Capitolo 14
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Taisei
“Dannata stupida scimmia, che diavolo stai facendo?” la
voce del giovane monaco riecheggiò nell’aria, troppo lontana e non abbastanza
forte da superare il vento che sferzava il Golden Gate Bridge. Intanto, sulla
strada sottostante, le esplosioni continuavano a ripetersi costantemente,
provocando l’incessante ronzio dei mastodontici cavi metallici che sovrastavano
il bonzo, furioso ed attonito.
“Guarda un po’ chi si rivede. Sei l’ultima
persona che mi sarei aspettato di trovare quassù. “
Una profonda voce
familiare lo fece sussultare, l’uomo sollevò lo sguardo di scatto ma fu subito
costretto a chiudere gli occhi, abbagliato dalla luce del sole, prossimo al
tramonto. In quell’istante poté solo distinguere un’ombra scura che gli si
stagliava davanti. Ritta in piedi incombeva su di lui minacciosa, ma non gli fu
necessario vederne il volto per comprendere chi fosse; Sanzo sapeva chi aveva di
fronte, prima ancora che lo sconosciuto si avvicinasse e lo afferrasse per i
capelli, prima che lo sollevasse bruscamente in piedi e lo spingesse rudemente
contro il pilone d’acciaio.
“Bastardo!” cercò la shoreijiu, nascosta al
sicuro sotto la camicia ma, non appena ne afferrò il calcio, la mano libera del
suo aggressore gli artigliò la gola e prese a stringerla come una
morsa.
“Così sei stato tu. Tu hai avvisato le streghe, tu hai condotto a me
la piccola Phoebe, l’avrei presa anche questa volta se quel maledetto Hòmura non
si fosse intromesso.”
Il Rinnegato chiuse per un istante gli occhi, il cui
cristallino brillava nero come la pece, riflettendo il volto dolorante del
monaco, prossimo a svenire per la mancanza d’aria ed emise un rantolo, simile ad
un ruggito, la sua bocca si piegò lievemente ed il liscio e giovane volto del
successore di Nataku, divenne livido ed orrendamente rabbioso, come mai si era
presentato quando il dio era ancora in vita.
Sanzo si riscosse, colse
l’attimo di disattenzione del nemico e sollevò la pistola, premette il grilletto
puntando con precisione al cuore. Hòmura lasciò libera la gola del bonzo ed
indietreggiò barcollando, con una mano stretta al petto, ma improvvisamente
scoppiò a ridere e, senza degnarsi di rialzare gli occhi sul giovane che teneva
ancora stretta in pugno la pistola fumante, aggiunse: “Ancora non ti dai per
vinto? Bisogna darti atto della tua incredibile tenacia, piccolo Koryu della
corrente del fiume.”
“Come diavolo conosci questo nome, maledetto?” domandò
quindi il bonzo.
Ormai aveva ben poco da fare per contrastare il Rinnegato
che, nonostante avesse perso i poteri del sutra del cielo Demoniaco, aveva
ancora in sé sufficiente forza da prenderlo di peso e buttarlo giù dal ponte;
tanto valeva togliersi qualche dubbio e chissà, magari costringerlo a parlare il
più a lungo possibile, sperando in un’esplosione, provocata dalla stupida
scimmia, che avrebbe frantumato l’intero ponte e trascinato all’inferno sia
lui che il maledetto essere che si era impossessato del corpo del defunto dio
della guerra.
“Come conosco questo nome? Davvero vuoi sapere questo,
monaco? Stai per morire e ti interessa sapere come conosco il tuo nome?” Il
Rinnegato lanciò a Sanzo uno sguardo interrogativo e scoppiò a ridere
sguaiatamente.
“Non è il mio nome!” si ribellò il giovane. “Non lo è più dal
giorno in cui colui che me lo diede morì per … “ non completò la frase.
Perché mai doveva rivelare al nemico particolari tanto personali della sua
vita. Che diavolo gli prendeva? Perché sentire quell’essere dannato pronunciare
con tanta leggerezza il nome che il suo maestro aveva scelto per lui il giorno
in cui lo aveva raccolto e salvato dalle acque impetuose del fiume Koryu, gli
provocava tanto dolore? Era solo un nome, un nome odiato e dimenticato, un
nome amato e perduto, come l’uomo che glielo aveva donato.
Sanzo poggiò la
schiena al freddo metallo del ponte, un nodo gli si formò in gola ma lo scacciò,
come aveva sempre fatto, da quel maledetto giorno in cui era stato investito
della carica di Sanzo Hoshi ed era rimasto di nuovo orfano nel giro di pochi
terribili minuti. Alzò ancora la shoreiju e premette il grilletto ma questa
volta l'arma scattò a vuoto.
“Merda.” borbottò a denti
stretti.
“Meglio così, almeno smetterai di provarci inutilmente.” sghignazzò
il Rinnegato.
“Posso sempre tirartela in fronte.” minacciò l’altro “Non ci
guadagnerei granché, ma sarebbe una soddisfazione.”
“Sei divertente! Mi
dispiace quasi doverti uccidere.”
Il mostro si avvicinò al bonzo che rimase
impassibile ad attendere la propria fine; sollevò verso l’alto il palmo della
mano destra e dal nulla, accompagnato da una lieve e quasi indistinguibile
nebbiolina nera, comparve un lungo pugnale che luccicò del sangue del
tramonto.
Sanzo sgranò gli occhi, la sua bocca, improvvisamente secca, si
schiuse lievemente, mentre il fiato gli si bloccava in gola.
“Sorpreso?”
sorrise il Rinnegato. “Pensavi che non avessi più poteri? Pensavi che
togliendomi il potere del sutra del Cielo Demoniaco sarei diventato un patetico
ed insignificante ammasso di carne quale sei tu? Anche io ho i miei poteri,
Koryu, poteri che le streghe credono di avermi tolto ma che mi sono stati
restituiti appieno da colui che mi ha donato anche l’energia necessaria per
tornare in forze, dopo il loro ultimo terribile attacco e che mi ha fornito le
informazioni necessarie per evadere dal maledetto limbo in cui mi avevano
imprigionato. Egli ha fatto in modo che il varco venisse aperto in questo mondo
ma quel maledetto Anziano mi ha serrato la strada e le streghe pochi anni dopo
hanno eliminato anche l‘unico minuscolo spiraglio di speranza, l‘unico punto di
contatto che avevo ancora con questo mondo da migliaia di anni. Maledette, me la
pagheranno. Sempre Lui però è riuscito a contattarmi anche nel Nulla, sempre Lui
ha fatto in modo che Hòmura raggiungesse il suo scopo ed aprisse un portale tra
il Nulla ed il Togenkyo e mi ha parlato di te, Koryu della corrente del fiume:
colui che avrebbe avuto l‘energia spirituale necessaria per sopportare la mia
rinascita, colui che detiene in sé sia il sacro che il profano.”
Il cuore del
monaco sussultò, aveva già sentito quelle parole in passato, pur senza
comprenderle.
< Hai in te sia il sacro che il profano, Koryu >
“Ukoku … “ bisbigliò attonito. Dunque il Sanzo eretico che aveva incontrato
quando era solo un bambino, non solo aveva aperto i portali tra i due mondi,
tentando di impossessarsi dei poteri dell’Origine Celeste, aveva anche
indirizzato il Rinnegato sulla sua strada e gli aveva rivelato il nome che gli
aveva dato il maestro Komyo Sanzo.
Era solo colpa di quel maledetto se ora si
trovava in una situazione tanto assurda, sul punto di morire in un mondo
insulso.
“ … Attraverso il tuo corpo ho raggiunto di nuovo la luce,
attraverso di te ho ottenuto il potere del sutra ed infine tu avresti dovuto
concederti come mio guscio in questo mondo ma hai resistito, sei stato più forte
di quanto potessi immaginare ma non importa, non importa. Ho trovato un corpo
migliore, il corpo di un Dio ed ora potrò gustarmi il piacere di vedere il
terrore nei tuoi occhi e di prendermi la tua vita lentamente, scuoiandoti con
tutta calma.
Dopodichè mi riprenderò il potere del Cielo Demoniaco che
detieni e solo allora tutto ciò che sogno da sempre avrà inizio. Coloro che mi
hanno rinchiuso vivranno ciò che sono stato costretto a subire per tanto tempo.
Il mio mondo diventerà il vostro e sarò finalmente libero in un’esistenza senza
né bene né male.” sorrise, estasiato dalle sue stesse parole.
“Hai finito?”
domandò quindi il giovane. La rabbia verso il monaco eretico sciolse il ghiaccio
che gli aveva attanagliato le viscere, il bonzo recuperò il tono sarcastico
nonostante il pugnale puntato alla gola.
“Hai tanta fretta di morire, bonzo?”
Sanzo in tutta risposta mostrò un sorriso di sfida.
“Hai sbagliato i
calcoli, imbecille! Non hai i poteri dei Cieli della Creazione e non li ho
neppure io, dovrai ricominciare la tua caccia al tesoro, prova a chiedere al tuo
amichetto Ukoku, chissà che non ti aiuti di nuovo.”
Il Rinnegato fissò
accigliato il giovane monaco poi improvvisamente cominciò a ridere
sguaiatamente.
“Bene, bene dunque sai chi mi ha aiutato a giungere in questo
mondo ma temo che questo sia l’unico punto per cui possa darti ragione. Non
dovrò cominciare alcuna caccia al tesoro per trovare i Poteri dei Cieli, sono
giunto quassù proprio per questo motivo, il piccolo Seiten Taisei mi ha guidato
percependo l’energia della Creazione. I portali sono qui e non appena si
riuniranno al potere della Terra che risiede nel tuo piccolo amico, non mi
importerà più scoprirne l‘esatta ubicazione perché la loro semplice vicinanza
darà inizio all‘apertura dei Cieli. Devo solo attendere l’arrivo dei tuoi amici,
loro mi porteranno ciò che tu stesso con tanta determinazione mi hai di nuovo
sottratto. Anche se, ad essere sincero, pensavo che conservassi sempre con te il
potere del Cielo Demoniaco. Affidare un tale potere ai tuoi amici demoni, mio
caro Koryu, non me lo sarei mai aspettato da te.” concluse infine il
mostro.
“Si può sapere di che diavolo stai parlando? Io non ho affidato ai
miei servi - calcò la parola - proprio un accidente!”
Homura lo fissò con
aria interrogativa ed il bonzo proseguì.
“L’incantesimo non ha funzionato,
razza di decerebrato! Quando abbiamo tentato di richiamare il potere del cielo
Demoniaco, non è tornato a me! Il tuo piano non funzionerà perché noi non
abbiamo alcun sutra. Non so cosa quella stupida scimmia abbia sentito o ti abbia
detto ma le tue preziose streghe sono solo riuscite ad evocare il potere del mio
mondo per unificarlo a…” improvvisamente si zittì e sgranò gli occhi.
Poteva
essere così semplice?
“… lasciati guidare, Leo. Lasciati guidare da tuo
figlio.”
Non diceva questo la lettera dell’anziano Gideon?
“… Il
piccolo Wyatt può guidarti verso i portali, poiché lui stesso …”
Non
poteva essere! Aveva avuto il potere sotto il naso fin dal primo momento?
Per
questo aveva percepito un senso di familiarità nel bambino delle Halliwell? Per
questo le premonizioni della strega erano sempre legate alla loro stessa casa?
Lì giaceva il potere del Cielo Demoniaco dal giorno della nascita del
piccolo?
Secondo il Rinnegato, Seiten Taisei aveva percepito sul ponte la
presenza dei poteri dei Cieli, che dovevano trovarsi quindi nelle vicinanze.
Perché non li sentiva? Perché si sentiva così dannatamente
confuso?
Risposta semplice, per colpa del moccioso!
Fin dall’inizio
dall’irruzione in casa Halliwell, lo aveva avuto in mezzo ai piedi e fin da quel
momento la presenza del Cielo Demoniaco lo aveva accompagnato. Non ci aveva
fatto caso. Fin dall’investitura a Sanzo Hoshi al momento in cui il Rinnegato
non glielo aveva sottratto, si era sentito protetto e circondato da quello
stesso potere, l’aura che circondava il piccolo stregone, per il bonzo era
risultata naturale come il portare il sutra sulle spalle. Come notare qualcosa
che era sempre stato parte integrante della sua stessa esistenza?
Non ci
aveva fatto caso e, nel momento in cui i due poteri provenienti dalle due
dimensioni si erano riuniti, si era solo sentito confuso. Quella stessa
sensazione era diventata solo più forte e vasta, senza un reale punto
d’origine.
Non aveva capito, come poteva essere stato tanto
stupido?
“Adesso basta. Il nostro gioco finisce qui, Genjyo Sanzo. Porterò i
tuoi saluti a Seiten Taisei.”
Il rinnegato sollevo il pugnale, pronto a
colpire.
“Sanzo!” una voce familiare risuonò decisa, alle spalle del dio
della guerra.
“Sta giù!”
Il dio si voltò sorpreso, con la mano armata si
schermò gli occhi mentre una luce abbagliante si avvicinava velocemente.
Sanzo fece appena in tempo a divincolarsi, liberarsi della presa del nemico
ed inginocchiarsi a terra.
Una bolla di Chi colpì Hòmura in pieno petto, lo
sollevò di diversi metri e lo sospinse oltre il margine del traliccio. Cadde nel
vuoto senza un gemito.
“Sanzo!” Hakkai accorse in aiuto del giovane
monaco.
“Il bambino!” sbottò il biondo, non appena l’amico lo aiutò ad
alzarsi.
Accanto a loro Leo, apparso sul ponte assieme al demone, sembrava
preoccupato e controllava che l’uomo non avesse subito ferite.
“Tuo figlio!
Dove diavolo è tuo figlio?” Sanzo lo afferrò per il bavero e lo strattonò senza
convenevoli.
“E’ lui la chiave!” urlò, prima di attendere
risposta.
“Sanzo, calmati.” Hakkai afferrò gentilmente le mani del bonzo. “Lo
sappiamo, Sanzo. Era scritto sulla lettera di Gideon. Il bambino è al sicuro ma
non possiamo dire lo stesso di noi.” guardò in basso con preoccupazione
crescente.
Le esplosioni non si erano ancora placate.
Anche il demone
gentile aveva senza dubbio riconosciuto la forza vitale di Goku, infatti fissò
per un lungo momento l’amico negli occhi.
Questi resse lo sguardo in
silenzio ed annuì lentamente, prima di dire: “Dobbiamo fare in modo di tenerli
separati. Se si avvicinassero sarebbe la fine…”
“Non se non abbiamo gli
altri…” mormorò pensieroso Hakkai. “Quando Hòmura ha agito l’ultima volta ne
aveva due, più il potere di tre divinità, ora immagino gli servano tutti, senza
altri poteri…”
“Li ha… “ mormorò enigmaticamente il bonzo guardandosi
attorno. “O li avrà a breve, eccetto il bambino. Dobbiamo tenerlo lontano da
questo luogo, dobbiamo tenerlo lontano dalla scimmia.” Guardò il ponte sotto di
loro e barcollò lievemente.
“Intanto credo sia il caso di allontanarci noi
di qui.” mormorò Leo, finalmente libero dalla stretta del bonzo.
“Il
Rinnegato potrebbe tornare e dobbiamo trovare il modo di aiutare le ragazze a
fermare la furia laggiù.” indicò la strada in basso. Le esplosioni sembravano
essersi esaurite ma il fuoco continuava a bruciare imperterrito e presto nuove
automobili sarebbero state coinvolte nell’incendio.
“Le ragazze?” Sanzo
guardò sorpreso Hakkai. “Quelle stupide non vorranno scontrarsi con Goku?”
“Le abbiamo lasciate alla scuola di magia.” mormorò il demone.
“Secondo i
piani, sarebbero dovute andare a casa di mio suocero.” annuì Leo, “Ma, a quanto
pare, hanno comunque deciso di fare di testa loro.” sentiva chiaramente la
presenza della moglie e delle cognate sul ponte. Sapeva che non avrebbero
assistito senza batter ciglio alla morte di tanti innocenti ma aveva sperato che
la difesa del piccolo Wyatt avrebbe portato almeno Piper a tenersi lontano dai
guai.
A quanto pareva si era sbagliato, erano orbitate sul ponte subito dopo
la partenza sua e del demone dagli occhi verdi ma a differenza loro, erano
ricomparse proprio davanti a Seiten Taisei il quale, con un ghigno
agghiacciante, stava malmenando un innocente scampato miracolosamente al
maxitamponamento.
“E’ la mia visione.” mormorò Phoebe, con un tremito.
“Beh, vediamo di fermarla!” Piper sollevò entrambe le mani dirette contro il
ragazzino. Un’esplosione lo investì in pieno e lo scaraventò a diversi metri di
distanza, dove giacque a terra apparentemente incosciente.
Paige corse in
soccorso dell’innocente ma appena gli fu accanto, sospirò: “Troppo tardi… credo
sia morto…”
Piper si guardò attorno nervosamente.
“Quante persone
pensate abbia ucciso?”
Le fiamme invadevano la strada, la maggioranza delle
macchine nella parte centrale del ponte erano carbonizzate, si distinguevano gli
scheletri di automobili cappottate tra le lingue di fuoco incandescente, una
parte del guardrail era completamente distrutta, le lamiere piegate verso
l’esterno lasciavano intendere solo che una o più macchine dovevano essere
addirittura state sbalzate giù dal ponte e precipitate negli abissi.
“Dio…”
mormorò Phoebe.
“Noi dovremmo tentare di salvare quel mostro?” chiese Piper
a denti stretti.
“Secondo Hakkai, non è in sé. Agisce sotto il controllo di
…”
“E’ un demone! Sono tutti demoni! Come facciamo a fidarci? Guardate che
casino! Come possiamo sapere che non ci abbiano solo distratte con la storia dei
portali per lasciare agire liberamente quel… quell‘essere?” Piper sembrava
sconvolta.
“La mia visione…” mormorò semplicemente la sorella.
“Quel che
ho visto accadere nella nostra casa. Il ragazzino uccideva tutti quanti,
compresi Sanzo e i suoi compagni.”
“Allora cosa dovremmo fare? Lasciare
perdere? Non punire nessuno? Ignorare i morti e salvare il loro
assassino?”
Le tre sorelle si guardarono impotenti.
“Piper!” Phoebe fece
appena in tempo a chiamare la sorella la quale, colpita al volto, piroettò su se
stessa un paio di volte, prima di cadere a terra priva di sensi.
Non passò
neppure un istante, anche le altre due streghe furono subito raggiunte dal
demone scimmia, uscito completamente illeso dall’attacco iniziale della sorella
maggiore.
Seiten Taisei rivolse loro un’espressione di puro odio, fermandosi
a fronteggiarle, come a voler scegliere da quale delle due
cominciare.
“Paige! Orbitaci via di qua!”
Non riuscirono a muovere un
muscolo, il ragazzino si muoveva troppo in fretta. Colpì per prima Phoebe e la
scaraventò oltre il guardrail, la ragazza precipitò urlando, dopodichè agguantò
Paige la buttò a terra con un pugno sul volto e, incombendo su di lei, cominciò
a torcerle il collo con un largo sorriso a deformargli il volto. Aveva gli occhi
iniettati di sangue e l’atto di stringere la gola della giovane strega, non
sembrava richiedergli alcun particolare sforzo. Si stava semplicemente
divertendo, seduto sullo sterno della sua vittima mentre questa scalciava, via
via sempre meno vigorosamente.
Un secondo prima di perdere i sensi, Paige
ricordò stupidamente di essere mezzo angelo bianco, si concentrò ed orbitò
lontano dagli artigli del demone.
Non riuscì ad allontanarsi di molto era
troppo intontita ed il pensiero delle sorelle in pericolo non l‘aiutò, quando
ricomparve senza fiato accanto al corpo inerte di Piper prese a tossire
convulsamente e attirò di nuovo su di sé l’attenzione di Seiten Taisei che si
voltò di scatto e ringhiò infastidito dalla sua fuga.
“Portiera!”
Riuscì
a colpirlo con una portiera carbonizzata, prima che il mostro la
raggiungesse.
Il demone rotolò sull’asfalto ma, quando si rialzò in piedi,
era illeso e molto più infuriato. Le si avventò nuovamente contro, la strega
afferrò il polso della sorella ancora svenuta e strinse gli occhi pronta ad
orbitare.
“Ehi! Stupida scimmia con lo stomaco nel cervello!”
Sha Gojyo
comparve in un turbinio di scintille azzurre, l’arma stretta nelle mani, lo
sguardo combattivo ed il piccolo Wyatt in piedi accanto a lui.
“Ok, piccolo,
ora sparisci.” gli mormorò il demone kappa, senza togliere lo sguardo da Son
Goku che si era fermato in mezzo al ponte ed aveva ora tutta la sua
attenzione.
Wyatt obbediente orbitò e sparì.
“Che cos’è quella
faccia, scimmia? Non sei felice di …” non terminò la frase, parò a fatica il
primo attacco, sollevando l’asta. Piroettò agilmente su un piede, si abbassò e
colpì il demone alle caviglie. Prima che toccasse il suolo, lo colpì con tutta
la forza con un calcio nello stomaco e lo scaraventò lontano da sé; Seiten
Taisei rotolò dritto nelle fiamme.
“Paige! Tutto bene?” il demone dai
capelli rossi corse incontro alla strega. “Dov’è Phoebe?”
Esplorò con
un’occhiata l’intero ponte ma della terza strega non v’era segno.
Paige
sussultò e tentò di alzarsi in piedi ma barcollò e Gojyo l’afferrò.
“E’
caduta… è…”
“Bagnata fradicia…”
La strega comparve dietro Gojyo, era
zuppa ma illesa ed accanto a lei c’era il piccolo angelo bianco, a sua volta
fradicio. Wyatt non era tornato a casa del nonno, come prevedeva il piano, aveva
percepito la zia in pericolo ed era orbitato direttamente nelle fredde acque
della baia per trarla in salvo.
La rimpatriata durò poco; come una fenice il
demone scimmia saltò fuori dalle fiamme e si avventò su Sha Gojyo con irruenza
e, nonostante questi si difendesse egregiamente, lo costrinse ai margini del
ponte, in pochi istanti.
“Ruota!”
Paige tentò di aiutare il demone kappa
scagliando contro Seiten Taisei i resti delle macchine distrutte ma riuscì solo
ad innervosirlo; il ragazzino, infatti, subì pochi danni dagli oggetti
lanciatigli contro, non si distrasse dal combattimento con Gojyo e, dopo aver
schivato un colpo di lancia, colpì l’avversario allo stomaco.
Nuovamente si
avventò contro la strega più giovane con la chiara intenzione di uccidere. Ogni
secondo si faceva più vicino, niente avrebbe fermato il suo attacco, l’avrebbe
colpita e ridotta in poltiglia, proprio come Phoebe aveva predetto nella sua
visione.
La giovane strega non reagì, né tentò di scappare, mosse solo un
passo indietro ed inciampò per cadere rovinosamente a terra.
Presto il
demone scimmia l’avrebbe uccisa e non riusciva a pensare ad altro.
“Paige!
Orbita!”
La voce di Phoebe la riscosse dal torpore dato dalla paura. Prese
fiato ed orbitò, mentre Son Goku le passava attraverso, cercando di colpire le
scintille azzurre.
Dimenandosi come un ossesso, il demone cominciò a menare
pugni nel vuoto ed inseguire il movimento delle scintille azzurre, senza
successo quando queste si sollevarono nell’aria troppo in alto per lui, a quel
punto ruggì con rabbia e presto tornò a posare lo sguardo su Gojyo e Phoebe,
fermi ora accanto al corpo esanime di Piper.
Un colpo di pistola risuonò
violento nell’aria.
“Perché non provi a giocare con questa, stupida
scimmia?”
I biondi capelli del venerabile Genjyo Sanzo Hoshi brillavano,
illuminati dal vermiglio del tramonto e si muovevano disordinatamente,
scompigliati dal vento ora più forte, ma l’arma che stringeva nella mano destra
era ferma e puntata, con la sicurezza di un cecchino, contro fronte di Son Goku
il quale, tuttavia, non si lasciò intimidire e, con un ringhio animalesco, si
lanciò all’attacco.
“Strega!” pronto il monaco lanciò qualcosa in aria. Un
cerchio dorato superò il ragazzino e luccicò azzurro, quando venne illuminato
dalle scintille della magia degli angeli bianchi.
“Diadema!”
Paige era
ricomparsa accanto a Sha Gojyo ed incomprensibilmente aveva colto al volo il
piano del bonzo.
Il diadema scomparve in un turbinio azzurro e ricomparve
l’istante successivo sulla fronte del mostro. Per brevi secondi, Seiten Taisei
si dimenò ancora, si portò rabbioso una mano al viso ma, prima ancora di
riuscire ad afferrare il metallo, i suoi occhi subirono un improvviso mutamento,
sotto lo sguardo attonito della famiglia Halliwell, i capelli castani divennero
più corti, le zanne e gli artigli si ritrassero, il ghigno malvagio si rilassò,
per lasciare il posto al volto infantile e spaventato di un ragazzino
ingenuo.
“Sanzo…” mormorò, prima di cadere a terra incosciente. Genjyo Sanzo
Hoshi lo afferrò prima che colpisse il suolo.
“Stupido moccioso, fammi
correre ancora così e giuro che ti ammazzo!” rispose minaccioso il monaco.
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Chi l'avrebbe mai detto?
RIECCOMI!
MWHAHAHAHA OK non odiatemi, è passato più di un anno dall'ultimo
aggiornamento. Non ho giustificazioni credibili... diciamo solo che avevo perso
del tutto l'ispirazione. Spero che ora mi rimanga fino alla fine della storia.
Per il momeno posso dire solo "Chiedo perdono, umilmente perdono ed ancora
perdono."
Niente paura mi cospargerò il capo di cenere per i prossimi mesi.
Per tornare alla storia, sono certa che tutti quelli che la seguivano ormai
dovranno rileggersela tutta per recuperare il filo, persino io che l'ho scritta
non mi ricordavo bene a che punto fossimo XD . Sappiate però che nei prossimi giorni tenterò anche di ricorreggere i vecchi capitoli che, dopo una breve scorsa, mi
sembrano un po' incasinati qua e là...
Intanto beccatevi questo capitoletto,
nel frattempo penserò a come andare avanti XD ... ok ok scherzo, so già come
proseguire e tenterò di riuscirci in tempi brevi ;) baciotti Daeran.
Un grazie a chi mi ha mandato mail per chiedere il seguito della ff... SCUSATE :(