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Quando
si girò vide tre uomini sbronzi che cantavano a squarciagola mentre le si
avvicinavano sempre di più.
- Aò
bella! Che ce fa una come te tutta sola?..ic..Ve co noi, te faremo compagnia e
berrai co noi un po’ de sana..ic.. e vecchia birra de Roma. Ah piacere! Ic.. Io
so’ Antonio! Ic!”. Un uomo sui venticinque anni le porse la mano mentre i suoi
due amici ridevano.
- Eh
daje! Te diverterai davvero! Ahah!! Ic..ic!”
C.C.
era sconvolta da questa pazzia, sembrava di rivedere le persone che avevano
preso il Refrain. Così scelse il peggiore dei modi per salvarsi. Prese il
braccio dell’uomo e si insinuò nella sua mente.
-
Questo è un patto, io ti darò il potere.
L’uomo
si staccò violentemente, il potere ormai suo del Geass che luccicava negli
occhi verdi. Si girò verso i suoi compagni e il volto mutò in un’espressione
d’orrore.
-
Paolo! Perché ti ho visto schiantato contro un’auto?!
-
Cretino sono qui davanti a te! Non è che non reggi più la birra??
C.C.
approfittò di quel momento per scappare. Non avrebbe dovuto stipulare un patto
che porta solo alla condanna, ma a lei non importava cosa potesse capitare allo
sfortunato detentore del potere.
-
Torna qui tu maledetta! Che mi hai fatto?.
I tre
uomini cominciarono a rincorrerla.
Soltanto
la sterzata troppo forte di una macchina bloccò la corsa. La sterzata fu
seguita da uno schianto. Uno schianto secco e mortale…
-
Paolo! - C.C. si girò, nient’affatto
sorpresa da quello che era successo, e vide una macchia di sangue fresco
ricoprire l’asfalto.
Lei
lo sapeva da quando Antonio aveva fatto la predizione. Uno dei tre uomini era
sotto la macchina, ormai morto. Quando vide la polizia arrivare si avviò per la
strada ormai piena di persone. Lei non aveva fatto niente. Perché sarebbe
dovuta rimanere li? Sapeva soltanto che ora che quell’uomo aveva il Geass
doveva tenerlo d’occhio.
D’un
tratto due braccia le circondarono le gambe. Uno di quei tre di cui non
conosceva il nome era attaccato a lei con il viso bagnato dalle lacrime.
- Che
cosa hai fatto ad Antonio? Perché aveva detto della macchina e poi è successo?
Lo so che è colpa tua! Dimme…
Non
ebbe il tempo di finire la frase. C.C. strinse un altro patto. Lo stupido aveva
accettato il potere mortale, ormai non poteva più tornare indietro. Solo che a
lui era andata peggio: aveva lo stesso potere di Mao... Poteva leggere nella
mente delle altre persone, ma senza interruzione.