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Autore: QueenVLondon    05/10/2013    5 recensioni
Katie ha deciso di trascorrere le vacanze estive a Toronto per migliorare il suo inglese.
La ragazza è felice di questa opportunità e tutto nella sua vita pare andare per il verso giusto: ha trovato quasi subito un lavoro e le giornate sono piacevoli.
Tuttavia, cosa succederebbe se scoprisse che anche Robert Pattinson si trova lì per le riprese del suo nuovo film, “Maps To The Stars”?
E se il destino li facesse incontrare di nuovo? Cosa accadrebbe?
Long che porta avanti la vicenda di Katie e Rob dopo "Bon Voyage" e "Always Him".
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Robert stava riprendendo fiato fra una scena e l’altra. Faceva molto caldo quel pomeriggio e il costume di scena era fastidioso.
Aveva dormito ben poco la notte precedente, troppo preso dal riflettere come esporre nella maniera più decisa ed indolore l’intera faccenda a Nick.
Sapeva che il suo agente sarebbe stato tutt’altro che entusiasta nell’apprendere che non solo non aveva smesso di frequentare Katie, ma che provava addirittura qualcosa per lei.

Tuttavia non poteva più temporeggiare, anche perché era consapevole del fatto che i suoi sentimenti non avrebbero perso d’intensità e lei meritava di potersi davvero fidare di lui.

Doveva solamente mantenere la calma, parlare con cognizione di causa e chissà, forse Nick avrebbe capito.
Nella peggiore delle ipotesi avrebbero discusso animatamente per un po’, dopodiché l’agente si sarebbe messo l’anima in pace. Era la sua vita. Nessuno poteva scegliere al suo posto. Non stavolta.

Fece un respiro profondo, preparandosi per tornare a lavoro.

“Mr Pattinson, il suo agente la stava cercando”, lo informò un ragazzo sui vent’anni, piombando nella stanza.

Quella notizia lo sorprese, ma rimane impassibile.

“Grazie, Marcus”, gli disse, seguendolo nel corridoio.

Una volta che Robert ebbe intercettato l’agente, Marcus si dileguò, probabilmente capendo che la situazione non era ottimale.

Nick gli fece cenno di entrare nel trailer e l’attore obbedì.

L’uomo sembrava molto scuro in volto e il suo sguardo era vigile e duro.

“Forse dovresti dare un’occhiata a queste”, asserì sventolandogli il tablet davanti al naso.

Robert si avvicinò cauto e cercò di respirare regolarmente, le mani strette a pugno.

“Sono soltanto foto mentre esco da una caffetteria”, buttò lì con un sorriso tirato, fingendo una sicurezza che non gli apparteneva. Non in quel momento almeno.

 “Caffetteria dove sei stato più di una volta a quanto pare. Che cosa stai combinando con quella ragazza, Robert”.

Nick parlava con tono pacato, ma Robert lo conosceva abbastanza bene da sapere che anche se non lo dava a vedere era furioso.

Aveva commesso un terribile errore nel non raccontargli tutto fin dall’inizio.

Maledizione!

Tuttavia, non poteva che provare con la verità.

“Ci stiamo frequentando”, ammise in tono neutro.

Nick si passò una mano sulla fronte, come se volesse asciugarsi goccioline di sudore inesistente, poi lo guardò negli occhi.

“Ascolta. So che hai passato un brutto periodo a Los Angeles e forse rivedere questa ragazza ti ha fatto sentire meglio, ma lei è solo una complicazione e non puoi permettertela, specie adesso. Magari è davvero una persona eccezionale, ma non potrai mai avere un futuro con lei e non credo che dovresti perdere tempo in qualcosa che sai già che non funzionerà”.

“Tengo a lei, Nick. Non l’ho pianificato, okay? E’ successo e basta! Non ho intenzione di rinunciare”, ribatté Robert, alquanto alterato.

Si era ripromesso di affrontare l’argomento con calma, ma non ci stava riuscendo molto bene.

“E’ una follia. Questa storia finirà col rovinare tutti gli sforzi che hai fatto”, riprese l’agente, serio.

“Non la conosci nemmeno”, lo rimproverò Robert cercando di riacquistare il controllo di sé. “Non ne sai nulla”.

“Vedo l’effetto che ti sta facendo questa storia. Non ho bisogno di sapere altro”.

“E quale sarebbe esattamente?”, gli domandò. “Per mesi mi sono sentito come se non riuscissi neanche più a respirare e in queste ultime settimane con Katie finalmente mi sono sentito di nuovo…”.

“Vivo?”, gli chiese l’uomo, interrompendolo.

Robert avrebbe voluto concludere con un “di nuovo me stesso”, ma anche “vivo” poteva andare bene.

La verità era che per mesi era semplicemente sopravvissuto, al dolore, alla rabbia, alla frustrazione. E Katie era stata ossigeno puro per lui, perché Nick non riusciva a comprendere quanto ne avesse bisogno?

“Stai commettendo un errore", lo avvertì Nick.

"Tu non sai nulla!”, tuonò nuovamente Robert.

Non avrebbe voluto urlare in quel modo addosso a Nick; razionalmente comprendeva che non gli avrebbe giovato, eppure non riusciva a calmarsi, né a pensare lucidamente.

Era arrabbiato con Nick, era furioso, ma soprattutto ce l’aveva con se stesso. Con se stesso per aver permesso ad altri di prendere decisioni al suo posto, per non aver avuto il coraggio di dire basta prima.

Sapeva che gridare era inutile, che crogiolarsi in quello che era successo non sarebbe servito a cambiare nulla, ma allora perché non riusciva a farne a meno? Perché era arrabbiato con il mondo e in quel preciso istante avrebbe voluto davvero colpire Nick?

Nick stava per ribattere, ma qualcuno bussò alla porta. Era Marcus.

“Scusate, ma Mr Pattinson dovrebb…”.

Nick lo fermò alzando una mano.

“Vai. Ne riparliamo più tardi”, gli sussurrò, dandogli una pacca sulla spalla amichevolmente.

 
Mentre Robert cercava di calmarsi così da poter fare quello per cui veniva profumatamente pagato, dall’altra parte della città Katie era impegnata in un’impresa altrettanto impegnativa, ovvero passarsi il secondo strato di smalto evitando le sbavature.

Purtroppo però tale avvincente missione fu interrotta dallo squillare del suo cellulare. Katie lo afferrò stando bene attenta a non rovinare il lavoro fatto fino a quel momento e non rimase sorpresa nel leggere il nome di Meredith lampeggiare sul display.

Mrs Clifford si era finalmente ripresa dall’influenza, così sua figlia aveva smesso di andare alla caffetteria e quel giorno le due ragazze non si erano viste.

Katie era quasi stupita dal fatto che l’amica avesse aspettato così a lungo prima di chiamarla, era certa che morisse dalla voglia di sapere i dettagli della sua precedente uscita con Robert.

Mise da parte il flacone di smalto e rispose al telefono.

“Ciao”, la salutò la voce di Meredith.

“Ciao, Mer. Hai un tempismo perfetto! Stavo giusto stendendo lo smalto che mi hai regal…”.

La ragazza la interruppe.

“Lascia perdere lo smalto e raccontami di ieri sera!”

Katie ridacchiò.

“E’ andata piuttosto bene in effetti”, rispose. Poi aggiunse: “All’inizio sarei voluta fuggire dalla finestra, o calarmi dal terrazzo, ma poi è andata meglio”.

L’amica scoppio a ridere sonoramente.

“Sono stati tutti molto carini nel tentare di farmi sentire a mio agio, specie Sarah”.

“E Robert?”

Quanto poteva raccontare a Meredith?

La verità.

“Ha fatto una cosa che non mi sarei aspettata quando se ne sono andati…”, iniziò.

“Ti prego dimmi che ha a che fare con il sesso!”

Katie arrossì violentemente.

“Meredith!”, tuonò. “NO”.

“Perfetto, racconta”, le disse con un po’ meno entusiasmo di quanto Katie non si sarebbe aspettata.

“Ricordi i documenti che il suo agente mi aveva fatto firmare tempo fa?”

“Sì, certo”.

“Li ha strappati”, le rivelò.

Per un attimo nessuna delle due ragazze parlò. Katie si sentiva stranamente nervosa attendendo la reazione di Meredith.

“Wow”, esclamò infine questa.

Katie sapeva bene che probabilmente il suo agente ne custodiva una copia da qualche parte, ma per lei questo non sminuiva il gesto di Robert, né quello che le aveva detto in seguito.

“Beh, è un passo avanti”, ammise Meredith.

“Direi di sì”, mormorò Katie.

“Adesso quando vi rivedrete? Stasera?”, le domandò.

“Non lo so… Penso dovesse lavorare tutto il giorno. Forse domani”.

“E’ assurdo che tu non abbia il suo numero di telefono”, sentenziò Meredith.

Katie sospirò. Forse non era stata una buona idea rivelarle anche quel dettaglio, ma una volta iniziato non era riuscita a fermarsi.

“Non mi pare corretto che lui abbia il tuo e possa chiamarti quando preferisce, mentre tu non possa farlo. Almeno gliel’hai chiesto?”

Katie accennò un sorriso che la sua interlocutrice non poteva vedere.

“In effetti no”, ammise.

Non aveva mai dato troppo importanza alla cosa all’inizio. In fondo era normale che toccasse a uno dei due telefonare all’altro, ma di recente aveva preso più volte in mano il cellulare sentendo l’impulso di chiamarlo, salvo poi rendesi conto di non poterlo materialmente fare.

Comprendeva la ragione che l’aveva spinto a non darglielo, però adesso la ragazza sentiva che forse era arrivato il momento di domandarglielo. Nella peggiore delle ipotesi, lui le avrebbe risposto di no.

Ma se lo avesse fatto davvero, lei come l’avrebbe presa? Non le piaceva che fosse lui ad avere il coltello dalla parte del manico, non era mai stato il genere di persona che si fa mettere i piedi in testa e di certo non lo avrebbe permesso a lui, ma la situazione era già delicata.

“Pensi che non te lo darebbe?”, le chiese Meredith cauta.

“Non lo so”, fu costretta ad ammettere.

“Beh, visto che lui ha il tuo e che ti ha addirittura fatto conoscere dei suoi amici… magari dovresti chiederglielo”.

“Forse fai ragione. Ma…”.

“Non vuoi metterlo sottopressione. Ho capito”, concluse Meredith un po’ insofferente.

Katie sospirò.

“Penso che sia già sufficientemente stressato”, ammise.

“Può darsi… Però non mi sembra saggio lasciare che i suoi bisogni prevarichino i tuoi”, asserì. “Scusa, devo ancora prepararmi per l’uscita con James. Ci risentiamo domani, okay?”

“Certo. Divertiti!”

“Grazie”.

Una volta conclusa la telefonata, Katie mise da parte il telefono e si dedicò alla conclusione del suo capolavoro, altresì noto come smalto.

Dieci minuti dopo le sue unghie parevano uscite dal depliant di qualche rivista di Make-Up, purtroppo però sapeva bene che l’effetto avrebbe avuto durata assai breve.

 
Quando scorse la porta del suo trailer tirò un sospiro di sollievo. Si passò una mano fra i capelli con rabbia e tentò nuovamente di calmarsi.

Non riusciva a credere di essersi lasciato andare in quel modo contro Nick, ma non era riuscito ad evitarlo. Afferrò una bottiglietta d’acqua dal minifrigo e ne bevve un sorso.

Quello che era appena successo era ridicolo. Anzi, andava ben oltre l’assurdo. O per lo meno questo era ciò che avrebbe voluto pensare, ma purtroppo non era la prima e di certo non sarebbe stata l’ultima volta in cui qualcuno avrebbe valutato la sua condotta ed espresso un parere non richiesto.

Possibile che per il suo agente fosse così difficile comprendere quanto Katie significasse per lui?

Non voleva sentire parlare di Los Angeles, né di apparizioni pubbliche finché si trovava lì. Era arrabbiato, furioso e in quel momento desiderava soltanto essere lasciato in pace.

Tuttavia, come se qualcuno avesse letto quel pensiero e volesse prendersi gioco di lui, la porta del trailer si aprì e comparve Sarah.

“Ciao!”, lo salutò, prima di accorgersi della sua espressione. “Cos’è successo?”, s’informò un po’ preoccupata.

“Niente. Sto bene”, ribatté sgarbato.

“Lo vedo”, asserì sarcastica. Ma capì che l’amico non aveva voglia di parlarne, quindi cambiò argomento. “Mi sono divertita ieri sera. Katie è molto bella e intelligente”.

“Lo so”, mormorò Robert, accennando un sorriso.

“E per qualche assurda ragione ti trova anche divertente”.

“Grazie tante”.

“Ehi, io ho finto per anni di capire le battute di Nathan!”, gli ricordò. “Lei non finge con te, le capisce davvero.  Quindi non fare cazzate”.

Sentendo quelle parole, Robert inarcò le sopracciglia.

“Scusa?”

“Sto solo dicendo che si vede che tiene a te. E’ una ragazza speciale e tu meriti di essere felice. Però…”.

“Però?”

Glielo chiese quasi in tono di sfida. Voleva sapere qual era il suo problema.
Tanto la sua giornata non poteva peggiorare, o forse sì?

“So che ne abbiamo già parlato, ma anche se fra te e Kristen è finita certi sentimenti non scompaiono dall’oggi al domani solo perché lo si desidera”.

“Non parlo con Kristen da mesi, Sarah”, ribatté. “E non ho alcuna intenzione di parlarle”.

“Ma sei stato tu a dirmi che dovresti partecipare ai Teen Choi…”.

“Questo non significa nulla. Non vuol dire che provo ancora qualcosa per lei, d’accordo?”

“Beh, se lei ti fosse davvero indifferente non ti altereresti così facilmente”, mormorò Sarah.

“L’unica ragione per cui mi altero è che ne ho abbastanza di gente che mi dice quello che devo o non devo fare o provare!”, ruggì.

Non aveva bisogno che anche Sarah mettesse in dubbio le sue parole, né che gli ricordasse quali erano i suoi doveri professionali. Non in quel momento almeno.

Perché nessuno lo voleva lasciare in pace?!

 “Non volevo intromettermi…”, si scusò freddamente.

“Ah no?”, la rimbeccò lui. “Vattene, per favore”.

“Sì, mi pare un’ottima idea”, dichiarò l’attrice, sbattendosi la porta alle spalle.

 
Katie stava sfogliando distrattamente una rivista di moda, che aveva sottratto a Meredith il giorno precedente.
Non era una patita di quel genere di cose, ma non aveva voglia di continuare a leggere il romanzo che aveva poggiato sul comodino qualche sera prima, così quella restava la sua migliore opzione per passare il tempo.

Erano già le 11:42PM, ma non aveva sonno. In effetti i suoi pensieri si intersecavano.
Aveva riflettuto molto sulla conversazione avuta con Robert riguardo alla sua storia con Kristen ed anche alle parole di Meredith. Forse avrebbe veramente dovuto prendere il coraggio a due mani e chiedere a Robert il suo numero. Oppure era una pessima idea.
Non era da lei essere indecisa, ma stavolta non sapeva proprio cosa fosse più giusto fare.

Girò pagina e concentrò la sua attenzione su un articolo sulle nuove collezioni autunno/ inverno. Decisamente quella rivista non faceva per lei, così optò per abbandonarla sul comodino in favore di una puntata di Once Upon A Time.

Le piaceva molto quel telefilm, era gradevole pensare che “Se due persone sono fatte per stare insieme, troveranno il modo di stare insieme”. Charming e Snow ripetevano quella frase costantemente nella prima stagione ed alla fine riuscivano davvero a ritrovarsi. Peccato che quella fosse soltanto una favola.

Lei e Robert erano destinati a stare insieme? Probabilmente la risposta era no.
In cuor suo Katie sapeva bene che come “coppia” non avevano poi tutte queste grandi chance di costruire un futuro insieme. Robert aveva ragione nel dire che conducevano vite davvero molto diverse e ovviamente vivere ai due capi opposti del Pianeta non sarebbe certo stato d’aiuto… Senza contare il resto.

Forse avrebbe fatto bene a lasciar perdere immediatamente, prima di farsi troppo male, ma non poteva farlo, perché lui era troppo importante. Nonostante tutte le circostanze fossero assolutamente contro di loro, Katie non voleva e non poteva rinunciare a lui. Non l’avrebbe fatto.

Stava ascoltando l’ennesima congettura di Regina, quando qualcuno suonò alla porta. Katie cliccò “pause” e lanciò un’occhiata alla sveglia, allarmata. Segnava quasi mezzanotte.

Chi poteva cercarla a quell’ora?

Forse si trattava dei vicini che avevano sbagliato campanello. In quel caso avrebbe veramente dato i numeri quella sera. Era una fortuna che non stesse dormendo, perché quel suono di certo l’avrebbe svegliata di soprassalto con il cuore in gola.

Percosse con lentezza esagerata i pochi metri che la separavano dall’ingresso e, nel chiedere chi fosse, ebbe quasi un sussulto. Non era una ragazza ipocondriaca, né altro, ma un campanello che suona di notte avrebbe messo in agitazione anche la persona più calma della Terra. Specie se non aspettava ospiti e viveva da sola.

Il suo cuore perse un battito nell’udire la sua voce.

“Sono Rob. Posso salire?”

Alla ragazza occorse un minuto buono per riprendersi dallo shock.

“Sì, sì. Certo”.

Si guardò intorno, confusa sul da farsi. Indossava già il pigiama, composto da un pantaloncino corto a quadri bianchi e celesti ed una canottiera celeste ed i capelli erano raccolti goffamente in una coda di cavallo, che forse un paio di ore prima aveva anche un aspetto decente, ma non in quel momento.

Per un istante Katie pensò di andare a cambiarsi e/o pettinarsi, ma in fondo era consapevole di non averne il tempo. L’idea di accogliere in casa sua Robert Pattinson con quella mise la rendeva veramente nervosa, però non aveva altre opzioni, se non quella di sciogliere i capelli e ravvivarli alla meglio con le mani. Il risultato non era dei migliori, ma se non altro erano puliti e brillanti.

Sempre meglio di niente, pensò.

 “Ciao”, lo salutò sorpresa ed accaldata, prima di accorgersi della sua espressione.

 “Ciao”, ripeté lui con un sorriso smorzato, passandosi una mano fra i capelli.

Quando l’uomo si rese conto di quello che lei stava indossando fece una smorfia.

“Mi dispiace. Stavi dormendo? Non sarei dovuto venire qui a quest’ora. Accidenti!”

Katie lo fissò preoccupata.

“Non c’è problema. Stavo solo guardando un film”, gli assicurò dopo un istante di silenzio.

Lui annuì appena.

“Okay”.

“Rob, stai bene?”

“Sì, sì certo”.

“Non sembrerebbe”, osservò gentilmente, accarezzandogli una guancia.

Era strano come le stesse parole di Sarah pronunciate da Katie apparissero diverse.

“Scusami, non sarei mai dovuto venire qui a quest’ora, per di più senza neanche chiamarti”.

Katie continuò a fissarlo. Pareva veramente sconvolto.

“Non fa niente”, ripeté.

“Dovrei essere in hotel, ma… Non volevo restare da solo stasera”, le confessò.

La ragazza si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò, teneramente.

“Puoi stare qui per tutto il tempo che vuoi”, gli disse.

“Grazie”, mormorò.

Katie sorrise, afferrò la sua mano e lo guidò verso la sua camera.

Rimasero sul letto in silenzio, sdraiati l’uno vicino all’altra per qualche minuto prima che lui parlasse.

 “Non sono stato sincero, Katie”, ammise a un certo punto Robert, senza avere il coraggio di guardarla. “Ci sono delle cose che non ti ho detto”.

Katie lo fissò seria.

“Mi dispiace”, ripeté lui. “Mi dispiace tanto”.

Lei chiuse per un attimo gli occhi.

Era finalmente arrivato il momento che tanto temeva?

“Ti devo più di una spiegazione, ma… Potremmo non parlarne adesso, per favore?”

“D’accordo”, acconsentì, stringendosi a lui e sperando che quella non fosse l’ultima volta in cui poteva farlo.




Buon week end!!!
So di essere ormai nota per concludere i capitoli sul più bello, lasciando mille argomenti in sospeso, ma vi prometto che nel prossimo molti misteri saranno svelati!
Finalmente Rob ha parlato con Nick e le cose non sono andate poi così bene... E anche Sarah, solitamente una sorta di "spalla" per lui, stavolta non l'ha aiutato affatto quasi insinuando che ci sia ancora qualcosa che lo lega a Kristen.
Rob ha confessato a Katie di non essere stato sincero con lei... Tuttavia, l'essere andato a casa sua cosa potrebbe significare? Vi pare strano che Rob non le abbia mai dato il suo numero di telefono dopo tutte queste settimane?
Un bacione e al prossimo capitolo. <3
Baci
Vale
Una piccola nota: questo capitolo è dedicato a tutte le ragazze a cui è capitato di "lottare" con quella cosa diabolica chiamata smalto! ;)


 

  
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