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Autore: maryusa    27/03/2008    16 recensioni
Usagi, dopo un terribile incidente, si ritrova a vivere in ospedale...ma cosa accade se il suo medico è Mamoru?...eh eh eh...riusciranno i due a capire i loro sentimenti senza complicarsi la vita?...lo scoprirete solo leggendo!...baci...maryusa
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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♥ LOVE & HATE ♥

LOVE & HATE ♥

 

1° CAPITOLO: Il Risveglio

 

Come ogni giorno dall’incidente, Mamoru passava la sua pausa pranzo a leggere nella sua stanza e tra un capitolo e l’altro si fermava a fissarla. Era così pallida, non sembrava viva; invece lo era, il suo cuore non aveva ancora mollato, e fin quando ci fosse stato un piccolo battito, lui sarebbe stato li accanto a lei. Poi le prese la mano, era gelida. “Piccola Usagi…come hanno potuto ridurti così…non riuscirò mai a perdonarmelo..” Ecco che udì una piccola voce tremante, quasi un bisbiglio “Ma-mo-ru…

* * * * * * * * * *

Non era possibile, non riusciva a crederci, aveva davvero parlato? O era solo la sua immaginazione? Era davvero la sua Odango. Aprì gli occhi e per un periodo di tempo imprecisato si guardarono ma nessuno dei due disse nulla; lei troppo stanca e debole lui troppo felice per poter rovinare quel momento con qualche stupida frase. La prima a parlare fu lei “do-do-ve mi tro-vo?” “Non preoccuparti, va tutto bene, sei in ospedale, hai avuto un incidente, ci stiamo prendendo cura di te!” Lei non capiva, non ricordava, perché era li, cosa le era accaduto? Chiuse gli occhi e fece un grosso respiro, tutto le fu più chiaro e ricordò…

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La mattina dell’incidente…

“Ma, ODANGO, quando la finirai di ingozzarti di gelato? Vuoi forse presentarti ai provini per la donna cannone?” disse un Mamoru scherzoso ad una Usagi alquanto irritata. “Caro mio BAKA…sappi che io posso mangiare di tutto e mai un chilo di troppo!(bugia)…vero Motoki?” Il povero Motoki sorrideva mentre si accingeva a ripulire il bancone. In effetti Usagi era davvero una bella ragazza e quel vestitino bianco che indossava metteva in risalto il suo fisico snello e slanciato. Mamoru la guardava divertito, lei gli metteva sempre tanta allegria e prenderla in giro ormai era diventato il suo passatempo preferito da diversi anni. “Ma guardati…sembra che non hai mai mangiato del gelato…sei tutta sporca di cioccolato in viso…sfido io che ancora non ti trovi uno straccio di fidanzato…agli uomini piacciono le donne e non le bambine!” Questa volta l’aveva ferita nell’orgoglio, e per tutta risposta Usagi si alzò, si pulì il viso dai residui di gelato al cioccolato, fulminò Mamoru col lo sguardo, gli fece una boccaccia e se ne andò arrabbiatissima. Si poteva scorgere del fumo uscire dalle sue orecchie.

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Mamoru e Motoki si guardarono in faccia e non poterono far altro che ridere a crepapelle. “Quando la smetterai di rinfacciarle di non avere un ragazzo…sai che questo la fa star male?” Disse il biondo all’amico. “Ma dai…lo sai che io non posso resistere senza dar fastidio ad Odango, mi diverto troppo…è il mio passatempo preferito” concluse il moro sorridendo.

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Lo odio.. lo odio.. lo odio.. lo odio..” Usagi si era fermata sulle strisce pedonali ed aspettava arrabbiata, quando il semaforo divenne verde attraversò. Da lontano l’amica Minako aveva notato la ragazza dai lunghi codini e corse subito verso di lei ansiosa di mostrarle il favoloso abito che aveva appena comprato con i saldi in un negozietto del centro. Ma quello al quale assistette Minako fu uno spettacolo davvero sconvolgente.

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Da un angolo spuntò un auto che a tutta velocità travolse la ragazza e la scaraventò a terra. “Nooooooooo….Usaaagiiiiiii….noooooooo..amica mia…no…no!” Minako si inginocchiò accanto all’amica e iniziò a chiamarla. Un gruppo di persone si era formato intorno alle due. I soccorsi erano stati chiamati. Allora Minako con quella piccola lucidità che le era rimasta si alzò e corse verso il locale di Motoki che era nelle vicinanze, in quel momento le sembrò la cosa più giusta da fare, lei non sapeva che fare, doveva chiedere aiuto ad una persona amica.

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Le porte si spalancarono. Nel locale c’erano solo Motoki e Mamoru. I due fissarono la ragazza a dir poco sconvolta, si avvicinarono e notarono che era sporca di sangue. “Minako stai bene? Cosa ti è successo?” Si rivolse preoccupato Motoki. “ U-U-Usa-Usagi…” Mamoru agitato afferrò le spalle di Minako e la scosse forte. “Parla cos’è successo...dov’è Usagi…le è accaduto qualcosa?…Parla!” Minako voleva parlare ma le parole si bloccavano in gola e copiose lacrime iniziarono a rigarle il viso. Allora prese Mamoru per un braccio e lo condusse nel luogo in cui Usagi si trovava.

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Ed eccola li sdraiata a terra, i soccorsi ancora non erano arrivati, la gente intorno non aveva osato toccarla per paura che avesse traumi celebrali o alla colonna vertebrale. Mamoru era incredulo. Pochi minuti prima si divertiva a punzecchiarla ed ora quella ragazza solare e piena di vita giaceva in fin di vita dinanzi ai suoi occhi. Sembrava un angelo al quale erano state strappate con violenza le ali. L’abitino bianco che indossava ormai si era tinto di rosso come del resto il suo volto, e le sue gambe erano straziate. Era irriconoscibile. Se Minako non gli avesse detto che era Usagi, lui l’avrebbe riconosciuta dai codini, quei buffi codini che le avevano fatto conquistare il soprannome di Odango.

* * * * * * * * * *

Finalmente l’ambulanza. “Codice rosso...codice rosso” I paramedici con accuratezza raccolsero la ragazza. Mamoru si rivolse all’amico. “Io vado con l’ambulanza tu prendi l’auto e raggiungimi con Minako.” Il viaggio in ospedale durò pochi minuti ma a Mamoru sembravano ore. Una volta giunti li un’altra attesa ancora più snervante lo attendeva. Dopo otto ore le porte della sala operatoria si aprirono. Il dottor Kuno uscì con un’aria seria che faceva presagire il peggio, si avvicinò ai genitori di Usagi e prima che iniziasse a parlare vide Mamoru seduto che lo fissava serio. “Dottor Chiba…prego si avvicini...la ragazza è una vostra amica…vero?”.. Mamoru annuì e si avvicinò lentamente. “Bene.” Aggiunse il dottor Kuno. “Siamo riusciti a fermare la forte emorragia che aveva allo stomaco, entrambe le gambe sono ridotte male e presentano fratture multiple, alcune costole rotte, il braccio sinistro rotto, varie ferite de ematomi…fortunatamente la colonna vertebrale non ha subito lesioni, ma…purtroppo, a causa del sangue che ha perso e del trauma alla testa, adesso si trova in uno stato di coma.”

* * * * * * * * * *

Appena il dottor Kuno finì di parlare i genitori di Usagi si unirono in un abbraccio pieno di tristezza e dolore. Mamoru tornò a sedersi e si mise le mani sul volto, in quel momento nella sua testa iniziò a balenare un terribile pensiero. “È tutta colpa mia…se non l’avessi offesa non se ne sarebbe mai andata e non si sarebbe trovata in quella maledetta strada in quel momento!”

* * * * * * * * * *

I giorno passarono, Usagi continuava a dormire profondamente. I famigliari e gli amici andavano a farle visita ogni giorno. Mamoru era con lei quando l’orario delle visite finiva, era un medico e passava la maggior parte del tempo in ospedale, non perdeva mai l’occasione di farle visita. Lei doveva svegliarsi. E così, finalmente, dopo ventitré giorni di coma, Usagi aprì gli occhi.

 

Continua...

 

   
 
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