.
Ma se avrebbe
causato disastri o fatto intervenire la polizia sarebbero stati guai ancora
peggiori.
Di sicuro il suo
datore di lavoro lo avrebbe lasciato solo a sbrigarsela contro chissà chi.
Lasciandolo finire
in prigione, se necessario, per tirarsi fuori dalla faccenda.
Aveva più potere di
lui.
Troppo rischioso.
Si voltò per uscire
dalla stanza.
Kei Hiwatari poteva
essere benissimo altrove e nel peggiore dei casi sarebbe nuovamente tornato loro
a fare una visita..
Rei, Takao e Max a
quella visione sentirono come se il cuore si fosse alleggerito di qualche peso.
Le loro espressioni
si rilassarono e anche la rispettiva postura sembrò meno irrigidita.
Al biondino sfuggì
un soffocato gemito... dopo essersi così esposto precedentemente aveva già
cominciato credere che a lui sarebbe capitato qualcosa di ben peggiore rispetto
a Takao.
Per quanto
riguardava quest'ultimo, se la situazione non fosse stata così tragica, si sarebbe
perfino messo a ridere dalla gioia;
Se ne stava
andando?
Se ne sarebbe
finalmente andato lasciandoli stare?
Non li avrebbe più
importunati?
Aveva creduto
all’affermazione di Max?
...
Evidentemente no.
La body-guard si
voltò di nuovo...
Con una strana luce
negli occhi.
Al diavolo i
disastri che avrebbe potuto provocare!
Non era da lui
trattenersi per motivi così futili...
Ora il suo unico
pensiero fisso era trovare quel maledetto moccioso viziato di un Hiwatari e
fargliela pagare per tutta la fatica che gli aveva procurato.
Si fermò di botto.
Qualcuno si era
parato dritto di fronte a lui.
Impedendogli di
fare un passo in più all'interno della stanza.
Lo sguardo truce...
I lunghi capelli
corvini ancora mossi dal brusco movimento.
Le braccia tese
lungo le spalle per impossibilitarlo all’avanzare.
Tra i ciuffi neri
della frangia scompigliati sulla fronte, due occhi d'ambra colmi d’accidia e
freddezza che sembravano trapassarlo da parte a parte.
Due iridi feline
che si assottigliavano sempre più fino a diventare un'acuta lama nera.
Un’acuta lama nera
che divideva in due parti l'oro del sole nel suo sfondo.
"Rei..."
La voce di Max
risuonò vaga e timorosa per la sorte dell'amico
Di sicuro
l'omaccione non ci avrebbe impiegato molto a levarselo dai piedi..
Sia pure in malo
modo...
"Ti abbiamo
detto che qui Kei non c'è! Quindi levati dai piedi!"
La voce del cinese
era come un sibilo.
Ogni parola ben
scandita con un tono che si addiceva proprio al suo sguardo colmo di collera.
L'uomo esitò di
fronte a quel giovane ragazzo ai suoi occhi tanto stupido quanto coraggioso.
Che significava
quel comportamento?
Stava tentando di
difendere disperatamente il suo amico o voleva evitare brutti incidenti?
Poi gli venne alla
mente un particolare.
Conosceva abbastanza
bene Kei Hiwatari.
Lo aveva osservato
da lontano per conto di suo nonno.
Un tipo freddo e
scontroso...
Di sicuro nessuno
avrebbe mai rischiato troppo per aiutare un tipo come lui.
E considerando un
altro dettaglio, nemmeno il ragazzo era tipo da andare di corsa dai suoi amici
a chiedere aiuto.
La ragione prese di
nuovo il sopravvento..
Soprattutto dopo
che anche Takao e Max si erano affiancati al moro.
Inutile rischiare
così troppo per degli stupidi mocciosi..
Come aveva pensato
prima, male che andava sarebbe ritornato da loro a fare visita...
Alla fine Kei
sarebbe di sicuro passato lì se non lo aveva già fatto.
Si voltò e senza
una parola uscì dalla stanza lasciando di stucco i tre.
Ognuno di loro non
abbandonò la propria posizione.
Le orecchie tese in
ascolto.
Un'atmosfera tesa e
silenziosa riempiva la stanza tra i respiri regolari degli occupanti.
Rumorosi come prima
i passi si stavano lentamente allontanando.
Uno ad uno si
facevano sempre più bassi.
Sempre più lontani.
Fino a scomparire
del tutto.
Takao crollò sulle
ginocchia.
"Accidenti...
è stato terribile! Non sono mai stato così male in vita mia!"
Max si passò una
manica del pigiama sulla fronte imperlata di sudore..
"E' finita! Se
n'è andato..."
Anche lui imitò
l'altro sedendosi a terra e incrociando le gambe.
Tutto era in
perfetto ordine...
Tutto come prima
dell'arrivo dell'ospite poco gradito...
Tutto dava
l'impressione che non fosse mai successo niente.
"Dobbiamo fare
qualcosa!"
Saltò su Rei
voltandosi di scatto verso i due amici.
Aveva un'espressione
alquanto scioccata o meglio...
Angosciata.
"Qualcosa?"
Il moro a terra lo
fissò interdetto dal basso...
Una gomitata gli
arrivò allo stomaco...
Non offensiva, ma
pur sempre una gomitata.
"Ahio! Max che
ti prende?!"
L'americano lo fissò offeso...
Quasi non
accettasse il suo comportamento riguardo qualcosa che ancora lui non afferrava.
Ancora nulla...
Notando
l'imperterrita espressione interrogativa del compagno, lo sguardo di Max sembrò
cedere.
Abbassò il capo
scuotendolo negativamente, mentre i capelli biondi gli nascondevano
completamente il volto ondulando ad ogni suo movimento.
Rei sbuffò
spazientito fissando con rimprovero il proprio capitano di squadra.
"Non dirmi che
dopo aver saputo che Kei è lì fuori a congelare con alle calcagna quel tipo, te
ne vorresti tranquillamente andare a dormire!"
Takao cadde giù
dalle nuvole..
Una caduta molto
imbarazzante..
Kei!
Dopo tutta quella
confusione se n’era proprio scordato.
O meglio... dava
per scontato che il suo amico se ne stesse già in qualche posto sicuro.
Dopotutto...
Era di Kei che si
parlava...
Il freddo e
calcolatore Kei che sa sempre come tirarsela fuori dai guai.
Tuttavia non poteva
non prendere in considerazione i timori di Rei.
E' vero...
Kei poteva
scomparire ovunque in qualsiasi momento e non dare più notizie di sé...
Ma poteva anche
trovarsi a vagare in piena notte, tra le vie di Mosca, in chissà quali casini,
senza nemmeno azzardarsi a chiedere loro aiuto.
Troppo orgoglioso.
"Andiamo a
cercarlo!"
Dopotutto era un
loro compagno...
Un loro amico.
Si era rialzato in
piedi, imitato di nuovo da Max, e attendendo una risposta dagli altri due.
Il biondino abbassò
il capo in una silenziosa riflessione, mentre le mani gli sprofondavano sempre
più nelle tasche del pigiama azzurro.
Il viso di Rei si
era fatto pensoso, intento a valutare ogni conseguenza che avrebbe portato quel
gesto.
Passò lo sguardo da
Takao a Max fissandolo poi dietro di loro.
La porta alle loro
spalle era ancora spalancata..
Un invito esplicito
ad uscire..
Acconsentì con il
capo.
Un gesto che parve
più un modo di stipulare un segreto patto fra se e se.
"E va bene...
però è meglio che Max resti qui... nel caso Kei passasse da noi..."
L'americano lo
guardò interdetto mentre le guance gli arrossivano lievemente.
"Perché proprio
io devo restare qui?!"
Il suo tono era
calmo, non dava segni d’offesa o rabbia, ma aveva un certo tono basso che lo
rendeva più ostile del solito.
I suoi occhi blu si
posarono sulla figura di Takao in cerca di sostegno, ma quest'ultimo, facendo
spalline, si limitò ad indicargli con la testa il cinese ancora muto.
Il suo sguardo
passò nuovamente su Rei e, sempre in attesa di una risposta, sfilò le mani
dalle tasche incrociandosi le braccia al petto in un gesto d’impazienza.
"Ma ti sei
appena sentito male! Non è proprio la miglior cosa uscire fuori con questo
gelo! E se te ne fossi dimenticato nel tappeto della mia stanza c'è ancora il
segno della tua nausea... una bella macchia app..."
"Si, si! Ok!
Sto qui!"
Lo zittì Max di cui
nemmeno le sue lentiggini potevano riconoscersi tra il colorito rossastro che
gli aveva inondato la faccia...
Abbassò lo sguardo
al pavimento...
Questa era l'ultima
volta che andava a chiedere aiuto a Rei quando stava male nel bel pieno della
notte.
Di certo...
Era anche l'ultima
volta che mangiava cibo russo prima di andare a letto.
Preferiva di gran
regola gli hot-dog.
Con ketchup e
senape... (-.-'')
Stava per accettare
la loro proposta senza troppi scrupoli quando, all'improvviso, la sua mente fu
illuminata.
"Ma se torna
l'omone di prima che faccio?!"
Takao e Rei si
guardarono imbarazzati...
Cercando
disperatamente un suggerimento nello sguardo dell'altro.
Il silenzio cadde
nella stanza..
Il biondino li
fissò in rassegna uno ad uno...
Erano questo a cui
miravano?
Forse speravano che
non ci arrivasse?
Ma no...
Non erano così
crudeli...
No...
Vero....?
"Ok, Max! Noi
andiamo! Mi raccomando se passa qui Kei chiamami al cellulare!"
Takao si voltò in tutta fretta verso la porta d'uscita scomparendo ben presto
dalla sua vista e lasciandogli nella mente solo il ricordo del suo più luminoso
sorriso.
Max lo guardò con
le braccia a terra.
Miravano a quello!
Accidenti a loro!
Lo avevano fregato!
"Vado anch'io!
Mi raccomando... Max!"
Rei si voltò a sua
volta con tutta l'intenzione di svignarsela...
"Rei..."
Il moro fece finta
di non udire il richiamo del compagno pensando unicamente ad andarsene, ma
quando questo divenne più forte rispetto ad un semplice appello si bloccò sulla
soglia voltandosi a fissare l'americano.
Adesso lo avrebbe
costretto a rimanere lui al suo posto… se lo sentiva.
Alzò gli il capo
nella sua direzione…
Il volto si era
fatto improvvisamente grave e i suoi occhi di cobalto lo fissavano con una nota
di delusione.
"Questa non è
una partita a Bey Blade... se sbagliamo qualcosa qui ci rimettiamo di grosso,
non una semplice sconfitta..."
L'espressione di
Rei si asserì a sua volta lasciando poi trasparire un dolce sorriso semi
adombrato dall'ombra della porta aperta.
Alla fine aveva
deciso di restare lui.
"Ehe.. non c’è
da preoccuparsi! Staremo attenti, tu piuttosto... se torna quell'uomo telefona
alla polizia e cerca aiuto al personale dell’Hotel, anche se penso veramente
che saremo qui prima di lui!"
Max rispose a sua
volta al sorriso e sprofondando nuovamente una mano in tasca, con l'altra fece
un segno di saluto al compagno.
La sagoma di Rei
che spariva lasciandosi la porta chiusa alle spalle mise fine a quel discorso…
Dei passi che si
allontanavano sempre più, lungo il corridoio.
La figura minuta di
Max che si raggomitolava nuovamente nel divano...
... si avvolgeva
nella soffice coperta posata al suo fianco...
E cacciava un cupo
e lungo sospiro formato da tutte le sue angosce e dalla sua stanchezza che,
silenziose come quegli attimi, si sperdevano nell’aria tiepida della stanza
insieme al tetro ticchettare dell'orologio a muro.
...
Eccomi
qui!!!!!!!!!!!!! Dopo secoli, anni e millenni!!! Sono veramente dispiaciuta per
avervi fatto aspettare tanto per questo capitolo!! Scusate, ma ormai l'anno
scolastico è iniziato del tutto e sono piena di compiti e cose da studiare e
quel poco tempo che ho libero non sempre lo uso per scrivere...ç.ç Pardon!
In ogni caso la fan
fiction continuerà ugualmente... magari un pò più lentamente!!^.^'' (Ho fatto
la rima!)(-.-'')
Spero vi sia
piaciuto questo capitolo!! Sul prossimo penso che passerò nuovamente la scena a
Kei... sarebbe anche ora...^o^
Grazie a tutti
coloro che hanno commentato e che continuano a leggere la fan fiction!!!!!!!! I'm very happy!!
Ci vediamo al
prossimo capitolo!!!
Hauuuuuuuu!