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Autore: Benio Hanamura    03/10/2013    1 recensioni
[Mademoiselle Anne/Haikara-san ga toru]
All'inizio dell'ultimo volume del manga di Haikara-san ga toru/Mademoiselle Anne Benio scopre che Tosei ha chiesto di cancellare l'ipoteca sul castello Ijuin dalla banca di suo padre e che sua madre gli ha posto come condizione che abbandoni la carriera giornalistica a cui tiene tanto per diventare direttore di banca secondo la tradizione della famiglia Aoe. Ovviamente Benio non può accettare che Tosei faccia un sacrificio così grande solo per amor suo, così prende una drastica decisione che sconvolgerà anche il suo futuro, per poter almeno essergli di conforto e ripagarlo in qualche modo: gli annuncia che lo sposerà e gli resterà sempre accanto, proprio come Shinobu ha deciso di restare con Larissa... Ma andrà proprio così? Si può davvero imparare ad amare? Benio e Shinobu soffocheranno dunque i loro veri sentimenti in nome della gratitudine? Chi ha letto il manga sa come sono andate le cose, ma voi siete rimasti davvero soddisfatti dalla conclusione della Yamato?
Io abbastanza, tranne che per qualcosina... Questa fanfiction è una mia versione alternativa del finale del mio manga preferito, in cui ho cercato appunto di modificare ciò che non mi convinceva del tutto...
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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   Fra i presenti fu il panico, ma il tremore era talmente intenso da rendere impossibile una rapida fuga verso l’esterno*, fra soffitto e muri che crollavano ed urla di terrore non si capiva quasi più nulla. Impossibile per chiunque ricostruire quei minuti che sembrarono secoli, dopo i quali sembrò per loro un miracolo poter rivedere il cielo.
“State tutti bene?” chiese Tosei guardandosi intorno. Benio era accanto a lui, aveva perso il velo, ma era tutto a posto, e così pure per i suoi genitori e per il maggiore Hanamura; Ushigoro era solo un tantino spossato per essersi caricato la corpulenta Duenna sulle spalle (dato che la poveretta non riusciva a correre veloce), aiutato da Muso. Tamaki  si scrollava di dosso un po’ di polvere di calcinacci, facendo finta che Shingo, a pochi passi da lei, non esistesse; ed in quel momento uscì anche Ranmaru, che sorreggeva Sonoko, che nel tentativo di scappare era inciampata e camminava a fatica. Insomma, sembrava che tutti fossero sani e salvi.
 “SHINOBU!!! DOV’E’ SHINOBU, NON LO VEDO!!!” si allarmò all’improvviso Benio “Ma come, non è scappato anche lui???”
“Deve essere rimasto dentro, sicuramente avrà cercato te!” le rispose Shingo.
“NO, NON PUO’ ESSERE!!!” Benio fece per tornare nella Chiesa, ma Tosei la fermò per un polso: “BENIO, DOVE VAI? E’ PERICOLOSO, POTREBBE ESSERCI UN’ ALTRA SCOSSA, NON PUOI ENTRARE, POTREBBE CROLLARE TUTTO!”
   Ma lei si liberò di scatto: “LASCIAMI, DEVO ANDARE A SALVARLO, AD OGNI COSTO!!!” e corse dentro, subito seguita da lui, che intimò agli altri di restare dov’erano.
   La Chiesa era poco più che un cumulo di macerie che stava ancora in piedi per miracolo, con piccoli incendi qua e là, ma Benio, seppur barcollando sul pavimento accidentato per via di cumuli di pietre e di terreno, avanzava sicura: “SHINOBU! SHINOBU, DOVE SEI, RISPONDIMI!!!” gridava disperata guardandosi intorno. E di lì a poco lo vide, a terra. Era ancora vivo.
“Shinobu, grazie al cielo…” e lo raggiunse.
“Benio, che fai, sei impazzita? Vattene subito da qui! Signor Aoe, portatela in salvo!”  
“Ma Shinobu…”
“Ho una gamba incastrata sotto la colonna, non posso muovermi, perciò andatevene, tutti  e due!”
“Non dite sciocchezze, capitano, coraggio, vi libereremo noi! Benio, io sollevo la colonna, tu tieniti pronta a tirarlo fuori!”
“Sì! Ce la faremo, Shinobu, vedrai!”
Infatti in pochi minuti Shinobu fu libero. Fortunatamente la gamba non gli faceva troppo male e poté almeno camminare, seppure sostenuto dai suoi soccorritori. Benio, Tosei e Shinobu avanzarono più velocemente possibile verso la porta, ma non poterono raggiungerla, perché nuovi calcinacci franarono dal soffitto bloccando loro la strada.
“Vi avevo detto di lasciarmi qui!” si colpevolizzò Shinobu.  
 Ma prima di potergli dare qualunque risposta Benio scorse una nuova possibilità: “Guarda, Tosei, c’è una finestra, lì a destra! Possiamo uscire di là, non abbiamo ostacoli davanti ed per arrivare fuori praticamente dobbiamo solo scavalcare!”
   I tre raggiunsero la finestra, al che Benio insistette con Tosei affinché si caricasse Shinobu sulle spalle, dato che con quella ferita avrebbe avuto difficoltà a scavalcare la finestra da solo, e passasse per primo.
“Non ti lascio dentro, vai avanti tu, io ti seguirò col capitano!” protestò Tosei.
“Non abbiamo tempo per discutere!” insistette Benio “Allora facciamo così: io aiuterò Shinobu a scavalcare, e tu lo prenderai da fuori, poi uscirò anch’io… Sbrighiamoci!!!”
   Tosei non era molto convinto, ci doveva essere un sistema migliore, ma d’altra parte la finestra non era molto larga, e se avessero fatto sedere Shinobu sul davanzale non ci sarebbero passati loro per scavalcare, così accettò la cosa, dopotutto Benio aveva ragione, non c’era proprio tempo per discutere; quindi scavalcò la finestra e con un balzo fu fuori.
“Sbrigatevi! Coraggio, capitano, appoggiatevi a Benio!”
   Faticosamente Shinobu stava sollevando la gamba ferita per sedersi sul davanzale, aiutato da Benio, ma in quel momento ci fu una nuova scossa, assolutamente non forte come la prima, ma sufficiente per provocare un nuovo crollo che bloccò quell’ultima via di salvezza.
“NOOO, BENIOOOOO!”
   Con orrore Tosei vide sparire la sua promessa sposa dalla sua vista insieme a Shinobu: dunque piuttosto che vivere con lui aveva preferito morire in quel modo orribile insieme a  colui che non aveva e non avrebbe mai smesso di amare, e proprio nel giorno in cui avrebbero dovuto venire uniti per sempre? Subito fece per correre intorno alla Chiesa per cercare un altro varco per tornare ancora dentro, ma alcuni dei presenti, che avevano assistito alla terribile scena, lo bloccarono prontamente per impedirgli di andare incontro anche lui a morte certa. E fra loro sua madre, in lacrime, che si era vista perduta dopo averlo visto tornare spontaneamente dentro quell’inferno per seguire Benio. “Ti scongiuro di credermi, Tosei, mi spiace tanto per Benio, ma è tutto inutile, lo capisci? IO NON VOGLIO PERDERTI!!!”
     Con la morte nel cuore Tosei si arrese all’evidenza di avere perso per sempre l’ unica donna che avesse mai amato nella sua vita, e scoppiò in lacrime fra le sue braccia. Ed attorno a loro gli altri presenti erano ancora quasi del tutto increduli per ciò che era appena accaduto…
    In ogni caso né lui né altri poterono riavvicinarsi per riprovare ad entrare, anche perché l’immensa folla di gente terrorizzata del quartiere, che dissero essere in preda a grossi incendi, invase anche lo spazio antistante alla Chiesa dove loro si erano rifugiati, tanto che alcuni di loro furono trascinati dalla corrente e persero di vista gli altri... fra di essi c’era il maggiore Hanamura.
    Coloro fra gli amici di Benio che erano rimasti fuori alla Chiesa, non travolti dalla folla in fuga, si disperarono. Nella caduta Sonoko aveva preso una storta, per cui le faceva male una caviglia ed era pure alquanto scossa, per cui appena fuori dalla Chiesa Ranmaru l’aveva fatta sedere un po’. Sembrava che ormai cessate le scosse il posto fosse relativamente tranquillo per sostarci almeno qualche minuto. Entrambi piangevano, compostamente, lui con un braccio attorno alle spalle di lei, non riuscendo a dire una parola.
    Shingo sembrava impazzito quando, disperato, cercava di togliere massi dall’uscita della Chiesa, ed anche Ushigoro prese ad aiutarlo, ma era tutto inutile, poterono togliere solo delle pietre poco pesanti.
“INSOMMA, VOI DUE, PIANTATELA!!! COSA CREDETE DI POTER FARE???” urlò disperata Tamaki.
“STA’ ZITTA TU!!!” la freddò Shingo. Mentre Ushigoro si fermò all’istante, comprendendo che lei aveva ragione, e si allontanò dalla porta raggiungendo Muso che tentava di consolare una disperatissima Duenna, lui continuò, ma riuscì solo a liberare un piccolissimo spiraglio da cui intravide fiamme. Al che anche Shingo si bloccò, fissando quel piccolo spiraglio, finché, per un gesto di disperata stizza, scagliò incoscientemente un pugno contro un pilastro della porta. Questo compromise quel minimo di stabilità rimasto all’arco incrinato della porta stessa, che era rimasto fino ad allora in piedi per miracolo e che quindi crollò.
“SHINGO!!!” Tamaki, usando tutta la sua forza, riuscì a spingerlo via, facendolo cadere.
“SEI IL SOLITO SCIOCCO INCOSCIENTE!!!” lo rimproverò nel precipitarsi a vedere se stava bene.
  Lui si risollevò subito, solo un po’ sconcertato , e stava per controbattere per dare via all’ennesima lite, inasprita dal dolore e dalla frustrazione che provava, ma appena incrociò il suo sguardo e vide le sue lacrime si bloccò…      
   Intanto all’interno della Chiesa Benio e Shinobu, scansatisi in tempo per evitare di essere travolti dai calcinacci che avevano del tutto bloccato la piccola finestra, si spostarono verso una delle ormai poche zone che non erano invase dalle fiamme.
“Te l’avevo detto di andartene...” Shinobu, ormai rassegnato, si lasciò cadere seduto, e prese a tenersi la gamba dolorante “Per me è finita, la gamba mi fa sempre più male, forse è fratturata, non lo so, e dopotutto che importa ormai? In ogni caso non riesco a camminare, e sono stanco… Ma forse tu… Guardati bene intorno, forse potresti ancora farcela a trovare una via di fuga da sola, sei in gamba!”
“Ma che dici? Non posso fare una cosa simile, non ti abbandonerei mai qui da solo, lo sai!” gli disse Benio, sedendosi accanto a lui.
“Già, sei fatta così tu… Non abbandoneresti nemmeno il tuo peggior nemico se si trovasse qui con te al mio posto. Ed ora, anche se io non sarò il tuo peggior nemico… è per colpa mia se ti trovi in questa situazione: se non fossi venuto qui a fermare il tuo matrimonio adesso saresti la moglie del signor Aoe e saresti fuori in salvo con lui! Mi dispiace tanto, non potrò mai perdonarmelo che per colpa mia ora tu… sei condannata a morire in questo inferno insieme a me!” si coprì gli occhi, da cui iniziò ad uscire qualche lacrima.
Benio lo abbracciò teneramente. “Non hai nulla da farti perdonare… Eri sincero prima, vero? Sei qui solo perché mi ami… Hai lasciato Larissa ed hai pensato solo a me… altro che perdonarti, posso essere soltanto felice! Le circostanze della vita si erano accanite troppo contro di noi, saremmo stati separati per sempre… Quindi per quanto mi riguarda nonostante tutta la riconoscenza che provo per Tosei e l’affetto che ho per lui e per tutti i miei cari preferisco morire con te che vivere il resto della mia vita senza di te! Non ho più rimpianti, ora che anch’io, dopo così tanto tempo, posso dimostrarti davvero quanto ti amo!”
“Benio!”
“Sì, Shinobu, non ho mai smesso di amarti, non avrei mai potuto sostituirti con Tosei! Sono felice, davvero felice, ora potremo restare insieme per sempre… La morte non mi fa nessuna paura!!!”
“Nemmeno a me, amore mio…” rispose Shinobu, che ora lasciava che le lacrime gli bagnassero il viso senza ritegno, ma del resto anche lei piangeva. Ma per entrambi non erano semplicemente lacrime di disperazione.
I due si strinsero forte e si baciarono, per la prima volta, appassionatamente; dopo di che rimasero abbracciati, aspettando la fine… 




Note dell'autrice:
Il primo settembre del dodicesimo anno del periodo Taisho, alle 11 e 58 minuti del mattino, scoppiò il grande terremoto del Kanto, una delle peggiori catastrofi naturali nella storia del Giappone, che risultò essere di 7,9 gradi circa della scala Richter. Morirono 141.637 persone ed oltre 39.000 risultarono disperse (notizie tratte dall’ultimo volumetto della serie regolare di Haikarasan ga tooru).
   In questo capitolo la mia storia, proprio come l’originale di Waki Yamato, si ricollega ad un fatto realmente accaduto in Giappone, ma ecco la principale differenza fra le due versioni dei fatti: nella storia originale è stato il terremoto a far saltare il matrimonio di Benio e Tosei, ma a me questa soluzione non è piaciuta ed ho preferito far sì che fosse Shinobu, colui che la protagonista ama e che teoricamente non ha mai smesso di amarla nonostante sia rimasto accanto a Larissa, a capire in tempo quali fossero le sue reali priorità, facendosi guidare, una volta tanto, dal suo cuore e non dalla razionalità e dal senso del dovere come ha sempre fatto; ovviamente il terremoto c’è stato e svolgerà comunque un ruolo importante, ma per Shinobu sarà ben più dura (Posso dirlo, no? Tanto è ovvio che la storia non finisce qui!^^)!

   La scena del salvataggio attraverso la finestra bassa non è inventata, ma è descritta esattamente come nel manga, solo che in originale Shinobu non è lì ed a restare intrappolato è Ranmaru… Ma essendo qui la situazione di Ranmaru diversa che in originale, dove non c’è ancora Sonoko (che appare solo in un capitolo extra post-finale), lui se l’è cavata benissimo da solo; inoltre lasciando in trappola Shinobu ho potuto realizzare finalmente la scena che dà il titolo alla fan fiction!^^
  
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