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Autore: winnie343    27/09/2013    2 recensioni
E se il cavaliere di Gemini avesse conosciuto il suo destino? Se gli fosse stata offerta la possibilità di cambiare il corso del Fato? Questa storia narra le vicende del grasso e buffo Edgar, di come diventò il Cavaliere di Pegasus grazie all'addestramento di ben due cavalieri d'oro (Milo e Aioria) e di come, pur non possedendo un cosmo, fece di tutto per proteggere i suoi amici. Perchè non sempre gli eroi del Mito hanno i muscoli.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VIII

Fulmini a ciel sereno ….



Quando Edgar si svegliò il sole stava tramontando sull’arena. Dopo essersi seduto, osservò l’ambiente circostante. Nessuno all’orizzonte o intorno a lui. Si osservò i vestiti, pieni di polvere e le mani, piene di lividi. Cercò di ricordare cosa fosse successo, ma il buio rimase nella sua mente.

Tentò di alzarsi, ma un dolore lancinante assalì tutto il suo corpo. Si domandò quanto temo avrebbe dovuto passare seduto nella polvere prima di riuscire a muovere almeno il mignolo del suo piede.

Sospirò.

  • Hai bisogno di una mano?

Edgar si voltò e sentì il collo bloccarsi. Fantastico. Sarebbe rimasto bloccato, con la testa girata verso destra, per le prossime settimane. In compenso, però, riuscì a vedere il volto della persona a cui apparteneva la voce soave che aveva sentito. Mya. E chi altri?

Arrossì velocemente; tentò più volte di assumere un’espressione ed un atteggiamento vagamente rispettoso, ma fallì su tutta la linea.

Con uno sforzo fuori dalla sua portata tentò di alzarsi, ma l’unico risultato che ottenne fu quello di rotolare di lato per assumere una posizione fetale. Così sarebbe rimasto fino all’eternità se la dolce Mya non lo avesse aiutato a rimettersi seduto.

Dopo avergli tolto un po’ di polvere dagli occhi e dai capelli e dopo avergli offerto un po’ d’acqua, si mise seduta accanto a lui. Sorrise e il mondo di Edgar assunse dei colori vivaci, mai visti prima.

  • Immagino che tu non ricordi nulla di quello che ti è successo

  • Nulla – rispose sconsolato – quanto tempo sono rimasto svenuto?

  • Direi almeno sei ore

  • Cosa???

  • Forse anche meno – Mya tentò di sdrammatizzare

  • Ma come … cosa … o mio Dio ….

  • Vuoi sapere cosa è successo? – Mya proseguì dopo il cenno di assenso dell’ometto – beh …. Il cavaliere di Scorpio ti ha sottoposto ad una seduta di allenamento … non lo ricordi?

  • No …. E come sono andato?

  • Steso dopo il primo colpo

  • E poi?

  • Poi …. basta ….

  • Basta??? – Edgar spalancò gli occhi – mi stai dicendo che dopo il primo colpo sono svenuto e mi sono svegliato dopo sei ore?

  • Si – Mya abbassò lo sguardo – io però non lo definirei proprio un colpo ….

  • Che vuoi dire?

  • Che Milo ti ha dato solo una pacca sulla spalla per informarti che l’allenamento sarebbe iniziato

  • E le escoriazioni che ho in viso e sulle mani? – Edgar domandò quasi piagnucolando

  • Sei andato a sbattere su Aioria

  • Co ….

  • E poi su un sasso ….

Edgar non volle ascoltare altro. Con tutte le energie che aveva in corpo si alzò, ignorando i dolori che sentiva nel suo corpo. Era caduto come una pera marcia sotto l’alito di un sospiro.

Sapeva di non essere in grado di sostenere una seduta di allenamento con quegli adoni, ma che fosse fragile come un uomo di vetro non riusciva a crederlo. Eppure Mya non mentiva. Perché avrebbe dovuto? La ragazza si alzò e silenziosamente cominciò a seguirlo. Girarono senza mete per le strade del Grande Tempio. La verità era che Edgar non aveva la più pallida idea di dove andare.

La sera prima aveva dormito nella casa di Camus, ma ora lui non c’era e non poteva certo dimorare nel Tempio di uno dei cavalieri d’oro senza il suo permesso. Mya gli bussò su una spalla, facendolo sussultare. Ora aveva anche paura di un esile ragazza? Si voltò per perdersi dentro i suoi splendidi occhi.

  • Ad ogni modo, Edgar, ho un messaggio del cavaliere di Leo per te. – Mya continuò, interpretando il suo silenzio come un invito a proseguire – il nobile Aioria ha detto di recarti nella sua casa.

  • Veramente?

  • Si

Edgar sorrise commosso. Forse uno dei suoi maestri aveva preso a cuore la sua situazione? Si guardò intorno per cercare di orientarsi, ma fu solo grazie a Mya ed alle sue indicazioni che riuscì a trovare la strada per la V casa.

Durante tutto il tragitto, la ragazza seguì l’ometto restando indietro di solo tre passi. Ad un certo punto, Edgar prese in mano il suo scarso coraggio e le chiese a bruciapelo perché lo stesse seguendo:

  • Voglio sincerarmi che tu arrivi sano e salvo a destinazione

  • Perchè? – Edgar si voltò ad osservarla

  • Perché è importante che non ti capiti nulla di spiacevole

  • Perché?

  • Te l’ho detto il perché …

  • Perché non vuoi che mi capiti qualcosa di spiacevole?

  • Perché tu sarai importante per una persona a cui voglio bene …. o almeno credo

  • Che vuoi dire? – Edgar la guardò con aria sorpresa e incredula

  • E’ una cosa troppo complicata – Mya sorrise – sappi solo che d’ora in poi sarò la tua ombra

Ormai giunti di fronte alla V casa, Edgar non riuscì a chiederle altro, perché la ragazza fuggì via, lasciandolo di fronte al suo destino.

Entrò timidamente e trovò ad attenderlo Aioria, appoggiato ad una delle infinite colonne della sua dimora. Il cavaliere gli fece cenno di sedersi accanto a lui. Così Edgar fece. Le parole del cavaliere lo fecero trasalire

  • Come stai?

  • Bene … almeno credo

  • Hai qualcosa di rotto?

  • Non mi pare … anche se sento dolore ovunque

  • Bene

  • Milo deve avermi colpito con molta veemenza

  • Veramente ti ha toccato solo con un dito – Aioria sorrise impercettibilmente

  • Cosa? – Edgar spalancò gli occhi – ed io sono caduto come una pera marcia e sono svenuto per tutte quelle ore … solo perché lui mi ha toccato con un dito?

  • Si – il cavaliere annuì, ma quando vide lo sconforto nel volto dell’ometto decise di aggiungere qualcos’altro – ma vedi Edgar è normale.

  • Normale?

  • Milo è un cavaliere d’oro, addestrato fin da piccolo al combattimento ed inoltre conosce la potenza del settimo senso

  • Il settimo senso? Cosa è il settimo senso?

  • Ogni cosa a tempo debito, amico. Ora non è importante che tu sappia cosa è. Conta solo sapere che quello che ti è successo è normale

  • Ma è umiliante!

  • Lo immagino …

Aioria rimase per un istante ad osservare la faccia paffuta di Edgar e provò una profonda compassione per quell’essere. Avrebbe voluto fare di più per lui, ma non poteva sobbarcarsi anche le sue pene. Già doveva combattere costantemente con il suo sentimento di umiliazione e portare sulle spalle anche quello di Edgard non era da lui. Si alzò:

  • Hai fame?

  • Si – l’ometto continuò a mantenere lo sguardo basso

  • Allora andiamo a mangiare. Per il momento dimorerai qui. Poi nei prossimi giorni ti troveremo una sistemazione più consona

  • Più consona? – Edgar si alzò e meccanicamente seguì il cavaliere

  • Beh, non puoi soggiornare qui in pianta stabile

  • Si, si lo capisco. Sono d’impiccio

  • Non è per quello, Edgar – Aioria gli sorrise – ma se il Grande Tempio venisse attaccato, questo sarebbe uno dei posti dove non vorresti essere

  • Perché?

  • Come perché? – Aioria lo guardò perplesso – questa è l’unica strada che tutti devono percorrere per arrivare al Grande Tempio.

  • E perché la gente dovrebbe andare al Grande Tempio

  • Per uccidere Athena e il Grande Sacerdote!

  • Perché dovrebbero uccidere il Grande Sacerdote? E Athena non è immortale essendo una Dea?

  • Ma nessuno ti ha raccontato cosa facciamo qui?

  • Beh, Camus ci ha provato – l’ometto tornò ad osservarsi i piedi – ma devo ammettere che io non ho capito molto … non per colpa sua ovviamente … Camus è stato “gentile” con me

  • Ti piace Camus?

  • Mi piace? – Edgar arrossì – io non sono ….

  • Intendevo dire come persona – Aioria arrossì

  • Ah …. Si si mi piace molto …. come dicevo è sempre stato gentile …. è un po’ freddo …. ma mai scortese

  • E’ il suo carattere – Aioria sorrise – anche a me piace Camus

  • Milo invece non mi piace

  • Neanche a me – Aioria gli fece l’occhiolino

  • Perché?

  • Perché è un idiota, vanesio ed arrogante

  • Anche tu sei gentile

  • Grazie

  • Sei … diverso dagli altri

  • Che vuoi dire?

  • Sei … più … umano …. e i tuoi occhi sono tristi …

  • Tristi? – Aioria si stupì. Era convinto che fosse riuscito nel corso degli anni a celare bene il suo dolore, eppure quel sempliciotto era riuscito a cogliere la sfumatura del suo dolore – perché dici che sono tristi?

  • Io non sono bravo in nulla, ma comprendo la natura delle persone

  • Dici sul serio?

  • Io osservo … è l’unica cosa che posso fare nel tempo che ho a disposizione, visto che nessuno si ferma a parlare con me

  • Capisco – Aioria provò ancora una volta tenerezza nei suoi confronti – e cosa hai visto fino ad ora?

  • Perché sono tristi i tuoi occhi?

  • E’ una storia lunga …

  • Riguarda tuo fratello?

  • Chi ti ha parlato di mio fratello? – Aioria mostrò del nervosismo

  • Camus …

  • Che ti ha detto?

  • Che era il cavaliere di Sagittar e che era molto valoroso

  • Ti ha detto come è morto?

  • Non …. non ha voluto aggiungere altro

  • Perché non è una cosa che ti riguarda!

Aioria si allontanò ed uscì dalla casa, lasciando Edgar solo ed affamato. L’ometto, rassegnato, pensò che di questo passo, non sarebbe sopravvissuto più di una settimana: o sarebbe morto sotto i colpi di Milo o di stenti o per la rabbia di Aioria. Si sedette sul pavimento, appoggiandosi ad una colonna e dopo pochi istanti, si addormentò come un sasso.

Il Cavaliere di Leo, invece, passò l’intera nottata nel bosco, cercando di non incontrare nessuno, neanche le guardie che facevano la ronda. Era adirato non tanto con Edgar, quanto con se stesso. Se voleva sopravvivere doveva celare meglio i suoi sentimenti.

Quasi all’alba, dopo essersi calmato, decise di ritornare sui suoi passi. Prese la stradina, poco frequentata, che costeggiava il laghetto artificiale fatto realizzare dall’ultimo Grande Sacerdote per rinfrescarsi nelle caldi notte d’estate.

Preso dai suoi pensieri, solo all’ultimo si accorse della presenza di qualcuno. Si bloccò vedendo uscire una donna, completamente nuda, dall’acqua. Aveva appena fatto il bagno e si stava avvicinando ai suoi vestiti. Imbarazzato distolse lo sguardo e l’occhio gli cadde sulla maschera abbandonata su una delle rocce.

Si voltò nuovamente ad osservare la donna, incuriosito ed il suo sguardo si incrociò con quello di Marin. Imbarazzato si voltò, mentre la ragazza tentò di coprirsi con l’asciugamano che aveva appena preso da uno dei sassi.

  • Perdonami, Marin …. Io non mi ero reso conto

La ragazza, ancora sotto shock, afferrò velocemente i suoi abiti, indossò la maschera e fuggì via, lasciandolo, confuso, interdetto e vagamente eccitato.


***


Dopo un viaggio estenuante che aveva dovuto fare con due compagni poco rassicuranti, Camus era finalmente giunto ad Asgard. Recava con se una missiva, scritta di pungo dal Grande Sacerdote. Non ne conosceva il contenuto, ma sospettava che almeno uno dei suoi due compagni ne fosse al corrente.

Il comportamento di Death Mask era più arrogante del solito e le allusioni continue che aveva fatto ad Aphrodite sulla vera natura del loro viaggio non lo avevano rassicurato.

Doveva obbedienza al Sacerdote di Athena, ma al tempo stesso il suo istinto gli suggeriva di non fidarsi dei suoi due compagni.

Erano stati accolti con tutti gli onori in quelle terre e una volta giunti nel castello dove soggiornava la Celebrante di Odino, erano stati fatti accomodare in una grande sala dove era stato offerto loro un ricco pasto.

Camus, poco incline a questo tipo di cerimoniale aveva rifiutato con gentilezza e fermezza quanto offerto, cosa che aveva fatto anche Aphrodite. Death Mask, al contrario non solo aveva consumato il suo pasto, ma si era divorato anche quello degli altri cavalieri, sotto gli occhi increduli degli inservienti.

Una volta terminato, erano stati fatti accomodare nel salone delle udienze, dove ad attenderli avevano trovato un gruppo di persone.

Un ragazzo alto e di bella presenza si era presentato a loro come il Primo Cavaliere di quelle Terre. Sigfried, questo il suo nome, impegnato a presentare il resto dei presenti non era riuscito ad afferrare la battuta che Death Mask aveva sussurrato all’orecchio di Camus.

Il cavaliere di Aquarius rimase impassibile, ma dentro di se un sentimento di stizza lo colse. Il cavaliere di Cancer e il suo gusto gratuito dell’insulto cominciavano a stancarlo.

Una sensazione di dejavù lo colse, distraendolo dai suoi pensieri, quando Sigfried introdusse una ragazzina mingherlina dai capelli rossi e dagli occhi verdi. In lei Camus ritrovò il volto di Mya, anche se il suo sguardo fiammante non aveva nulla a che vedere con quello dolce della ragazza che poche settimane prima le aveva dichiarato il suo amore.

Il cavaliere indugiò di fronte alla ragazza, cercando di trovare nelle informazioni sparse che aveva colto dalla voce di Sigfried, il suo nome. La ragazza non si sottrasse al suo sguardo e con il sorriso sui denti sembrò quasi sfidarlo. Camus decise di accettare l’invito:

  • Mi scuso con voi, Sigfried, ma credo di non aver afferrato il nome di questa ragazza

  • Forse perché non ponevate alcuna attenzione a quello che il Primo Cavaliere di Asgard vi stava dicendo?

  • Non per colpa sua, ovviamente, ma mia: i miei riflessi probabilmente sono appannati a causa del lungo viaggio che abbiamo dovuto sostenere

  • Ed io che pensavo che i cavalieri di Athena fossero quasi immortali!

  • Immortali non significa invincibili ed instancabili

  • Questo vuol dire che potreste quasi morire di stanchezza, ma che comunque sopravvivreste? Ed io che speravo di potermi liberare velocemente di voi!

  • Ora basta! – Sigfrid con tono deciso interruppe la ragazza, poi si rivolse nuovamente verso Camus – perdonate la sua irriverenza. Ad ogni modo, se vi interessa ancora saperlo … il suo nome è Maya ed è una delle ancelle di Lady Hilda

  • Maya ….

Camus si fece pensieroso. Quel nome, così simile a quello di Mya, come del resto quel viso, erano tutti indizi che gli stavano fornendo tasselli al quadro complicato che si stava delineando nella sua testa. Forse quella ragazza poteva essere legata al motivo della loro missione, sicuramente aveva un legame di parentela con la ragazza che soggiornava al Grande Tempio

  • Beh! Perché mi fissate con quella faccia da ebete? – Maya si mostrò irritata – non vi piace il mio nome?

  • E’ solo che voi assomigliate …..

  • E’ più probabile, cara Maya, che il nostro ospite si sia invaghito di te, vista la tua bellezza!

Camus non potè finire la frase, perché fu interrotto dall’entrata della celebrante di Odino. Avrebbe voluto risponderle che non si era invaghito di lei, perché lui era un uomo di guerra, ma quando si voltò per salutare Lady Hilda, la voce sparì e le parole gli morirono in bocca.

Sentì il sangue muoversi velocemente nel suo corpo, attirato dal suo cuore che aveva cominciato a pompare più velocemente. Cercò di concentrarsi sui battiti per cercare di regolarizzarli, ma incapace, si accorse che tutti i suoi tentativi stavano fallendo miseramente.

Sentì delle gocce di sudore colargli dietro al collo e nella schiena. Le gambe gli stavano cedendo, lentamente e inesorabilmente e la testa aveva iniziato a girargli velocemente. Era come se un tornado lo avesse investito in pieno volto.

Una sensazione non controllata, per lui che governava le energie fredde: era come essere investito da un’onda anomala. Sentì mancargli l’aria e in mancanza di altre soluzioni, iniziò a fare respiri più profondi. Sentì in lontananza la voce di Aphrodite che gli domandava se andasse tutto bene. Poi vide Sigfried e Lady Hilda avvicinarsi a lui, preoccupati.

Fece un grande respiro e utilizzando tutte le sue forze riprese il controllo della situazione.

  • Tutto bene?

  • Si – Camus fece fatica a rispondere

  • Siete sicuro? Siete … pallido …

  • Sto bene e vi chiedo scusa, Lady Hilda, per il comportamento tenuto in vostra presenza

  • Non dovete scusarvi, cavaliere. Anche agli uomini migliori possono capitare degli attimi di debolezza, non trovate?

Camus non rispose, ma rimase immobile con lo sguardo inchiodato sulla mano di Lady Hilda, che stava stringendo il braccio del suo Primo Cavaliere. Si domandò se fosse lecito che una donna mostrasse tanta confidenza con uno dei suoi sottoposti. Una gomitata di Death Mask lo riportò al momento che stavano vivendo.

Cercò di mantenere un aria indifferente, ma la sua mente stava vorticando intorno a dei pensieri. Che cosa gli era successo? A cosa doveva quel mancamento e perché Lady Hilda aveva così tanta confidenza con un suo cavaliere?

Si voltò verso Maya, sentendo il suo sguardo su di lui. La ragazza lo stava fissando insistentemente, non curandosi della maleducazione che il suo gesto evidenziava.

Avrebbe dovuto approfondire le informazioni su quella ragazza: in qualche modo sentiva che Maya avrebbe cambiato il destino di molti attori presenti in quella scena.

Il suo sguardo cominciò a vagare nella stanza. Notò gli addobbi della sala, eleganti e sobri, gli abiti dei presenti, semplici e curati allo stesso tempo, fino a quando i suoi occhi, attirati da una calamita invisibile si fissarono su quelli di Lady Hilda.

Sentì nuovamente il suo corpo irrigidirsi ed una sensazione di panico gli salì addosso. Si domandò se gli stesse salendo la febbre.

La donna, mantenendo lo sguardo fermo su di lui, sorrise impercettibilmente e Camus sentì il respiro rallentare. La donna, vedendolo impallidire, perse il suo sorriso.

  • Cavaliere di Athena perché non vi sedete? Vi vedo pallido

  • No – tra un respiro affaticato e l’altro, Camus tentò di mantenere un tono naturale – non preoccupatevi, sto bene

  • Gran Ciambellano, chiamate subito un medico e fate accomodare il nostro ospite in una delle stanze che abbiamo riservato ai cavalieri di Athena.

Fu così che il cavaliere di Aquarius, contro la sua volontà, fu condotto dal Gran Ciambello in una delle stanze dell’ala nord. L’uomo, solerte ad obbedire agli ordini della sua signora, nonostante le proteste di Camus, fece arrivare un medico per farlo visitare e delle ancelle per portargli dei viveri e delle bevande.

Il cavaliere si rassegnò all’ispezione del medico. Non voleva essere scortese ed inoltre voleva capire che malattia potesse aver contratto. Il dottore, dopo una visita attenta e scrupoloso non riscontrò alcuna malattia, ma gli consigliò comunque del riposo. Il paziente fu così lasciato solo.

Dopo un po’ di ore, durante le quali Camus dormì poco e male, fu raggiunto da Aphrodite che senza chiedergli il permesso si sdraiò sul letto accanto a lui:

  • Allora mio bel principe delle energie fredde come ci sentiamo ora?

  • Sto bene – Camus rispose con tono indifferente

  • Si, abbiamo sentito dal medico che non hai nessuna malattia … o almeno nessuna malattia che si possa curare con delle medicine tradizionali

  • Che cosa vuoi dire? – Camus si mise seduto

  • Hai dormito? – Aphrodite ignorò la sua domanda

  • Poco e male … non sono abituato a letti e lenzuola così soffici

  • Immagino – anche il cavaliere dei Pesci si mise seduto, appoggiandosi alla testiera del letto

  • Ad ogni modo ora mi sento bene

  • Certo che ti senti bene! – Aphrodite rispose con tono leggero – basta che l’oggetto dei tuoi mali resti lontano e vedrai che starai bene. Anzi, prima portiamo a termine la missione, qualunque essa sia e prima ce ne potremo andare evitandoti forti dolori

  • Ma di cosa diavolo stai parlando? – il tono di Camus si fece irritato – sei tu hai elementi che mi possano aiutare a comprendere che tipo di malattia ho … beh …. Ti invito a dirmeli!

  • Non ti scaldare troppo, cavaliere, che il calore potrebbe sciogliere quel tuo cuore di ghiaccio già fortemente provato dall’esperienza appena vissuta – Aprhodite trattenne a fatica un sorriso

  • Insomma! Vuoi parlare?

  • Sei semplicemente stato colpito da una feccia del Dio Eros. – il cavaliere dei Pesci sospirò – Mio bel principe dei ghiacci credo che tu ti sia innamorato!




Eccoci con un nuovo capitolo …. Non ci speravo di concluderlo in poco tempo …. Ma devo ammettere che questo è stato semplice da scrivere. E così abbiamo fatto anche la conoscenza di Maya, una ragazza che somiglia terribilmente alla dolce Mya e che sembra ricoprirà un ruolo rilevante nella storia. Per il resto … piaciuto il capitolo? ;-)

  
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