Crossover
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Autore: Justice Gundam    05/10/2013    3 recensioni
Crossover Bleach / Yes! Pretty Cure 5 / Rosario Plus Vampire / Princess Resurrection. Mentre nemici insidiosi e crudeli tramano nell'ombra per conquistare il potere, eroi vecchi e nuovi si trovano a combattere una difficile lotta per la sopravvivenza, con in palio il futuro della Terra e forse dell'intero universo. Nozomi Yumehara, Ichigo Kurosaki, Tsukune Aono e Hiro Hiyorimi saranno presto costretti ad unire le forze, e a combattere assieme una guerra terribile...
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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YBRPV-005

Yes! Bleach Resurrection Plus Vampire

Una fanfiction crossover (Yes! Pretty Cure 5 - Bleach - Rosario Plus Vampire - Princess Resurrection) scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 5 - Riunioni di Emergenza

Eternal. Un'organizzazione misteriosa il cui quartier generale si trovava in quella che, a prima vista, sembrava essere una lussuosa villa in stile europeo, e in effetti, ad un osservatore abbastanza attento, sarebbe sembrata una coopia quasi perfetta del British Museum... cosa che, in effetti, era in linea con quella che era la funzione principale della malvagia organizzazione, che aveva impiegato, e stava tuttora impiegando, molte delle sue risorse per recuperare il Rose Pact.

Sfortunatamente, le cose non stavano andando bene come i membri di più alto rango dell'organizzazione avevano sperato. Già due dei loro uomini di fiducia, Skorp e Nebatakos, avevano incontrato la fine per colpa di quelle cinque marmocchie ficcanaso, le leggendarie Pretty Cure, e della loro misteriosa alleata Milky Rose, che avevano deciso di ficcare il naso in cose che non le riguardavano... e il risultato era che, in quello che era stato l'ufficio di Nebatakos, il malcapitato Bunbee si ritrovava ancora una volta addossato l'ingrato compito di sgomberare ogni cosa per fare posto al prossimo alto graduato di Eternal con cui avrebbe lavorato... o forse era meglio dire, dal quale sarebbe stato schiavizzato.

"Accidenti... alla fine, chi ci rimette è sempre il sottoscritto, sissignore!" borbottò l'ex-agente della Nightmare Company, trasportando una pila di pesanti cartoni fuori dalla porta. Anche all'interno, la base operativa di Eternal era tanto sfarzosa come appariva all'esterno, con un pavimento ricoperto da un'elegante moquette rossa e luci soffuse che davano al posto un che di magico e misterioso... ma sfortunatamente, non rendevano il lavoro più facile a Bunbee, che appoggiò a terra gli scatoloni di cartone e si fermò per un attimo a riprendere fiato.

Bunbee, al momento l'ufficiale di rango più basso nella gerarchia di Eternal, aveva l'aspetto di un uomo alto e robusto con capelli biondi tagliati corti, vestito di una giacca grigia con pantaloni lunghi dello stesso colore e scarpe firmate, una camicia bianca e una cravatta rossa... anche se questa era soltanto la sua forma umana, e per combattere aveva l'abitudine di assumere la sua forma animale, che ricordava moltissimo un muscoloso uomo-ape dall'aspetto intimidatorio, in grado di scagliare i suoi pungiglioni come missili. Una volta, circa un anno prima, era stato uno degli uomini di fiducia della regina Desparaiah, la comandante suprema della Nightmare Company... ma ora che l'organizzazione non esisteva più, la fortuna gli aveva voltato le spalle, e ora eccolo lì, a fare i lavori più umilianti per la nuova organizzazione per cui lavorava...

"Beh, non che mi dispiaccia che quel Nebatakos ci abbia lasciato le penne." disse tra sè, permettendosi un pizzico di soddisfazione personale. "Quell'incapace si è sopravvalutato, e ha avuto quello che si meritava. Non mi mancherà. Ora, però, vorrei sperare che quello che verrà dopo di lui non sia dello stesso stampo."

"Sta facendo delle considerazioni personali... sulla recente scomparsa del suo superiore, signor Bunbee?" Una voce femminile dal tono distintamente freddo e severo colse di sorpresa il biondo, che fece un salto per la paura e si voltò di scatto, retrocedendo rapidamente fino a rientrare nell'ufficio ora vuoto. Dal corridoio, silenziosa come un'ombra, era apparsa improvvisamente la persona che Bunbee sapeva essere la seconda in comando di Eternal - Anacondy, una donna dalla bellezza glaciale i cui lunghi capelli violetti, aggrovigliati sulla testa, davano l'impressione di un nido di serpenti, e i cui penetranti occhi verdi lo stavano fissando sinistramente da dietro le lenti luccicanti dei suoi occhiali da vista. La sua carnagione pallida contrastava nettamente con i vestiti scuri, cupamente eleganti, che indossava, e l'espressione sul suo volto era di freddo disprezzo, se una cosa del genere poteva esistere.

Bunbee, non interessato ad attirarsi le antipatie della seconda in comando di Eternal, ridacchiò nervosamente, muovendo le mani davanti a sè. "Ah.... ehm... hehehehee... ma no, signorina Anacondy, cosa mi viene a dire! Stavo... ehm... stavo solamente pensando ad alta voce, mi succede spesso quando devo fare questi lavori! Mi aiuta a non pensare alla fatica, sa com'è..."

"No, non lo so." rispose la donna, seccamente. "Piuttosto, come procede il lavoro? Con le sostituzioni di personale che abbiamo avuto di recente, non possiamo certo permetterci ritardi che andrebbero ad influire ancora più negativamente sul nostro lavoro."

Bunbee deglutì, segretamente lieto che Anacondy non fosse rimasta a discutere sulle sue considerazioni personali. "Beh... sto lavorando a pieno regime, come può vedere, signorina Anacondy!" affermò. "Io.. prevedo che tra due ore al massimo l'ufficio sarà totalmente sgombro..."

"Le concedo un'ora." tagliò corto Anacondy, allontanandosi a passi lenti e cadenzati senza neanche guardare in faccia Bunbee, che per qualche istante restò come inebetito a guardare la donna che si allontanava con indifferenza, poi sospirò e si rimise all'opera.

"Sigh... non c'è proprio più rispetto per i subordinati..." si lamentò mentre ricominciava a raccattare tutto ciò che Nebatakos aveva lasciato disperso nell'ufficio. "Bah, inutile recriminare. Vediamo di fare questo lavoro... anche se, se devo essere sincero, mi chiedo dove vada la signorina Anacondy. Non mi sembra tipo da fare una passeggiata per la sede centrale soltanto perchè le va di sgranchirsi le gambe... devo ammetterlo, a volte mi incuriosisce con i suoi modi di fare."

Sicuramente, Bunbee avrebbe voluto saperne di più... ma in quel momento, non c'era nè tempo nè modo, quindi l'inserviente di Eternal non potè fare altro che rimuginare sulle sue domande mentre riprendeva il suo lavoro...

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In silenzio e con discrezione, Anacondy si avvicinò a quelle che sembravano essere due doppie porte riccamente rifinite in oro ed argento, e premette un pulsante sul muro, facendo in modo che le porte si aprissero con un sibilo, e che le permettessero di entrare in un ascensore abbastanza ampio da farci stare un'automobile, anch'esso riccamente decorato ed arredato come il resto della villa. La donna dai capelli serpentini entrò nell'ascensore e attese che le porte si chiudessero, poi sentì una lieve sensazione di vertigine nel momento in cui la cabina iniziò a scendere, portandola verso le sale più interne della base di Eternal, dove soltanto lei e il Direttore avevano accesso. La donna prese un respiro profondo, cercando di ignorare il proprio nervosismo. Era già passato un certo tempo, da quando lei e i suoi subordinati avevano ricevuto il compito di ritrovare il Rose Pact... e purtroppo, ancora non avevano fatto molti progressi apprezzabili. Anacondy sperò che il Direttore si sarebbe dimostrato comprensivo...

Finalmente, dopo quasi un minuto di discesa, l'ascensore si fermò con un segnale acustico e le sue porte si aprirono di nuovo, dando ad Anacondy accesso ad un'immensa sala circolare dal pavimento in marmo grigio, soffusamente illuminata come del resto tutto l'interno dell'edificio, e decorata da vetri fluorescenti oltre i quali si potevano vedere, in tutto il loro splendore, gli innumerevoli tesori che Eternal aveva collezionato nei secoli - artefatti di squisita fattura ed inimmaginbile valore, sottratti a mondi e pianeti in tutto il multiverso, e ora facenti parte della collezione privata di Eternal, dove per sempre sarebbero stati nascosti agli occhi del mondo. Al lato opposto della sala, si poteva vedere la minacciosa figura del Direttore, così come era semplicemente conosciuto il leader di Eternal, che appariva possente e pericoloso anche se sembrava costretto in una sorta di sedia a rotelle fluttuante. La sua intricata veste, completa di una maschera argentata che nascondeva completamente il suo volto, non faceva altro che renderlo ancora più impressionante.

Con lentezza e un pizzico di apprensione, Anacondy uscì dalla cabina dell'ascensore e si mise su un ginocchio di fronte al suo capo, inchinandosi umilmente. "Direttore. Mi ha fatta chiamare." disse semplicemente, cercando di mantenere lo stesso tono neutro con cui parlava di solito... ma un ascoltatore attento avrebbe potuto forse cogliere una piccola incrinatura nella sua voce.

Per diversi secondi, il Direttore non parlò, restando voltato di spalle rispetto alla sua diretta inserviente, che prese un respiro profondo e sperò che questo non volesse dire brutte notizie. Quando Anacondy aveva ormai deciso di parlare di nuovo e chiedere al suo signore quale fosse il problema, quest'ultimo la anticipò, parlando con voce cupa e terribile che riecheggiò nella sala del tesoro.

"Anacondy." disse il Direttore. "Come procede la ricerca del Rose Pact?"

Esattamente la domanda che Anacondy temeva. Stringendo i denti per il disappunto, Anacondy cercò di dare una risposta che, pur sincera, potesse almeno evitarle le ire del suo superiore, ed esitò un paio di secondi prima di rispondere. "Purtroppo... temo che ci siano stati degli inconvenienti tecnici, mio signore." affermò. "Le... le Pretty Cure si stanno rivelando più forti e meglio preparate del previsto, e fino ad ora hanno frustrato ogni nostro tentativo di impadronirci del Rose Pact. Tuttavia, stiamo formulando nuove strategie, che dovrebbero avere risultati migliori... e siamo convinti che molto presto riusciremo a consegnarle il Rose Pact."

Il Direttore restò in silenzio per un po', facendo provare ad Anacondy un brivido di apprensione, e facendole chiedere se il suo superiore se la fosse presa per il fatto che non avevano ancora portato a termine la missione. Quando ormai la tensione cominciava a farsi insostenibile, il Direttore prese un altro respiro, e parlò di nuovo.

"Anacondy." disse, la voce che suonava come un tuono nel silenzio della sala. "Guardati attorno. Osserva con attenzione. Quella che vedi... è la collezione di tesori ed oggetti preziosi che Eternal ha accumulato nel corso dei secoli. Un lavoro minuzioso e costante, che ci ha permesso di accumulare la più grande tesoreria in tutti i mondi e le dimensioni."

Anacondy fece scorrere il suo sguardo serpentino lungo le gigantesche teche nelle quali Eternal conservava i frutti delle sue depredazioni: monili, gioielli, anfore, armi antiche, armature, c'erano persino scheletri di animali... tutti artefatti e reperti preziosissimi, dal valore inestimabile, provenienti da ogni angolo del cosmo...

"Ognuno di questi... è un oggetto unico nel suo genere. Un oggetto il cui valore va conservato nel tempo, in modo che il suo splendore duri per sempre." riprese il misterioso leader di Eternal. "E solo noi di Eternal possiamo comprendere il valore di questi oggetti. Quelle stupide creature che una volta li possedevano... non erano in grado di apprezzare il loro significato. Non si buttano le perle ai porci... e simili tesori non possono certo essere lasciati a chi non è in grado di capirli."

"Sì... lo capisco, mio signore." affermò la donna, senza staccare il suo sguardo dalle gigantesche teche. "Solo noi capiamo il valore di questi oggetti preziosi, e solo noi siamo degni di tenerli con noi. Se li lasciassimo a quegli sciocchi, sarebbe una perdita immensa per tutti."

"Proprio così." disse il Direttore. "E il Rose Pact è l'unico modo che abbiamo per conservare qualcosa di ancora più prezioso... è per questo che mi aspetto da tutti voi il massimo dell'impegno. Non possiamo farci scappare questa occasione. Eternal non ne avrà più un'altra come questa."

"Certamente, Direttore. Si fidi di noi, faremo in modo che il Rose Pact non ci sfugga." affermò Anacondy, nascondendo espertamente una punta di disgusto che si stava insinuando nella sua voce. Aveva già un'idea di cosa volesse dire il suo signore e padrone quando parlava di 'qualcosa di ancora più prezioso', e la cosa non le faceva per niente piacere... ma non era il tipo di persona che rendeva palesi i suoi pensieri, soprattutto davanti al Direttore. "Darò immediatamente disposizioni affinchè continuino le operazioni di recupero, e farò in modo di togliere di mezzo le Pretty Cure, che fino ad adesso hanno interferito con la nostra missione."

"Bene." tagliò corto il Direttore. "Mi aspetto molto da te, Anacondy. Non deludermi."

La donna dai capelli serpentini si alzò e si inchinò educatamente, per poi avviarsi a passi lenti verso l'ascensore e lasciare il suo signore da solo nella grande tesoreria, dove il Direttore rimase fermo dov'era, con lo sguardo perso verso un luogo che solo lui poteva vedere, la mente impegnata a contemplare quel mistero che ancora gli sfuggiva. Il desiderio di capire il significato di quel luogo lo divorava, come il desiderio di possedere quello che di prezioso si nascondeva dietro quel confine che nessuno prima di lui era riuscito a varcare...

"Flora... cos'è che mi stai nascondendo? Cosa c'è di tanto prezioso nel Cure Rose Garden che vorresti tenere nascosto ai miei occhi? Io lo scoprirò, a qualunque costo... e come è giusto che sia, il tuo valore verrà preservato per l'eternità, al sicuro dagli sciocchi che non potrebbero capirne il significato. Solo io sono degno di possederti, Flora. Soltanto io..."

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Nozomi Yumehara doveva ammettere che l'idea di incontrare quello che, nel suo fervido immaginario, era un altro gruppo di supereroi che difendeva il mondo dalle forze del male, la riempiva di gioia ed anticipazione. Certo non immaginava che si sarebbero incontrati in un posto anonimo come la bottega di un negoziante, ma Nozomi non ci fece più di tanto caso. Dopotutto, anche lei e le sue amiche usavano la Nutts House come "base operativa"...

"Okay, signor Ukitake... quindi, è qui che incontreremo questo famoso Kisuke Urahara e il resto della... se vogliamo chiamarla così... brigata, dico bene?" chiese Rin, dando un'occhiata al negozietto in stile tradizionale. "Ma... mi tolga una curiosità, com'è che un capitano di queste... Tredici Divisioni, giusto? Ecco, com'è che uno di così alto grado si è ridotto a diventare un semplice bottegaio?"

Jushiro Ukitake, che stava accompagnando le sei ragazze e i loro compagni, si schiarì un po' la voce, cercando di non scoppiare in uno dei suoi regolari attacchi di tosse che erano ormai diventati un sintomo onnipresente della sua malattia cronica. "Beh... è una storia un po' lunga da raccontare, ma c'entra la persona che riteniamo essere dietro l'apparizione degli Hollow nei pressi della vostra abitazione." affermò il capitano della Tredicesima Divisione. "Molto tempo fa, alcuni shinigami vennero colpiti da un misterioso processo di trasformazione che ha finito per renderli una sorta di terribile incrocio tra uno shinigami ed un Hollow. Noi abbiamo finito per chiamare questi ibridi Vizard. Per farla breve, tutte le prove all'epoca sembravano indicare che i responsabili fossero proprio il capitano Urahara, e i suoi colleghi Yoruichi Shihoin e Isshin Kurosaki... tra l'altro, quest'ultimo è il padre di uno dei ragazzi che andrete a conoscere tra poco. I presunti colpevoli vennero esiliati dalla Soul Society, con minaccia di condanna a morte se mai fossero tornati entro i confini della giurisdizione delle Tredici Divisioni. Tuttavia, alcuni di noi sono a tutt'oggi poco convinti di quello che è successo. Siamo sicuri che ci sia stata una sorta di macchinazione dietro questa accusa."

"Capisco..." rispose Karen, annuendo. "Sospettate che il vero colpevole possa essere quel capitano Aizen Sousuke di cui ci ha parlato, dico bene, Ukitake-san?"

Lo shinigami dai capelli candidi sorrise educatamente. "A questo punto, dopo aver visto fino a che punto arrivavano le preparazioni di Aizen e dei suoi complici, riteniamo che non sia da scartare l'ipotesi che ci fosse lui dietro tutto questo." affermò.

Nozomi alzò una mano per fare una domanda. "Mi scusi, Ukitake-san? E che ne è stato di quegli shinigami che sono diventati mezzi Hollow? Come ha detto che si chiamavano?" chiese.

"Vizard. Ukitake-san li aveva chiamati Vizard." affermò Urara.

Mentre Nozomi ringraziava la sua amica per averle ricordato il nome - Nozomi non era esattamente conosciuta per avere una memoria da elefante - l'espressione di Ukitake si fece compunta, e in essa era possibile vedere un certo rimpianto per come erano andate le cose. "Sfortunatamente, le Tredici Divisioni non sono conosciute per essere particolarmente tolleranti nei confronti degli Hollow, o di coloro che possono portarne in sè la corruzione. Tutti i Vizard che erano sopravvissuti al processo, tra cui c'erano anche diversi capitani e luogotenenti, vennero esiliati, senza avere più la possibilità di tornare ad occupare le loro posizioni originali. Il capitano Yamamoto non può permettersi mezze misure, quando è in gioco l'equilibrio di entrambi i mondi."

"Però, non mi sembra una cosa molto giusta... che colpa ne avevano quegli shinigami che hanno subito gli esperimenti di quel pazzoide?" chiese Kokoda, indignato dalla mancanza di comprensione dimostrata dalle Tredici Divisioni.

Ukitake sospirò e sorrise con espressione rassegnata. "Purtroppo, nella posizione in cui mi trovavo, e mi trovo attualmente, non c'era molto che potessi fare per oppormi alle decione presa dai miei superiori." affermò. "Non ho potuto fare altro che osservare senza dire nulla. Tuttavia, non posso scartare la possibilità che voi possiate rivolgervi ai Vizard per farvi aiutare. Dopotutto, voi non siete alle dipendenze delle Tredici Divisioni... ma per il momento, rimandiamo questo discorso. Prego, signore e signori... entrate pure! Urahara-san e gli irregolari che hanno messo sottosopra la Soul Society di recente vi aspettano dietro questa porta!"

"Con permesso..." chiese Urara, scostando un po' la porta che dava accesso all'ingresso del negozio. Sui utavolino basso, come se stessero aspettando le ragazze, si trovava un interessante gruppeto di persone, dall'aspetto più disparato - un ragazzo alto e dall'aspetto da teppista, con i capelli arancioni arruffati. Una ragazza di bassa statura, con capelli neri lunghi fino alle spalle e una frangetta che le andava sulla fronte. Una ragazza più o meno della stessa età, con un seno alquanto prosperoso e lunghi capelli arancioni, la cui espressione ricordava un po' quella di Nozomi. Un ragazzo alto e dalla pelle scura, con capelli neri e ricci, che dava l'impressione di venire da qualche paese del Sud America. Un individuo alto e magro, dall'espressione stoica, con un paio di occhiali da vista... e poco più in là, un tipo in hakama e cappello bianco a larghe falde, che teneva in una mano un ventaglietto bianco; e una ragazza alta e snella, dalla pelle scura e dai lunghi capelli viola legati in una coda. Gli sguardi di tutti si volsero verso le Pretty Cure e i loro tre compagni, che entrarono educatamente e si inchinarono.

"Ehm... buongiorno a tutti!" esclamò Nozomi, la prima a rompere il ghiaccio, sfoderando il suo naturale carisma e il suo sorriso più smagliante! "Noi siamo le Pretty Cure, e da questo momento in poi faremo squadra assieme! Io sono Nozomi Yumehara, ma voi potete chiamarmi anche Cure Dream! Piacere di conoscervi!"

Era talmente allegra ed estroversa, che Ichigo quasi si sarebbe aspettato di veder sorgere il sole dietro di lei... e il ragazzo sbattè gli occhi incredulo quando Nozomi, senza farsi tanti problemi, raggiunse il tavolino attorno al quale era seduta la truppa di Karakura e alzò una mano, sfoderando il suo sorriso migliore! Kokoda, un po' imbarazzato dal comportamento estroverso della sua fidanzata, ridacchiò nervosamente e si fece avanti a sua volta, presentandosi in maniera un po' più formale. "Ehm... buongiorno! Scusate, Nozomi-chan è sempre molto entusiasta di conoscere persone nuove! Comunque... sì, le ragazze che sono con noi sono le Pretty Cure. Immagino che, visto che voi siete qui anche in rappresentanza della Soul Society, abbiate già sentito parlare degli Hollow che si sono manifestati qui..."

Fu Uryuu Ishida il primo a parlare, aggiustandosi gli occhiali con aria vagamente disgustata. "Preferirei che non ci fossero fraintendimenti. Io non sono qui in nome della Soul Society o delle Tredici Divisioni, anzi mi considero un loro nemico giurato. Tuttavia, riconosco che la crisi che stiamo affrontando al momento richiede che io metta da parte le mie ruggini personali e collabori con voi. Tutto qui." affermò.

Rin storse un po' il naso. "Accidenti, qual è il problema di quel quattrocchi?"

"E'... un po' lunga da spiegare." affermò Jushiro, sospirando mentre anche lui entrava nel negozio di Urahara. "Quel ragazzo, Uryuu Ishida, è un Quincy, ovvero un essere umano dotato di poteri particolari che gli consentono di vedere gli Hollow, affrontarli e distruggerli. Per l'esattezza, sappiamo che è l'ultimo Quincy di sangue misto rimasto in vita, dopo l'epurazione di sette anni fa..."

"C'è stata un'epurazione di Quincy?" chiese Natsu a bassa voce. "Hmm... ho come l'impressione che sia il caso di saperne qualcosa in più, ma per adesso... pensiamo ai problemi più immediati."

Mentre le altre ragazze sembravano un po' spiazzate davanti alla risposta di Uryuu, Ichigo sospirò e si alzò in piedi per accogliere le ragazze. "Okay, okay... non è il caso di rimarcare queste cose, Uryuu-kun." affermò, al che il giovane Quincy occhialuto alzò una mano come per chiedere scusa per il modo inopportuno di intervento. "Comunque... beh, certo non ci fa schifo se siete qui per darci una mano, tanto più che ci siete anche voi fino al collo, in 'sta storia. Ichigo Kurosaki, piacere."

"Piacere nostro." rispose Komachi con educazione. "Ichigo Kurosaki... 'colui che protegge'. Un bel nome davvero!"

Ichigo sbattè gli occhi, un po' sorpreso ma comunque soddisfatto che, una volta tanto, qualcuno avesse considerato il suo un nome altisonante. Sfortunatamente, la cosa non durò a lungo, prima che Rin sfoderasse uno dei suoi sorrisi obliqui, che usava sempre quando aveva voglia di fare del sarcasmo, e rispose a tono. "Certo, i tuoi dovevano avere un certo senso del sadismo per chamarti Fragola." affermò.

"Hey! Come sarebbe a dire?" esclamò Ichigo, inalberandosi di colpo e andando dritto in faccia alla sarcastica Pretty Cure della Passione. "Per tua norma e regola, il mio nome è perfettamente normale!"

"Sigh... siamo ancora a discutere di queste cose? Perchè non ti metti seduto, una buona volta, e non la smetti di cercare la rissa?" intervenne Rukia, raggiungendo Ichigo e prendendolo per la collottola, per poi trascinarlo via malgrado il ragazzo fosse almeno una ventina di centimetri più alto di lei. "Comunque... sì, noi siamo qui per darvi una mano con la questione Hollow, e abbiamo pensato che anche voi avreste potuto dare una mano a noi. Una mano lava l'altra, e tutte e due lavano il viso. A proposito... il mio nome è Rukia Kuchiki, e sono una shinigami della Tredicesima Divisione. Il capitano Jushiro Ukitake-taicho, che è con voi in questo momento, è il mio comandante."

"E per il resto... ci siamo noi! Possiamo dire che noi siamo la truppa di supereroi che per prima si è avventurata nella Soul Society! Heheheheee..." disse Orihime, presentandosi alle ragazze del gruppo delle Pretty Cure. "Io sono Orihime Inoue, molto piacere! E... i nostri altri due amici qui presenti sono Chad Yasutora-kun, e Uryuu Ishida-kun!"

"Piacere nostro." rispose freddamente Uryuu, mentre Chad annuiva seriamente. Nozomi notò che il gigante dalla pelle scura sembrava essere una persona di poche parole, anche se le dava l'impressione che fosse solo per il fatto che era una persona mite.

"Hey, un momento... non avrete certo dimenticato di presentare noi, vero?" disse l'uomo con il cappello ed il ventaglio, che Nozomi ipotizzò essere Urahara. La conferma le arrivò un istante dopo, quando l'ex-shinigami aprì il ventaglio e si presentò, sfoderando un sorrisone a cinquantaquattro denti. "Ho l'onore di essere Kisuke Urahara, ex-capitano della Dodicesima Divisione! E... questa bella signorina accanto a me è Yoruichi Shihoin, una volta a capo della Seconda Divisione!"

"Piacere di conoscervi, ragazze! E permettetemi di iniziare i nostri rapporti dicendo che è il caso che teniate gli occhi aperti quando siete con il qui presente Kisuke-chan." affermò la ragazza dalla pelle scura. "Saete com'è, voi dovrete essere al di sotto della sua età di interesse, ma non si può mai sapere, con certi donnaioli."

"Sono abituato alla tua ironia, Yoruichi-chan. Non credere che la cosa mi tocchi." affermò scherzosamente Urrahara, davanti alle espressioni alquanto stupite del gruppo delle Pretty Cure. "Comunque, piacere nostro, ragazze! Con chi ho l'onore di parlare?"

Fu Nozomi, che per prima si riscosse dalla sorpresa, a presentare uno alla volta i membri del suo gruppo. "Ehm... certamente, Urahara-san! Sarò felice di presentarci tutte, una per volta! Io sono Nozomi Yumehara, come ho già detto... e poi, ecco le mie compagne di squadra, la mia amica d'infanzia Rin Natsuki, la brillante idol Urara Kasugano, e i due geniacci del gruppo, Komachi Akimoto e Karen Minazuki! Oh, e c'è anche la nuova arrivata, Kurumi Mimino! E poi... beh, abbiamo i nostri insegnanti e consiglieri, per così dire! Kokoda, Natsu e Shiro! Come potete vedere, siamo un gruppo ben affiatato... e siamo tutte felici di fare la vostra conoscenza!" esclamò. Tutti coloro che aveva presentato fecero un cenno educato con la testa, per quanto Shiro cercasse di tenersi un po' in disparte rispetto al resto del gruppo.

"Hehehee... certo, a volte vorrei che le Tredici Divisioni fossero coese ed affiatate come voi." disse Urahara, riflettendo un po' amaramente sulle circostanze del suo esilio. "Comunque, vedo che siete delle combattenti di alto livello. La vostra energia spirituale, anche ora che non siete trasformate, è alta... bene, credo proprio che sarete di aiuto. Ne abbiamo assoluto bisogno, se vogliamo impedire al capitano traditore Aizen Sousuke di impadronirsi della Soul Society."

"E noi faremo tutto il possibile per aiutarvi." disse Kurumi, mentre le ragazze e le loro "mascotte" si sedevano al tavolo, assieme al gruppo di Ichigo. "Avremmo però bisogno di qualche altra informazione se vogliamo darvi una mano. Per esempio, si sa qualcosa sulle strategie che usano questo Aizen e i suoi fedeli? Cos'hanno intenzione di fare per conquistare i nostri mondi? Il signor Ukitake, qui presente, ci ha dato già delle delucidazioni, ed è stato molto cortese e di aiuto, ma avremmo bisogno di qualche informazione in più."

"Beh, se non altro la Soul Society ha mandato qualcuno abbastanza ragionevole." affermò Yoruichi, guardando con approvazione il capitano dai capelli bianchi che sedeva accanto alle Pretty Cure, mettendosi una mano davanti alla bocca per tenere a bada un attacco di tosse. "Comunque, credo che fareste meglio a mettervi comode, visto che ci vorrà un po' di tempo per spiegare tutto quanto. A questo proposito... mi chiedo come mai quello lì non si sia ancora fatto vedere."

"Quello lì?" chiese Urara, incuriosita. "Di chi state parlando?"

L'ex-comandante della Seconda Divisione, la sezione della soul Society specializzata in infiltrazioni e missioni che richiedevano segretezza e furtività - tra le quali rientrava anche, in certe occasioni, l'assassinio - , assunse un'espressione pensosa per un istante... poi sorrise, come se si fosse aspettata quello che sarebbe accaduto di lì a poco. "Ecco. Come volevasi dimostrare."

Un attimo dopo, qualcosa di piccolo ed agile scese dal soffitto e atterrò vicino ad una sorpresa Karen Minazuki, mancandole di pochissimo il seno! Una piccola creatura che assomigliava ad un leoncino di peluche vivente apparve davanti agli occhi delle ragazze, suscitando da loro espressioni meravigliate, e dal gruppo di Ichigo sospiri esasperati - o, nel caso di Orihime, una risatina a mezza bocca.

"Vi presentiamo Kon." mormorò Ichigo, guardando la pervertita Mod Soul che si rialzava con espressione delusa. "Il pervertito più piccolo del mondo."

"Hey, un po' di rispetto, che diamine!" esclamò Kon, drizzandosi in piedi di scatto e voltandosi verso l'indifferente Ichigo, con un'espressione di comica indignazione dipinta sul volto. "Io sono una Mod Soul, per tua norma e regola! E comunque, io ero semplicemente venuto a salutare queste ragazze! Non sono un maleducato come te che... Hmmmmmph!"

La voce di Kon si trasformò in un mormorio indistinto quando una Karen Minazuki alquanto irritata prese un biscotto da un vassoietto vicino a lei e lo ficcò tutto intero nella bocca del leoncino di peluche, che cominciò a borbottare tra sèqualcosa di incomprensibile mentre cercava di deglutire il boccone! Nozomi si fece scappare una goccia di sudore dalla nuca, mentre si faceva mentalmente un appunto - come del resto anche Komachi aveva diverse volte dimostrato, a volte erano proprio le persone più calme e tranquille ad essere più spaventose quando venivano fatte arrabbiare.

"Beh, io non apprezzo i pervertiti, anche se sono pupazzi di peluche." disse Karen, piazzando un indice sulla testa di Kon e costringendolo in ginocchio sul tavolino. "Quindi la prossima volta, evita di accogliermi in questo modo, o potrei essere un po' più sgarbata. Mi sono spiegata?"

"Ehm... certo, certo! Spiegata benissimo, sorellona!" ribattè Kon, maledicendo mentalmente il fatto che a lui capitassero sempre le ragazze più difficili...

Rukia si schiarì la voce, decidendo che a quel punto fosse il caso di portare la discussione su argomenti un attimo più urgenti. "Ehm... forse è il caso di discutere più avanti di queste cose... a proposito, non vi vedo molto sorprese del fatto di aver visto una specie di peluche parlante che se ne va in giro a molestrare le ragazze. Come mai, se posso chiedere?"

"Diciamo che le Pretty Cure sono abituate a vedere cose del genere." rispose con un sorriso Kokoda. "A questo punto, vedere un animaletto parlante è per loro una cosa di tutti i giorni."

"Posso immaginarlo..." disse Yoruichi alzando le spalle. "Comunque, come stavamo dicendo, è il caso di farvi il punto della situazione..."

Nozomi e le sue compagne, facendosi serie, annuirono e cominciarono ad ascoltare il discorso dei due ex-capitani delle Tredici Divisioni, cercando di non perdersi nessun particolare...

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Youkai Academy. Nello stesso momento, in una stanza riccamente decorata che imitava la versione miniaturizzata di una villa europea di inizio secolo...

"Yaaaawn!" Kokoa Shuzen sbadigliò in maniera alquanto sconveniente, non molto interessata al fatto che in quel momento si trovavano nella stanza della Principessa degli Youkai. "Ricordatemi come mai la nostra Principessa ci ha fatti riunire tutti qui nella sua stanza assieme al suo entourage... quando abbiamo ancora degli articoli da completare per il giornalino scolastico."

"Beh, forse perchè aveva delle nortizie importanti da darci." rispose con velato sarcasmo Mizore Shirayuki, seduta accanto alla giovane vampira dai capelli rossi. Tutto il gruppo del giornalino scolastico era seduto su una delle grandi poltrone del soggiorno della Principessa - e guarda caso, le ragazze si erano quasi tutte sedute accanto a Tsukune, formando un assembramento attorno all'imbarazzato ragazzo. "A quanto pare, la Principessa sa qualcosa su chi ha mandato quegli zombi contro di noi, e vuole avvertirci, visto che ritiene che la situazione sia per noi molto pericolosa."

"Mamma mia... e io che speravo che l'anno scolastico sarebbe passato senza eccessivi intoppi." sospirò Tsukune, che in quel momento era (più o meno) amichevolmente conteso tra Moka e Kurumu, con la piccola Yukari che gli restava avvinghiata al collo. Era un po' imbarazzante che le ragazze del suo harem involontario continuassero - anche se scherzosamente - a litigarselo anche in casa di una nuova arrivata come la Principessa, tanto più che nel soggiorno c'erano anche Riza, Reiri, Hiro e la piccola Flandre, che in quel momento stava entrando nel soggiorno trasportando un vassoio enorme sul quale si trovavano numerose tazze di tè fumanti.

Riza Wildman sospirò e indicò la piccola cameriera-robot con un cenno della testa. "Okay, signore e signori... se avete finito con la cronaca rosa, adesso la principessina è pronta, e sta per venire a fare il suo discorso. Quando Flandre porta il tè preferito della Principessa, vuol dire che lei non si farà attendere molto a lungo."

In effetti, non appena Flandre posò delicatamente il vassoio sul tavolo al centro del salone, la Principessa emerse dalla sua stanza privata, sempre vestita con quell'elegante abito nero in stile gotico che indossava in ogni occasione, i lunghi capelli biondi che si muovevano leggermente dietro la schiena. Riza alzò una mano per salutarla in maniera alquanto informale, mentre Hiro e Reiri si alzarono dalle loro posizioni e si inchinarono nel momento in cui la Principessa li raggiunse.

"Benvenuti. Mi fa piacere vedere che ci siete tutti, e che siete tutti in orario." disse la giovane nobildonna, prendendo una tazza del suo tè preferito e prendendone un sorso. "Prego, servitevi pure. Questo è tè Earl Grey della migliore marca. L'ideale per una riunione tra compagni."

"Ehm... grazie infinite, Principessa. E' molto gentile da parte sua." ringraziò Moka, prendendo a sua volta una tazza... e offrendone una a Tsukune prima che Kurumu, Yukari, Mizore o Ruby potessero precederla! La graziosa succube borbottò qualcosa tra sè, mentre Mizore guardò con espressione un po' indecisa la tazza di tè fumante che le era rimasta tra le mani, e poi, toccandone la superficie con un dito, trasformò la bevanda in tè ghiacciato!

"Bene... siamo tutti molto lieti della fiducia che ha voluto concederci, Principessa. Credo di parlare per tutti quando dico che per noi è un grande onore essere ospiti di una personalità come lei." disse il lupo mannaro Ginei, prendendo a sua volta un sorso di tè. "Tuttavia, con il suo permesso, vorremmo passare direttamente al problema principale. E cioè, l'origine di quegli zombi che ci hanno attaccato ieri, durante il nostro giro della scuola."

"E' vero. Credevamo che la barriera che circonda la scuola fosse in grado di impedire a simili creature di attaccare la Youkai academy." affermò Tsukune. "Quindi... com'è possibile che siano riusciti ad infiltrarsi?"

"Tutto a tempo debito." affermò la Principessa. "Innanzitutto, è il caso che voi sappiate una cosa molto importante. E' già da un po' di tempo... da più tempo di quanto voi non immaginate, in effetti... che siete osservati da una potente organizzazione di terroristi, che stanno lavorando per portare l'umanità all'estinzione e provocare una guerra. SSi chiama Fairy Tale... e avete già avuto a che fare con uno dei loro agenti. Kuyou, il capo del comitato disciplinare della Youkai Academy."

"Cosa?" esclamò Tsukune, sorpreso che il nome di Kuyou, che credeva di essersi lasciato alle spalle da tempo, tornasse alla ribalta in quel modo. Anche Moka, Kurumu, Yukari e Ginei sembravano scioccati al sentire di nuovo il nome dello Youko che aveva quasi ucciso Tsukune e aveva costretto Moka a fare dono del suo sangue al ragazzo, dando inizio al resto delle vicende... "Kuyou era... una spia di Fairy Tale? Quindi... quella gente stava già tenendo d'occhio questa accademia già da un sacco di tempo?"

"Quindi... sanno anche che Tsukune è un essere umano! Questa... è una notizia terribile!" esclamò Kurumu con evidente orrore... prima che un sospetto si facesse strada nella sua mente. "Però, un momento... questo non significa anche che Fairy Tale sapeva di Antitesi e del piano architettato da Hokuto? Non avevano qualche altro agente che stesse cercando di favorire Hokuto e permettergli di scatenare la guerra tra esseri umani e Youkai? Voglio dire... avrebbe vuto senso, sarebbe andato a loro favore. E forse noi non avremmo potuto neanche opporci."

"Per quanto mi secchi ammetterlo, è vero..." mormorò Moka. "Già da solo, Hokuto-kun è stato in grado di portarci sull'orlo della sconfitta."

"Beh... effettivamente non siamo molto sicuri neanche noi del motivo." spiegò Hiro, parlando come diretto inserviente della Principessa. "Possiamo solo ipotizzare che Fairy Tale avesse qualche altro obiettivo, oppure non volesse mostrare troppo le proprie carte. In ogni caso, Fairy Tale adesso vi ha nel mirino, e non esiterà ad usare tutte le loro risorse per eliminarvi. Voi, assieme a me e ai miei compagni, rappresentate la più grande minaccia ai loro piani, e sicuramente sanno già molto di voi e delle vostre capacità."

"Ma... che tipo di persone sono, questi di Fairy Tale? E... soprattutto, sapete qualcosa dei membri di questa organizzazione? Magari potrebbe esserci utile sapere qualcosa in più su che avversari ci troveremo davanti..." affermò Moka.

La Principessa corrugò la fronte, sapendo che le notizie che avrebbe dato da quel momento in poi non sarebbero state per niente gradite. "Purtroppo... è qui che devo darvi delle cattive notizie." affermò. "Moka Akashiya, conosci molto bene la persona che sta al vertice di Fairy Tale... si tratta della tua matrigna e della madre di tua sorella Kokoa... Gyokuro Shuzen, matriarca della famiglia Shuzen."

Kokoa spalancò gli occhi con evidente orrore... e le pupille di Moka, normalmente di un bel colore azzurro che si accompagnava al rosa dei suoi capelli, assunsero per un attimo un colore rosso scarlatto, lo stesso di quando riemergeva la sua personalità più violenta. Quel nome non rievocava per loro nessun bel ricordo... e anche gli altri membri del giornalino scolastico restarono scioccati ed atterriti, guardando Moka con incredulità. Moka non aveva mai parlato della sua famiglia, se non in termini molto vaghi... e ora, con quello che era venuto fuori, non se ne stupivano per niente!

"Gyokuro... Shuzen?" mormorò Moka. "Che... che cosa significa tutto questo? Come fa a sapere questo della mia famiglia? E... soprattutto, cosa ha in mente di fare la mia matrigna? Cosa vuole da me?"

"In effetti anche noi avremmo delle domande da fare..." disse Kurumu, putando improvvisamente un indice verso Moka. "Com'è che non sapevamo nulla della tua famiglia prima che ce lo dicesse la Principessa? C'è qualcos'altro che dovremmo sapere di te, signorina Moka Akashiya?"

"Aspetta un momento, Kurumu!" intervenne Tsukune, schierandosi in difesa di Moka. "Non c'è bisogno di essere così aggressiva verso Moka! Non vedi che anche lei è molto sconvolta da tutto questo? Come puoi sospettare che abbia cattive intenzioni?"

"Non si tratta di sospettare, mio caro Tsukune!" esclamò la succube, puntando un dito contro il petto del ragazzo. "Ma penso che abbiamo il diritto di sapere, se la sua famiglia è coinvolta in tutto questo!"

"Sono d'accordo, una volta tanto." affermò Ruby. "Se Moka è coinvolta così personalmente, allora ci sembra giusto che ci spieghi un po' di cose..."

"Per favore, signori... per favore, aspettate un momento!" esclamò Hiro, battendole mani per richiamare l'attenzione, ed evitando che il gruppo del giornalino scolastico si impegolasse in una discussione che non avrebbe giovato a nessuno. Immediatamente, Tsukune, Moka e Kurumu si fermarono e si voltarono verso il giovane guerriero del sangue della Principessa, che si schiarì la voce e riprese a parlare. "Scusate... non volevamo provocare malcontenti o farvi dubitare l'uno dell'altro. Sappiate che Moka non c'entra con i piani di Fairy Tale, nè sa cosa Gyokuro stia architettando."

"Ma era necessario che voi sapeste come stanno le cose." affermò la Principessa, senza mostrare alcune esitazione. "Io e i miei attendenti abbiamo svolto delle ricerche su Fairy Tale, e siamo riusciti a scoprire qualcosa di più sul loro modo di agire, e sull'organizzazione interna. Reiri, Riza... potete fare il favore?"

"Con molto piacere, Principessa!" rispose la vampira dai capelli neri, mentre Riza sospirava, lanciava un'occhiata storta a Reiri, e tirava fuori una serie di cartelle di cartone, dove teneva alcune schede stampate a computer. "Bene, bene... adesso vi illustreremo l'organizzazione interna di Fairy Tale, e vi presenteremo i loro comandanti. Vi sarà utile per la battaglia che ci aspetta... ma sappiate che le informazioni potrebbero non essere esaustive. Anche se abbiamo i nostri metodi per scoprire quello che ci serve, Fairy Tale nasconde molti segreti anche per noi."

"Certo, lo capiamo..." affermò Ginei corrugando la fronte, mentre Riza tirava fuori le schede e le piazzava sul tavolo, in modo che tutti le potessero vedere. Su ognuna di esse si trovava il nome e l'immagine, assieme ad una serie di informazioni, di un membro importante di Fairy Tale...

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Las Noches, nel cuore di Hueco Mundo, dove l'armata di Hollow, Arrancar ed orrori similari al servizio di Aizen Sousuke continuava a crescere, sempre di più... e il nuovo signore del male preparava il suo piano per attaccare la Soul Society, e innalzarsi al di sopra di ogni altro essere. In quel momento, sembrava che Aizen si fosse preso qualche minuto di ozio, e stava in piedi accanto ad una finestra che dava sulle lande brulle e desolate di Hueco Mundo, sotto un cielo del colore del piombo che gettava un'ombra opprimente su ogni cosa.

Tuttavia, per quanto stesse guardando fuori, la sua mente restava attiva, e i suoi sensi erano acuti e presenti come sempre. Ragion per cui non si stupì quando sentì un leggero rumore di passi che si dirigeva verso la sala del trono, nè quando il suo diretto servitore, Gin Ichimaru, entrò con studiata lentezza, inchinandosi in presenza del suo superiore.

"Aizen-sama." disse Gin, senza mai perdere quel sorriso inquietante. "Vengo per annunciarle che gli Espada hanno risposto al nostro appello, e che ben presto saranno tutti presenti qui a Las Noches, in preparazione alla battaglia decisiva."

"Ottimo." commentò Aizen con un sottile sorriso, senza mai voltarsi verso il giovane dai capelli argentati. "Ci sono altre novità di cui reputi importante mettermi a parte?"

Gin sembrò pensarci per un attimo, ma era chiaro che non aveva intenzione di nascondere quella nuova, strana notizia al suo signore. "In effetti... c'è qualcosa di insolito, che meriterebbe la sua attenzione." disse l'ex-capitano della Terza Divisione. "Si è appena presentato qui un tale Kageroza Inaba, che sembrerebbe interessato ad unirsi a noi. Come ci dobbiamo comportare con lui?"

Questo sembrò attirare l'attenzione di Aizen, il cui sorriso dapprima velato si ampliò crudelmente. "Kageroza Inaba, eh? E cosa potrebbe mai volere da me un ex-membro della Dodicesima Divisione? Molto interessante... sentiamo cosa ha da dire."

Ichimaru fece un profondo, ossequioso inchino. "Con immenso piacere, Aizen-sama." affermò. "Lo farò venire quanto prima..."

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CONTINUA...

  
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