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Autore: greenapples    02/10/2013    4 recensioni
«Sei sicuro di volerla trovare?» chiese Josh, in attesa di una risposta.
«Sì, Josh, non capisci. Lei è diversa, quella giusta. Devo assolutamente ritrovarla.»
«Allora c'è solo un modo: devi baciare le tredici ragazze sulla lista e capire qual è quella che cerchi.»
«E' un'idea stupida, ridicola e senza senso... ma è pur sempre un'idea.»

-
Se Hallie non avesse deciso di uscire per la prima volta e di baciare uno sconosciuto proprio quella sera, forse l'introverso George non avrebbe mai trovato un pretesto per cui alzarsi ogni mattina.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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(15)


«JJ, quello che stai dicendo non ha alcun senso.» disse June, voltandosi verso il ragazzo.
I due erano seduti sul divano della casa del ragazzo, coperti da un leggero plaid di tela verde a guardare uno di quei gialli televisivi che trasmettevano il sabato pomeriggio da ormai vent’anni.
«Sto solo dicendo che avreste dovuto pensarci prima.»
«E io sto dicendo che la tua teoria è assurda. Non potevamo metterci a indagare sulla questione. Insomma, se a scuola ti dicono di fare una cosa, tu teoricamente la fai.» rispose lei, spostandosi nervosamente una ciocca di capelli mori dietro l’orecchio.
«“Teoricamente”… Ah, sei una così brava ragazza.» sospirò scherzosamente JJ, passandole un braccio intorno al corpo e stringendola affettuosamente.
June però, si divincolò infastidita. «Smettila…»
«Andiamo, vuoi dirmi che il fatto che degli studenti siano stati trattenuti a scuola durante l’estate sia plausibile? Aggiungiamoci che si tratta solo di studenti con determinate iniziali… June, ti credevo più furba.»
Probabilmente JJ avrebbe fatto meglio ad annuire e acconsentire, invece di mettersi contro una ragazza che con le parole ci sapeva fare piuttosto bene.
«Ah, davvero? Da che pulpito.»
JJ rise. Quando i suoi amici scherzavano sul suo “piccolo vizio” non se la prendeva più di tanto, in fondo sapeva di star facendo la cosa sbagliata.
«Infatti non ho mai sostenuto di essere più intelligente di te.»
June sbuffò, discutere con il suo ragazzo era come parlare a un muro. «A proposito, come stanno andando le visite al centro di riabilitazione?»
Il ragazzo alzò le spalle. «Sempre uguali, va tutto bene.», rispose tranquillamente.
Doveva aver visto sulla faccia di June un’espressione alquanto triste, perché l’abbracciò ancora un po’ di più. «Ehi, stai tranquilla. Sto facendo del mio meglio, okay? So di non essere ancora guarito del tutto, ma sono sulla buona strada e ci sto lavorando ogni giorno.»
«Lo so, lo so.» rispose June, rilassandosi un pochino e appoggiando la testa sulla spalla di JJ. «Dico solo che non è giusto che tu mi tenga nascoste queste cose.» disse June, piagnucolando lievemente.
«Mi dispiace. Mi dispiace davvero tantissimo. Vedi, ognuno ha le sue grane… tu con la tua prof schifosa e truffatrice e io con i miei problemi da ubriacone.» disse il ragazzo, per sdrammatizzare un po’ la situazione.
June scosse la testa, sorridendo. «Stai facendo la cosa giusta, JJ. Io invece non ho fatto altro che rispondere a uno stupido interrogatorio con domande del tipo “dove ti trovavi all’orario bla bla e con quali persone” eccetera eccetera, insomma, non mi ricordavo la metà delle cose, non credo di essere stata molto d’aiuto.»
«Sono sicuro che la polizia riuscirà a mettere insieme i pezzi del puzzle.»
«Speriamo.» rispose June, accarezzando la guancia del moro.
«Hai più sentito gli altri?» chiese improvvisamente JJ, spostando il suo sguardo su quello della ragazza.
Lei, per tutta risposta, arricciò il naso. «No, l’ultima volta che li ho visti è stato venerdì, cioè ieri, in centrale. Ci chiamavano in gruppo e poi ci separavano, nulla di che.»
«C’erano George, Josh, la sua ragazza e Hallie?»
June rise, di nuovo. «Non credo stiano insieme, ad essere sincera. Sono usciti un paio di volte ma la loro storia è davvero molto complicata, più di quello che sembra. E Hallie, no, non c’era, non so perché.»
«Forse era in un altro turno.» suggerì JJ.
«Non ne ho idea. So solo che quando Jaymi è venuto a prenderci ci ha detto che non esce dalla sua stanza da qualche giorno.» rispose June, cercando di ripercorrere mentalmente quelle ultime due giornate. Erano state un subbuglio generale per Bristol, e quello era il primo momento in cui si fermava a ripensare a tutto.
«Non siete amiche? Perché non ci parli?»
La ragazza assunse l’espressione classica di quando si tocca un argomento delicato, come se qualcuno le avesse tirato un pizzicotto sul braccio e lei stesse facendo una smorfia di dolore. «Laine è arrabbiata con lei e mi ha praticamente minacciata se mai l’avessi chiamata.»
«Hanno litigato?»
«No, è questo il punto. Non credo che Hallie sappia nemmeno che Laine è arrabbiata con lei.»
JJ era confuso. «Donne.», disse sospirando tragicamente. «Ti ha detto che cos’ha fatto Hallie di così sbagliato?»
«Laine dice che Hallie è cambiata, è più triste, non la supporta più come una volta insomma.», rispose ambiguamente June. «Secondo me è arrabbiata con lei perché non le ha chiesto di com’è andato l’appuntamento con Josh.»
«Non sta leggermente esagerando?» chiese JJ, corrugando la fronte. Per lui quegli argomenti erano sempre stati qualcosa di molto misterioso, come se il sesso maschile fosse arretrato in quel campo della vita.
«Forse, anzi, probabilmente sì, ma so che Hallie è intelligente e la affronterà al meglio.»
«Non lo so proprio.» rispose il ragazzo, alzando le spalle. Non conosceva Hallie così bene da poterlo affermare con sicurezza, ma sicuramente sapeva che a essere amica di George ci voleva un bel fegato, questo glielo doveva riconoscere.
«E con George? Non si vedevano quei due?»
«Non dovrei dirtelo probabilmente. Anzi, non dovrei dirtelo assolutamente, ma per seguire bene tutta la storia devi sapere tutta la storia.» iniziò June, interrompendosi poi, indecisa sul da farsi.
«Quindi?» chiese impazientemente JJ.
«Lui l’ha baciata. E non solo. Il fatto è che l’ha baciata – nulla di serio, ha detto lei – quando erano già nel seminterrato, e questo la polizia non lo sa. Stanno indagando sulle persone che erano nell’atrio, senza sapere che George in realtà non lo era perché era con Hallie di sotto.» le parole le erano uscite dalla bocca come un fiume in piena, e non era stata capace di controllarle.
«Quindi ha mentito alla polizia?»
«Praticamente sì. Ha detto solo di essersi allontanato per cercare Hallie, ma non credo che questo gli sia di grande aiuto.»
«Wow.», commentò JJ, seriamente stupito, questa sì che è una notizia. «Comunque non ci vedo niente di male a dire che erano entrambi nei sotterranei.»
«E’ qui che ti sbagli. Chloe afferma di aver mandato esclusivamente Hallie nel seminterrato e l'unica chiave la custodiva lei stessa, essendo rappresentante d’istituto. Nell’esatto momento in cui hanno acceso i generatori sono tornati anche tutti i dati del sistema, il che andrebbe in serio svantaggio di Hallie, se non fosse per il fatto che i due interruttori d’accensione si trovano in due zone completamente diverse dello scantinato e Hallie non avrebbe potuto proprio fisicamente accenderli entrambi nello stesso momento e –»
«… E quindi se la polizia sapesse che George era nella sala con Hallie lui diventerebbe all’istante il sospettato numero uno.», JJ concluse la frase per lei. «Che gran casino.»
«In ogni caso, si pensa che la Bellwood avesse degli “alleati” dentro la scuola che avevano il compito di fare questa cosa, e per ora stanno cercando loro nella speranza di risalire alla Bellwood.»
«Dagli alleati al capo, fanno sempre così.» constatò il ragazzo, alzando lievemente le spalle.
In quel momento squillò il telefono di JJ, e lui si allungò oltre il corpo di June per riuscire a pescarlo dalle pieghe del divano. «Pronto?» rispose ormai a quello che doveva essere l’ultimo squillo.
Il ragazzo rimase in silenzio qualche istante, per poi cominciare a rispondere con dei monosillabi alla persona all’altro capo del telefono. June intanto lo guardava interrogativa, nella speranza che lui lasciasse trapelare qualche informazione da quella che conversazione – che a giudicare dalla faccia di JJ, doveva essere piuttosto importante. Quando dopo qualche minuto riattaccò, June non aveva ancora perso quella sua espressione interrogativa.
«Era Jaymi.», disse JJ, rispondendo finalmente agli interinabili sguardi della bruna. «Dice che non sa cosa fare dato che Hallie non è più in casa e mi ha chiesto di venire qui, e già che c’era ha invitato pure gli altri due.»
«E Hallie non viene?» chiese June, allungando il collo.
«A quanto pare Laine deve aver raccontato una bla storiella anche a Jaymi.» rispose JJ, ridendo sommessamente.
«O forse non la vuole disturbare dato che è uscita di casa dopo un sacco di tempo?» propose June, cercando di difendere la sua amica. In fondo, sapeva che l’avrebbe chiamata al più presto comunque.
«Forse.» convenne JJ, tornando a pensare razionalmente.
«Vai a prendere da mangiare.», ordinò June al ragazzo, cambiando argomento. «Io sistemo la casa.»
«Ma è già sistemata.» protestò il ragazzo.
«Sistematissima.» rispose June, alzando da terra con il pollice e l’indice un pezzo di formaggio che era caduta da una pizza mangiata in precedenza.
 
  
*
 
 
«Forse avremmo dovuto avvertire.» provò a dire, Josh, prima che il suo amico cominciasse a prendere a calci la porta dell’appartamento di JJ.
«Ho già avvertito.» rispose con un sorriso tirato Jaymi, tirando un altro pugno alla porta.
Si sentirono delle voci all’interno della casa e un “arrivo” detto da JJ.
«Alla buon’ora!» esclamò Jaymi, quando il moro ebbe aperto la porta.
«Scusa se stavamo preparando da mangiare.» rispose alquanto ironicamente JJ, lasciandoli passare.
Jaymi si fiondò sul divano, prendendo il telecomando e accendendo la televisione, mentre George si sedeva accanto a lui, prendendo ad armeggiare con il telefono. Josh aveva seguito JJ fino in cucina e Laine sembrava essere tornata la stessa ragazza spavalda di sempre, che non si faceva problemi a stravaccarsi sul divano di casa altrui o a fare commenti non proprio carini ad alta voce riguardanti l’appartamento di JJ.
Poco dopo June, Josh e JJ tornarono nel salotto, con in mano dei salatini e dei pop-corn che avevano preparato solo alcuni istanti prima, allungandoli agli altri ragazzi.
«Quindi, dove l’abbiamo lasciata Hallie?» chiese JJ, tirando fuori l’argomento jolly.
Nessuno rispose, né staccò gli occhi dal telefonino che aveva davanti, e solo qualcuno si limitò a stringersi nelle spalle.
«Andiamo, siete venuti qui per parlare o per messaggiare?» continuò il ragazzo, palesemente curioso di voler sapere com’erano andate veramente le cose.
«Come se June non ti avesse già detto tutto.» commentò Laine, senza scomporsi di un centimetro.
«Se è per quello ti stai comportando davvero in maniera strana.» disse JJ alla ragazza, senza paura di sembrare troppo invadente. Proprio perché la conosceva poco, si sentiva di poter dire quello che pensava senza nulla da perdere, dato anche che Hallie gli stava piuttosto simpatica rispetto a quella bionda che dava del filo da torcere al suo amico Josh.
«Sarei io la strana? Ma per piacere.»
«Ehi, ragazzi, non iniziamo, c’è la partita.» si intromise infastidito Jaymi, alzando il volume della tv e zittendo tutti.
«George, tu non sei suo amico?» chiese JJ, sapendo di toccare un tasto dolente.
June tirò una lieve gomitata nel fianco del suo ragazzo, che lui evitò di proposito, continuando a fissare il suo amico negli occhi.
Se c’era una cosa che tutti sapevano, era che JJ poteva essere il ragazzo più disponibile del mondo in un momento, ma se si metteva in testa di sapere una cosa non avrebbe badato ai sentimenti contro cui remava. Quando il moro stava per rispondere, Josh lo interruppe prima ancora che potesse aprire bocca. «Amico, adesso ti vuoi davvero mettere contro di noi per una che non conosci nemmeno?» chiese, scocciato dalle continue domande del moro. In condizioni normali Josh non avrebbe mai risposto in tono così a nessuno, tantomeno a un suo buon amico.
«Sto solo chiedendo.» rispose in tono pacato JJ, voltandosi per un nanosecondo verso June e facendole capire che doveva difendere la sua amica.
«E’ solo che è strano vedere Laine senza Hallie, tutto qui.» riuscì a dire June, cercando di sembrare il più naturale possibile, quando sapeva di star dicendo la cosa più stupida del mondo. Andare contro Laine era l’ultima cosa che voleva fare, non che non l’adorasse, perché lei sapeva essere una persona estremamente gentile alcune volte, ma quello non sembrava essere uno di quei giorni.
«Beh, la prossima volta la smette di mettere nei casini George.» rispose nuovamente Josh. «Sappiamo tutti che è solo gelosa delle tredici ragazze sulla lista e vorrebbe esserci anche lei.»
 
Rimasero tutti molto sorpresi dal cambiamento di carattere repentino di Josh, che era passato da anima caritatevole sempre pronto ad aiutare tutti a cane agguerrito.
«Ancora con questa storia della lista? Al ritorno dalla centrale non parlavi d’altro.» si lamentò Jaymi, staccando solo per un secondo gli occhi dal grande schermo.
«E poi non credo sia colpa sua se George l’ha seguita nel sotterraneo.» aggiunse JJ, sempre più infervorato da quella storia, nonostante l’avesse appresa solo pochi minuti prima.
«Stavo scappando da Chloe.» puntualizzò George, parlando per la prima volta.
«In un posto in cui casualmente si trovava anche Hallie.» aggiunse l’altro.
June intanto cercava di trattenere JJ dal fare affermazioni troppo punzecchianti e di non scaldarsi troppo, ma il moro sembrava gestire la situazione alla perfezione.
«Non ne avevo idea.» affermò il riccio, sbuffando., «Poi scusatemi, mi pare che la polizia non l’abbia nemmeno interrogata, quindi non c’è nulla di cui preoccuparsi se non le fanno domande.»
«Se non l’hanno interrogata fino ad adesso, credimi, lo faranno presto.», disse June, prendendo le difese di JJ. «Sembra che lei sia il personaggio principale di tutta questa storia, non credo la lasceranno fuori ancora per molto, e a quel punto nessuno l’avrà avvisata di nulla e lei dirà delle cose su George che nessuno le aveva avvisato di non dire.»
«Ingannando la polizia, livello dieci.» annunciò con voce robotica Laine.
«Sta’ un po’ zitta.» disse sottovoce JJ, solo perché lei e June potessero sentirlo.
A un certo punto, Jaymi, che non ne poteva più di tutte quelle lamentele, si alzò in piedi e prese quasi a urlare. «Basta! Smettetela tutti! Sembrate un gruppo dei bambini dell’asilo che litigano per dei giocattoli. Stiamo parlando della polizia, ragazzi! Insomma, non ci sono bastate tutte le volte che ci hanno beccato alla piazza? O quando ci hanno quasi sbattuto tutti dentro per un errore di Riley? George, parla con Hallie, che se dovete ingannare gli sbirri su qualche cretinata fatelo bene, o rischiate di finire doppiamente nei casini! Laine, tu smettila di fare così e parlaci con la tua migliore amica, che sarà una settimana che non esce di casa, esclusa stamattina. E poi con ‘sta cavolo di lista, avete finito? Ne avete ancora dieci oppure possiamo saltare il passaggio e ne troviamo un’altra che faccia “quella giusta”?»
«Nove, Callie Reesey è ufficialmente esclusa.» aggiunse George, a bassa voce, cercando di ignorare la voce di Jaymi nella sua testa che ripeteva la parola “Riley”.
«Non me ne frega niente, voglio che questo anno finisca e voglio andarmene, perché onestamente non vi riconosco più, amici miei.» concluse Jaymi, tornando a sedersi sul divano e alzando il volume di molto.
«’Fanculo.» sussurrò George, prendendo la sua felpa e andandosene dall’appartamento sbattendo le porta.
Era tutta colpa sua, e lo sapeva.
 
 
*
 
 
«Bonnie, a me sembra una pessima idea.» disse onestamente Hallie, mentre attraversavano con passo lento il corridoio grigio della centrale di polizia di Bristol.
«Vedrai che invece è una grande idea, non per nulla sono a capo del giornalino della scuola da ben quattro anni e guadagno anche un bel po’.» ripose la rossa, pavoneggiandosi per le sue doti di furbizia.
«Non credo c’entri molto questo perché –»
«Fidati di me.», la interruppe Bonnie. «Vai dentro e dici che ti sembra strano che non ti abbiano interrogata e che vuoi solo sapere se va tutto bene. Probabilmente ti interrogheranno e uscirai di qui con più risposte di quel che credi e io saprò qualcosa di più su questa questione.»
«Invece secondo me penseranno che sono una pazza che ha i sensi di colpa e mi rinchiuderanno in una cella.» disse non fiduciosa Hallie.
«Non dire cavolate.» la zittì Bonnie, spingendola ad aumentare il passo.
Si trovavano ormai a metà strada per arrivare al banco d’accettazione quando furono interrotti da un rumore di passi svelti dietro di loro.
Hallie si voltò, confusa dal rumore, per vedere la figura di George accasciarsi a terra senza fiato. Alzò lo sguardo verso di lei, puntandole l’indice addosso.
«Non muovere un altro passo.» fu l’unica cosa che sentì forte, detto con una lentezza estrema, prima che il ragazzo riprendesse a respirare a fatica.

 


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Ciauu melinde!
In questa tristissima giornata di settembre ho deciso di aggiornare ... e vorrei sapere cosa ne pensate di questo capitolo :)
Ho deciso di dedicare un capitolo agli altri nostri bei personaggini perchè credo di aver lasciato troppe domand senza risposte. Dotemi se ci sono altre cose che non capite e io vedrò di rispondervi al più presto. Grazie mille alle persone che preferiscono, recensiscono e seguono, mi fa piacerissimo <3

- twitterask.fm - tumblr 
Un bacione enorme,

Apple.



 
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«Quindi ha mentito alla polizia?»
«Praticamente sì. Ha detto solo di essersi allontanato per cercare Hallie, ma non credo che questo gli sia di grande aiuto.»
   
 
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