Film > Un mostro a Parigi
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Autore: Malanova    08/10/2013    2 recensioni
E' passato un mese da quando Francoeur è ritornato all'Oiseau rare ed è diventato a tutti gli effetti il partner cabarettistico di Lucille. Ma una misteriosa ragazza arriva a Parigi insieme al circo Claire de lune e una serie di piccoli eventi vedranno il musicista di nuovo in pericolo. Sperando di riuscire a fare ciò che ho scritto; vi auguro una buona lettura. Attenzione: la storia è stata aggiustata facendo si di aggiungere piccole particine e togliendo qualche incongruenza. Grazie e alla prossima!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francœur, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Francoeur si calcò meglio il cappello sulla testa e procedette il suo cammino, a testa bassa. Ormai era arrivato nei pressi del circo e tra pochi secondi i due nani che facevano da sentinella in cima ai vagoni lo avrebbero visto e corso ad avvisare il Direttore. Strinse la cartella con più forza e allungò il passo con determinazione. Iniziarono a cadere le prime gocce di pioggia invernale.

Come aveva predetto; i due fratelli Rui che stavano in cima al varco d’entrata lo videro e subito uno dei due scese agilmente dal vagone ma fu bloccato da una mano ricoperta di peli grigio chiaro. Lobo lo sollevò di peso e biascicò “Dove credi di andare moscerino? Ritorna al tuo posto di sentinella …” “Razza di imbecille, mollami!” rispose l’altro afferrando con la sua piccola mano il polso del suo aggressore “La pulce gigante si sta avvicinando al circo … devo avvisare il capo!”. Il lupo mannaro lo guardò perplesso “Quanto hai bevuto nano? E’ impossibile che quel mostriciattolo si avvicini al Claire de lune di sua spontanea volontà … C’e Hafaza con lui?” “No, non c’e Hafaza … Ti dico che è da solo … Se non mi credi chiedilo a mio fratello! Lo sta tenendo d’occhio là in alto …”. Lobo lo buttò a terra e ringhiò. Per tutta risposta l’altro gli fece un gestaccio e corse verso il vagone del Direttore. “Quella pulce o deve essere pazza oppure molto stupida …” borbottò alla fine. Tirò il cappuccio sulla sua testa e si arrampicò sul vagone dove c’era l’altro Rui. In effetti il Mostro si stava avvicinando a passi svelti, stringendo tra le zampe qualcosa … “Hai controllato se nei dintorni non ci fossero qualcuno dei suoi amici? Potrebbe essere un imboscata …” “Anche se lo fosse sarebbe da pazzi … Li superiamo di numero e nessuno di loro, tranne Kalima e Aden, sa combattere. No … Quello è venuto da solo …” ribatté Rui. Prese una fiaschetta dalla cintola e la porse al lupo. “Fatti un goccio” gli offrì il nano facendo un mezzo sorriso “Ti aiuterà a dimenticarti delle ferite e dei dispiaceri … ”. Il lupo mannaro fece un cenno di ringraziamento e ingoiò il liquido. Il pelo gli si rizzò ed emise un guaito.

Il Direttore del circo, appena sentì la notizia, non poteva credere alle sue orecchie: il Mostro di Parigi era venuto di sua volontà al Claire de lune?! In principio pensò che il nano avesse esagerato con la vodka scadente che era solito a bere ma Maynott lo tranquillizzò con queste parole “Quella bestia avrà anche un talento nel cantare e suonare la chitarra ma ha un cervello di un bambino di tre anni … visto che non gli stai dando tregua nella caccia avrà deciso di consegnarsi purché tu non faccia del male ai suoi amici” “Che anima pura e nobile” commentò ridacchiando Cyfer ed insieme si avviarono verso l’ingresso. Nonostante la pioggia; per lui la giornata non poteva essere più bella.

Francoeur venne immobilizzato da Lobo e dal Rui. Lo buttarono a terra, macchiando i suoi vestiti bianchi di fango, ma lui non se ne preoccupò. Più che altro temeva che la cartella che aveva tra le braccia potesse cadere e che l’acqua rovinasse il suo contenuto. Lobo la notò e ringhiò “Cosa tieni lì dentro? Le tue ultime volontà?” e lì iniziò a ridere sguaiatamente. Ma la sua risata si spense quando l’insetto lo guardò dritto nei occhi e gli porse la cartella. In lui non c’era traccia di terrore o di rabbia. Lo fissava determinato e intanto gli porgeva la cartella. Quando sentirono la voce del Direttore e di Maynott, la pulce sussultò. Questa volta supplicava al lupo di prenderla. “Che cos’è quella cartella? Perché te la porge?” domandò il Rui guardandolo storto “Che vuoi che ne sappia io?” rispose l’altro guardando Francoeur confuso. Poi fu questione di un attimo.

“Che onore essere visitati dal celebre Mostro di Parigi!” gridò entusiasta il Direttore “Sono sicuro che il tuo soggiorno nel Claire de lune sarà piacevole, se ti comporterai bene …”. Poi notò la cartella di cuoio che l’insetto gigante stringeva a sé “Che cos’è …” iniziò a chiedere l’uomo ma subito dopo il suo viso impallidì “Dove hai preso quella cartella?!” urlò diventando di colpo paonazzo “Come fai ad avercela tu? Come ne sei entrato in possesso?!”. Vedendo che non gli dava risposta, Maynott disse “Ti conviene rispondere parassita: Luis quando si arrabbia diventa più aggressivo di me …”. Francoeur spalancò la bocca e fece il suo verso. “Ah, impossibilitato a parlare … Che cosa buffa” disse il Direttore calmandosi un po’ “Giuro di aver sentito in giro che tu canti come un usignolo … Forse il mio bastone elettrico ti potrà accompagnare nelle note alte …”. Poi ordinò a Lobo e ai due fratelli Rui “Portatelo nel mio vagone”. Lobo chiese, esitando “Signore … Che cosa contiene quella cartella?”. Il Direttore lo fissò con gli occhi divenuti quasi bianchi dall’ira “Non ti riguarda” rispose glaciale e lo avvertì “E se non vuoi assaggiare di nuovo la frusta di Maynott; ti conviene non pormi più questa domanda … Sono stato abbastanza chiaro?!” “Si, signore …” “Bene! Ora portalo nel mio vagone …”.


Hafaza aveva seguito le tracce di Kalima fino ad arrivare nella serra. Anche lui, come Lobo, aveva l’olfatto molto sviluppato ma non era più sicuro di voler adempiere la sua missione. Per la prima volta aveva dei dubbi e dei pensieri. Tutti scaturiti da quelle brutte cose che la ragazza gli aveva detto quando si erano ritrovati da soli in quella casa “Ascoltami Hafaza! So che quello che sto per dirti ti sembrerà assurdo e crudele ma è la verità: prima di arrivare al Claire de lune tutti noi artisti eravamo persone normali … eravamo umani. Poi, un giorno, il Direttore c’ha strappato dalle nostre case, dalle nostre famiglie e ci ha trasformato in questi fenomeni da baraccone …” “Tu menti!” aveva urlato allora lui “Direttore, anche se picchia, è buono: lui ci difende da persone cattive che vogliono fare solo male a noi …”. Lei allora lo aveva guardato con quella dolce tristezza e gli aveva chiesto “Allora dimmi una cosa … Ti ricordi la tua vita prima di venire a vivere al circo?”. E lui si era sforzato tanto, tantissimo, fino a ripescare nella memoria la figura di una donna, bellissima, che correva in mezzo a un campo di grano in piena estate, quando il sole stava per tramontare. Aveva i capelli biondi raccolti dietro alla nuca e un vestitino marroncino che metteva in risalto l’esile figura. Quando si era voltata verso di lui gli aveva sorriso, allegra, facendo brillare i suoi occhi castani e spiccare le lentiggini sul suo viso. Lui urlò, ritornando alla realtà, ed aveva schiaffeggiato Kalima con forza. Il colpo fu così improvviso che non le aveva dato il tempo di difendersi. L’aveva vista cadere a terra, priva di sensi. Poi era scappato via, buttandosi dalla finestra e correndo per le strade. Però quel viso e quelle parole lo avevano perseguitato durante la sua fuga. E se lei avesse ragione? Se quella donna apparteneva al suo passato? Dopo averci riflettuto parecchio; prese la decisione di ritornare da Kalima ma lei non c’era più ed allora seguì la sua traccia fino ad arrivare in quel posto con tante piante. Oltre al suo profumo sentiva l’odore bruciacchiato di Aden e quello di pesca delle bambine, mescolati con gli odori che emanavano le persone che erano nella casa. Il viso della donna rispuntò di nuovo nella sua mente, fino a che le sentì sussurrare “Harry!”. Una lacrima gli scivolò lungo il viso e sussurrò “Imogen”.

  
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