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Autore: Shainareth    31/03/2008    5 recensioni
[Mai HiME - anime] «Spiegatemi una cosa» iniziò Nao, profondamente contrariata. «Per quale ragione devo passare la mia domenica mattina a scontare una punizione anziché oziare come di dovere?»
«Perché, se anche ti metti un velo nero sulla testa, sei sempre la solita sgualdrinella da quattro soldi» sentenziò Natsuki, procedendo nel suo cammino al tiepido sole mattutino senza neanche degnare l’altra di uno sguardo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akira Okuzaki, Mai Tokiha, Nao Yuuki, Natsuki Kuga, Takumi Tokiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Punizione

 

 

«Spiegatemi una cosa» iniziò Nao, profondamente contrariata. «Per quale ragione devo passare la mia domenica mattina a scontare una punizione anziché oziare come di dovere?»

   «Perché, se anche ti metti un velo nero sulla testa, sei sempre la solita sgualdrinella da quattro soldi» sentenziò Natsuki, procedendo nel suo cammino al tiepido sole mattutino senza neanche degnare l’altra di uno sguardo.

   La rossa parve non prendersela e, anzi, un sorriso beffardo rese il suo volto ancora più affascinante. «Stavo solo cercando un modo per evitare alla classe uno scomodo compito in classe di chimica…» spiegò, scuotendo le spalle. «Tu, piuttosto, perché sei qui?» La mora non rispose e lei incalzò. «Ti hanno sorpresa con la tua amichetta?»

   «Se avessi ancora le pistole, ti pianterei una pallottola fra gli occhi, parola mia!» strepitò la bella Kuga, colpita nel profondo, fermandosi a scrocchiarsi le nocche delle mani per affrontarla. Insomma, se anche non era in grado di ricambiare i sentimenti di Shizuru, questo non significava certo che quella scema di Yuuki potesse prendersi la libertà di insultare l’ex presidentessa del Consiglio Studentesco nonché sua grande amica.

   Per nulla intimorita, Nao rise. Ma prima ancora che potesse ribattere qualcosa di altamente pericoloso, l’ultima di quel terzetto di allieve poco disciplinate si frappose fra loro, cercando come sempre una via pacifica per risolvere la questione. «Su, su, ragazze… Se ci siamo alzate di buon’ora è perché abbiamo una punizione da scontare, non certo per litigare e ritrovarci del lavoro da fare anche nei prossimi giorni…» Le altre due si rilassarono, decidendo di lasciar perdere la rissa. Almeno per il momento.

   «A proposito, Miss Perfezione,» riprese però Nao, cambiando l’oggetto dei suoi scherni, «tu cos’hai fatto per essere qui con noi?»

   «Ah, ehm…» Mai si grattò la nuca con fare impacciato, gli occhi bassi.

   «Ha quasi fatto lo scalpo a Tate per averlo trovato in atteggiamenti intimi con Midori» sogghignò Natsuki, una mano sul fianco.

   «Oh, interessante…» commentò la minore delle tre, lo sguardo divertito.

   «Questo non è vero!» starnazzò Miss Ottantasette centimetri, indignata. «Yuuichi aveva perso l’equilibrio e…»

   «…ed è finito dritto dritto fra le grazie di Midori» concluse la mora.

   «E’ stato un incidente, ti dico!»

   «E allora perché hai mandato in infermeria quel poveretto?»

   «Natsuki, un’altra parola e…!»

   Ma Nao già non stava più ascoltando perché, facendo qualche passo in avanti rispetto alle sue compagne, fu raggiunta da un altro discorso, apparentemente molto più interessante. Le sue labbra si curvarono all’insù. «Ehi, Miss Perfezione… ascolta un po’ qui.»

   Mai si avvicinò, ma non procedette oltre, riconoscendo voci a lei ben familiari provenienti da dietro l’angolo.

   «Dài, Takumi… vieni.»

   «Akira-kun, ne sei proprio sicura?»

   «Certo.»

   «Allora… entro.»

   Nel raggiungere le due rosse, Natsuki notò che gli occhi di Mai si erano improvvisamente spalancati in due “O” perfette. «Ma che succede?» domandò a Nao, che invece ridacchiava serafica, rimirandosi la punta delle unghie ben curate.

   «Pare che suo fratello e la sua fidanzatina non siano poi così ingenui come credevamo…»

   Incuriosita, anche la mora si mise in ascolto.

   «Però…» la voce di Akira parve tremare un attimo, come a volerlo mettere sull’attenti. «Entra in fretta, senza esitazioni.»

   «Sei sicura che così non sarà peggio?» si preoccupò Takumi, premuroso come sempre.

   «Sicurissima» lo tranquillizzò la ragazzina.

   «Uhm… questo è proprio da filmare» ragionò Nao, a mezza voce, cacciando fuori dalla tasca dell’uniforme da ginnastica il cellulare.

   Mai le saltò al collo, cercando di strapparle l’apparecchio di mano. «Non azzardarti, Nao-chan!»

   «Ma possibile che vogliano farlo all’aperto?» s’interrogò Natsuki, senza scomporsi minimamente, le braccia intrecciate sotto ai seni.

   «Sono stati persino in America da soli, magari ora sono stufi delle solite cose e cercano emozioni nuove» rincarò la dose la minore delle tre.

   «Insomma, volete piantarla?!» pestò i piedi Mai, stringendo fra le mani il cellulare di Nao e riuscendo così ad impedire che il crimine dei due ragazzini venisse immortalato. «Takumi non ha neanche quattordici anni e Akira-kun è una brava ragazza, chiaro?! Ho piena fiducia in loro!»

   «Non vedi che mi sono già bagnata?» la smentì la voce della “brava ragazza”.

   «Ok, allora… Sono pronto anch’io» assentì il suo non ancora quattordicenne fratellino.

   Quell’ultimo scambio di battute fu letale, tant’è che Mai scattò in avanti per girare l’angolo che copriva la piscina della scuola alla loro visuale e prese ad urlare a pieni polmoni in direzione delle voci: «FERMI! SIETE ANCORA TROPPO GIOVANI PER…» e la voce le morì in gola nell’inquadrare il grazioso quadretto di Akira che, reggendo le mani di Takumi, lo guidava lentamente in acqua. I due ragazzini si voltarono a fissarla sorpresi. «… per… usare la piscina da soli…» concluse la frase Mai in un sussurro a malapena udibile, mentre alle sue spalle Nao scuoteva la testa, delusa, un altro cellulare in mano pronto a scattare foto compromettenti.

   Natsuki sospirò divertita. «Meno male che si fidava…»

   «Onee-chan? Tutto bene?» si preoccupò Takumi, vedendo la ragazza pallida come un cencio.

   Lei cercò di riprendersi e scoppiò in una risata tutt’altro che naturale. «Benissimo, benissimo!» esclamò con una voce così acuta da smentire se stessa. «Piuttosto, che state facendo voi due, eh? Eh?»

   Il ragazzino sorrise, il volto illuminato di pura ingenuità. «Ora che posso finalmente iniziare a fare un po’ di esercizio fisico, ho chiesto ad Akira-kun di darmi qualche lezione di nuoto. La direttrice ci ha dato il permesso di usare la piscina, e così ne stavamo approfittando, visto che oggi è domenica.»

   «Che noiosi, questo tipo di spettacolo non interessa a nessuno» borbottò Nao, portandosi con un gesto veloce i capelli rossi dietro le spalle.

   «“Spettacolo”?» ripeté Takumi, non capendo.

   «Ci avevate lasciato credere che…»

   «Nao-chan!» l’urlo sguaiato di Mai coprì il resto della frase.

   «Va bene, va bene, sto zitta» si arrese quella, seccata.

   «Ma voi che ci fate qui?» volle sapere Akira, interrogandosi sul perché le sue tre senpai vestissero in tenuta da ginnastica.

   «Scontiamo una punizione: dobbiamo pulire la piscina» spiegò Natsuki, avvicinandosi al bordo ed iniziando a togliersi la tuta per rimanere solo in costume. «Ma immagino che prima possiamo divertirci un po’ anche noi» concluse, immergendo i piedi in acqua e rabbrividendo. «Ecco perché gli diceva di entrare in fretta…» mormorò fra sé, rivolgendo però lo sguardo malizioso verso Mai. «Anche se siamo a metà giugno, la temperatura non si è ancora del tutto stabilizzata.»

   «A che serve avere una piscina riscaldata se poi ci lasciano gelare in questo modo?» protestò Nao con aria annoiata, raggiungendo gli altri tre in acqua.

   «Ehi! Voi due!» le additò la maggiore dei Tokiha, indignata. «Siamo in punizione!»

   «Non fare la bacchettona e vieni anche tu» la presero in giro le sue compagne di liceo. «Se dobbiamo pulire, almeno prima assicuriamoci di sporcarla per bene, questa piscina.»

   «Giusto, Onee-chan» concordò Takumi, serafico, continuando a tenersi ad Akira per non colare a picco. «Dopo vi aiuteremo anche noi, vero?» e nel formulare quella volenterosa proposta i suoi occhi si fermarono sulla kunoichi.

   «Perché cavolo devo sprecare il mio giorno di vacanza per scontare una punizione che non merito?» si lagnò lei. Ma lo sguardo da cucciolotto affettuoso del suo fidanzatino l’ebbe come sempre vinta all’istante sulla sua testardaggine. «Se avessi saputo che sarebbe finita in questo modo, col cavolo che mi alzavo presto per insegnarti a stare a galla…» mugugnò quindi, stizzita, rimpiangendo di non esser rimasta a poltrire fino a tardi nel proprio letto.

   Arresasi anche lei, Mai li raggiunse con un sorriso. «Se ci aiuterete, vi prometto una montagna di panna» annunciò, lasciando intendere una torta per ricompensa, cosa che parve allettare Akira ed entusiasmò Takumi.

   «Che meraviglia! Ci sto!» esclamò infatti questi, gioioso. «E poi, più si è, più ci si diverte, no?»

   «Parlano della punizione come fosse un gioco…» non si capacitava Natsuki, scoraggiata. Trovandola stranamente silenziosa, rivolse lo sguardo verso Nao, la quale fissava perplessa i tre. «Che c’è?»

   «Sono io che ho la mente deviata, o parlare per doppi sensi è nei loro geni di famiglia?»

   La mora ghignò. «Mah, forse entrambe le cose.»

   «Anche l’altra, però, non scherza.»

   «Chi s’assomiglia si piglia, no?»








Ecco cosa nasce da una notte insonne. Pregate affinché stanotte riesca ad addormentarmi in fretta, o finisce che riempio questa sezione del sito con altre scemenze del genere.
Grazie come sempre a chi legge e a chi è così gentile da lasciarmi la sua impressione: in positivo o in negativo che sia, ne farò tesoro come sempre. ^^
Shainareth



  
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