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Autore: GretaJackson16    02/10/2013    0 recensioni
Cosa succede se una vittima viene trattata con gentilezza da quello che dovrebbe essere il suo carnefice?
Che succede se un ragazzo dei quartieri ricchi di Miami finisce in una misteriosa base di vampiri in una foresta immersa nel nulla?
E se il suo "carnefice" non fosse un vampiro spietato e crudele come tutti noi lo immaginiamo?
Amore, intrighi, fratelli, passato, presente, cuore, scelte e felicità.
Leggete e scoprirete come va a finire...
Questa storia mi è stata ispirata dalla oneshot di corvetta91, Love in a Grave.
Certo, è molto diversa, ma leggendola mi ha ispirato questa storia e ho usato dei personaggi con gli stessi nomi (i due protagonisti) anche se le loro caratteristiche psicologiche sono diverse da quelle scritte da corvetta.
Le ho chiesto il permess ed è stata tanto gentile da concedermi il permesso di pubblicare questo mio "sfogo di fantasia".
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
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CAPITOLO 9

 

Ti presento Jinger...

Jinger...


 

“Cavolo, ma chi è Jinger?!!”

Potrebbe essere la sua ragazza, genio?”

“NO!!! Lui...sì, insomma...lui non ha la ragazza...”

E questo chi te l’ha detto? Lui non te l’ha mai specificato, e nemmeno Evereth, quindi è piuttosto possibile”

“Ma...”

Senti, non vorrei distruggere i tuoi sogni su tu e lui che vivete come in una favola, ma è possibile che abbia una ragazza, o magari una moglie! Te lo immagini!? Sarebbe uno spasso!”

“Bé, ma lui non...”

Perché non dovrebbe? È un ufficiale molto influente tra questi vampiri, ha carisma, e poi è un figo da paura...”

“Non parlare così di lui!”

Sono la tua mente. Sei tu che pensi queste cose”

Arrossì a questa constatazione. Bé, che fosse bellissimo era appurato da penso tutta l’umanità, umana e immortale...

Lo hai ammesso, è un passo avanti”

“Però da qui a litigare da solo è un divario enorme!”

Ah, sei tu quello con dei problemi di doppia personalità. Io sto solo dando voce ai tuoi pensieri, ragazzo. Sei tu che pensi che sia un figo da paura”

“Smettila di ripeterlo!!”

Mi presi la testa tra le mani e mi grattai nervosamente tra i capelli. Forse rischiavo di rimanere calvo, ma in quel momento ero troppo sconvolto.

Insomma, io...provavo una strana sensazione alla bocca dello stomaco...una sensazione spiacevole...come se ci fosse qualcosa che non andava...

(Ovviamente a parte il fatto che stavo convivendo con un vampiro)

Forse è proprio il tuo nuovo coinquilino ad essere il problema”

“Ma che dici?!”

Dalla reazione è ovvio che ho ragione”

“Forse...provo...”

Si chiama gelosia. Ripetilo insieme a me: GELOSIA!”

Sospirai, ormai sicuro che la mia testa avesse ragione.

Ero geloso di una ragazza che non avevo mai visto e del suo (forse) ragazzo vampiro bellissimo.

“Prima attrazione e ora gelosia... Credo che il suo essere troppo bello mi stia andando al cervello...”

Sì, è piuttosto probabile”

Mi alzai dal divano, intenzionato a non pensarci più. Se dovevamo vivere civilmente insieme dovevo smetterla di far certi pensieri su di lui, punto!

Evviva la determinazione!”

MI avviai verso il bagno per farmi una doccia, quando realizzai che non avevo un cambio di vestiti. Entrai nella mia camera e aprì il grande armadio, cercando qualcosa di decente da mettermi.

Mi accorsi che gli abiti erano tutti di buon gusto, anche la taglia era giusta.

Forse questa Jinger una volta abitava qui”

“Smettila di dire cavolate e lasciami concentrare!!”

Evitando di far caso che ancora una volta stavo litigando con me stesso, presi dei vestiti e aprì la porta del bagno, che non avevo fatto in tempo a visitare la sera prima.

Avete presente i bagni di Buckingham Palace?

Tutti luccicanti, con mobili che sembrano legno massello, ripiani in bellissimo e delicato marmo bianco, doccia grande quanto un divano e candidi asciugamani ordinatamente piegati sul mobile?

Era praticamente a bocca aperta.

Quanto lusso! Ma io dovrò usarlo sul serio? Mi fa quasi tristezza sporcarlo...” mi dissi, guardandomi in giro.

Ormai ero lì, così decisi di approfittarne. Mi spogliai e mi infilai nell’enorme box della doccia, aprendo l’acqua.

Mi feci prendere dal ritmo incessante dell’acqua che cadeva e mi bagnava e mi rilassai un po', evitando accuratamente di pensare a qualsiasi cosa blu ghiaccio.

 

*

 

POV ALMERICH

 

Avevo trovato quei due pazzi nella sala comune. Come al solito si stavano comportando come i personaggi di qualche film romantico di dubbio gusto.

Jinger ed Evereth si sono fidanzati un anno dopo che noi siamo entrati a far parte della schiera di vittime di Exandar. Jinger era diventata quasi subito nostra amica, ci eravamo uniti ed eravamo diventati un trio di ufficiali imbattibili. Io l’ho sempre vista come una sorella, ma per Evereth è stata il suo primo vero amore, come del resto lo è stato lui per lei.

Quei due sono come l’acqua e l’olio, ma si dice che gli opposti si attraggono, e infatti si erano innamorati come due ragazzini di dieci anni. Erano entrambe due persone molto allegre e vitali, anche se erano sempre dietro a discutere per le cose più futili. È bastato un attimo e quei due erano felicemente fidanzati.

Guardandoli non si poteva fare a meno di sorridere, perché erano davvero dolci. Anche un po' troppo, a mio parere...

Erano seduti uno accanto all’altro e ridevano e scherzavano davanti ad un libro, tenendosi per mano e scambiandosi occhiate innamorate.

-Allora, volete far venire il diabete a tutti i presenti o avete intenzione di darmi retta un attimo, colombini?- dissi, avvicinandomi e lanciando loro un finto sguardo schifato, in contrasto con un sorriso ironico e piuttosto ironico che non potevo nascondere davanti alle occhiate che si scambiavano quei due.

Loro due sorrisero, complici. Evereth mi lanciò uno sguardo

-Sentiamo, che cosa vuoi da noi, di grazia?- borbottò.

I suoi occhi venero poi attraversati da una luce prima maliziosa e poi più seria e aggiunse -Non è che hai fatto qualcosa ad Adam, vero? Guarda che te la faccio pagare se è così...-

Il suo tono minaccioso non lo notai nemmeno.

Avevo ascoltato fino al nome Adam.

Sgranai gli occhi.

-Ma come ti salta in mente?! Non mi permetterei di sfiorarlo nemmeno con un dito!!- sbraitai, attirando qualche sguardo curioso.

I vampiri erano di natura delle creature riservate, ma se qualcuno urlava davanti a loro in quel modo e sentivano profumo di scoop, diventavano come delle di vicine curiose.

-Chi è Adam?- chiese Jinger, cercando di infilarsi nella conversazione e carpire informazioni.

-È il ragazzo di cui ti ho portato, il nuovo coinquilino di Almerich.- rispose mio fratello, tranquillamente.

-Le hai già parlato di lui?- gli chiesi, sconcertato da tale velocità.

-Bé, mi sembra ovvio! È una notizia bomba!- ribatté lui, allegro e solare come il bambino che avevo visto crescere.

Io chiusi gli occhi e sospirai, ai limiti dell’esasperazione.

Li riaprì e mi rivolsi di nuovo ai due.

-Allora, piccioncini, passo più tardi o cosa?- chiesi loro.

Jinger fece un sorrisetto divertito, prima di rispondermi.

-Veniamo subito!- esclamò entusiasta -Non vedo l’ora di vedere questo ragazzo misterioso dal vivo!-

-Come, il tuo ragazzo non ti aveva già raccontato tutto di lui?- chiesi sarcastico.

Lei sorrise e Evereth si indignò

-Ma lei lo deve assolutamente conoscere! Adam è troppo simpatico, va conosciuto e visto per capire perché ci sei rimasto quando l’hai visto.-

I due si alzarono e si avviarono per il corridoio che portava nella mia stanza, mentre io ero rimasto imbambolato dopo la frase di mio fratello.

A quanto pare qualcuno se n’è accorto, grande genio.”

“Io lo ammazzo!!”

 

 

Li riacciuffai quando erano arrivati davanti alla mia stanza. Rivolsi un’occhiataccia a mio fratello, ricevendo in risposta un ghignetto divertito.

-Oh andiamo, non ho detto niente di grave!- rise lui.

Io lo fulminai con lo sguardo un ultima volta prima di ignorarlo completamente, offeso.

-Ne riparliamo. E la prossima volta te la faccio pagare, ricordalo.-

Aprì la porta, giusto in tempo per notare un suo sbuffo annoiato, e rispondergli con un’occhiata distruggi-grattacielo.

Rivolsi il mio sguardo dentro la mia stanza/appartamento ed entrai, facendo accomodare Evereth e Jinger, ovviamente divertita dalla situazione.

Lanciai uno sguardo in cucina e poi in salotto, notando una chioma bionda spuntare dal poggia schiena del divano.

Mi schiarì la voce e dissi

-Adam, vieni. Ti presento la ragazza che sopporta mio fratello.-

Ridacchiai, sentendo che Evereth mi lanciava maledizioni a mezza voce

-Non è lei che sopporta me, antipatico. E comunque non fare il bambino, l’hai detto per ripicca.- ribatté, attirando la mia attenzione su di lui e togliendola dal divano, da dove Adam si stava alzando.

Mentre noi due discutevamo, lui si avvicinò a Jinger e le strinse la mano.

-Piacere, Jinger. Io sono Adam.- si presentò, sorridendo.

-Il piacere è mio, Adam.- disse lei, rispondendo con un sorriso.

Io ed Evereth non la smettevamo di discutere, tanto che andammo avanti un paio di minuti prima che degnassimo attenzione agli altri due occupanti della stanza.

Quando posai lo sguardo sul mio coinquilino, mi mancò il fiato.

E dico letteralmente.

Doveva essersi fatto una doccia, perché i capelli sembravano ancora più lucenti e soffici di prima. Indossava alcuni dei vestiti che erano dell’armadio della camera degli ospiti, dove ne tenevo sempre della taglia di Evereth per emergenze, che addosso a lui stavano come dipinti su un angelo di Raffaello.

Indossava una camicia leggera di un azzurro che risaltava i capelli e la carnagione abbronzata, un paio di jeans blu che gli fasciavano le cosce magre ma toniche, e il suo paio di all stars rosse ai piedi.

Per l’amor del cielo, è stupendo...”

Rischiai seriamente di compromettere l’unico neurone che mi era rimasto solo dopo avergli rivolto lo sguardo. Deglutì e provai a riconnettere il cervello, mentre sentivo delle lievi risatine divertite provenire da quei due cospiratori malefici che erano i miei accompagnatori.

Io e Adam non ci eravamo tolti ancora lo sguardo di dosso. Ci fissavamo come se fossimo due alieni di due pianeti diversi che si incontrano per la prima volta.

Probabilmente si starà chiedendo perché tu lo stia fissando come un maniaco, caro mio...”

Come se mi fossi svegliato di scatto dallo stato di trans, riportai il cervello su questo pianeta e tentai di articolare una frase a senso compiuto, rendendomi conto di aver dimenticato come si fa a mettere una lettera dietro l’altra.

Jinger, vedendomi leggermente in difficoltà, mi venne a salvare

-Allora, Adam, ti va di raccontarmi qualcosa di te? Dai, sono curiosa!- trillò allegra, appendendosi al suo braccio e praticamente trascinandolo sul divano. Sperai vivamente che con questa manovra si fosse scordato che stavo quasi per sbavare davanti a lui...

Non ci sperare”

Sospirai, mentre Jinger cominciava un interrogatorio in piena regola e sparando domande a raffica ad Adam, che stava riuscendo a tenerle testa in una discussione su chi fosse il pittore migliore del settecento.

Mi voltai e vidi mio fratello farmi un sorriso comprensivo.

Bé, a quanto pare un bel po' di gente sa del mio attuale, biondo e stupendo problema...”

 

*

 

POV. ADAM

 

Quando ero uscito dalla doccia mi ero seduto sul divano e avevo cominciato a leggere il libro che mi aveva dato Almerich.

“Chissà dov’è...”

Oh, ma finiscila, specie di mogliettina gelosa! Dove vuoi che sia, sarà da quella Jinger, la tipa che scopa!”

“Non parlare in quei termini di lui, per favore. Sono già messo male senza che tu infierisca...”

Me n’ero accorto.”

Cercando di non pensarci tornai con la mente al libro che avevo tra le mani, che mi catturò. Preso com’ero nella lettura, non mi accorsi che la porta si stava aprendo. Prima di girarmi, sentì distintamente un profumo familiare, di alberi, di muschio e di neve...

Credetti di essermelo immaginato, fino a quando non sentì qualcuno che si schiariva la voce. Mi voltai, vedendo Almerich, Evereth ed una ragazza che presupposi essere la famosa Jinger.

Era davvero bella. Aveva i capelli castani chiaro che le arrivavano fino a metà della schiena, gli occhi erano di un caldo color cioccolato, profondi ed espressivi. Indossava una camicia di pizzo bianco e un paio di jeans blu chiaro.

Mi rivolse un’occhiata curiosa, come se mi stesse analizzando. Mi sembrò piuttosto interessata a conoscermi in ogni mio aspetto, come se fossi una specie rara da catalogare.

Quando Almerich parlò, credevo che fosse uno scherzo.

Stavo per scoppiare a ridere e chiedere dov’erano le telecamere.

“La fidanzata di Evereth?!”

Eh già, intelligentone. Sembra proprio che questa tipa non se la faccia con il tuo principe delle tenebre. Bé, peccato. Ci saremmo divertiti a prenderla a pugni in faccia.”

Non ascoltavo nemmeno cosa farneticava la mia mente malata. La mia attenzione si era spenta quando avevo realizzato il significato della frase.

“ALMERICH NON HA UNA RAGAZZA!!!!!!!”

Devo dire che la cosa ti fa un po' troppo piacere, mogliettina gelosa...”

Sorrisi inconsapevolmente, rincuorato dalla notizia che avevo ricevuto, porgendo poi la mano alla mia nuova conoscenza.

Mentre ci presentavamo, sentivo distintamente Evereth e Almerich litigare, ma ero troppo concentrato a studiare con lo sguardo la mia ex-rivale per far caso a quello che dicevano.

Ti ricordo che non è mai stata una tua rivale, ragazzina”

Anche lei mi rivolse un sorriso, che sembrava piuttosto amichevole e gentile. Mi girai dalla parte dei due litiganti, che nel frattempo avevano smesso di discutere su tu-vai-a-sapere-cosa.

Incrociai lo sguardo blu ghiaccio di Almerich e rimasi congelato sul posto, estraniandomi completamente dalla realtà che mi circondava.

Quello sguardo sembrava racchiudere una massa indistinta di emozioni e stati d’animo.

C’era la rabbia.

Rabbia verso un nemico pericoloso.

C’era tristezza.

Tristezza per aver perso l’occasione di vivere, strappata da una forza più grande di lui.

C’era dolore.

Dolore per non essere riuscito a fare niente per impedire al destino di fare il suo corso.

Sopra a tutto, c’era rassegnazione.

Rassegnazione perché non credeva che, sulla sua strada, ci fosse un domani dove avrebbe potuto essere felice, dove sarebbe potuto tornare a vivere come un comune mortale, e non come un vampiro.

Quegli occhi sembravano voler urlare al mondo che per lui era tutto perduto, e la dea bendata aveva deciso che avrebbe trascorso l’eternità nell’infelicità, nel rancore, nella solitudine...

Mi stupì di come riuscissi a leggere tutto questo in quello sguardo affascinante, ma anche malinconico e triste.

Mi resi conto di essere rimasto a guardarlo, così distolsi lo sguardo e cercai di pensare ad una scusa plausibile al fatto che lo avevo fissando per un periodo di tempo imprecisato. Anche lui sembrava in difficoltà, mentre probabilmente si chiedeva perché l’avessi scrutato in quella maniera da pazzo scatenato.

In quel momento, Jinger ci salvò dalla situazione e mi trascinò sul divano, mostrandomi chiaramente la forza vampiresca che aveva nei muscoli delle braccia. Disse anche qualcosa, ma ero troppo immerso nei profondi pensieri su due zaffiri rilucenti che un certo vampiro di mia conoscenza aveva al posto degli occhi.

Jinger, prima di cominciare con il suo interrogatorio, mi rivolse un sorriso comprensivo, come se avesse capito tutto.

Bé, a quanto pare qualcuno sa del mio attuale, moro e stupendo problema...”

 

 

  
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