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Autore: kekkuccia    02/10/2013    0 recensioni
Cosa accadrebbe se Winry ed Edward si separassero perchè Winry è stanca di aspettare?
La ragazza decisa a prendere in mano la sua vita, se ne va da Resembool. Conoscendo nuove persone e nuove sensazioni, ce la farà a dimenticare colui che le ha rapito il cuore da sempre, oppure l'amore la riporterà sui suoi passi?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Nuovo personaggio, Winry Rockbell | Coppie: Edward/Winry
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Winry.3 Sbuffa sonoramente. "Che c'è?" gli chiedo scocciata.
"Non riesco a finirlo questo automail, e ho mille altre cose per la testa che mi danno fastidio."
Mi alzo per andare ad aiutarlo. "Prova a mettere questa vite qui e vedi che succede."
Lo fa e ne rimane contento. "Sei proprio un genio!"
Mi torno a sedere al mio posto. "Adesso non perdere ulteriormente la pazienza, mi raccomando."
"Ricordi perchè ci siamo allontanati, Win?" mi chiede e sembra intristito.
Ovvio che me lo ricordi, ma vorrei dimenticare come so che vorresti farlo anche tu. "Sono cose più che passate, non ti dar noia per questo."
Nathan smette di lavorare. "Per me non è passato, Win. Ci penso sempre, costantemente."
"Non dovresti, non devi." lo guardo dritto negli occhi.
Nathan scuote il capo. "Sai che Janey ti ama davvero, può essere stupida, strana e tutto quello che vuoi tu, ma ti ama. L'ho capito addirittura io!"
Nathan continua a rimanere in silenzio. "Nate.. ti piaccio? Mi ami? Posso sapere chiaramente che cosa provi? A che cosa pensi sempre?"
"No, non ti amo. A piacermi, non saresti l'unica ragazza che da qui a due anni mi sia piaciuta oltre Janey. E' che penso sempre a noi, soli, insieme e mi viene da sorridere. O sto impazzendo o qualcosa non va come dovrebbe. Eppure non voglio lasciare Janey e non voglio stare con te."
Allora fai pace col cervello, caro mio. "Pensa bene a quello che vuoi, ne riparleremo quando saprai dirmi che cosa provi."
Nathan mi prende un braccio. "E tu? Invece, che sei sempre così tranquilla.. che cosa pensi?"
Divento un lampione. "Ma che cosa dovrei pensare? Penso che siamo migliori amici e che ho bisogno di te, per dimenticare Ed.."
"Sono una cura? Ma allora anche tu pensi a noi!" dice contento.
Mi allontano subito. "Non credere che penso a noi in qualche modo differente all'amicizia Nate!"
Nathan guarda a terra. "Forse anche io penso che la nostra amicizia sia importantissima. Non lo so, davvero non lo so!"
Gli accarezzo una guancia e gli sorrido. "Non c'è niente di male a non sapere che cosa si prova, però ti dico che è meglio se lo capisci così possiamo trovare una soluzione. Insieme, proprio come ci pensi tu."
E sorride anche lui. "Lo farò Win, sarai sempre con me? In qualsiasi caso?"
Annuisco. "Ovvio."
Mi abbraccia e mi stringe forte. "Allora niente può farmi paura."
Mi appoggio alla sua spalla piena del suo odore bellissimo, come lui. "Siamo una cosa sola." sospiro.
E tutto questo che cosa vuol dire allora?
La domanda viene anche a me, alla fine.

Prendo il telefono. Vorrei chiamare, non so perchè oggi sento che potrei addirittura parlargli.
Ma lo poso. Non ho mai il coraggio, non avrò mai il coraggio necessario.
Mi metto al pc per cercare dei biglietti del treno per tornare a Resembool. Tra soli tre giorni potrò riabbriacciare la nonna e Dan, che bella cosa!
Squilla il telefono. "Posso vederti?" mi ritorna alla mente la prima volta che mi disse quelle parole, quando iniziò tutto.
"Certo, sono a casa, vieni." dico e riattacca.
Sono preoccupata ma nel frattempo prenoto il mio biglietto per Resembool spendendo tutti i soldi che avevo messo da parte in quella settimana.
Bussa alla porta, vado ad aprire. "Nate.."
Mi abbraccia senza dire una parola. Lo stringo forte a me. "Che cosa ti succede?"
"Win.." sta piangendo.
Comincio a pensare che la faccenda sia davvero seria. "Nate, che ti prende?"
"Win.. Janey ha avuto un incidente."
Mi manca il fiato, non avrei mai potuto credere che fosse una cosa così pesante! "E dove sta? Come sta? Come ha avuto questo incidente?"
Piange a dirotto senza riuscire a parlare.
Lo accarezzo, gli do conforto. "Va tutto bene, Nate, non ti preoccupare. Andrà tutto bene! Hai me, non lo dimenticare. Insieme supereremo tutto!"
"Non riesco.." continua a piangere. "Non posso andare all'ospedale sentirmi dire che è in coma, che potrebbe dimenticare tutto quello che ha vissuto, che potrebbe non riaprire gli occhi mai più!"
Gli prendo la testa e la porto vicino alla mia. "Non devi pensare che sta male, lei sta bene e vuole soltanto che noi andiamo da lei per poterla vedere. E' normale che tu sia così preoccupato per la sua sorte, è la tua ragazza e la ami. Ma lei in questo momento vorrebbe soltanto che tu andassi a vedere il suo bel sorriso ancora una volta!"
Lo allontano, chiudo il computer e lascio tutto in sospeso per i biglietti. Prendo giacca, chiavi di casa e Nathan per la mano e esco da casa mia.
Lungo tutto il tragitto gli tengo la mano, devo essere quello di cui ha bisogno.
Sono preoccupata, sicuramente meno di lui, ma devo essere sicura. Devo dargli la forza necessaria a superare tutto.
Glielo devo.
Prima di entrare nell'ospedale lo guardo per un'ultima volta negli occhi stringendogli più forte la mano prima di lasciargliela.
Nella sala d'aspetto ci sono, credo, tutti i parenti di Janey visibilmente scossi come Nathan.
Ci viene incontro Mike. "Sei venuta anche tu Winry?"
Annuisco. "Sono anche io un'amica di Janey."
"In questo momento la stanno operando, ha molte ossa rotte." poi si rivolge a suo figlio. "Ma non sembra essere in pericolo di vita."
Nathan sorride per qualche secondo ma torna presto triste.
Gli accarezzo la spalla. "Hai visto? Va tutto bene."
Una signora bellissima con occhi e capelli scuri viene ad abbracciare Nathan. Credo sia la madre di Janey.
Solitamente il rapporto con una suocera non è dei migliori ma dalla spalla di questa donna Nathan piange di nuovo.
Anche la donna lo segue e lo stringe forte.
Sembrano essere madre e figlio.
Quella scena mi commuove e sento di avere gli occhi lucidi.
La donna si gira verso di me. "Sei tu Winry?"
Immediatamente divento rossa, come fa a saperlo? "Sì.." dico a bassa voce.
Lascia la presa con Nathan e si avvicina a me. "Era molto che avrei voluto conoscerti." asciuga qualche lacrima e mi porge la mano.
Gliela stringo. "Piacere.."
"Il mio nome è Abigail e sono la mamma di Janey. Ho sentito molto Nathan parlare di te, ti è davvero affezionato.. almeno quanto mia figlia è gelosa." prova a sorridere ma la tristezza immagino sia troppa.
Non so che cosa dire. "Vi assomigliate molto, lei e Janey intendo."
La donna si aggiusta i capelli perfettamente boccolati, proprio come la figlia. "Me lo dicono tutti."
Guardo Nathan e vedo che continua ad avere gli occhi spenti. "Lei ha un bel rapporto con Nathan, almeno così mi è parso di capire, è difficile."
Assume un'espressione interrogativa. "In che senso, è difficile?"
"Il rapporto tra suocera e genero non è semplice. Le suocere sono rinomate proprio per questo!"
La donna sorride nuovamente. "Ma Nathan è mio figlio, non possiamo avere brutti rapporti. Lui la mamma l'ha persa, da quando non c'è, diciamo da due anni effettivamente la sua mamma sono io."
Allora è proprio come mi sembrava. "Si vede." dico soltanto.
Abigail mi mette una mano sulla spalla. "Mi dispiace se mia figlia si sia comportata in modo sconveniente con te, spero che dopo averle parlato si sia decisa ad essere aperta a conoscerti."
Allora ecco che cosa le ha fatto cambiare idea, sua madre! "No.. non si preoccupi!"
Mi sorride congendandosi.
Torno da Nathan che nel frattempo si è seduto solo in un angolo. "Nate.."
Mi guarda provando a sorridere ma è una smorfia di ansia quella che fa, continua a stringermi il cuore.
"Sai? Ho conosciuto Abigail, la mamma di Janey, mi sembra davvero una bella persona."
Si illumina. "Abigail è la miglior donna, dopo mia madre e mia nonna, che abbia mai conosciuto nella mia vita."
Mi siedo accanto a lui. "Ah, davvero? Ti ha definito suo figlio, penso che andiate proprio d'accordo."
"D'accordissimo. Pensa che sa più cose lei che Janey di me." mi dice contento.
Gli tocco i capelli. "Ci sono molte persone che ti amano, è proprio una bella cosa."
Poggia la sua testa nell'incavo del mio collo. "Sento che se Janey non torna con me, non posso tornare a vivere."
Lo stringo forte a me, chiudo gli occhi. "Janey sarà per tutta la vita tua. Me l'ha detto lei, non hai niente da temere."
Mi guarda negli occhi lucidi. Sono verdi, così verdi che mi ci perdo totalmente. "Anche tu sarai per tutta la vita mia?"
Sorrido appena. Non ho voglia di mettermi a discutere su quale senso abbia la sua affermazione, ha bisogno di sostegno e certezze in questo momento ed è quello che gli darò. "Se è quello che vuoi."
Mi abbraccia e mi bacia i capelli. "Nient'altro."

Rimaniamo tutta la notte seduti su quelle sedie nell'angolo in attesa che qualcuno ci dica che l'operazione è andata bene e che Janey sta bene.
Ma questo momento, anche essendo le sei di mattina, non è ancora arrivato.
Guardo dappertutto in cerca di qualcuno che mi sappia aggiornare sulla situazione di Janey.
Siamo rimasti solo io, Nathan e Abigail anche di notte.
Ma il padre di Janey? Possibile che non sia ancora venuto a vedere come sta?
Abigail ha gli occhi rossi per il sonno, è l'unica che non ha chiuso occhio tutta la notte mentre io e Nathan qualche volta ci addormentavamo.
"Vado a prendere un pò di caffè, ne volete?" ci chiede alzandosi.
Io annuisco e guardo Nathan. "Sì.. penso che ne ho bisogno." dice sommessamente.
La donna se ne va.
Nathan sospira. "Vorrei poterle dire che va tutto bene, che Janey sta bene. Che torneremo a casa tra poco, ma non posso."
"Chiunque lo vorrebbe fare, ma Abigail è una donna forte sa che deve solo aspettare perchè questa cosa le sia detta."
Nathan scuote il capo. "Sta soffrendo. Così tanto che mi fa male il cuore solo a vederla."
Poggio la schiena sullo schienale della sedia. Non sapevo che le sedie delle sale d'aspetto degli ospedali potessero essere così scomode. "Penso che sia un sentimento che proverebbe qualsiasi madre per il proprio figlio."
Nathan mette le mani davanti al viso. "Vorrei che mia mamma fosse qui, per darmi forza e coraggio."
Lo guardo sofferente. "Quanto lo vorrei anche io, neanche immagini. Tu, volendo, hai sempre tua nonna e tuo padre dai quali andare. Perchè non lo fai?"
"Penso che dopo starò con la nonna tutto il tempo. Ma prima devo sapere che Janey sta bene, che ansia!"
Abigail torna con le tazze di caffè. "Bevete ragazzi. Nate, Winry, perchè non andate a dormire un pò? Sarete sicuramente stanchi."
"Non se ne parla, rimango qui finchè non mi dicono che Janey se ne torna con noi!" dice sicuro Nathan.
Anche io scuoto il capo. "Rimaniamo almeno finchè non ci danno novità."
Abigail stanca si risiede accanto a noi. "Siete proprio dei bravi ragazzi, gli altri se ne sono andati quasi subito. Pensavo che Janey avesse più amici sui quali poter contare."
Nathan porta la testa vicino al muro. "Ci sono molte persone legate a Janey."
Mi chiudo meglio la felpa che ho perchè sento improvvisamente freddo. Non aggiungo niente, in fondo non so molto di quella ragazza.
Abigail guarda Nathan con amore. "Persone che vengono qui oppure che non vengono affatto e dicono solo 'spero che Janey si rimetta presto', senza neanche sapere che sta passando le pene dell'inferno in questo momento poichè sta sotto i ferri tra cinque minuti fanno otto ore, non credo che siano persone davvero affezionate a lei."
Nathan le prende la mano. "I ragazzi non sanno sempre fare la cosa giusta, ma ti posso assicurare che non sono l'unico ad amare tua figlia."
Sento che devo intervenire anche io. "Anche io, pure se la conosco da poco e spesso mi ha ribadito di essere molto gelosa di me, so che è una bravissima persona. Amabile."
Abigail mi sorride. "Sei proprio una brava ragazza tu, come dice Nate. Spero che dopo quest'episodio anche Janey si renda conto che esserti amica sarebbe la cosa migliore."
Prendo un grosso respiro. "Mi sembra che lei sia disposta a cominciare una sana amicizia, dobbiamo solo vedere come va a finire."
Abigail mi mette un braccio intorno al collo e mi stringe a sè. Un tocco così materno che mi verrebbe da piangere. "In ogni caso, sappi che sei una bella persona. E io e te possiamo tranquillamente diventare buone amiche."
Le cingo anche io con una mano un fianco. Un gesto che mi viene dal cuore e che non voglio frenare. "Sarei molto disposta."
Mi da' un leggero bacio sulla testa. "E allora cominciamo noi, una mamma deve sempre dare il buon esempio!"
Forse, la mamma di Janey è la persona migliore che abbia mai conosciuto, possibile?
Potrebbe stupirmi anche lei con effetti speciali se le dessi l'opportunità?
Lo farò, devo vedere come va a finire.
Nathan ci guarda e sembra lieto di quello che succede. "Abigail, sei la mamma di tutti."
La donna gli sorride e lo porta accanto a noi stringendo anche lui. "E' che sento che siete tutti i miei piccolini."
"Janey sarà stanca di avere così tanti fratelli e sorelle." dice scherzando Nathan.
"Lei non è mai stanca, non può essere stanca di non essere mai sola." dice saggiamente Abigail facendoci dimenticare per qualche secondo che siamo lì per un caso grave come un ricovero d'urgenza e un'operazione di otto ore di Janey.
Per questo non smetteremo mai di esserle grati.

Abigail si addormenta sulla spalla di Nathan che la culla.
"Che ore sono?" chiede piano.
Guardo l'orologio dell'ospedale. "Sono le nove di mattina."
Non ricordo neanche a che ora siamo venuti qui in ospedale ma so che siamo in questo stato penoso da molto, moltissimo tempo.
Abigail si sveglia improvvisamente. "Janey?!"
Nathan la mantiene in equilibrio con le sue braccia, Abigail guarda Nathan e prende un respiro. "Mio dio, era solo un sogno."
"Non ti preoccupare, presto ci verranno a dire come sta." dice per nulla sicuro di sè Nathan.
Anche io provo ad annuire, ma che cosa ne possiamo sapere in realtà?
Abigail riappoggia la testa sulla spalla di Nathan e guarda davanti a sè con occhi vuoti. "La stanchezza mi ha quasi fatto dimenticare il motivo per cui tutta la notte non ho chiuso occhio."
Nathan le accarezza la testa. "Mi viene in sogno, non appena chiudo gli occhi." dice stanca.
Non so che cosa dire, Nathan prende la parola. "Sono brutti i sogni che fai?"
Abigail annuisce. "Non posso proprio fare a meno di pensare che possa andare qualcosa male."
"Niente andrà male, nulla può andare storto Abigail." dico con tono rassicurante Nathan.
Abigail non dice nient'altro ma continua a tenere ben aperti gli occhi.
Sospiro, che cosa posso fare?
Nathan allunga la mano per prendere la mia. "Puoi andare se vuoi."
Scuoto la testa e gli stringo la mano. "Ce ne andremo insieme da qui."
Mi sorride. "Va bene."
So che è di questo che hai bisogno.
Un'infermiera dopo circa un'altra oretta che aspettammo, venne da noi con dei fogli in mano. "La signora Reachwood?"
Abigail fa un balzo dalla sedia e va davanti alla signora. "Mi dica."
L'infermiera mette i fogli in modo che anche Abigail possa vederli. Nathan si alza anche lui dalla sedia. "Che succede?"
Mi sento anche io profondamente in ansia. Per quale motivo non parlano ad alta voce?!
Abigail allontana con una mano Nathan che cerca di leggere il foglio. "Abigail, come sta?"
L'infermiera lascia questi fogli, da' uno schiaffetto amichevole sulla spalla di Abigail e se ne torna da dove è venuta.
Che cosa sta succedendo?
Nathan strattona in malo modo Abigail, mi alzo anche io per farlo smettere. "Calmati Nate, dannazione!" dico isterica.
Abigail mi guarda, sofferente. Ti prego non darci brutte notizie.
Poggia il foglio sulla sedia e comincia sommessamente a piangere.
E' la fine, posso pensare solo questo.
Ma Nathan non pare essersi dato per vinto, mi allontana da lui e va a prendere il foglio. Comincia a leggere e diventa serissimo.
Anche io voglio sapere che cosa cazzo hanno scritto in quel foglio!
"Nate! Insomma, che sta scritto?!" non reggo ancora per molto.
Nathan lascia cadere i fogli. "Non potrà più.. camminare?"
Porto le mani davanti alla bocca e sento Abigail piangere fortissimo, Nathan rimane come paralizzato.
Non può essere, non posso credere ad una cosa simile!
Nathan comincia a piangere, Abigail ormai si dispera sulla sedia. Non so che cosa fare, come sempre.
Mi verrebbe da piangere anche a me, non so perchè, o forse i motivi li avrei tutti.
In questa situazione qual'è la cosa giusta da fare?
Provo ad avvicinarmi a Nathan che mi stringe così forte da non farmi respirare. "Win.. CAZZO WIN! ADESSO CHE COSA POSSO FARE. ADESSO CHE COSA SERVE CHE TU SIA CON ME?!"
Posso sentire ogni sua fibra del corpo urlare al mondo quanto la vita sia ingiusta.
Non posso evitare più di piangere, lo abbraccio anche io e piango. "Ce la faremo.. nonostante tutto, supereremo anche questo."
Nathan non smette di singhiozzare come non avevo mai sentito fare mai.
Mi tira di poco i capelli, la sua rabbia è più grossa di lui in questo momento. "No, nulla in questa vita del cazzo va come dovrebbe Win! Niente! E non possiamo farcela, non posso farcela!"
Il volto della disperazione, mi ricorda così tanto quando Edward riaprì gli occhi e vide come aveva ridotto il fratellino e quello che aveva creato.
Niente di peggio.

Abigail rimane in silenzio, non si è ancora mossa da quella sedia.
Sono passate altre due ore.
Non ricordo neanche da quanto tempo siamo qui, è così brutto che vorrei che fosse solo un incubo.
Per questo comincio a pizzicarmi, non so che darei per svegliarmi nel mio letto andare a lavoro e vedere Nathan sorridente e Janey che lo accompagna.
Vorrei vederla correre, ridere, scherzare.. strano come un attimo prima volevo solo che non mi pensasse e adesso tutto quello che desidero è che sia felice.
Porto la camomilla sia a Nathan che ad Abigail. Quando mi avvicino alla donna, non mi guarda neanche.
Provo a parlarne con Nathan. "Che cosa dovremmo fare? Tra quanto tempo ci permetteranno di vederla?"
Nathan scuote la testa. "Non lo so, non so niente. Ormai non posso neanche più sperare nulla, che cosa mi resta da fare Win?"
Lo sguardo penoso con cui mi guarda mi fa capire che non solo sono inutile in questa situazione ma non posso proprio nulla. Neanche dirgli che può sperare, neanche fargli pesare di meno la situazione, nemmeno niente! Nulla, davvero il nulla più assoluto.
A che cosa servo? A che cosa gli servo allora?
Mi siedo affranta. Questa situazione di merda mi sta mettendo seriamente alla prova, me e il mio sistema nervoso.
Avrò presto una crisi di nervi, so come sono fatta.
Perchè queste tragedie devono succedere sempre a me? Ma che palle!
Abigail si alza, preoccupando sia me che Nathan. "Abigail, che succede?" le chiedo.
La donna si avvia verso lo studio dove stanno operando la figlia, mi alzo di scatto e la seguo. La prendo per un braccio. "Sai che non puoi entrare!"
Mi scosta in malo modo ed ha degli occhi così differenti rispetto a quelli di prima che quasi mi fa paura. "Abigail.." sussurro lasciandola fare.
Guardo Nathan che ha la testa tra le mani.
Assurdo, tutto questo è davvero assurdo. Che cosa ha intenzione di fare?
Non posso permetterle di disturbare l'operazione di Janey, se qualcosa andasse male perchè entra lei lì dentro?
La riprendo per il braccio, questa volta in modo saldo e convinto. "Abigail, non puoi entrare lì dentro, fattene una ragione. Non è così che potrai cambiare lo stato in cui è tua figlia!"
Il rumore dello schiaffo che ricevo in pieno volto risuona per tutta la sala d'aspetto dell'ospedale, destando tutti quelli presenti lì.
Nathan alza la faccia. "Abigail!" dice soltanto.
Io lascio la presa e provo a mantenere la calma. Sta male, può succedere.
Abigail si rivolta verso la porta della sala dell'operazione. Che capa tosta clamorosa!
Nathan stavolta si alza e prende la mano della donna. "Non puoi entrare, Abigail!"
Abigail sta per prendere anche lui a schiaffi ma crolla prima che possa farlo.
E' stanca e stremata, poverina.
Nathan la prende in braccio e la mette su due sedie libere. "Dovremmo portarla a casa a riposare." dico raggiungendolo.
Nathan non dice niente. "Se sapesse che l'abbiamo allontana da qui prima di poter vedere Janey la faremmo impazzire. E' meglio se riposa così, qui."
Annuisco. E' lui che la conosce meglio di me. Facciamo come dici.
Ci risediamo di poco lontani da lei, dove ci sono due posti liberi vicini.
Continuamo ad aspettare per tanto, forse troppo tempo.

Finalmente i chirurghi dopo una giornata intera di operazione escono da quella maledetta sala.
Si stanno ancora asciugando la fronte dal sudore ma io e Nathan siamo davanti a loro e vogliamo sapere tutto, e vedere Janey quanto prima possibile.
Il chirurgo più anziano e credo primario del settore porta le mani avanti. "Non potete ancora entrare, due minuti soltanto. Sta bene."
"Ma non può camminare, come potete dire che sta bene!" Nathan sta già assumendo il comportamento errato.
Ma il primario non sembra temerlo nè tantomeno essere infastidito dal suo atteggiamento. "Ragazzo, avresti preferito che fosse morta? La sua vita è salva, ergo lei sta bene. Attendete altri due minuti e vi sarà permesso di vederla. Sappiate che abbiamo fatto tutto il possibile, ma non è del tutto bastato."
Nathan stringe i pugni, gliene prendo e stringo uno. "Mantieni la calma, mi raccomando." sussurro.
Sembra calmarsi di poco.
I due dottori se ne vanno, rimaniamo davanti alla porta. Aspettiamo, tanto per cambiare.
L'infermiera che ci è venuta a dare molte ore prima quel maledetto foglio, ci sorride e fa segno di entrare nella stanza.
"Avviati, vado a svegliare Abigail." gli dico mentre lui ha già messo un piede nella sala.
Muovo di poco la donna addormentata. Apre gli occhi subito impaurita. "Ho sognato tutto? Dimmi che era un incubo quel foglio, Winry!"
Tristemente scuoto il capo. "Però adesso ci hanno dato il permesso di vedere come sta. Andiamo?"
Abigail si alza immediatamente e corre verso la stanza.
Piano, con passo lento, li raggiungo anche io. Sono proprio afflitta.
La scena che mi si presenta davanti agli occhi mi fa venire voglia solo di urlare, di dire a tutti che fanno schifo. Di prendere e uccidere con le mie stesse mani chiunque ha buttato sotto quella povera ragazza devastandole la vita.
Abigail è inginocchiata davanti al letto e piange a dirotto, anche Nathan piange forte e le tiene la mano.
Il viso di Janey è tutto deturpato da graffi, escoriazioni e bruciature varie.
Ma che cosa le è successo, porca troia?!
Ancora non ha aperto gli occhi, l'anestesia fa ancora effetto.
Piano apre un occhio alla volta, rimaniamo tutti senza fiato. Almeno vive!
"Amore mio!" urla la mamma riabbracciandola.
Janey piange. "Mamma.." spero di gioia.
Nathan mette le mani davanti al viso. "Sono così contento che tu sia viva!" dice a bassa voce tanto che infatti credo che la ragazza non l'abbia sentito.
Un pò, anche se molto poco, riesco a rallegrarmi anche io.
"Stai bene amore mio, sei viva! Sono la donna più felice del mondo!" la abbraccia, la bacia, la sua mamma.
Janey continua a piangere e prova anche se con poca forza ad abbracciare la mamma. "Sono contenta anche io.. di rivederti, ancora."
Poi si gira verso di me. Le sorrido. "Janey, sei bellissima." mi viene da dire.
Lei sorride anche se una lacrima riga il suo viso. "Winry.. grazie per essere qui."
Nathan le riprende la mano. "Amore, sono qui anche io.."
Janey si gira verso di lui e gli manda un bacio con la bocca. "Nate.. ti amo."
Nathan si avvicina a lei e gli scocca un bacio sulla bocca. Leggero. "Anche io, anche io!"
Abigail si siede nello spazio rimasto sul letto della ragazza. "Non hai idea di quanto tempo tu sia stata sotto i ferri, hai sentito molto dolore?"
Janey ci pensa per qualche secondo, poi si guarda. "Non lo so, sono così addormentata che non sento nessun muscolo del mio corpo in questo momento."
Mi viene da pensare.. lei sa che non potrà mai più camminare perchè si è lesionata la colonna vertebrale?
E se non lo sa, potremmo mai dirglielo noi?
Preferisco scappare, sinceramente.
Anche Nathan sembra molto pensieroso, che stia riflettendo sulla stessa cosa?
Abigail le tiene forte la mano. "Molto presto risentirai tutto, è andato tutto bene."
Janey sorride raggiante. "Non hai idea di come sia felice di vivere, mamma! Pensavo di morire, ero sicura di essere morta!"
Le parole migliori che le mie, come le loro, orecchie potessero sentire non hai idea di come sia felice di vivere. Oh, cazzo, è questo che conta! Aveva pienamente ragione il medico!
"Non saresti mai potuta andar via, non prima di me." aggiunge la mamma piangendo ancora.
Janey le stringe la mano. "Non ti lascerò mai mamma, te lo prometto!"
Ma perchè suo padre non c'è? Perchè non ha un padre questa ragazza?
Nathan rimane in silenzio, mangia le sue unghie e guarda da tutte le parti. Non so che cosa gli stia prendendo.
Mi avvicino in modo che non possano sentirci. "Che cos'è questo nervosismo?"
"Non sa che non può camminare Win, come possiamo dirglielo? Ti rendi conto? Non posso farcela, mi sento morire." non dirlo neanche per scherzo!
"Puoi farcela, sei forte. E poi ci penserà Abigail a darle la notizia, non sei contento che sia viva? Ha ragione quel medico, non è andata proprio perfettamente, ma è andata.. bene. Sai benissimo che cosa rischiava e non è per niente meglio! Hai anche sentito dirle che è felice di vivere, felicità più grande? Non esiste, la tua ragazza sta bene e anche tu con lei. Perchè state insieme, perchè siete una cosa sola, perchè vi amate."
Nathan non sembra convinto delle mie parole. "Non so che cosa fare, non posso aspettare. Non voglio vederla soffrire ancora."
Gli porto una mano sulla spalla. "Ormai il peggio è passato, devi pensare solo questo. Il resto è semplice."
"Quanta forza.. quanta forza che ci vuole." sospira.
"Tu la possiedi tutta." gli dico convinta provocando un piccolo sorriso sul suo volto.

Usciamo dall'ospedale dopo essere stati cacciati da tutti.
Hanno deciso di permettere solo ad Abigail di rimanere, anche se le abbiamo chiesto e richiesto di andare a dormire che non aveva chiuso occhio per tutta la notte, ma niente ovviamente voleva rimanere con sua figlia per tutto il tempo. Così sia.
"Vuoi venire a casa mia?" gli chiedo mentre passeggiamo per una fredda Rush Valley.
Nathan guarda dove mette i piedi. "Vorrei farmi un bagno caldo e dormire."
"Ho due letti e il bagno. Puoi fare tutto a casa." rispondo.
Nathan non mi sembra convinto. "Perchè vuoi che venga da te? Pensi che sia capace di fare stronzate in questo stato in cui mi ritrovo?"
Lo sposto con la mano. "Io mi fido di te, scemo! Solo che non vorrei che in questo stato d'animo tu fossi solo."
Si rimette vicino a me per camminare. "Alla fine hai cambiato parole per dire quello che ho detto io."
Lo guardo malissimo. "Pensi davvero che sia preoccupata per quello? Pensi che possa credere che adesso che sei a casa da solo, tu possa tagliarti le vene? Se lo stai facendo, ti sbagli. Non credo che tu sia tanto idiota, sinceramente."
"Allora voglio venire da te." mi dice e ci avviamo silenziosamente verso casa.
Apro la porta. "Vai a lavarti prima tu, mettici quanto tempo vuoi, so che ti serve rilassarti."
Non se lo fa dire due volte e si chiude subito in bagno.
Mi metto sul mio letto. Accendo la tv per provare a non addormentarmi anche se la vedo difficile.
Anche io ho dormito sì e no tre ore ieri notte.
Metto un programma di cani ma nemmeno il tempo di sentire di che cosa parla che mi addormento.
Quando mi sveglio, vedo Nathan dormire sul divano e la televisione spenta.
Mi alzo silenziosamente, vedo che ore sono.
Mi prendo le cose e vado a fare una doccia, serve anche a me.
Quando esco, sento che Nathan si è svegliato. "Posso preparare qualcosa da mangiare?"
"Ovvio." dico mettendo nei panni sporchi tutto.
Presto tutta la casa si riempie di un profumino molto invitante, vado a vedere di che cosa si tratta. "Ma non dirmi che sei un bravo cuoco!"
Mi fa l'occhiolino. "Non sai niente di me! Sono un uomo da sposare!"
Sorrido. "Solo perchè sai fare qualcosa, non vuol dire che sei un uomo da sposare!"
"In realtà speravo che tu mi avresti fatto assaggiare qualcosa preparato da te."
Divento rossa. "Non sono molto brava in cucina perchè quando ero a Resembool era la nonna che cucinava sempre, quindi ho cominciato solo da tre mesi a questa parte e non è facile imparare da soli!"
Anche lui sorride e mi scocca un bacio sulla fronte. "Non c'è nulla di cui preoccuparsi, scemina."
Arrossisco ancora più vistosamente.

Metto la giacca. "Pensi che adesso Abigail sia ancora in grado di reggere quella situazione?"
Nathan assume una faccia triste, mi si spezza il cuore a vederlo così. "Non posso lasciarle sole."
Gli prendo la testa e lo accarezzo. "Ci sono anche io con voi, non dimenticarlo."
Nathan mi prende la mano e mi trascina fuori da casa mia.
Caminiamo per la città deserta, non so per quale motivo, mano nella mano.
So che non dovrei neanche pensarlo, ma mi è impossibile.. sembriamo proprio fidanzati. O qualcosa del genere.
Arrossisco. Nathan mette la sua testa nella calda e enorme sciarpa che ha al collo. "Sono così preoccupato.. quale sarà la reazione di Janey? Come faremo noi due?"
Gli stringo la mano e poggio la testa sulla sua spalla. "Ma che pensi, io so che entrambi siete molto più forti di qualunque malattia-incidente che si possa avere nella vita."
Poggia anche lui la sua testa sulla mia. "La vedo molto difficile. Spero che vada tutto come deve andare."
"Lo farà, non hai niente di cui preoccuparti." rimaniamo in silenzio per tutto il resto del tragitto.
Quando entriamo nell'ospedale vediamo Abigail praticamente a terra, in un angolo. Si ricomincia proprio bene!
Nathan corre da lei lasciandomi la mano. "Abigail, che ti prende?!"
Abigail lo stringe forte e piange. "Ho dovuto dirglielo, hanno voluto che lo facessi io! Lei.. sta male Nate.. lei non ha più voglia di vivere così!"
Ecco, era proprio questo che sarebbe stato in grado di togliermi il buon umore, se sempre così può essere definito, di averla vista viva.
"No.. non ha voglia di vivere? Dov'è?" chiede provando ad alzarsi insieme ad Abigail.
Io rimango dietro di loro, guardo, e mi deprimo anche.
Abigail soffia il naso in un fazzoletto completamente sporco. Gliene porgo uno nuovo. "Prendi questo Abigail."
Lo prende e butta a terra l'altro, Nathan lo alza e lo mette nella sua tasca. "Sta sempre nello stesso posto, deve stare qui per tutta la settimana."
Nathan annuisce. "Win, prenditi cura di Abigail mentre vado a parlare a Janey. Ha solo bisogno di sapere che ci sono mille cose ancora per cui lei deve vivere!"
Gli sorrido. "Così si parla, Nate." e gli prendo dalle braccia la donna affranta.
Rimango con Abigail che non fa altro che piangere e soffiare il naso.
Guardo il tetto dell'ospedale. Penso e ripenso. Che situazione di merda, davvero.
E non va altro che peggiorando.
In questo momento mi servirebbe abbracciare tanto Dan mentre la nonna mi fa una ramanzina per come sono debole perchè piango per tutto.
Mi servirebbe poter parlare ad Alphonse dicendo tutto quello che mi passa per la mente e vedere il suo bellissimo viso sorridere come fa sempre.
Ammetto che mi servirebbe anche quella capa tosta che mi ama, ogni tanto, riuscendo addirittura a dimostrarmelo.
Invece sono qui, sola, ad affrontare una situazione ben più grande di me.
Ma supererò anche questo, posso farcela.
Devo dimostrare a tutti loro che sono cresciuta, che non ho bisogno di nessuno per vivere la mia vita.
Io posso farcela, anche da sola. Soprattutto da sola.
Abigail mi prende la mano destandomi dai pensieri. "Dimmi, che succede?" le chiedo preoccupata.
Si mantiene con l'altra mano la testa. "Che cosa dovrei fare se decidesse di morire?"
Le accarezzo i capelli. "Con una mamma come te, non potrebbe mai volere una cosa simile Abigail."
"Tu hai sempre la cosa giusta da dire, per qualsiasi cosa accada. Sai sempre che cosa dire per far stare bene le persone, Winry. Sei proprio una brava ragazza."
Quelle parole mi rendono contentissima. "Abigail, anche tu sei una donna favolosa e forte. Non hai bisogno di cedere ai cattivi pensieri che ti vengono alla mente, pensa positivo. Ormai che tua figlia sta bene, nulla può andare storto."
Abigail poggia la testa sulla mia spalla. "Perchè non è tutto un brutto sogno?"
Me lo sono chiesto anche io, purtroppo la risposta non posso dartela.
Nathan esce dalla stanza. Sembra furioso. "Che cosa è successo? Come sta Janey?"
"Ha perso tutto! I suoi occhi sono così vuoti che per un secondo ho temuto di star parlando con una bambola!" quasi si mette a piangere.
Ma che merda, qualcosa di giusto può succedere?!
Con la mano tolgo la testa di Abigail dalla mia spalla, fortunatamente la donna si è riaddormentata. La stendo e mi avvicino a Nathan.
"Che cosa devo fare? Ha detto che non vuole più stare con me, ha detto che non può camminare, ha detto che cosa me ne posso fare di una ragazza su una sedia a rotelle?"
Gli prendo le spalle saldamente. "Embè? Tu le hai detto che queste scelte sono solo tue e che lei non deve preoccuparsi di niente? L'amore c'è e non può finire perchè lei non cammina, che cazzo! Possibile che non capisca neanche questo? Ha perso le gambe non il cervello! Spero che lo sappia!"
Nathan mi abbraccia. "Non posso continuare in questo modo ancora per molto.."
"Tu puoi farcela Nate, non arrenderti.. per favore." lasciarla da sola, adesso, vorrebbe dire davvero ucciderla.
Nathan sembra poco convinto. "Più di quello che le ho detto, non so che cosa fare! Ma per quale motivo ha deciso di lasciarmi? Non ha senso questo suo comportamento!"
Aggrotto le sopracciglia. "Ovvio che non ne ha! Ma tu non farci caso a quello che dice, fa' finta che non abbia detto niente. Voi state insieme, ora e per sempre Nate!"
Nathan si va a sedere. "Non so se sono in grado di amarla come ne ha bisogno. Quando camminava, la facevo sempre penare, ero io la sua sofferenza peggiore. Non ho voglia che questo si ripeta anche quando lei ha bisogno solo di felicità."
"Evidentemente sapevi darle anche quella se ha deciso di stare con te per così tanto tempo." dico sicura. Chi meglio di me può capirla su questo?
Nathan mi guarda interrogativo. "Credi che continuerò ad essere abbastanza per lei?"
"Lo sei, Nate, lo sei sempre stato e sempre lo sarai! Questi dubbi non devono mai venirti in mente!"
Nathan tace e porta le mani sulla testa.
Può finire questo strazio?






  
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