Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: moni93    26/09/2013    4 recensioni
E se i cavalieri dei Lost Canvas avessero dei figli?
Se vi siete fatti questa domanda, ma non avete mai osato chiedere, ecco a voi la risposta! Una fic nata per caso, per farvi fare due risate (ma anche quattro o cinque, se riesco). Spero vi piaccia! ^^
Ps: non ho idea di quello che ne uscirà fuori, quindi non mi prendo alcuna responsabilità sui risultati! xD
Tratto dal primo chappy:
“Ehi! Con quello ci stavo giocando!” protestò, indicando con l’indice la fonte dei suoi passatempi.
L’altro adulto lo fulminò con uno sguardo al di sotto dello zero assoluto.
“Quello, sarebbe nostro figlio.” gli fece notare, mentre stringeva con ancora più forza il piccolo.
“Oh certo, quando ci gioco io è nostro, però se mi dimentico di cambiargli il pannolino diventa improvvisamente mio figlio! Gli farai venire una crisi identitaria!”
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Personaggi Lost Canvas
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dedico questo capitolo a Calhin, perchè, finalmente, vedrà in azione i suoi adorati Gemini!

 


Fith family (episode 1): Certe volte, essere single è il male minore

 

La tensione a casa Gemini era palpabile.

In particolare, nella cucina in cui si stava consumando, silenziosamente, il pranzo, vi era un’aria talmente densa che poteva essere tagliata con un grissino, altro che coltello. Mentre pensava ciò, un po’ per tirarsi su di morale, un po’ per non cadere in stato catatonico, Melina osservò i genitori con cautela.

La madre stava in piedi, alla sua sinistra, intenta a rimescolare un’enorme bacinella di ragù che, la sera, sarebbe stata spazzolata via dai pochi presenti. Nel farlo, aveva stampato in volto un’espressione seria, attenta e, la ragazza lo sapeva bene ormai, che sfoggiava solo quando era di malumore. Alla destra della giovane, il padre, chino sul proprio piatto, trangugiava senza piacere il proprio pasto, osservando ogni tanto con sguardo tagliente la televisione, unico essere che osasse riempire con la propria voce la stanza. Di fronte a lei, il fratello maggiore, Kanon, mangiava all’apparenza sereno, sebbene le occhiate preoccupate che lanciava ogni tanto in giro fecero capire alla sorella quanto egli desiderasse terminare in fretta quanto stava facendo, per poi scattare via, al sicuro nella sua camera. Il suo gemello, Saga, aveva avuto la prontezza e l’intelligenza di chiedere una modica porzione, rispetto al solito, così da terminare a tempo di record il mangiare e poi fuggire.

L’atmosfera lieta era dovuta al fatto che, la sera prima, la madre dei ragazzi aveva fatto un commento acido circa il fatto che il loro adorato padre passasse più tempo in ufficio con la segretaria, che a casa con la famiglia. Ovviamente Violate, essendo una donna dolce e comprensiva ma, al tempo stesso, lunatica e facilmente irritabile, l’aveva apostrofato con urla udibili a miglia di distanza. Dai suoi insulti erano nati rimbecchi dell’uomo e poi era stato più che altro un susseguirsi di grida, per stabilire il nuovo Guiness World Record di onde sonore ad alto danno, sia per persone che per oggetti.

Come se ciò non bastasse, Melina aveva in mente di rompere quel precario equilibrio, fatto di bocconi ruminati silenziosamente. Non per cattiveria o masochismo, ma per mera necessità.

“Ehm...” iniziò titubante, rivolgendosi alla cotoletta che stava tagliuzzando in pezzetti microscopici “Allora... per domani?” si decise a chiedere.

Kanon sollevò lo sguardo, stranito e pronto al peggio.

Nessuno rispose, non subito, almeno.

“Per domani cosa?” chiese, tagliente, la madre, dopo un’attenta mescolata del sugo rosso sangue.

Per qualche strana ragione, la giovane avvertì un brivido lungo la schiena. Non è che la madre si era data al cannibalismo e quel ragù altri non era che passato di gente sfortunata, che aveva osato sfidarla? Tipo il postino che si era azzardato ad augurarle buona giornata quella mattina? In effetti, lei poi non l’aveva mica più visto...

L’occhiata maligna che la madre le rivolse, senza nemmeno voltarsi, fece capire alla mora che era il caso di parlare.

“Intendo, sai, domani vorrei uscire con Gioca e le altre... posso?”

Violate smise di mescolare.

Si voltò, il cucchiaio in legno grondante di liquido cremisi e i capelli corvini sinuosi come serpenti pronti ad azzannare l’ignara vittima. Trapassò la figlia con astio, per poi volgere lo sguardo al marito che, imperterrito, guardava una pubblicità di lucidalabbra con sommo interesse.

“Ti avevo detto di chiederlo a tuo padre, ieri sera.” grugnì, facendo intendere quale gran donna fosse, per non aver sostituito il termine padre con una parolaccia.

Melina incrociò per un frangente lo sguardo del fratello che, supplichevole, le chiedeva di tacere. Tuttavia, la sua lingua lunga ebbe la meglio.

“Io l’ho fatto, ma papà ha detto di chiedere a te...”

Si poté chiaramente udire il gong di inizio round.

“CHE COSA?!” sbraitò infatti la donna, facendo sussultare i figli (anche quello che si trovava al piano di sopra, nella sua stanza).

Con una semplice occhiata carica d’odio che, incredibilmente, fu ricambiata dall’uomo, ella proseguì.

“Ma bravo! Fai lo scaricabarile!” esclamò, atteggiandosi da tiranna folle.

Il marito mostrò i denti, feroce.

“Parla lei, no?! Dato che in questa casa quello che dico io non ha valore, ho pensato di lasciar fare a te! Ma, che strano!, ho sbagliato!!”

Violate picchiò sul tavolo il cucchiaio, avvicinandosi pericolosamente al consorte.

“Bada a come parli! Sarai anche l’uomo di casa, ma quella che si fa il culo, sono io!!”

“Ah, perchè io al lavoro mi diverto, no?!” ribadì lui, battendo il pugno sul tavolo, mentre Kanon si copriva il viso con una mano e Melina osservava, atterrita, lo scontro tra titani a cui aveva dato inizio (e in cui, tra l’altro, si trovava pericolosamente in mezzo, nel senso più letterale del termine).

“Non mi pare che tu ti ammazzi di lavoro, visto che quando ti telefono sei sempre dietro a fare il cretino coi clienti!”

“Questo è troppo!!! Come ti permetti?!”

“Ha parlato l’idiota in giacca e cravatta! E parlami con rispetto!!!”

“Ciao, ragazzi! Passavo di qua e ho pensato di fare un salutino, tutto bene?”

“DEFTEROS, VAI FUORI DALLE PALLE!!!!”

L’ospite, giunto per caso da qualche minuto, non aveva minimamente fatto caso alle urla, essendoci oramai abituato. Se c’era una peculiarità di casa Gemini, era che il normale tono di voce era il coro da ultras allo stadio, ed anche i bisbigli più silenziosi erano udibili dai vicini. Tuttavia, quel gentile invito elargito dai due demoni dell’Inferno, convinse l’uomo a tacere e a far scomparire il proprio sorriso innocente dalle labbra.

“Devi venire a rompere sempre nei momenti meno opportuni!” ringhiò il padrone di casa, incenerendo il fratello con i suoi occhi scuri.

La moglie, notando la sua maleducazione e volendo fare un dispetto al consorte, pensò bene di cambiare registro.

“Oh, Def caro! Scusami per prima, è tutta colpa di quell’idiota di mio marito!” fece dolce lei, regalandogli uno dei sorrisi migliori che le circostanze le permisero “Vuoi accomodarti?”

Il marito scattò in piedi, fumante di rabbia a tal punto, da far credere ai presenti che, tempo pochi istanti, e sarebbe imploso. Con sommo disappunto di Violate, ciò non avvenne.

“Ma guardala, come fa la voltagabbana! Perchè non ti sei sposata mio fratello, invece di me?!” l’attaccò l’uomo.

Lei, in risposta, gli fece una matura linguaccia.

“Perchè la pietà cristiana è un sentimento molto forte, in me!” il veleno che sputò la donna fece sobbalzare i figli che, esasperati, non sapevano più da che parte voltarsi.

Melina era assai tentata di prendere parola e chiedere “Sì ma, alla fine, posso uscire o no domani?” ma l’occhiataccia, insieme alla scossa di capo, che suo fratello le lanciò la fece desistere dal peggiorare oltre la malata situazione.

Defteros, tuttavia, pensò bene di dire la sua.

“Ah, ma che bello essere single!”

Il fratello si avvicinò a lui, minaccioso, per poi soffiargli in faccia.

“Pregherò ogni notte, affinché ti si rompa uno dei tuoi preziosi preservativi!”

Il gemello si rabbuiò, pensando a tale eventualità.

“Ma che cosa triste e stronza da dire a tuo fratello, Aspros!”

Violate rimbeccò il consorte.

“Ah, sicché io sarei solo la prima donnaccia a cui ti si è rotto il fatidico preservativo, eh?” domandò la donna.

Aspros si tirò i capelli, quasi volesse strapparseli per l’esasperazione.

“Non ho mai detto nulla di tutto ciò!!”

“Ma era sottointeso, no? Insomma, se auguri ciò a Def, è perchè la tua idea di matrimonio è quella: riparare al danno!”

Silenziosamente, i due ragazzi sgattaiolarono via, rapidi come il vento.

“Tutto buonissimo, mamma. Noi andiamo!” si limitarono a dire, a mo’ di scusa.

Quando oramai erano fuori portata da oggetti contundenti, Melina si azzardò a urlare, dalla rampa di scale.

“Sì ma, alla fine, posso uscire domani?”

“NO!” gridarono all’unisono marito e moglie, finalmente concordi.

La ragazza schioccò la lingua, infastidita.

“Che sta per sì, nel loro linguaggio.” constatò, ormai esperta traduttrice del genitorese sclerotico-italiano per teenagers.

Kanon diede un coppino alla sorella.

“Cretina, la prossima volta trovo un buon acquirente e ti vendo per due cammelli!”

Melina alzò la voce, già considerevolmente alta.

“Oh, ma non mi dire! Hai finalmente imparato a contare?!”

Fu così che una piacevole giornata si prefiggeva a casa Gemini, dove l’amore e la comprensione... avevano fatto le valigie anni addietro!

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE:

 

Buonsalve a tutti! =)

Dopo una lunga assenza, eccomi di nuovo qua, vi sono mancata? (NdTutti: Ma anche no! Al massimo, ci mancavano i cari goldini u.u)

Comunque, stavolta i protagonisti sono stati i Gemini e, con il loro arrivo, ho deciso di introdurre delle coppie het. Prima ero indecisa se metterle o meno, ma poi mi sono venute tante ideucce carine e allora mi sono convinta a provare.

Ah, e per la cronaca, la lite di Aspros e la sua cara mogliettina, è presa dalla vita reale: mia mamma e mio papà una volta hanno davvero fatto questa scenata a tavola! xD (da qui capite le “ideucce carine” da dove nascono)

Per quanto riguarda il fatto che Violate sia sposata con Aspros, non crediate, non c’è dietro nessun ragionamento astruso o altro. Semplicemente, ho pensato a quale personaggio femminile dei Lost Canvas rassomigliasse di più, per carattere, a mia madre e Violate mi è parsa subito come la candidata vincente. Una vera leonessa, come mia mamma, per farla breve! xD

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi!

Un bacione a tutti,

Moni =)

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: moni93