Allora belli miei, siamo ancora quì
a quanto pare. Pian piano ci indirizziamo sempre più verso la conclusione
... Forse prima di arrivare alla fatidica parola "Fine/The End" ci
vorranno ancora una cinquantina di capitoli ma se ci pensate bene è sempre
stato così fin dal secondo capitolo: ci siamo avvicinati sempre di più
al termine. Questo non vuol dire affatto che questa storia terminerà
domani, menchemeno dopodomani, ma vi avverto per tempo che la porterò
a termine a qualunque costo! La mia determinazione a volte spaventa anche me
... :)
Con questo piccolo messaggio spero vivamente che qualcuno sia disposto a sopportarmi
per tutto il tempo che ci vorrà, da parte mia cercherò di continuare
con questo ritmo (e anche di migliorare ancora se è possibile ;D).
Per il momento ringrazio coloro che continuano a recensire, Thanks.
LadyDreamer: A volte i miei sogni vengono fuori così e io non ci posso fare più di tanto (e dire che questo non è nemmeno uno dei peggiori, secondo me) ma sono contenta che alla fine ti sia piaciuto. L'interpretazione di Trunks - e la mia- verrà detta in questo capitolo e quindi capirai anche tu. Mi spiace che la tua Pasqua sia stata piovosa ... Speriamo che almeno gli altri giorni siano di sole. Dopo aver detto anche queste baggianate ti saluto e spero vivamente che anche questo capitolo ti piaccia. Un bacione
Angelo Azzurro: "Il mistero di Agnes Cecilia" non lo conosco come libro ( e sinceramente ammetto che leggo pochissimo) comunque la visione l'ho "presa spunto" da un'altro libro di cui però ho visto la versione cinematografica e il film si chiama "Rose Red" ed è tratto da un libro di Stephen King ( e quindi non è un film normale) ... Se vedi il film o leggi il libro capirai il ragionamento sulla casa ... Facciamo il tifo per il nostro Trunks perchè ne ha davvero bisogno! Ti saluto, fammi sapere se il capitolo ti piace. Un bacio
folg_89: Chiaro e conciso come al solito. Spero davvero di risentirti anche per questo capitolo ... Allora ciao :)
Nion: Io fantastico dove capita ( e il quel caso è accaduto lì XD) ma la maggior parte delle volte elaboro senza volere mentre "dormo" ... E alla mattina ho sempre delle occhiaie spaventose ;). Di suspance penso di lasciarne abbastanza ... E infatti, come mio solito, anche questa volta non mi sbottonerò più di tanto. Ciao, un bacio anche a te
Swwtcicia: Lo spavento non l'hai preso solo te ... Prova ad immaginati me dopo aver "visto" la scena la primissima volta! Paura ... Sono contenta che la storia continui a piacerti. Se ti và fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo. A presto allora, ciao
MartaSaru: Tu sei proprio una brutta bestia, lo sai?
Tutte le tue paranoie sull'ispirazione e guarda poi ... Mo va a kagher! XD Mi
spiace se ti ho traumatizzata ... Apprezzo comunque il 10+. Il cuoco questa
volta ha preparato una pietanza a base di frutti di mare leggera ma abbastanza
lunga da consumare quindi prenditi il tuo tempo. Spero di risentirti allora,
un bacio
ps: il grembiule e il cappellozzo mettili blu ... A causa del mio pallore con
il verde potrei essere scambiata per un namecciano quindi ... E poi (notizia
inutile ma al contempo del secolo) il blu è il mio colore preferito.
Cambiami il colore la prossima volta..
pps: questo messaggio l'ho scritto ieri e diciamo che questoè il lato
"comico" del mio essere. Quello serio te l'ho lasciato questa mattina
... Sono sicura che prima o poi Toriyama ti rinconquisterà. Nel frattempo
ti aspetterò. Un'altro bacio ciao
lady wolf: sono riuscita ad aggiungerti per il rotto della cuffia ... Comunque ciao! Io sono scImMIA, molto piacere. Sono davvero contenta che la storia ti piaccia ma lasciatelo dire: sei davvero una pazza ( tu più di me XD) ... ma dico, anch'io mi sarei rotta di leggerla dopo un po' quindi non immagino te! Grazie 1000 per i complimenti, li ho appezzati molto. Questo è il nuovo capitolo, spero che ti piaccia. Facciamo il tifo allora: GO!GO!GO!GO!
Ok, per lo scorso capitolo ho notato le
pochissime letture ma comprendo bene che eravate impegnati a festeggiare quindi
per questa volta lascerò il bazooka nell'armadio a fianco ai dvd di Slam
Dunk ... Per questa volta non nulla di importante da dire, strano.
Allora vi lascerò in pace. Leggete e se vi và recensite. Ci si
rivede lunedì allora. Ah, no ... Ecco cosa voglio dire: ringrazio davvero
tutti coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti (grazie) e mi auguro
che con il tempo ricompaiano coloro che sono magicamente svaniti nel nulla ...
Yuhuuu! Dove siete?
Un bacio a tutti e alla prossima.
scImMIA
CAPITOLO 36
- L'ACQUA SALMASTRA FA BENE ALLA SALUTE -
Con calma camminavo lungo quel corridoio. Non andavo piano perché
ero stanco o quant'altro, il motivo era che volevo stare al passo con il nonno
e quindi, per non mettergli inutile fretta nel seguirmi, moderavo l'andatura.
A causa della lentezza mi stava salendo però una certa fiacca che riuscì
a mostrare in modo spudorato solo il mio amichetto sulla spalla. Vedendo quella
piccola boccuccia spalancarsi, il mio naso iniziò a provare quel piccolo
pizzicorio che anticipa lo sbadiglio ...
Alzai le braccia e iniziai a stirarle mentre la bocca si apriva per dare un
po' d'aria al cervello ...
Come immaginavo alla fine il nonno non era molto diverso dalla moglie: anche
lui (senza volerlo ovviamente) sceglieva i momenti meno opportuni per le proprie
azioni ... Quando si girò si ritrovò infatti faccia a faccia a
un'enorme bocca d'ippopotamo, non so se mi sono spiegato, comunque rimase lì
un po' perplesso a scrutarmi sbalordito per qualche istante.
« Hemm ... Sei stanco? Potresti riposarti un po' nella stanza degli ospiti
se vuoi ». Mi venne un po' da ridere quando lui mi disse ciò ...
Però stavo ancora sbadigliando quindi non riuscii nell'impresa in maniera
soddisfacente. Quando mi fui ricomposto declinai gentilmente l'offerta e convinsi
il dottore a proseguire la "passeggiata".
« Bulma non è in casa oggi? » chiesi notando
che fino ad allora non avevo visto la sua persona da nessuna parte.
« No e nemmeno Yamcha. Tutti e due dono partiti questa mattina in gran
carriera e non ci hanno detto dove andavano. Penso che siano andati a fare un
pic-nic o qualcosa del genere visto che si sono portati con loro anche il piccolo
Light ... ».
Incrociai le braccia e socchiusi gli occhi « Che maleducati ... »
« E perché? »
« Come perché ... Lei e sua moglie non siete i nonni di questo
Light? Perché se sono andati a fare un pic-nic non hanno chiamato anche
voi? »
« Non saprei ... » rispose il signor Brief inserendo le mani nelle
tasche del bianco grembiule.
Si fermò un istante e si voltò sorridente « Ragazzo, ti
andrebbe di dare un'occhiatina ai laboratori? ».
« SI'! » esclamai entusiasta « Mi piacerebbe moltissimo ».
Enormi scrivanie ricoperte di schemi, tavole, calcoli, dispense
e quant'altro si distinguevano dal resto dell'enorme stanza in cui mi ritrovavo.
I numerosi supporti cartacei, caratterizzati anche dai colori più disparati,
saltavano all'occhio forse perché così diversi come materia le
e cromia da tutto quel metallo: rame, ferro, bronzo, acciaio, ... Metalli più
o meno duri dalle caratteristiche curiose. Era un vero peccato che gli esperimenti
realizzati con questi materiali non fossero altrettanto interessanti: strani
elettrodomestici con inserite delle caratteristiche dalla dubbia utilità,
enormi air-car dall'aspetto retrò che nascondevano però pesanti
difetti, ... Insomma, tutto sommato ero rimasto alquanto deluso da quella visita
tanté che dopo poco trovai molto più stimolante scrutare la vastissima
scelta di chiavi inglesi e cacciaviti che il nonno aveva appeso in perfetto
ordine sulla parete alle spalle della propria area lavoro. Speravo di trovare
qualche oggetto fuori dal normale o qualcosa di simile e invece ...
Allora il nonno diceva sul serio quando parlava degli elettrodomestici ...
L'occhio mi cadde sulla scrivania piena di fogli: l'oggetto che attirò
la mia attenzione era un piccolo dischetto blu con sopra una piccola cupola
gialla, sui fianchi di questo vi erano incollati a pari distanza cinque piccoli
ovetti del medesimo colore della cupola mentre attorno a quest'ultima, ma sul
dischetto, vi erano cinque piccoli bottoncini bianchi posizionati a raggera.
Quando presi quello strano oggetto tra le mani, il nonno mi si avvicinò
curioso ... Non staccava lo sguardo e spettava paziente ... Ma cosa?
Lo rigirai più volte e più l'osservavo più sentivo che
c'era qualcosa di famigliare. Le idee mi si chiarirono quando premetti uno di
quei bottoncini: dopo una grossa nuvola di fumo, comparve uno strano omaccione
rosa dalla faccia buffa e con un cappello da safari. Quel grosso pallone ondeggiava
da una parte all'altra senza potersi fermare ... Questo scatenò l'ilarità
del nonno che si manifestò con una grossa risata.
All'inizio rimasi paralizzato alla vista di quel grosso "coso" ma
poi, ovviamente dopo qualche secondo, risi anch'io di gusto. Uno dei motivi
per cui ridevo a quel modo era anche perché avevo riconosciuto uno dei
giocattoli che il nonno mi aveva costruito con tanto amore.
« Hahaha ... Ma che bello! E' davvero fantastico! »
« Lo pensi davvero? »
« Ma certo! Non immagina nemmeno le risate che ho fatto grazie a questo
omone » dissi continuando ad osservare quel grosso pallone gonfiato.
« Beh, quelle di prima le ho sentite bene » il nonno sorrise e chiuse
gli occhi.
"Beh ..." pensai " ... in effetti non può sapere quanto
ho riso per davvero in passato. Non che questo sia stato un male, anzi".
« Mi fa tanto piacere che ti piaccia ... Uff ... » sospirò
il nonno portandosi la sigaretta alla bocca « ... Peccato però
che lo debba cestinare ... ».
« COME?! E perché? »
Il nonno afferrò il giocattolo e con un'altro bottone fece in modo che
il piccolo dischetto sgonfiasse e risucchiasse il buffo personaggio. Il volto
del dottore s'incupì ... « Devo farlo perché é stato
un completo fallimento ».
« Un fallimento? Ma se è così bello ... » come poteva
essere chiamato fallimento un gioco della mia infanzia?
« Al piccolo Light non è piaciuto: dopo averlo visto è scoppiato
in lacrime e l'ha buttato in un angolo. Inoltre Bulma mi ha confessato che secondo
lei era un giocattolo troppo esagerato ... Per questo è un fallimento
e se non piace bisogna toglierlo di mezzo ». Il nonno poggiò il
giocattolo sulla scrivania e si accese la sigaretta. Inspirò un poco
dopodiché fece uscire dalla bocca tutto il fumo inspirato.
« Mah, non è giusto ... » dissi un po' irritato per colpa
di quel marmocchio « ... secondo me è bellissimo ... » afferrai
il giochino e feci nuovamente espellere l'uomo di gomma « ... e poi non
se ne troverà mai un'altro uguale a questo! E' un vero peccato buttarlo
via! ... ».
Guardai serio il nonno « Se il piccolo Light non lo vuole lo dia a me
».
Il signor Brief tossì un paio di volte e con una mano iniziò a
grattarsi la nuca « Ma tu avrai vent'anni ... »
Gli sorrisi « E allora? »
« Beh, questo è un giocattolo per infanti ... »
Spinsi il bottone per il risucchio e il pallone scomparve « L'età
non ha importanza. Se una cosa piace, piace e basta. Ma se non se ne vuole separare
questo è un'altro discorso ... Comunque sappia che non è affatto
obbligato ».
Il nonno mi prese dalle mani la piccola "navetta" e la ripose in una
piccola scatola blu.
« Piuttosto che buttarla via preferisco mille volte darla a te. Tieni,
consideralo come un piccolo regalo ». Mi porse la piccola scatola e la
tenni stretta, molto stretta ...
Abbassai lo sguardo per osservare quel piccolo parallelepipedo blu e per svariati
secondi non l'alzai.
« C'è qualcosa che non va ragazzo? » mi chiese premuroso
il nonno, notando il mio strano atteggiamento e temendo che avessi qualcosa
di grave.
« Ecco, io vorrei chiederle una cosa però non vorrei abusare della
sua gentilezza e quindi ... » alzai lo sguardo e lo vidi allontanarsi.
Afferrò due sedie da scrivania dotate di piccole rotelle le portò
vicino. Si sedette tranquillamente, spense la sigaretta in un posacenere e iniziò
a guardarmi strano, come se fosse mentalmente già altrove ...
« Siediti e racconta, sono tutt'orecchi ».
Mi sedetti e poggiai la scatolina sulla ferrosa scrivania. Estrassi la boccetta
di medicina e gliela mostrai « Lei sarebbe in grado di ricreare questa
sostanza? ».
Il nonno si avvicinò all'oggetto di vetro e iniziò a studiarlo
con piglio serio. Si pettinò un attimo il baffo destro « Cos'è?
Il combustibile per la tua macchina temporale? »
« Affatto, è una medicina ».
Il nonno strabuzzò gli occhi e scrollò il capo in segno di diniego
« Mi spiace ragazzo ma non traffico con certe sostanze. Non ho questa
passione. Mi spiace, non ti posso aiutare ... Ma a cosa ti servirebbe? ».
Abbassai lo sguardo alquanto deluso dalla sua risposta e iniziai a fare passare
la boccetta da una mano all'altra in preda di un leggero nervosismo «
Serve a una persona a cui tengo molto ma purtroppo questa piccola dose non è
sufficiente per portare a termine la cura ... Ho provato a chiedere in giro
ma tutti si sono rifiutati di darmi il loro aiuto e ora non so che fare ...
».
« E non esiste in commercio? »
« Purtroppo no. So che hanno realizzato questo antidoto partendo da zero
e quindi ho estremo bisogno di qualcuno che lo riesca a ricreare tale e quale
».
« Heh, ragazzo ... Purtroppo al giorno d'oggi conta molto anche la popolarità.
Molte persone a cui avrai chiesto ti avranno ignorato perché sconosciuto
e per questo non si potevano permettere di credere alla storia del primo che
arrivava ... Cerca di capire: per una ricerca sono necessari molti fondi e evidentemente
ai loro occhi sarai apparso come un ragazzo non degno di fiducia, immagino ...
».
Aggrottai un po' la fronte confuso « Beh, in effetti in molti mi hanno
snobbato ma ... ».
Il nonno mi fece cenno di fargli spazio: si avvicinò a un cassetto della
scrivania, estrasse una rubrica telefonica bordò e l'aprì.
« Scusa, mi potresti passare il telefono? » mi chiese indicando
un cordless color bianco latte.
Quando glielo passai digitò alcuni numeri dopodiché iniziò
una brevissima discussione con un signore dall'altro capo della cornetta: «
Ciao, sono io Brief. Come stai? ... Quì tutto bene, grazie. Ti ho chiamato
perché avrei un favore da chiederti: ho quì accanto a me un "lontano
nipote" e proprio un attimo fa mi ha chiesto se ero in grado di ricreare
un medicinale. Purtroppo io non ne sono capace mentre tu sì ... Esatto,
così siamo pari no? ... Non so di che medicina si tratti ma mi ha detto
che è stata realizzata in un qualche reparto partendo da zero e quindi
... Beh, sì. Quì salta in gioco proprio la tua abilità
... Domani allora? ... D'accordo, perfetto ... A domani allora e grazie infinite
... Ciao ».
Il nonno chiuse la chiamata, mi guardò e mi fece gli occhietti ad archetto
...
« Se mi lasci un po' di medicina domattina verrà un mio amico fidato
a prenderla e ad analizzarla. Se non ci saranno problemi la nuova dose sarà
pronta per il pomeriggio ».
« ... »
« Non sei contento? »
Gli saltai letteralmente addosso e l'abbracciai come un matto ( non guardarmi
male te, non sono mica fissato con i vecchietti è_é ...).
« Grazie. Grazie, grazie, grazie!! ».
Dopo più di un minuto d'abbraccio lasciai il nonno in libertà
... In quel momento di contatto il gattino pensò bene di cambiare mezzo
di trasporto ...
Diedi al signor Brief una parte del medicinale e prima di abbandonare il laboratorio
ripresi la piccola scatolina. Questa volta ci stavamo dirigendo in salotto una
volta per tutte.
« Da quello che ho potuto capire il suo amico ha accettato perché
aveva una specie di debito giusto? »
« Esatto. Sei molto sveglio oltre che intelligente ... Mi chiedo perché
nessuno si sia fidato di te ... »
« Non saprei. Comunque di cosa si trattava il debito? Se posso saperlo
ovviamente »
« Mah, nulla di speciale: gli ho dovuto soltanto montare le casse dello
stero »
" E daglie con questo stereo! ... :)"
Quando fummo nuovamente in salotto la nonna mi accarezzò
i capelli e mi riempì di squasi ... La sua dolcezza pareva infinita.
Mentre mi coccolava la signora mi chiese se rimanevo per la cena ...
« Mi spiace ma non posso. Sarà per un'altra volta »
« Che peccato ... »
Il nonno si avvicinò alla moglie e questa smise di viziarmi « Moglie,
Bulma è tornata? »
« No, non ancora e non so nemmeno se sarà a casa per la cena ».
Appena i due ebbero terminato di scambiare quelle poche parole, mi avvicinai
e inclinai leggermente il capo « Grazie di tutto. Ora dovrei proprio andare
».
« Ah, una cosa ... » iniziò il dottore « ... se domani
è pronta la dose dove ti posso trovare? ».
« Cavoli, è vero ... Sono proprio uno smemorato, mi scusi. Sarò
all'isola del Genio delle Tartarughe. Anche adesso stò andando là
».
La nonna poggiò le mani sulle guance « Hooo ... Il signor Muten.
Aspetta allora caro, voglio darti una cosuccia per lui e per gli altri ».
Si allontanò e scomparve nella calda cucina.
Portai le mani sui fianchi « Cosa è andata a prendere? »
« Mah, non saprei ».
Il viaggio verso l'isoletta sperduta fu terribile: i grandi
vassoi rischiavano di cadere in continuazione perché stracolmi di leccornie
di ogni genere ... Ecco la "cosuccia" della nonna!
Quando atterrai nella piccola spiaggetta sentii che una parte della combriccola
era nel salotto intenta ad apparecchiare la tavola per la cena. Dopo aver bussato
mi aprì la porta il padrone di casa « Ben tornato Trunks! Incominciavamo
a temere che non ti saresti presentato per la cena ... CRILLIN!! ... »
sbraitò infine il vecchietto voltandosi verso la cucina « ... E'
ARRIVATO TRUNKS! METTI LA PASTA ANCHE PER LUI!! ... Ah, entra, entra. Non stare
sulla soglia ».
Entrai « Con permesso ... ».
« MA CHE PERMESSO! Sei di casa adesso, non ti serve alcun permesso e ...
» finalmente si accorse dei grandi vassoi « ... E quelli cosa sono?
» chiese curioso.
Poggiai il dono della nonna in un angolo libero del tavolo. La compagnia (Crillin
compreso forse perchè la mansione in cucina gli aveva concesso un secondo
di tregua) si avvicinò incuriosita. Quando tolsi i grandi tovaglioli
che li proteggevano, non riuscirono a mascherare il loro stupore dinanzi a quelle
prelibatezze zuccherose ...
« Hooo ... Che meraviglia! » esclamò il porcellino.
Crillin incrociò le braccia e assunse un'aria alquanto dispiaciuta: «
Caspita, sono davvero bellissimi. Chissà che fortuna avrai speso ...
».
Sorrisi gaio « Non ho speso nemmeno un soldo. E' un regalo per me e per
tutti voi da parte della nonna ».
« LO SAPEVO! ... » esclamò Muten.
« "Lo sapevo!" che cosa? » chiesi gentilmente mentre tutti
osservavamo il buffo maestro.
« Oggi solo dolcetti ma domani ... » iniziò il vecchietto
« ... Da domani la casa sarà piena di bellissime donne! Oh Trunks,
per fortuna ci sei tu. Crillin come adescatore di femmine è proprio un
disastro: ne porta a casa una ogni morte di Dio! (supremo). Sarai la nostra
salvezza! ».
« ... O.O ... » (forse nella frase precedente, a fianco di "viecchietto"
dovevo aggiungere depravato ...).
« Sempre il solito maniaco! » borbottò inacidito il piccolo
pelato mentre se ne tornava in cucina.
Ricoprii i vassoi con i larghi tovaglioli e li riposi in luogo in cui fossero
meno d'impiccio. Solo dopo qualche secondo notai che in realtà la banda
non era al completo ... « E Pual dov'è? »
« E' di sopra con Vegeta ... » disse il maestro Muten mentre si
sedeva sul divanetto rosso « ... Oggi pomeriggio abbiamo fatto a rotazione
per tenerlo d'occhio. A proposito: la medicina? Trovato qualcosa? ».
Sorrisi e per questo il Genio capì che la situazione era sotto controllo
« Ne parliamo dopo, a cena. Ora vado di sopra a vedere come stà
».
In camera di papà trovai il piccolo Pual al suo fianco.
Sembrava che gli stesse tamponando il viso con un grosso asciugamano ...
« Pual, cosa stai facendo? » chiesi un po' preoccupato. Mi avvicinai
e lui mi guardò con gli occhioni luccicanti, come se stesse per piangere
da un momento all'altro ...
« Oh, Trunks ... Io non so che fare ... » scrutai il volto di papà
e capii. Mi avvicinai, misi Vegeta sul fianco sinistro e posizionai l'asciugamano
sotto la bocca in modo che potesse assorbire bene tutto il sangue che lentamente
fuoriusciva da essa.
« Da quanto tempo fa così? » chiesi tranquillo. Al contrario
di me Pual mi rispose piuttosto agitato: « Da poco ma ... Io non sapevo
che fare! Mi dispiace! ».
« E di cosa? Non è colpa tua, è la medicina che ha smesso
il suo effetto. Tranquillizzati, sei stato molto bravo ».
Gli occhi gli si illuminarono « Davvero? ».
Annuii pienamente convinto dopodiché procedetti ad una nuova iniezione.
« Hai trovato dell'altra medicina? »
« L'altra dose arriverà forse domani. Ora andiamo, di sicuro adesso
ci staranno aspettando per la cena ».
« Dubito » rispose spiccio il gatto.
« E perchè? »
« Crillin è un lumacone ai fornelli .. ».
A notte fonda tutti dormivano nella piccola casetta. Tutti tranne
me.
Non riuscivo a prendere sonno e il motivo non lo sapevo nemmeno io.
Continuavo a rigirarmi nel soffocante futon ma non c'era verso. Per quella notte
sarei stato costretto a darci a mucchio.
Mi voltai sul lato sinistro e grazie alla poca luce delle stelle che entrava
dalla finestra riuscii a vederlo ... Chissà cosa stava sognando ...
Mi misi seduto e feci scrocchiare l'osso del collo.
« Non riesco proprio a dormire ... » e come se mi stesse ad ascoltare
raccontai Vegeta l'intera vicenda dell'ospedale e della strana visione alla
Capsule Corporation ...
« Sai, all'inizio non l'avevo capito e adesso non ne sono del tutto sicuro,
ma penso di averne colto il significato ... »
Un'anima
solitaria che si ritrova come intrappolata in un mondo che non gli appartiene,
ma che è il luogo in cui è costretta a vivere.
Un gesto, un richiamo ... Non riesci ad essere completamente indifferente.
Dopo aver trascorso un'eternità a riflettere, ti avvicini silenzioso
e, ancora segretamente indeciso e combattuto, tentenni sul da farsi.
Quando ti avvicini la tua barriera d'orgoglio è ancora alta ma è
al contempo instabile ... E alla fine crolla mostrando il vero te stesso: quello
fatto di dure battaglie, ingiustizie, amicizie negate dall'orgoglio, sconfitte,
di limiti da superare e di tanta, tanta solitudine.
Una maschera di disperazione la tua, una maschera che può fare paura
...
Ma l'orgoglio che ti caratterizza ben presto ritorna: non riesce ancora a farti
ritornare quello che eri, non ancora. Ma riesce a portarti lontano, a farti
isolare ancora, accrescendo così tuoi tormenti e inserendo nuovi e pesanti
dubbi.
Una riflessione dolorosa e sfiancante che porta solo angoscia e altra agitazione
nel profondo, scuotendo le basi a cui ti sei sempre aggrappato e in cui hai
sempre creduto ...
... L'amore è forse una debolezza?
E poi tutto si ferma. Potresti essere riuscito a trovare la soluzione ... oppure
no.
Osservi l'essere che ha scombussolato la tua esistenza ... e cerchi di distruggere
il tuo vero essere, quella parte che consideri debole ...
In questo modo nessuno riuscirebbe più nell'impresa, nessuno riuscirebbe
più a vederti come un perdente.
Ci doveva pur essere un'altra soluzione ... Dal mio punto di
vista il rifiuto di una parte di sé stessi sarebbe stata una mossa completamente
sbagliata: non avrebbe fatto altro che aggravare la situazione.
Quella notte insonne giurai a me stesso che se avessi rivisto un giorno quegli
occhi non avrei distolto lo sguardo: l'avrei osservato e capito ...
Non l'avrei illuso e poi umiliato.
Qualcuno stava salendo le scale « TRUNKS! ... »
Crillin faceva anche due o tre scalini per volta ... « HEI TRUNKS! E'
IN ARRIVO UN'AIR-CAR! ... »
La porta si spalancò ... « FORSE E' TUO NONNO CHEAAAAAAAAAAH!!!!!!!
E' QUELLO CHE COS'E'!?!?! » sbraitò indietreggiando di un passo
seriamente spaventato.
« Uh? Questo dici? » sorrisi a trentadue denti « Me l'ha regalato
il nonno, ti piace? »
Crillin si ricompose e mi guardò perplesso « ... Insomma ... ».
Il grosso pallone continuava ad ondeggiare da una parte all'altra non-stop «
Sai, stanotte non riuscivo a prendere sonno e allora l'ho fatto uscire. Dopo
cinque minuti che lo vedevo fare così mi sono addormentato come un sasso!
»
« Io invece sarei rimasto più sveglio di prima ... » sentenziò
alquanto crucciato.
« Comunque ho sentito. Finisco di piegare il futon e sono da voi »
dissi mentre stendevo a modo il giaciglio.
"Zucca pelata" annuì e si dileguò.
In meno di un minuto ero sulla spiaggia con gli altri a salutare il nuovo arrivato.
« Heilà ragazzi, come state? ... » disse il nonno scendendo
dal get e riempiendosi le ciabatte di sabbia « ... Huh, forse mi sarei
dovuto mettere le scarpe ... »
« Salve signor Brief, tutto apposto? » chiese il Genio al suo "quasi"
coetaneo.
« Tutto bene Muten, ha apprezzato il pensierino di mia moglie? »
« Moltissimo ma non sono ancora riuscito a fare piazza pulita: purtroppo
alla mia età troppi dolci non fanno bene » disse il maestro nella
sua tipica posa: una mano che teneva un vecchio bastone mentre l'altra dietro
la schiena.
« Già ma per fortuna avete questa buonissima aria ... »
« Sua moglie non è venuta? » chiese il Genio cercandola con
lo sguardo ... evidentemente la nonna era ancora avvenente ... mah ...
« No, mi ha detto che sarebbe andata ad un'inaugurazione ... »
Dopo poco riuscii ad inserirmi nella conversazione « E quindi è
venuto da solo? »
« No ... » iniziò il nonno « ... visto che l'acqua
di mare gli fa bene ho portato anche il mio gatto » disse indicando la
spalla sulla quale spesso lo teneva.
« Ma ... Guardi che non c'è » dissi indicando la spalla.
« Hum? ... E' vero, chissà dov'è ... Sarà meglio
cercarlo: in questi giorni è stranamente sfuggevole ... » disse
arricciandosi un baffo come un vecchio pirata.
Prima di incominciare le ricerche il nonno mi diede la seconda dose del medicinale:
un'enorme vasetto stracolmo ... Dose più che sufficiente « Grazie
mille ... »
« Hah, non ringraziarmi ragazzo. In fondo avevi trovato il mio gatto ...
Se lo trovassi anche questa volta te ne sarei davvero riconoscente » rispose
sorridente.
Per parecchi minuti cercammo quella pallina di pelo ma nulla
da fare: anche se il luogo della ricerca era estremamente più piccolo,
in sei non riuscivamo a trovarlo!
Entrai per l'ennesima volta nella stanza di Vegeta: sbirciai sotto i mobili
e degli armadi ... Niente. Dalla porta fece il suo ingresso anche il piccolo
Pual.
« Pual, tu sei un gatto giusto? Te dove andresti se qualcuno ti stesse
cercando? » gli chiesi continuando a ravanare tra le cianfrusaglie presenti
all'interno di un piccolo ripostiglio.
Il piccolo micetto dapprima rispose un po' stizzito « Io non sono un comune
gatto, sono un gatto Trasformista! E poi ... » continuò andandosi
a posizionare vicinissimo al futon su cui Vegeta continuava a riposare «
... Io, personalmente parlando, andrei a cercare un luogo sicuro. In cui tutti,
a parte me, abbiano paura ad andarci e ... ».
Si bloccò un attimo ... « ... Eccolo! E' quì!! ».
« Come? » mi voltai di scatto e guardai Pual. Incominciai a guardare
lo stesso punto in cui era caduto l'occhio al piccolo gatto trasformista ...
« Ma io non vedo niente! » esclamai continuando ad osservare il
volto di papà.
« E' quì, è quì! » mi fece cenno con la zampina
di venirgli accanto e finalmente lo vidi ...
Accoccolato sui capelli del sayan se la dormiva nella grossa.
Mi rialzai e risi di gusto « Hahahaha ... Davvero incredibile! E' perfettamente
mimetizzato, ecco perchè non lo trovavamo! ... » il micetto si
svegliò e spalancò i suoi occhietti bianchi a bottone «
... Che razza di furbastro! ».
Il piccolo Pual si alzò in volo, si andò a porre vicino alla mia
spalla sinistra e così fu perfettamente perpendicolare al principe. Il
micetto continuava a osservarci curioso ... Più che altro scrutava l'altro
felino.
Pual iniziò a ridere come un matto.
« Hei, che hai adesso? »
« Guardalo ... Hahahaha! Così sembra che abbia quattro occhi! »
disse Pual sghignazzando senza freno.
Scoppiai anch'io a ridere e in quel preciso istante entrò Crillin «
Chi è che avrebbe quattro occhi? ».
Si avvicinò al futon e osservò Vegeta. Fece un salto prima di
urlare: « WOAH! MA CHE GLI E' SUCCESSO?!?! UNA MUTAZIONE!!! ».
Io e il micetto continuammo a ridere a crepapelle come due matti ... Crillin
incominciò a sentirsi stupido secondo me. Nel frattempo il gattino continuava
ad osservarci ...
« Hahaha ... No Crillin, non è nessuna mutazione ... » cercai
di dire mentre cercavo di riprendere un certo contegno « ... E' solo il
gatto! » conclusi avvicinandomi a Vegeta e afferrando con ambo le mani
il piccolo micetto. Con lo spostamento papà perse "gli occhi"
...
Crillin mi guardò con cruccio irritato: « Accidenti Trunks! Oggi
mi vuoi proprio far morire di crepacuore! Prima il pallone e ora il gatto!!
Basta scherzi, per cortesia ».
« Guarda che non è colpa mia ... » dissi portando il gattino
vicino alla faccia e annusando un po' il musetto « ... Sapete? Odora di
crema pasticcera ... »
« AARGH! SI E' MANGIATO ANCHE I DOLCI! E scommetto che ha preso proprio
il mio ... » disse il pelato mentre correva fuori dalla camera.
Dal piano inferiore si sentì un urlo di disperazione ...
Povero Crillin ...
I due vecchietti nel frattempo si erano appartati a fare delle
chiacchiere ... Come si dice "Largo ai giovani" ...
Dopo poco il nonno ripartì assieme al suo pestifero animaletto.
Tutto tornò finalmente alla normalità.
Ma sarebbe durata?
... Continua ...
Vi ricordate quando dicevo "Il destino non conosce la casualità"? Anche in questo caso non ho parlato a casaccio ... Pensate al giocattolino e guardate quì giù ... Come vedete tutto è studiato!