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Autore: Clara_Oswin    09/10/2013    1 recensioni
Dal capitolo 1
“Di quel che successe dopo, ricordavo molto poco… dopo aver svelato ad Eric la mia vera identità non è cambiato nulla. Ha deciso di sposare ugualmente lei . Mi tuffai in mare e ritornai dalla mia famiglia, le mie sorelle, mio padre, Sebastian Flounder… Rimasi nella mia stanza a piangere credo per settimane. Ma poi capii che anche nel profondo del mare, arriva un raggio di sole..”
Se le cose non fossero andate come noi sappiamo, ma in maniera diversa? se Eric avesse scelto Vanessa e non Ariel? Cosa potrebbe succedere?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ariel, Eric, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccoci qui, dopo un infinità di tempo con il capitolo 8. questo sarà più lunghetto degli altri, spero non vi dispiaccia. Bando alle ciance! buona lettura ci rivediamo giù ;) 



“presto, per di qua!” – Arren teneva Ariel per mano e la stava conducendo verso l’uscita. Aveva indossato l’armatura per dissimulare la fuga. Ariel si fermò davanti alle cucine dove vide che sul tavolo vi erano le due ampolline e l’ago che aveva chiesto a Carlotta. –“sicuramente Carlotta ce li avrebbe portati più tardi…” – disse lei prendendoli. –“ci saranno più utili adesso”- Arrivarono all’entrata del castello, dove il giorno prima erano stati condotti contro la loro volontà.

-“Aspettami qua, io torno subito” – disse mettendole le mani sulle spalle.

-“dove hai intenzione di andare!”- Arren era già entrato nel portone, Ariel lo inseguì – “Arren no!”

– “vado a dare una lezione a quel buffone”- era talmente arrabbiato che non la guardava nemmeno in faccia. Non voleva guardare ancora una volta quel livido violaceo che le era comparso sulla guancia destra. Non voleva vedere quel segno che quell’animale aveva lasciato su di lei. Ariel gli si parò davanti cercando di bloccargli la strada.

-“Ascoltami! Arren guardami! Guardami negli occhi! Non merita la tua attenzione, non merita niente!” – Ariel gli accarezzò il volto specchiandosi nei suoi occhi che finalmente la guardavano.

-“va bene Ariel… torniamo a casa”. – Detto questo Arren voltò spalle e si incamminò assieme a lei verso la spiaggia.

–“ehii ragazzi! Chi si rivede? Com è andata la gita?” – gli volava sopra di loro Scuttle

-“Stiamo tornando in mare… sono successe delle cose”- gli disse Ariel proseguendo.

-“ah bene! Sono sicuro che ci saranno anche Sebastian e Flounder, vi precedo, ci vediamo li!”- detto questo il gabbiano proseguì a volare.

Fecero la strada in silenzio. Nessuno dei due parlò degli eventi appena successi. Arren era strano, si vedeva che era turbato da qualcosa, Ariel voleva parlargli, ma non le sembrava il momento più adatto, appena ritornati a casa avrebbero affrontato l’argomento.

-“Gia di ritorno! Menomale!” – sospirò Sebastian da sopra uno scoglio.

-“allora, vi siete divertiti?”- domando Flounder

-“Ariel ma cos’hai fatto alla faccia?”- le esclamò visibilmente preoccupato il granchio.

-“lunga storia… poi vi spiego” – si mise una mano sulla guancia ancora dolorante.

Arren non parlava. Ariel gli diede la sua ampollina e poi stappò la sua.

-“cos’è quella roba?” – continuò lui

-“ è acqua di mare… adesso dobbiamo metterci una goccia di sangue e berla, e tornerà subito la coda senza aspettare lo scadere del tempo” –spiegò lei.

-“Ahi”- dal dito scese una goccia di sangue rosso intenso, Ariel prontamente la versò nella sua ampollina, aspettando che Arren facesse lo stesso. Arren prese quindi l’ago, si punse il dito e fece scivolare la goccia dentro l’ampolla. Ariel gli sorrise e bevve per prima, poi entrò in acqua. Subito un bagliore l’avvolse, le sue gambe si unirono e cominciarono a diventare verdi, i piedi si allungarono  e si assottigliarono fino a divenire pinne, infine ricomparvero le squame. Ariel nuotò contenta di essere ritornata sirena, fece due giri e ritornò a riva attendendo Arren.

-“dai vieni!”- gli sorrise lei.
Arren richiuse l’ampolla, e fece qualche passo indietro. – “mi dispiace Ariel, ma adesso che so che sei al sicuro lontano da quel porco, posso andare tranquillo.” – Ariel sgranò gli occhi capendo quello che aveva appena fatto. – “Arren ascoltami non andare!” – esclamò sempre più disperata avvicinandosi alla battigia. Sebastian Flounder e Scuttle non capivano cosa stesse succedendo, ma doveva essere qualcosa che aveva a che fare con quel grosso livido viola che aveva Ariel.

-“Ariel se non dovessi ritornare, sappi che ti amo” –

detto questo il ragazzo voltò spalle e iniziò a correre verso il castello. Adesso era una questione personale.
Inutili furono le grida di Ariel nel tentativo di fermarlo. Rimase li nell’acqua inerte, non poteva fare nulla! Spiegò bene la situazione ai suoi tre amici, raccontandogli tutti gli avvenimenti che riguardavano Eric. –“ Ariel vado con lui, se dovesse essere in pericolo tenterò di fare il possibile per aiutarlo!” – Ariel piangeva consolata da Sebastian e Flounder –“ farò quel che posso per riportartelo sano e salvo.” – detto questo il gabbiano spiccò il volo.
“non posso credere che l’abbia fatto!” – continuava a piangere Ariel! – “non c’è davvero nulla che possa fare?” – chiese più a se stessa che a Flounder.  –“Ariel, dobbiamo solo aspettare… sperando che non gli accada nulla di male …” –

****
-“come hai fatto ad uscire dalle segrete?” – gli chiese il ragazzo bruno davanti a lui – “non sono affari che ti riguardano” – gli rispose il biondo – “Facciamola finita adesso,” –Arren sguainò la spada –“…lasciamo che siano loro a parlare” – Eric accolse la sfida, era obbligato a farlo o sarebbe stato un codardo. Aveva abbastanza fiducia in se, si allenava con costanza al fioretto anche se non aveva mai seriamente sfidato qualcuno. Le loro armi s’incrociarono facendo fuoriuscire scintille argentee. Arren era il nipote di un generale che aveva combattuto in battaglia, nella sua dinastia c’era il sangue dei guerrieri, si allenava con la spada due ore al giorno, non temeva certo che quel damerino potesse batterlo. Voleva vederlo strisciare per terra, voleva vederlo implorare pietà,voleva vederlo chiedere perdono e poi, il sangue della sua testa sarebbe caduto sul pavimento. Si era questa l’intenzione finale di Arren, ucciderlo.
 Eric affondò potentemente, Arren schivò il colpo scansandosi, si spostò al lato e tentò di colpirlo. Il bruno parò il colpo seppur con difficoltà, arretrando di qualche passo; il biondo sfoderò tutta la sua rabbia del giorno precedete, in cui aveva dovuto vedere quel verme toccare la sua Ariel. Con abile mossa disarmò Eric. –“Adesso inginocchiati e supplica per la tua vita!” – gli teneva la spada vicinissima al collo – “Mai!” – gridò quello, - “chiedi perdono per tutto quello che hai fatto!” – Eric esitò vedendo la spada appoggiarsi sul suo collo. Le sue vene pulsavano terribilmente,un solo movimento e l’affilatissima spada del suo avversario l’avrebbe ucciso dissanguandolo. –“Preferisco morire che implorare perdono!-“ –“Essia!”- Arren alzò la spada per sfoderare il suo colpo finale. –“ Arren non farlo!” – gracchiò Scuttle. –

“cosa direbbe Ariel? Non te l’avrebbe mai permesso!”

-“Scuttle non si tratta di Ariel! È una questione personale.”

“Sappi, ragazzo mio” – iniziò in tono mesto il gabbiano –“che se lo farai, lei non te lo perdonerà mai… dimostragli che non ne vale la pena! Dimostragli che l’amore per una persona può cancellare qualsiasi sentimento di odio!” – cercò di convincerlo.
Arren esitò un po’, gettò a terra la spada e disse –“Non ne vale la pena…” – si girò e fece per andarsene.
Eric recuperò la spada e mentre era di spalle, l’affondò ne fianco sinistro del ragazzo. – “oh, io credo che ne valga eccome la pena!”  .
Uscì la spada dal suo corpo, e stava per affondargliela in cuore, Arren in un attimo estremo di forza prese la spada e lo trafisse dopodiché chiuse gli occhi.

Si risvegliò sulla spiaggia, Ariel era accanto a lui, aveva la testa sul suo grembo; sentiva un forte bruciore al fianco. Non sapeva nemmeno dove aveva trovato la forza per arrivare sino a li. –“shhh… andrà tutto bene…” – piangeva la giovane.

Sebastian e Fluonder scuotevano la testa, per lui non c’era più niente da fare.

-“Sto morendo, vero?” – la sua foce era fioca e debole.

Ariel pianse, annuendo. –“ perché sei andato? Ti avevo detto di non andare! Non mi hai ascoltata” – Arren le accarezzò il viso debolmente –“ non piangere, non voglio che tu pianga per me, sorridimi, voglio ricordare il tuo volto mentre mi sorride.”-

-“vorrei che bevessi questo…” – gli porse l’ampollina. Arren bevve, - “ahh! Ma ha un saporaccio!” – si lamentò. – “non fare il bambino!” – rise tra le lacrime lei.

-“mi vuoi uccidere prima del tempo?” – scherzò ancora lui. Un bagliore superiore a quello che aveva travolto Ariel lo investì, le sue gambe iniziarono a riunirsi in coda, i piedi divennero pinne, e le squame ricomparvero in tutto il loro splendore sulla coda blu.

-“Arren rientriamo in acqua” – Ariel si accorse che nella parte superiore aveva ancora l’armatura che copriva la ferita. Iniziò quindi a sfilare la maglia metallica, rivelando la camicia bianca che aveva di sotto. Iniziò a sbottonargliela, Arren mise le mani sulle sue.

-“non avrei mai pensato di morire all’aria aperta tra le tue braccia…” –
Ariel gli sorrise –“ no, tu non morirai qui, non oggi!”- gli sfilò le maniche della camicia, adesso poteva vedere chiaramente lo squarcio della lama che aveva affondato nella sua carne. Il sangue continuava a uscire copiosamente, nonostante lo shock iniziale nel vedere tanto sangue sgorgare Ariel si riprese, mantenendo la calma.

-“Devo fermarti l’emorragia!” – inzuppò la camicia con un po’ d’acqua di mare e ritornò da lui. Delicatamente porse il suo capo sul grembo e adagiò la camicia sullo squarcio; immediatamente il candido colore bianco fu irradiato prepotentemente da quella macchia rosso vivo, Arren chiuse gli occhi. Si abbassò a sentire il suo cuore, batteva così lento. –“presto Ariel! Portalo qui in acqua, lo porteremo dal medico di corte!” – l’esortò Sebastian

“Ma se lo vedesse il medico farebbe sicuramente domande su come è stata causata la ferita!”-
Ariel s’avvicinò a pochi centimetri dal viso di  lui , il suo respiro era lento e affaticato – “non m’importa, purchè gli salvino la vita…” – disse in un sussurrò rivolto più al giovane che al pesciolino.
Aiutata da tutti i presenti riuscì a riportarlo in acqua, si voltò a guardare la spiaggia poi s’immerse.

la ferita dentro l’acqua sanguinava meno, fu quasi un sollievo per me vedere che Arren prendeva colorito, una magra consolazione. Ci mettemmo un po’ a raggiungere le profondità marine e quindi il castello, non appena fummo li nuotai a cercare il medico di corte. Lo raggiunsi visibilmente sconvolta, cercai di spiegargli la situazione. –“vi prego salvategli la vita!” – continuavo a ripetergli disperata, - “cosa gli è successo?” – gli spiegai che non c’era tempo, doveva cercare di tenerlo in vita. In un primo momento gli diede i primi soccorsi, io andai in infermeria e avvisai i due medici di portare una barella nella stanza de dottore. Poco dopo vidi passare Arren davanti a me in barella e i medici tutti affannati dietro di lui. Da quel momento sono trascorse sei ore.”

Dalla sala operatoria finalmente uscì il dottore

- “come sta?”– chiese andandogli incontro.

Il dottore la guardo triste, - “sono riuscito a tenerlo in vita, ma le sue condizioni sono gravi, sospetto una perforazione del polmone di filtraggio dell’ acqua ed un affaticamento al cuore. Cercheremo di fare del nostro meglio. Lo dobbiamo sottoporre ad una seconda operazione  “- detto questo spari nella sala operatoria.

Erano passate altre ore, i tre erano rimasti tutto quel tempo li in disparte ad aspettare. Ariel non aveva più proferito parola. Allo scoccare della 7ima ora usci finalmente un medico.
- “dottore!” - si alzo Ariel
- “aveva una brutta incrinazione delle ultime tre costole, e una leggera ferita al polmone, non sappiamo spiegarci ancora come abbia fatto a resistere cosi a lungo…”
-“ ma adesso come sta?” - lo interruppe lei
– “é fuori pericolo. “-
sul volto di Ariel si dipinse un sorriso di pura gioia. Intuendo la sua prossima domanda il dottore l’anticipó – “può vederlo per qualche istante, é ancora sotto l effetto dell’anestesia, poi dovrà riposare…” –
 -“grazie dottore!” - Entrò piano nella stanza, lui si trovava disteso sul letto con gli occhi chiusi; si avvicino cautamente. Gli sfiorò appena la mano lui d’istinto l’afferrò. Ariel gliela strinse di rimando.
-“ devi riposare, ê andato tutto bene,” - inizió lei sussurrando quasi non volesse spezzare il silenzio di quel momento – “adesso, riposati.” - si avvicinò a lui dandogli un bacio in fronte. – “non andare...” - sussurrò lui a occhi chiusi.
 “- tornerò, adesso sei ancora sotto effetto dell’anestesia, tornerò questa sera.” - gli accarezzò una ciocca di capelli biondi. Il ragazzo stava per controbattere quando entro il medico e invito Ariel ad uscire per lasciarlo riposare. – “Principessa, la sta cercando suo padre... vuole sapere cosa é successo.”  Le comunicò il dottore prima di rientrare nella stanza.

****
-“padre, volevate vedermi?”-
“Ariel, cosa é successo?”- Re tritone si alzò dal trono avvicinandosi a sua figlia, stringendogli le spalle. – “quel ragazzo ferito...?tu stai bene?” - le accarezzò il volto notando il livido. Ariel taceva.
-“ chi ti ha fatto questo?!” –
-“ padre… “- Ariel lo guardava con gli occhi semichiusi -“ non potevo fare altrimenti... dovevo...”-
-“Ariel, cos’altro hai combinato?”- disse in tono sempre più incalzante.
-“ho paura padre, ho paura che ti arrabbierai con me.” - si allontanò da lui.
- “Ariel, io devo sapere la verità.” –
Ariel esitò – “padre! É colpa mia!! Io sono ritornata sulla terra per rivedere Eric, ma capii…”- le sue gote si colorarono di rosso –“ ... di essermi innamorata di un tritone che mi aveva offerto il suo amore. Rividi Eric, ma non m importava più nulla di lui, decidemmo con Arren di trascorrere il resto del tempo che ci rimaneva per osservare tutte quelle cose nuove che ci circondavano, ma avvenne... “- si porto una mano sulla bocca – “le guardie di Eric ci arrestarono e fu al castello che più volte il principe mi ha fatto delle proposte... che mai avrei potuto accettare, a niente servirono i ricatti di morte contro Arren, così mi schiaffeggiò e ci rinchiuse  entrambi in carcere; riuscimmo a scappare ma Arren tornò indietro ad affrontarlo... “-
Il re cambio espressione assieme al colorito. Si sedette sul trono portandosi esasperato la mano alla tempia, era già successa una cosa simile in passato. Tritone stava per iniziare a buttare fuori tutti i rimproveri e le punizioni per sua figlia,
- “per il tuo egoismo, Arren sarebbe potuto morire! Lo sai questo? “- inizio come quella volta.
Ad Ariel tremo il labbro. – “padre! Capisco solo ora quanto io abbia sbagliato! E non vi supplicherò di non punirmi! Punitemi pure!”- si avvicinò al trono del padre, che la fissava sorpreso di tutta quella saggezza che dimostrava sua figlia.
-“ qualsiasi punizione mi darete, sarà un fardello che porterò con gioia, perché mi basta sapere che Lui sia vivo.”-
il re le guardo gli occhi, brillavano... sua figlia,la sua bambina parlava con cognizione di causa, questa volta si era innamorata seriamente.
-“parli del ragazzo ricoverato in infermeria?”- cambio argomento
-“ si padre,” - non alzò lo sguardo lei.
 – “un ragazzo che difende a costo della propria vita l’onore della propria principessa nonché amata,  merita il mio riconoscimento. Lo devo conoscere.”
 - “padre, sono certa che quando sarà in forze sarà lui stesso a cercarvi... “- sorrise malinconica lei. 
-“figlia mia, le tue azioni non resteranno impunite, nonostante tu mi abbia dimostrato il tuo pentimento, cosa che ti fa onore, sei confinata all’interno del castello per due settimane. Se ti allontanerai…” –
-“no padre! Non mi allontanerò, ve lo giuro!” –
Tritone fu doppiamente sorpreso, mai la sua bambina aveva rispettato una punizione, anzi aveva sempre cercato di trovare qualche scappatoia! Sbigottito congedò sua figlia, lasciandola andare.


Probabilmente trovere questo capitolo poco interessante, ma è una fase fondamentale per arrivare dove noi siamo diretti.
Spero vi sia piaciuto ;) ci rivediamo al capitolo 9

 
  
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