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Autore: Raya_Cap_Fee    28/09/2013    2 recensioni
Era un ragazzo e sorrideva spavaldo. Dubhe invece tremava sul suo cavallo, ansimava, e i muscoli, che tanto sottili ed elastici sembravano di solito, si gonfiavano sotto la pelle. “Vi ho trovato. Dove credevate di andare? Gli occhi di Thenaar sono ovunque”. Dubhe restò a cavallo, senza muoversi. Così fu l’assassino a fare la prima mossa.
“Turno ha fallito”.
Licia Troisi-Le Guerre del mondo emerso (vol.1)
Il personaggio di questa storia in realtà non è un nuovo personaggio ma compare per circa…una pagina alla fine del primo libro delle Guerre “La setta degli Assassini”. Sinceramente non ho idea di come mi vengano certe idee fatto sta che ho deciso di scrivere sul personaggio di Turno una fan fiction. Alcune vicende della seguente si intrecceranno con quelle di Dubhe nella Casa, altre sono completamente indipendenti con nuovi personaggi. Chissà come sarà la Gilda più da vicino? – Abbiate pietà di me! Buona lettura!
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO OTTO:You are the contradiction personified
 
Nessuno dei due parlò più fino a quando non misero piede nel villaggio di Grainode, nella terra dei  Giorni.
Non era un silenzio carico di rancore ma piuttosto un silenzio imbarazzato.
Di una situazione che entrambi conoscevano e che fino al quel momento non aveva affrontato.

Il villaggio non era molto grande e per la maggior parte le costruzioni erano in pietra.
Non c’erano nemmeno case di lusso, a parte quella del reggente.
Un posto ideale per restare anonimi?

Incappucciati e fianco a fianco i due Assassini della Gilda stavano ai margini della piazza centrale, che non era niente di più che uno spazio quadrato più grande degli altri con una statua al centro senza capo né braccia

“Credo che la gente ragioni in modo stupido…” mormorò Turno al fianco della giovane che voltò appena il capo in sua direzione “Non è forse più difficile trovare le persone dove c’è molta più gente anziché dove non c’è?”

Infatti la Gilda, non ci aveva messo molto a scoprire dove si erano rifugiati i quattro obiettivi dei due Vittoriosi.
La ragazza riuscì ad accennare un sorriso e si guardò intorno.
Turno aveva ragione.
“Vogliono renderci il compito più noioso…ecco tutto” fu la sua replica poi riprese a camminare.

Entrambi ricevevano occhiate incuriosite.Evidentemente non era abituati a veder passeggiare tra loro gente incappucciata. Cormia dubitava che gli obiettivi si sarebbero accorti tardi di essere in trappola.

Entrarono in una locanda e si avviarono al bancone scoprendosi il capo.
L’oste rimase sorpreso da quelle faccie pallide, specie la ragazza che aveva la pelle così chiara alla luce della lampada che riusciva a distinguere qualche vena sulla fronte
“ E con questi sono sei stranieri in tre mesi” pensò l’uomo riponendo lo strofinaccio con cui stava ripulendo i boccali.
Fortunatamente, nel primo pomeriggio la sua locanda era sempre vuota o la gente si sarebbe inquietata.
Si schiarì la voce e si avvicinò ai due “Salve” disse

“Salve” rispose il ragazzo in tono piatto.
Sembrava un bravo ragazzo, una faccia pulita.
Solo ora l’uomo si accorse del colletto che si intravedeva sotto al mantello e sbarrò appena gli occhi.
Non aveva viaggiato molto ma sapeva e soprattutto sentì che quei due erano tutt’altro che bravi ragazzi.

Loro se ne accorsero ed entrambi stirarono le labbra in un sorriso “Ditemi cosa posso fare” continuò l’oste ostentando un tono calmo

“Abbiamo bisogno di due stanze”

Questa volta fu lei a parlare e Tyrion, l’oste, incrociò il suo sguardo.

La Gilda degli Assassini. Ne fu sicuro.

Lui annuì, avrebbe preferito dirgli di andarsene immediatamente ma supponeva che non fosse la risposta che volevano.

Si voltò per chiamare sua moglie ma si fermò. No, meglio non agitarla.

“Seguitemi”

Cominciò a camminare e salì le scale che di fianco al bancone conducevano al piano superiore e imboccò il corridoio. Si voltò per ripetere ai due di seguirlo visto che non li aveva sentiti muoversi e sobbalzò quando invece si ritrovò faccia a faccia con il ragazzo.

“Sento aria di guai Tyrion” parlò tra sé.
Fece un passo di lato e indicò due porte di legno scure, una a fianco all’altra “Non sono stanze di lusso…Non siamo abituati ad avere ospiti”

“Oh, non fa niente. Non rimarremo molto” disse Turno aprendo la prima porta.

Cormia si avvicinò all’oste, poteva sentire la paura nel suo respiro.
Gli rivolse un sorriso, il più innocente di cui era capace e gli allungò un sacchettino che tintinnò di monete “Queste dovrebbero bastare per entrambi” gli mise il saccettino tra le mani poi rimase a fissarlo.

Tyrion rabbrividì,chissà quel denaro da dove proveniva.

“La cena sarà pronta tra qualche ora…” disse e poi si allontanò in tutta fretta maledicendosi per non aver chiuso a chiave la porta d’ingresso come tutti i giorni.
 
Cormia sospirò vedendo l’oste scappare via poi, rivolse un’occhiata a Turno che si liberava del mantello, con la porta ancora aperta
“Vieni…” disse lui e lei obbedì chiudendosi la porta alle spalle.

La stanza non era poi così diversa da quella che avevano nella casa. C’era un letto, una piccolo tavolo, una cassapanca, un comodino però c’era finestra che faceva entrare la luce.
Una luce naturale.

Si liberò anche lei del mantello poi prese dal tascapane dei dischi che gli aveva dato Fenula, la Guardia degli Incantesimi e si sedette a terra.
Dovevano verificare gli quegli uomini fossero ancora lì.

Turno gli si pose di fronte e gli tese le mani. Quello era un Incantesimo che tutti i Vittoriosi conoscevano.
La ragazza prese le mani di Turno e insieme pronunciarono il nome del sacerdote traditore
 
“Thaern”

I dischi, a terra fra di loro, diventarono azzurrini poi, come animati indicarono una direzione.

Ovest.
I due Vittoriosi si guardarono. Era molto vicino.

Cormia interruppe per prima il contatto con le mani di Turno e si alzò raccogliendo i dischi “Non ci vorrà più di qualche giorno. Forse riusciremo a trovarli questa notte stessa” .

Tenne gli occhi bassi mentre rimetteva i dischi al proprio posto e prendeva il mantello. Si diresse alla porta ma Turno fu più veloce bloccandola.

Quel ragazzo era la contraddizione fatta persona.

Lei fece per protestare ma fu zittita dalle labbra del compagno.

Perché?

Perché Turno le faceva questo dopo quanto si erano detti?

Schiuse le labbra e rispose a quel bacio. Quanto l’aveva desiderato.

Cormia intrecciò le dita dietro la nuca del ragazzo attirandolo a sé

“No…aspetta..Cormia”

Turno le prese le braccia e interruppe il contatto “Io…scusami…non volevo…”
L’assassino colse la sorpresa nello sguardo di Cormia.
Era proprio uno stupido ma non aveva resistito, non riusciva a stare lontano da quel corpo.
Gli tenne ancora per qualche istante i polsi poi la lasciò andare e si spostò di fianco per lasciarla passare “Scusami…”ripetè.
Lei guardava ancora davanti a sé incredula poi si riscosse e lo guardò poi uscì, silenziosa.
 
 
 
Angolo Autrice
Salve ancora :) eccolo un piccolo interludio prima della missione (mi sto preparando psicologicamente alle scene d’azione O_o). Comunque…insomma….niente, a voi i commenti xD
Ringrazio coloro che hanno recensito come sempre (<3) e voi lettori. A presto,
RayaFee

 
   
 
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