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Autore: Dark Tranquillity    03/04/2008    1 recensioni
"...Il Dio del Tuono è morto, e nulla sembra potersi opporre al potere di Shao Kahn. Chi si ergerà fra la Terra e la distruzione totale, nell'ora più buia?"
POV fic - Sub-Zero / Kitana / Kung Lao / Kintaro / Frost. Accenni di romance, alcuni personaggi OOC.
Genere: Azione, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kitana, Sub-Zero, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Not All Who Wander Are Lost.mp3 - DevilDriver

All of your hopes and dreams - don't mean shit!
All that's left is, now to nowhere
I believe do anything at all costs
You must believe
Not all who wander are lost







Sub-Zero
Terra
Tempio del Ghiaccio, monte Makalu (Himalaya)
16 Dicembre 2011


Sub-Zero stava salendo con il grande montacarichi da una decina di minuti buoni ormai, attendendo a braccia conserte che il meccanismo lo portasse attraverso la montagna in cui era stato scavato. Il Tempio vero e proprio, edificato in una rientranza del colossale Makalu, era molto più in alto ed avrebbe dovuto attendere almeno altri cinque minuti per arrivare a destinazione.
Portava la divisa Lin Kuei da Gran Maestro, nera ed azzurra, munita di bracciali e schinieri in metallo ultraleggero brunito, su cui erano incise delle figure demoniache fra degli alberi. Il Medaglione era in vista, incassato al centro della grossa fibbia rotonda che assicurava la cintura alla vista. Il volto era coperto dalla maschera azzurra, perché i Lin Kuei erano dei ninja in antichità, e tutt'ora si consideravano tali.

"Nessun segno di intrusione." pensò per l'ennesima volta, dopo essere passato per l'entrata segreta alla base del monte che portava al montacarichi "Che abbiano scalato la montagna? Sembra follia..."
Era dal giorno prima che si stava arrovellando il cervello, non smetteva di formulare ipotesi e presto gli sarebbe venuto un gran mal di testa.

Attese che il montacarichi arrivasse a destinazione, poi uscì all'esterno. Una volta chiuse le porte del meccanismo - mimetizzate con delle rocce appositamente fabbricate per confonderle con l'ambiente circostante - avanzò lungo un sentiero che fiancheggiava il Makalu per poi scendere nell'enorme rientranza del monte dov'era nascosto il Tempio del Ghiaccio.
Sub-Zero rimase per qualche attimo ad osservarlo nel suo antico splendore, e si sentì subito a casa.
Più in basso, ai cancelli del santuario, vide due figure. Scese e riconobbe due giovani Lin Kuei di guardia, che lo omaggiarono chinando il capo al suo passaggio. Sub-Zero notò come le loro uniformi, aderenti al corpo, color nero e rigate di azzurro su spalle e gambe, erano cristallizzate. Ma non temeva per loro, dato che le uniformi erano di uno speciale tessuto adatto a resistere a temperature estreme. Procurarsi la tecnologia per quelle uniformi, infatti, gli era costato un occhio della testa.

«Il Maestro Smoke ti aspetta nel piazzale, Gran Maestro.» disse uno dei due.
«Bene.» rispose, varcando i cancelli e dirigendosi verso il grande piazzale circolare adibito originariamente agli addestramenti, completamente innevato e dominato da una fila di grandi statue che sorgevano sul perimetro di esso, raffiguranti ninja e guerrieri ammantati di epoche passate.

Vide Smoke venirgli incontro. Il vecchio amico portava un'uniforme simile alla sua, e grigia laddove la sua era azzurra. Non lo diede a vedere per via della maschera, ma sorrise nell'incontrare Smoke. Nella vita solitaria ed isolata che conduceva, lui era l'unico che potesse considerare un vero amico, forse l'unico amico che aveva mai avuto.

«Gran Maestro. Due guardiani in attività uccisi, i rimanenti freddati nel sonno.» Smoke era insolitamente formale. Evidentemente la profanazione del Tempio e l'uccisione dei guardiani l'avevano scosso «Ti ho aspettato per controllare le registrazioni del circuito chiuso.» aggiunse poi.
«Andiamo subito a vederle, Smoke.» rispose. Il Tempio era antico e di origini ignote, tuttavia Sub-Zero l'aveva ammodernato, dotandolo della migliore tecnologia per la sicurezza disponibile sul mercato.
Si allontanò con Smoke al fianco, diretto verso i portici che davano agli edifici laterali del Tempio.

«Allora, che ne pensi, fratello?» era curioso di sentire l'opinione di Smoke.
«Voglio scovare ed uccidere i responsabili.»
«Capisco, ma dobbiamo rimanere lucidi in questo momento.»
«Chi poteva sapere del nostro Tempio, Sub-Zero? In tutti questi anni, da quando sei diventato Gran Maestro, nessuno ci ha mai traditi.»

Il Gran Maestro svoltò per un'imboccatura fra due edifici, che formava una specie di vicolo, con Smoke al fianco.

«E se fosse qualcuno della 'vecchia gestione' del clan? Hai considerato questa ipotesi?»
«Lo escludo. Li abbiamo uccisi tutti, lo sai bene. Non ne resta più nessuno.»
"Vero." «A questo punto non escludo nulla.» replicò Sub-Zero, scendendo delle scale e posando gli occhi sul dispositivo di scansione della retina per far aprire la spessa porta blindata che portava alla centro di sicurezza del Tempio, una stanza piena di macchinari elettronici, computer e schermi che trasmettevano le immagini catturate dalle telecamere sparse per il Tempio e l'accesso segreto alla base della montagna.

«E se... No, non ha importanza.» accenno' Smoke.
Sub-Zero si fermò davanti agli schermi, incrociando le braccia al petto e portando lo sguardo su Smoke. Sapeva cosa voleva chiedere, ed era la prima cosa che si era chiesto lui ad Oslo, l'attimo dopo di ricevere la notizia.
«No, Smoke. Lei è morta.» gli rispose, notando un lieve moto di stupore negli occhi dell'amico «...Almeno le registrazioni sono salve. Chiunque sia stato doveva avere molta fretta...»

Fece partire le registrazioni, ma la sua mente era distratta, come succedeva ogni volta che si trovata a pensare alla sua defunta discepola, l'unica che possedesse il Kori come lui - ovvero l'innato potere di evocare e comandare il ghiaccio. L'aveva allevata fin da bambina, era la sua più grande promessa... E divenne il suo più grande fallimento.

«Devo riordinare le idee. Vai avanti con la registrazione, io aspetto fuori.» si trovò a dire, uscendo dalla stanza.

Il freddo intenso esterno, che lui percepiva come un velo protettivo, l'aiutò a scacciare gli spiacevoli ricordi. Osservando il Tempio, si chiese chi potesse averlo costruito. Non sembrava l'opera di un essere umano... Forse qualcuno che veniva prima. Forse qualcuno che era come lui, che possedeva il Kori...

"...Ed infinità di dubbi e domande, infinità di 'forse'. Concentrati." si costrinse, accingendosi a rientrare nella sala controllo.

«Un commando di quattro persone, Sub-Zero. Con vesti pesanti, a volto coperto ed armati fino ai denti. Sembravano ben addestrati e... Una delle telecamere esterne ha intercettato dei paracaduti. Una volta dentro al Tempio hanno neutralizzato rapidamente i guardiani e sono andati al Mausoleo.» 
Sub-Zero realizzò immediatamente: c'era una sola cosa di valore, al Mausoleo. "Ed è ben nascosta..."
«Vado al Mausoleo, tu dì a Fang di setacciare tutte le registrazioni. Raggiungimi appena puoi.»

Uscì di fretta, con un senso di inquietudine sempre maggiore. 
"Se dovessero aver
 rubato..." si mise a correre. Era rapido, rapidissimo, e impiegò meno di un minuto a raggiungere il lato posteriore del Tempio, una grande alcova scavata nella montagna e lasciata grezza.
Il Mausoleo custodiva i corpi e le ossa dei Lin Kuei caduti, fungeva da cimitero per i defunti del Clan. C'era una grande lastra al centro della grezza e spettrale sala, la tomba riservata al Gran Maestro. La sua tomba.
Era aperta, ed il Kamidogu che aveva nascosto al suo interno era sparito.

Piegò un ginocchio a terra, cercando di dare ordine alla gran confusione che aveva in testa. Chi poteva sapere? Chi poteva essere stato? A chi serviva il Kamidogu? A cosa serviva il Kamidogu? Si sentiva quasi travolto dal turbine di eventi che avevano preso piede... Aveva tenuto segreto il Kamidogu persino ai suoi fratelli e discepoli Lin Kuei, l'aveva custodito nel luogo più sicuro che la Terra potesse offrire... Eppure era sparito. Rubato.

«Sono venuti qui per aprire la tomba del Gran Maestro?» la voce di Smoke, alle sue spalle, che lo riportò alla realtà.
«C'era qualcosa nella mia tomba.» 
«Che cosa? Non ne sapevo nulla.» rispose Smoke, e Sub-Zero lo sentì affiancarsi ed accucciarsi sui talloni per osservare assieme a lui la tomba vuota.
«Un oggetto che Raiden mi ordinò di custodire prima di morire. Non ho mai saputo cosa fosse. Era una specie di... Pietra? Minerale? Era... Strana. Sembrava un sasso fatto di vetro, con le forme irregolari di un sasso ma trasparente come il vetro... E con qualcosa all'interno, come una luce vorticosa. Raiden lo chiamava "Kamidogu".» Sub-Zero si rialzò.
«Capisco. Quindi qual'è la prossima mossa?»
«Abbiamo bisogno di risposte.» rispose «Sta accadendo nuovamente, Smoke...» osservò un punto imprecisato del Mausoleo, incrociando le braccia al petto «...E questa volta non c'è Raiden a guidarci.»
«Vorrà dire che combatteremo da soli.»
«Andrò ad incontrare delle vecchie conoscenze. Ho bisogno che tu guidi i Lin Kuei in mia assenza, Smoke.»

Sub-Zero sapeva che Smoke sarebbe venuto volentieri assieme a lui, ma era qualcosa che doveva fare da solo. Posò la mano sulla spalla del ninja grigio, che annuì. Si salutarono così, senza ulteriori parole, poi Sub-Zero sgattaiolò via dal Tempio, senza essere visto dai suoi discepoli Lin Kuei.
Doveva fare in fretta.


Terra
Tempio della Luce, Cina
17 Dicembre 2011


Erano bastate un paio di telefonate per trovare Kung Lao.
Sub-Zero poteva vantare di un'estesa rete di informatori con i quali teneva d'occhio il Loto Bianco, che gli serviva a rintracciare rapidamente i superstiti dell'ultimo Grande Torneo senza compromettere la sua identità pubblica di Marshall Winter.
Lo stupì il fatto che Kung Lao si fosse recato al Tempio della Luce, un antico monastero cinese Shaolin - ed il posto in cui Raiden convocava abitualmente i suoi campioni - perché non credeva affatto che fosse una coincidenza o una semplice visita di piacere ai monaci.

Il Gran Maestro dei Lin Kuei attendeva accucciato sui talloni in un punto in ombra della grande statua del Buddha all'interno del Tempio, invisibile e paziente. Aveva spiato i monaci, ed aveva sentito che Kung Lao era al Tempio da un paio di giorni assieme ad una donna ed un uomo americani. Poteva immaginare chi fossero i suoi compagni, teoria che venne confermata quando, all'entrata del Tempio, rimbombò un vocione:

«...Mi sembra una perdita di tempo, cristo santo! Sono due giorni che stiamo facendo la muffa qui, ed intanto il Kamakù si allontana ogni giorno di più!»
«Avanti Jax, portiamo pazienza ancora fino a stasera, poi ce ne andremo. "Kamidogu", in ogni caso.»

Sub-Zero riconobbe subito le due voci, accompagnate dai passi di tre persone che si avvicinavano: Jackson "Jax" Briggs e Kung Lao. Ad un paio di passi dietro i due veniva, naturalmente, Sonya Blade, che stava parlando con un cellulare «...Preparate la nave per questa sera, doppio check-up dell'equipaggiamento.» captò Sub-Zero, prima che chiudesse la chiamata.
Vide quindi Sonya dare un buffetto alla spalla di Jax - un afroamericano sui due metri, un fascio di muscoli, con la mascella squadrata e la testa rasata a pelle tanto che brillava.

«Finiscila Jax, è da stamattina che ti lamenti.»
«Di certo non a torto, Sonya!» Jax allargò le braccia muscolose come per giustificarsi e Sonya sospirò, spostando lo sguardo su Kung Lao «...Jax ha ragione, Kung Lao. Più aspettiamo e peggio è. Non sappiamo nemmeno che fine abbia fatto da allora...» 
«Lo so, ma preferirei attendere ancora.»
«E poi, Kung, mi spieghi come farebbe Subby a trovarci qui? Voglio dire, cos'è, usa la sfera magica?» s'intromise Jax.

Dunque lo stavano aspettando.

«Qualcosa di simile, Maggiore.» rispose Sub-Zero alzandosi in piedi sopra la testa del Buddha, rivelandosi ai tre che si voltarono sorpresi ad osservarlo. Scese dalla statua con un balzo, atterrando senza provocare il minimo rumore.
«Finalmente.» disse Kung Lao con un lieve sorriso.

Osservando il monaco guerriero, Sub-Zero vide che il tempo l'aveva cambiato molto poco, ed era strano vederlo vestito in abiti civili. Di Kung Lao ricordava la particolare uniforme Shaolin arricchita dalla pettorina nera su cui era inciso un ideogramma cinese rosso ed il cappello metallico tagliente, un'arma decisamente bizzarra ma mortale nelle sue mani...

«Da quant'è che ci spiavi, Sub-Zero?» gli chiese un attimo dopo Sonya, piuttosto accigliata.
«Ultimamente sono sospettoso, chiedo scusa.» giustificò «Allora, saltiamo i convenevoli. Il Tempio del Ghiaccio è stato violato, come - mi sembra di capire - gia' sapete. Quattro uomini, ed hanno rubato il Kamidogu. Voi avete altre informazioni al riguardo?» incrociò le braccia al petto, attendendo una risposta.

Kung Lao fu il primo a parlare e raccontare della sua missione ad Hong Kong. Non si stupì del coinvolgimento di Outworld, era abbastanza scontato, tuttavia una domanda rieccheggiava nella sua mente:

«Come faceva Kano a sapere del Kamidogu e della sua ubicazione?» chiese.
«Per conto mio qualcuno dei tuoi ragazzi ha fatto il salto Subby... Si è venduto al Drago Nero.» intervenne Jax.
«Altamente improbabile, Maggiore.» 
«Non è più importante, ormai.» disse Kung Lao «Shao Kahn vuole il Kamidogu, ed ora qualcuno glielo sta portando. Dobbiamo inseguirli subito, se stanno tornando ad Outworld useranno il portale dell'Isola di Tsung. Dobbiamo andare lì subito.»

Sub-Zero annuì. C'erano troppi "dobbiamo" nella frase di Kung Lao per i suoi gusti, ma sapeva che non era un viaggio da poter compiere da soli.


Terra
Isola di Shang Tsung
La sera stessa


Il fuoribordo nero dotato di tecnologia stealth era l'ultimo arrivato della ricerca militare, Sub-Zero pensò di doversene procurare uno... Sempre che le Forze Speciali fossero disposte a vendergli i progetti.

"Che idiozia."

il pensiero lo riportò alla realtà dei fatti: stava tornando ad Outworld e questo era sufficiente per farlo adombrare. Non che si notasse, certo, visto che si teneva in disparte dagli altri. Seduto nel suo sedile, a braccia conserte e gli occhi socchiusi, ascoltava distrattamente i discorsi di Kung Lao, Sonya e Jax. Parole irrilevanti, atte a spezzare la tensione.
L'Isola di Shang Tsung era un luogo maledetto e stregato, la magia di Shang Tsung, l'infame Stregone di Shao Kahn, permeava ancora quel luogo. Tsung aveva la fama di poter strappare le anime degli uomini e farle sue, così l'Isola era diventata - dopo la sua scomparsa - un posto pericoloso.

"...Morti che camminano..." il pensiero non era certo confortante.

Al suo arrivo l'isola era circondata da una foschia che tendeva al verde, inquietanti suoni accompagnavano lui ed i tre compagni al vecchio molo in legno rinsecchito che sembrava voler cedere sotto al loro peso.

«State attenti: la stregoneria di Tsung e' ancora viva in questo posto.» ammonì Kung Lao sottovoce.
«Sembrava quasi bello al tempo del Torneo, confronto ad ora...» borbottò Jax.

Sub-Zero rimase in silenzio, proseguendo.
Avanzarono a piedi per una mezzora abbondante nell'isola morta, fra le rovine delle costruzioni dall'aspetto fatiscente che si arrampicavano per un promontorio dominato dall'antico palazzo di Shang Tsung. C'era qualcosa nell'aria che disturbava profondamente Sub-Zero, gli sembrava di captare la sofferenza delle anime torturate dalla stregoneria di Tsung, o forse erano semplicemente le remote grida che aveva l'impressione di sentire di tanto in tanto...

Era profondamente immerso nei suoi pensieri, quando Jax esclamò: «Ricordate questo posto, gente?»

Sub-Zero alzò lo sguardo e vide che erano arrivati davanti ad uno stretto ponte in pietra senza parapetti o ringhiere, sostenuto da delle colonne piantate sul fondo, che attraversava una grande depressione profonda almeno una trentina di metri. Nel fondo di essa, e sulle colonne, delle grosse punte metalliche completamente arrugginite la costellavano come se fossero sul dorso di un gigantesco riccio.


«Il Ponte. E laggiù c'era quel rettile... Come si chiamava?» chiese Sonya, guardando in basso.
«Reptile.» mormorò in risposta lui, senza particolare interesse. Erano ricordi che preferiva non far venire a galla, aveva bisogno di tutta la sua concentrazione per resistere al tormento dell'Isola. Si girò ad osservare Sonya per un attimo, poi avanzò per il Ponte «Il portale è dall'altra parte, andiamo.».

Proseguirono in fila, Sub-Zero in testa.
Arrivati a metà di esso una scia rossa, innaturale, attraversò l'aria e vorticò a dieci passi da loro. Il mulinello, che urlava con voce umana, generò una creatura vagamente antropomorfa, la grottesca parodia di un uomo, con la carne viva esposta ed una testa enorme e pulsante. Grondava sangue e non aveva occhi, naso o orecchie, solo una enorme bocca costellata di zanne.

«Cosa cazzo è quella cosa?!» esclamò Sonya dietro di lui.

Non potevano combattere assieme, perché sul Ponte si poteva procedere solo in fila indiana. Sub-Zero osservò la creatura avvicinarsi goffamente, gorgogliando, con le lunghe e rinsecchite braccia che quasi toccavano terra.
Sub-Zero non rispose, preparandosi: toccava a lui combattere, perché apriva la fila.

Il Lin Kuei aprì il palmo della mano, richiamando a sè il Kori. Il ghiaccio, così vivo e puro nella sua mano, levitò dal palmo e si modellò a cono, per poi seguire il movimento della mano del Lin Kuei mentre la posizionava verso la creatura. Comandò al Kori di far partire il dardo, che sfrecciò nell'aria come un proiettile ed andò a piantarsi nel testone rigonfio dell'essere, il quale emise un urlo mostruoso ed inumano, inarcando la schiena ed arretrando di un paio di passi. Il dardo ghiacciato gli aveva spaccato il cranio da cui fuoriusciva del liquido nerastro e viscoso.
L'abominio fece per mettere le mani rinsecchite in testa, ma Sub-Zero gli era già sotto, azzerando le distanze in un battito di ciglia. Sferrò un preciso e potente calcio circolare ad altezza media, che fece barcollare l'essere fino a farlo scivolare giù dal Ponte.

«Andiamo.» disse agli altri, scoccando un'occhiata giù dal Ponte: non c'era traccia della creatura fra le punte arrugginite di sotto, come se si fosse dissolto nel nulla.

Sub-Zero si mise a correre, seguito a ruota dai suoi compagni. Oltrepassò le mura del palazzo, gli edifici interni in rovina, finchè - dopo la sala cerimoniale - non raggiunse una piccola stanza ovale con una struttura circolare al centro di essa. In quel cerchio la realtà sembrava distorcersi ed alterarsi, come osservare qualcosa attraverso un velo di acqua corrente. Non era mai piacevole passare attraverso i portali, sapeva benissimo cosa comportava - così come i suoi compagni che lo seguirono mentre si tuffava in esso.


 

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