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Autore: BebaTaylor    24/09/2013    2 recensioni
Era difficile per lei non pensare a lui. Difficile come trattenere il respiro troppo a lungo. Sospirò e appoggiò la testa sulla scrivania, sopra al quadernino dalla copertina verde smeraldo che usava come diario.
Sospirò e chiuse gli occhi, lì riaprì e se ne pentì subito. Davanti a lei la foto, quella foto, quella che avevano fatto qualche anno prima.
Lui e lei, vicini, stretti in un abbraccio; sullo sfondo l'oceano Atlantico.
Alison sospirò nuovamente e alzò la testa, lo sguardo sempre fisso sulla foto, sul sorriso di lui, su quelle labbra morbide che avrebbe voluto baciare ancora, su gli occhi blu in cui avrebbe voluto perdersi nuovamente.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan James, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.


Ocean, blue sky and happiness


Capitolo Sei


Sette anni prima

Alison finì di asciugare il bicchiere e lo ripose sul ripiano, allineandolo con gli altri; ripiegò l'asciuga piatti e lo sistemò sulla maniglia dello sportello sotto al lavandino, si appoggiò al mobile e guardò l'orologio appeso sulla parete di fronte. Ancora poco più di un'ora e Duncan sarebbe passato a prenderla.
Sorrise si spostò verso il tavolo, spostò una sedia e si sedette. Era nervosa, quello non era un semplice appuntamento, ma una vacanza. Duncan l'aveva invitata a trascorre sette giorni a New York.
E lei era felicissima di andare a New York con Duncan, anche se sarebbe andata in qualsiasi posto con lui.
Le valigie erano pronte, la borsetta con i documenti era sul suo letto, doveva solo farsi la doccia. Guardò l'orologio, era mezzogiorno e dieci. Aveva tutto il tempo per farsi una doccia e vestirsi.
Si alzò in piedi e andò verso il bagno, sciogliendosi la coda e infilando l'elastico verde al polso sinistro. Passò le mani fra i capelli per sciogliere qualche nodo e aprì la porta del bagno. Aprì l'acqua calda e iniziò a spogliarsi, fremendo per l'eccitazione. Sette giorni con Duncan, avrebbe trascorso una settimana con lui e non vedeva l'ora di salire sull'aero.
Si infilò sotto il getto caldo e lasciò che l'acqua che scorreva le portasse via l'ansia.
Sette giorni sola con lui, senza amici, parenti o conoscenti attorno, senza nessuno che li disturbasse.
Sette giorni. Lei e Duncan.

***

Alison guardò i negozi della Fifth Avenue e si avvicinò ancora di più al finestrino mentre il taxi rallentava a causa del traffico. Avevano da poco superato l'incrocio con la Trentottesima e non vedeva l'ora di scendere ed entrare in ogni singolo negozio, anche solo per curiosare. Voleva fare shopping, visitare i musei, andare a Coney Island, voleva vedere ogni singola cosa di New York.
«Se continui così esci dal finestrino.»
Alison si voltò verso Duncan e sorrise. «Voglio vedere quei negozi.» disse guardandolo e piegando la testa di lato. «Per favore!» aggiunse sperando di aver assunto un'aria da cucciolotto indifeso.
«Per favore.» ripeté stringendosi a lui mentre il taxi ripartiva lentamente.
Duncan sorrise e l'attirò a sé, baciandole la testa. «Quando mi fai questi occhioni dolci non so resistere.» Alison posò la testa sulla spalla di lui e sorrise, felice.
Pochi minuti dopo il taxi accostò al marciapiedi e i due giovani scesero.
«Da che parte vuoi incominciare?» domandò Duncan posando un braccio sulle spalle di Alison.
Lei si guardò attorno, curiosa. Alcuni dei negozi presenti sulla Fifth Avenue c'erano anche a Londra ma era una cosa diversa. Era a New York! Respirò a fondo, indecisa su cosa scegliere: scarpe, borse, vestiti?
Si sfiorò il mento e sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, pensando di entrare nel negozio di fronte, nella vetrina erano esposte borsette e cinture. Per iniziare era perfetto.
«Andiamo» esclamò alzando il braccio destro, il suo sguardo fu attratto dal negozio vicino, Saks Fifth Avenue, «lì.»
Duncan le sorrise. «Sicura?» le domandò, anche se conosceva la risposta, le bastava guardarla per capire che desiderava entrare da Saks. Alison annuì e, tenendosi per mano, varcarono la soglia.

***

Era l'ultima sera a New York e Duncan e Alison erano a cena in un ristorante al quattordicesimo piano di un palazzo nell'Upper West Side.
Dalle grandi vetrate si vedevano gli edifici illuminati. Avevano già ordinato del vino bianco crostacei alla griglia e salmone ai ferri. Il vino era arrivato insieme a un piattino di crostini all'olio.
Alison ne prese un pezzetto e lo infilò in bocca. «Non voglio tornare a casa.» mormorò dopo qualche secondo di silenzio, appoggiando il mento sulla mano e guardando fuori dalla finestra, «Voglio stare qui.» sospirò posando lo sguardo su Duncan.
Lui sorrise e le sfiorò un braccio, salendo lentamente fino alla mano, stringendo delicatamente e posò la mano su quella di lei. «Torneremo.» disse stringendo la mano di lei fra le sue, «Te lo prometto.»
Alison sorrise e posò anche l'altra mano sul tavolo, abbassò appena la testa, «Me lo ricorderò.» mormorò e guardò nuovamente Duncan, «Me l'hai promesso e se non ci torniamo ti romperò l'anima fino a stressarti.»
Duncan rise e postò le mani, «Dovrò stare attento a quello che ti prometto, allora.» disse alzando per qualche secondo le mani.
«Molto attento.» Alison afferrò il calice di vino e bevve lentamente un sorso, «Io mi ricordo tutto.» disse e posò il bicchiere, «E sono brava a rompere.»
Duncan rise ancora e allungò le mani, e strinse quelle di Alison fra le sue. «Ci torneremo, giuro.» disse sfiorando con le dita le mani di lei, sorrise, prese la mano destra di Alison e ne baciò il dorso, fissandola intensamente negli occhi, continuando a sorridere.
Alison lo fissò sentendosi felice, la tristezza causata dalla fine della vacanza era sparita, lasciando il posto a una sensazione di leggerezza, felicità e qualcos'altro che non sapeva descrivere, un qualcosa che la rendeva felice e sicura.

***

Non l'aveva mai guardata così, con tutta quella intensità.
Alison guardò Duncan e si stupì di quanto fossero azzurri e luminosi i suoi occhi ma non era solo quello, c'era altro. Il modo in cui la guardava prima di baciarla, come piegava la testa di lato prima di accarezzarla...
Era diverso e lei lo sapeva, non sapeva in che modo ma era diverso. Il modo in cui Duncan la guardava, i suoi occhi, il suo modo di toccarla... Alison chiuse gli occhi, godendosi i baci e le carezza di Duncan

***

Alison sentì la porta aprirsi e si alzò dal divano, alzando le braccia sopra la testa e stiracchiandosi.
«Ciao...» si bloccò quando vide la sua coinquilina, «Charlene.» mormorò, la osservò per qualche istante, sorpresa da quel cambiamento.
«Sorpresa, vero?» cinguettò Charlene posando la borsa sul divano e sedendosi.
Alison continuò a guardarla e si sedette anche lei.
«Puoi pure chiudere la bocca.» la prese in giro l'altra, «Dimmi come sto, perché ho speso una fortuna dal parrucchiere e spero ne sia valsa la pena.»
Alison chiuse la bocca e annuì. «Sì, sì! Stai molto bene.» disse ritrovando la voce, «Sono solo sorpresa.» aggiunse senza smettere di fissarla.
Charlene sorrise compiaciuta e si passò una mano fra i capelli lisci e castani.
«Fino a stamattina eri bionda con i ricci.» constatò Alison, «Adesso sei castana e liscia.» aggiunse sfiorando i capelli dell'amica.
Charlene sorrise e scosse la testa, «Ogni tanto un cambiamento ci vuole.» disse.
Alison sorrise e si alzò in piedi «Devo solo abituarmi.» esclamò e sbadigliò. «Vado a prepararmi.» disse e s'incamminò verso camera sua.
Mentre chiudeva la porta dietro di sé si domandò come mai Charlene aveva deciso di fare quel cambiamento, da quel che ricordava non aveva mai tinto i capelli e raramente li stirava.
Scosse la testa e si avvicinò al letto su cui aveva appoggiato i vestiti. Lentamente si tolse la maglietta, chiedendosi nuovamente perché Charlene avesse cambiato look all'improvviso. Si domandò se ci fosse sotto qualcosa, un motivo che lei non sapeva, una ragione di cui lei era all'oscuro.
Scosse la testa e s'infilò la maglietta a maniche lunghe e andò verso il bagno.
Si disse che, appena avrebbe avuto un po' di tempo, avrebbe parlato con Charlene. Peccato che ultimamente non avesse più tempo. Quando lei era a casa Charlene lavorava, e quando lei lavorava Charlene era a casa. E poi c'era il tempo che passava con Duncan – sempre troppo poco –, erano pochi i momenti che lei e Charlene passavano insieme.
Alison scosse la testa e finì di lavarsi le mani, si guardò allo specchio e sospirò, sentendosi in colpa. Ultimamente aveva passato pochissimo tempo con Charlene e le dispiaceva molto.
Velocemente si truccò e pettinò, tornò in camera e cambiò le pantofole con un paio di sneakers; prese la borsetta e controllò di non aver dimenticato nulla.
«Io vado, Charlene.» esclamò affacciandosi in cucina, dove Charlene stava bevendo del succo di frutta.
«Ci vediamo.» disse l'altra riempiendosi nuovamente il bicchiere.
Alison sorrise, infilò la giacca di jeans e uscì di casa. Sobbalzò quando il telefono squillò nella sua borsa, lo afferrò mentre scendeva gli ultimi gradini. Sul display il nome di Duncan lampeggiava, Alison sorrise, dimenticandosi di Charlene.

Oggi

Duncan entrò nel ristornate e si guardò attorno, alla ricerca di Alison. Erano state settimane intense e non era riuscito a vederla spesso.
Lei non lo faceva entrare in casa ma se lui le chiedeva di Emily lei gli rispondeva.
Si sedette su uno sgabello e fissò Tom asciugare un bicchiere. «Alison?» domandò. Lo conosceva bene – lo aveva conosciuto quando aveva visto per la prima volta Alison – ed era sicuro che lui lo odiasse.
Tom lo guardò in silenzio per qualche istante e i voltò per posare il bicchiere sulla mensola, voltandosi sospirò. «Non c'è.» rispose. «È a casa, la piccola ha l'influenza.»
Duncan si bloccò, sorpreso da quella informazione. «Sta male?»
Tom alzò le spalle. «È solo influenza.»
Duncan annuì. «Capisco.» disse, «Mi fai un caffè, per favore?»
Tom annuì e preparò il caffè, Duncan lo bevve velocemente e pagò. «Ci vediamo.» disse e uscì dal locale.
Una volta salito in macchina si diresse verso la casa di Alison.

***

Salì gli ultimi gradini e respirò a fondo. Lungo la strada si era fermato a prendere un pupazzo per Emily e una scatola di biscotti al burro per Alison.
Bussò alla porta di Alison e attese.
Sentì dei passi provenire dall'interno dell'appartamento e la maniglia abbassarsi, la porta si aprì di una decina di centimetri. «Cosa vuoi?» domandò.
«So che Emily non sta bene...» rispose Duncan incominciando a sentirsi stupido, «Vorrei sapere solo come sta.»
«Ha le febbre.» lo informò lei, respirò a fondo e abbassò il viso, Duncan temette che volesse chiudergli la porta in faccia, «Vuoi entrare?»
Duncan sorrise e annuì, Alison si spostò e aprì la porta., lui entrò lentamente, quasi temendo che lei cambiasse idea e lo mandasse via.
Arrivò davanti al divano e si voltò, dando il sacchetto con il pupazzo a forma di elefantino e la scatola di biscotti ad Alison.
«Non dovevi.» disse lei accennando un sorriso. Anche lui sorrise. «I biscotti al burro! Grazie!» esclamò prendendo la scatola dal sacchetto e posandola sul tavolino.
Afferrò il pupazzo e lo fissò qualche istante, poi guardò Duncan. «E questo?»
«E per Emily.» rispose e si sedette sul divano.
«Grazie.» Alison rimise l'elefantino nel sacchetto e lo posò accanto alla scatola di biscotti. «Adesso Emily dorme.» Duncan annuì e guardò la porta, socchiusa, della camera da letto.
«Voi qualcosa?» chiese Alison.
«Un bicchiere d'acqua, grazie.» rispose e la guardò mentre si spostava verso il frigo, lo apriva e prendeva una bottiglia di acqua.
Pochi secondi dopo Alison tornò da lui con un bicchiere pieno d'acqua.
Alison si sedette sul divano e aprì la scatola di biscotti, ne prese uno e lo mangiò velocemente. «Sono buonissimi!» «Mi fa piacere.» disse Duncan e ridacchiò.
«Cosa c'è?» borbottò Alison prendendo un altro biscotto.
Duncan sorrise e indicò il suo viso. «Hai lo zucchero a velo persino su una guancia.»
Alison sorrise e si alzò, portandosi a dietro la scatola dei biscotti che sistemò dentro un armadietto, afferrò un tovagliolo di carta dal ripiano e si pulì il viso.
«Mammina?»
Entrambi si voltarono verso la porta della camera.
«Mamma!»
Alison lasciò il tovagliolo stropicciato sul tavolo e corse verso la camera, seguita da Duncan.
Emily era seduta sul divano, i capelli stropicciati, gli occhi azzurri arrossati.
«Stai bene, tesoro?» domandò Alison sedendosi sul letto.
La bimba annuì, «Ho sete.»
Alison sorrise e prese in braccio la bambina, che si strinse a lei, Alison le baciò la fronte.
«Ciao piccola.» mormorò Duncan sfiorandole i capelli, e la bambina lo guardò e s'infilò il pollice destro in bocca.
I tre tornarono in cucina e Alison mise la figlia sul divano, «Stai ferma.» le disse dolcemente e andò a prenderle da bere.
Duncan fissò la bambina, si ricordò del regalo e lo prese dal sacchetto. «Emily?» la chiamò e la bimba lo guardò, senza smettere di succhiarsi il pollice, «È per te.» le disse dandogli l'elefantino.
Emily lo guardò curiosa, allungò la manina, sfiorò le grandi orecchie e prese il pupazzo, stringendolo a sé.
«Cosa si dice?» le disse Alison sedendosi accanto a lei e tenendo in mano un bicchiere con del succo di mela.
La bambina sorseggiò lentamente la bevanda e guardò Duncan, che non aveva smesso di fissarla, «Grazie.» mormorò e si appoggiò contro il petto della madre, che le baciò la testa e l'abbracciò.
«Sembra che la febbre le sia scesa.» esclamò Alison.
«Meno male.» mormorò Duncan e sfiorò la nuca della bambina, facendo scorrere le dita fra i capelli biondi.
Alison sorrise e sistemò la bambina sulle sue gambe, la coprì con il plaid e la strinse, guardò la mano di Duncan che accarezzava la guancia della bimba e sorrise, alzò il viso e, continuando a sorridere, guardò Duncan.

Scusate il ritardo ma è un periodo un po così, in cui l'ispirazione scarseggia -.-
Comunque ringrazio tuttel le persone che stanno leggendo questa storia.
   
 
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