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Autore: Raya_Cap_Fee    04/10/2013    2 recensioni
Era un ragazzo e sorrideva spavaldo. Dubhe invece tremava sul suo cavallo, ansimava, e i muscoli, che tanto sottili ed elastici sembravano di solito, si gonfiavano sotto la pelle. “Vi ho trovato. Dove credevate di andare? Gli occhi di Thenaar sono ovunque”. Dubhe restò a cavallo, senza muoversi. Così fu l’assassino a fare la prima mossa.
“Turno ha fallito”.
Licia Troisi-Le Guerre del mondo emerso (vol.1)
Il personaggio di questa storia in realtà non è un nuovo personaggio ma compare per circa…una pagina alla fine del primo libro delle Guerre “La setta degli Assassini”. Sinceramente non ho idea di come mi vengano certe idee fatto sta che ho deciso di scrivere sul personaggio di Turno una fan fiction. Alcune vicende della seguente si intrecceranno con quelle di Dubhe nella Casa, altre sono completamente indipendenti con nuovi personaggi. Chissà come sarà la Gilda più da vicino? – Abbiate pietà di me! Buona lettura!
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO NOVE: There is a possibility?


Era calata la notte ormai da qualche ora nel piccolo villaggio quando i due Assassini della Gilda si presentarono, sotto suggerimento dei dischi magici all’uscio di una casa in pietra piuttosto grande.
Entrambi incappucciati e armati fino ai denti si guardarono.
La ragazza ormai aveva deciso,forse, di rassegnarsi ai continui atteggiamenti contradditori del ragazzo nel mentre lui si era imposto di non farla soffrire oltre. Sempre che lei fosse capace di soffrire.

Una volta scavalcato il basso muro di cinta si avvicinarono alla finestra del piano terra e Turno senza troppi  preamboli o paura di far rumore la ruppe.
Balzarono dentro mentre le prime voci concitate provennero dal piano superiore.
Entrambi a volto scoperto impugnarono l’arma prediletta della Gilda e scattarono verso le scale davanti a loro.
Tanto nessuno lì dentro sarebbe rimasto vivo per riconoscerli. Un paio di uomini correvano loro incontro con le spade sguainate. Uno zoppicava e l’altro non poteva avere l’energia nemmeno per scontrarsi con un bambino.

Turno la anticipò e si gettò contro i due mentre la ragazza proseguiva oltre verso il corridoio di pietra.

Tre figure sbucarono da una porta accompagnate da quella che sembrava un'altra Guardia e un sorriso spuntò sulle labbra della giovane. La lotta, le missioni, quell’espressione di paura che si designava sulle vittime una volta che la guardavano e riconoscevano in lei la Gilda.
“Buonasera Signori” salutò tranquilla.
Erano tutti sui sessant’anni, ingrigiti e stanchi della vita già da un pezzo. Il rumore alle spalle di Cormia era cessato per cui Turno doveva aver messo a tacere le due guardie e infatti le sbucò al fianco “Andate via! Cosa volete? Chi siete?”  gridò uno degli anziani

“Sai chi siamo e soprattutto qual è il motivo per cui siamo qui” continuò lei distaccata.
Turno scattò in avanti e affondò la propria arma nel bersaglio più vicino. La guardia sguainò la spada e tentò di resistere. Cercò di colpirlo con un fendente ma non era abbastanza veloce. Turno sorrise e il pugnale trovò la sua quarta vittima nel giro di qualche minuto.


I due rimasti urlarono e presero a scappare lungo il corridoio “Gli cediamo un piccolo vantaggio?” giunse la voce della ragazza al suo orecchio e lui si voltò appena a fissarla. Era la personificazione del divertimento e della calma.
Gli occhi azzurro-grigi erano accesi da una luce sinistra e Turno ne rimase affascinato ancora una volta “Non credo siano in grado di poter costruire un vantaggio sai?” e rise.
Fu allora che entrambi si mossero.
Cormia piombò sul primo che le era davanti e prima che quello toccasse terra la lama del pugnale aveva già reciso la gola; Turno recuperò dalla cintura che teneva in vita un coltello da lancio e lo scagliò contro la schiena dell’altro.

Calò il silenzio. Ora rimaneva il sacerdote poco lontano da lì in una casetta. Senza parlarsi oltre, sebbene entrambi fossero carichi di adrenalina, compirono il rito sui cadaveri e lasciarono la casa da dove erano entrati.



 
La casa del sacerdote era piccolissima, al confine con il boschetto che vedevano dalla finestra della loro camera in locanda. La luce soffusa di una torcia illuminava una stanza al pian terreno, segno che il suo abitante era sveglio.
“Lo lascio a te” esordì Turno poco lontano dalla casa e l’altra lo guardò “Ti ringrazio” mormorò lei.

La seguì mentre si avvicinavano alla porta “Cormia?”
“Sì?”
“Niente. Lascia che ti apra la porta” La superò e con un calciò spalancò la sottile porta di legno.
Un urlo giunse immediatamente dalla stanza illuminata.
L’assassina entrò seguita dal compagno.
Nella stanza c'era un uomo dai capelli brizzolati ma ancora abbastanza giovane e in forze da poter quantomeno cercare di difendersi.


Teneva un pugnale per ogni mano. Almeno non era sprovveduto come gli altri “Maledetti! Che siate maledetti!” esclamò rabbioso scagliandosi contro Cormia.
Turno si fece parte lasciando alla compagna l’onore di vedersela con il sacerdote, una volta, affiliato alla Gilda fin quando non aveva deciso di non voler aver nulla a che fare con la Setta.

Si teneva comunque pronto ad intervenire ma bastò un’occhiata per capire che non ve ne era bisogno.
Cormia scartò di lato e sorrise ma il sacerdote attaccò di nuovo. I suoi gesti non avevano alcuna logica perché anziché tentare di ferire, agitava solo i pugnali per non lasciarla avvicinare.

La ragazza sguainò un secondo pugnale, decisa a divertirsi e scattò in avanti ferendo l’uomo ad un braccio, quello urlò e sorpresa riuscì a muovere l’arma velocemente e colpì il medesimo punto della ragazza  solo più forte.
Digrignò i denti mentre il sangue imbrattava la casacca dalle larghe maniche
“Questo non dovevi farlo” si appiattì in basso e con un calcio da terra lo fece cadere all’indietro quindi, con un secondo calcio lo disarmò del pugnale di destra.

Il sacerdote con il respiro mozzato a causa dei movimenti e del terrore tentò di rialzarsi ma Cormia glielo impedì piantandogli un piede al centro del petto per tenerlo fermo.
Turno osservò la scena.
Aveva avuto modo di provare quanto fosse forte la ragazza durante gli allenamenti nonostante l’apparenza fragile.
Il sacerdote smise di agitarsi quasi rassegnato e Cormia si chinò su di lui soddisfatta “Per il Thenaar a cui hai voltato le spalle. Perdente” mormorò lei poi affondò il pugnale.


 
Non tornarono alla locanda. La sosta era stata molto più breve del previsto. Si inoltrarono nel bosco e ormai il cielo era già abbastanza chiaro da rendere visibili i contorni delle cose.
Seduti su due rocce l’uno di fronte all’altra Turno era intento a medicare la ferita di Cormia sull’avambraccio
“Ti fa male?”
Lei scosse la testa ed attese che lui finisse di bendarla prima di parlare di nuovo.
L’espressione che Turno aveva visto nella casa degli uomini di Dohor e in quella del sacerdote era scomparsa, sostituita da una quasi afflitta
“Ne sei sicura?” tanto che chiese di nuovo come si sentisse ma lei cambiò discorso
“La missione è finita” e Turno capì cosa volesse dire.
 Dovevano tornare nella Casa ora…..ora?

Si guardarono e Turno prese le mani tra le sue “Cormia”

“Turno” dissero nello stesso momento.

Sorrisero divertiti prima di tornare seri “Prima tu” disse lei

“No, prima tu”

Un nuovo sorriso poi lei liberò una mano per sfiorargli la guancia resa appena ispida da un accenno di barba “Ricordo quello che mi hai detto all’inizio di questa missione. Per te è difficile starmi accanto con distacco” la mano risalì fino a passargli tra i capelli, come faceva spesso e lui trattenne il respiro
“Lo sai, prima di tornare alla Gilda di cosa avrei bisogno?” sussurrò lei “Di uno di quei tuoi gesti contradditori” continuò lei alzandosi per sedergli in grembo.

Turno si rese conto “Strega…poi ti lamenti anche di me e dei miei atteggiamenti” rispose sottovoce con dolcezza sfiorando le labbra della ragazza con le sue.

“Hai deciso di rompere perché non sai resistermi e nemmeno ora che stiamo per far ritorno alla Casa mi allontani”

“A quanto pare a te questo non dispiace”

“Comincio già a pensare a come saranno i miei giorni senza di te nella Gilda e ricordare questi momenti sarà ancora più doloroso” poi gli prese una mano e se la portò al petto all’altezza del cuore
“Lo senti Turno? Questo smetterà di battere non appena metteremo piede lì dentro. La verità Turno è che quella che non riesce a stare senza di te sono io”
 
 
Angolo Autrice
Buonasera lettori! Ecco il capitolo nove!
Beh chiamarlo capitolo d’azione sarebbe troppo ma tuttavia…ecco che questa benedetta missione giunge al termine per i nostri due bei protagonisti. Ora, è tempo di ritornare nella Gilda ed è tempo di prendere decisioni. Ringrazio Killuale94 e Drachen che non mancano di recensire tutti i capitoli (Grazie ^^) e ringrazio tutti voi che vi siete soffermati a leggere questo frutto della mia mente. Un bacio, a presto
 
RayaFee  

 
   
 
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