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Autore: sibley    10/10/2013    1 recensioni
E' sempre un duro colpo quando si viene traditi dal proprio ragazzo/a. Wonder Woman sta provando sulla propria pelle cosa significa amare qualcuno, e scoprire il tradimento. Ma, la cosa peggiore, sono i colpi di testa che si possono fare una volta scoperto il tutto... Potrebbero anche essere la cosa più pericolosa mai fatta.
= Il titolo di ogni capitolo, è il nome della canzone dalla quale traggo il testo ^^ =
Genere: Avventura, Demenziale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Wonder Woman's Stories'
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Mi trovai al covo di Lobo. Mi tenne in viaggio per almeno tre giorni, e in quei tre giorni praticamente mi strappò metà corpo, a forza di stringere le catene. Scoprii tra l'altro che un'Autogrill spaziale fa delle grandissime insalate, e addirittura sono buone. Ma intanto, mi aveva rinchiusa in una dannatissima celletta, nei sotterranei di quella strana casa in cui abitava. Mi disse solo che avrei avuto compagnia, ma sinceramente, in viaggio non sapevo neanche a cosa pensare. Adesso che ero lì, vedevo subito chi era la compagnia che mi spettava, e da un lato mi sentivo solo più atterrita, mentre dall'altro ero all'incirca contenta. Sottolineo all'incirca, perché erano tutte persone con le quali avevo avuto scarsissimi legami, e quando c'erano stati, erano andati poco oltre all'antipatia reciproca. Per alcune delle compagne che c'erano in quei sotterranei, provavo rispetto, per altre disgusto. Ma in quel momento, il solo sentimento nei confronti di ognuna di loro, che provavo, era la compassione. Eravamo tutte nella stessa barca. Probabilmente, l'uomo che voleva comprare me, aveva deciso di comprare uno stock di eroine ed anti-eroine.

"You just stood there screaming
Fearing no one was listening to you
They say the empty can rattles the most
The sound of your own voice must soothe you
Hearing only what you want to hear
And knowing only what you've heard
You, you're smothered in tragedy
And you're out to save the world"

"Joker! Joker! Io... Io sono sicura che verrà a prendermi... Joker!"

Le urla che stava lanciando, disperata, Harley Quinn, implorando Joker di venire a salvarla, erano così forti che mi stavano trapanando il cervello. Dopo poche urla, si placava, per poi tornare ad urlare un'altra volta, più forte di prima. Si autoconvinceva che Joker sarebbe arrivato fin lì a salvarla. Ma io, in tutta franchezza, non ero per niente certa che sarebbe mai accaduto. Joker non era come i miei compagni della Justice League, non aveva accesso a navette spaziali, non aveva il potere di volare, e anche se avesse avuto un anello del volo, sicuramente non sarebbe arrivato fin lì senza morire soffocato dalla carenza d'ossigeno. A questo punto, non rimaneva che sperare in Batman o Superman. Batman aveva sicuramente notato la mancanza di Catwoman a Gotham City. Lei ormai si era rassegnata, non piangeva, semplicemente consolava Catgirl, che singhiozzava terrorizzata. Superman invece, forse aveva compreso l'inganno ai suoi danni. Sperò in quello e basta. Intanto, in una gabbia contenitiva, si trovava Batgirl. Opportunamente separate da noi, le donne dell'universo Marvel erano state anch'esse catturate. Miss Marvel stava piangendo disperata, mentre tra qualche istante la Donna Invisibile l'avrebbe presa a calci nel culo. E io l'avrei aiutata! Ma in quel momento, non esistevano donne DC e donne Marvel... In quel momento, esistevamo solo noi. E quel brutto pezzo di... Lasciamo stare... Di Lobo, comunque.

"Misery
You insist that the weight of the world
Should be on your shoulders
Misery
There's much more to life than what you see
My friend of misery"

Tutte noi eravamo convintissime che l'intero mondo dovesse stare sulle nostre spalle. Almeno una volta avevamo immaginato di poter essere per il mondo la panacea. Certo, Harley e qualche altra tizia nelle celle a sinistra, erano fortemente convinte che avrebbe dovuto direttamente stare nelle loro mani, così come Poison Ivy, in una cella contenitiva, per evitare che i suoi gas velenosi intossicassero noi, e anche Lobo. Ma io, così come Miss Marvel, e come Catwoman, o come Catgirl, eravamo convinte che avremmo potuto salvare il mondo da sole. Ci sentivamo forti... Ma non lo eravamo così tanto. Eravamo state tutte prese, in un modo o nell'altro. Mentre intanto, dalla celletta alla mia destra, giungevano dei singhiozzi disperati. E io conoscevo bene quella voce. Davvero, la conoscevo benissimo. Era Supergirl. Ma, se lei era lì... Chi stava baciando Superman? Mi stava salendo un dubbio disumano, che stava mettendo in dubbio tutto quello che credevo. Chiesi spiegazioni direttamente a lei. Forse era vero ciò che avevo visto, ed era stata rapita qualche ora prima di me... Non ricordavo quanto tempo fossi stata chiusa nella mia stanza ad ascoltare la stessa canzone ripetutamente.

"Ehm... Supergirl?... Kara?" azzardai in Kryptoniano. Superman me l'aveva insegnato decentemente, ormai.

"Dimmi, Diana." rispose lei, laconica.

"Io non so se ciò che ho visto sia vero... Ma... Qualche giorno fa, ho visto te, che baciavi... Ehm... Clark."

"COSA?!" sbraitò lei, visibilmente infuriata.

"Okay. Credo di aver già capito." 

Al novanta per cento dei casi, quello che avevo visto, era solo una dannatissima illusione. Forse Lobo e qualcun'altro. Probabilmente Lobo e Supergirl, con la differenza che questa era totalmente stordita. Non me ne sarei affatto stupita. Okay, avrei dovuto scusarmi con Superman, in teoria... In pratica però, gli avrei fatto credere che era stata colpa di qualcuno di quegli aggeggi infernali che costruiva quel dannato Brainiac. Dovevo assolutamente cercare una soluzione. Non mi piaceva affatto mentirgli, e non mi piaceva nemmeno dovergli dire che in fin dei conti ero una mezza stronza vendicativa, che non aveva avuto scrupoli a gettarsi tra le braccia della persona che meno aveva sopportato. Okay, dovevo assolutamente fingere di essere stata sotto il controllo di qualcun altro. Ma cielo, qualcosa dentro di me, spingeva affinché raccontassi la verità... Non era nemmeno il momento di pensarci. Dovevo trovare una via di fuga. Ero probabilmente l'unica e sola che poteva avere lucidità a sufficienza per uscire di lì. Per qualche istante, mi passò per la testa l'idea di lasciare lì le eroine dell'universo Marvel... Repressi il pensiero, e decisi di agire.
  
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