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Autore: HIMsteRoxy    10/10/2013    0 recensioni
Tippi, una ragazza finlandese, si trasferisce, dal piccolo paesino in cui vive, a Helsinki insieme al suo cane Timo. Qui conoscerà tra equivoci e momenti piuttosto imbarazzanti Ville Valo, il famoso cantante degli HIM.
''Tippi guardò il suo interlocutore e rimase subito affascinata da quegl’occhi verdi e profondi. Portava addosso dei semplici jeans e una maglietta nera. Il viso era contornato da dei lunghi capelli castani e da un po’ di barba. In bocca teneva una sigaretta.
Tippi sorrise e seguì silenziosamente Ville per il piano di sopra, fino al soggiorno.''
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ville Valo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un tuono rimbombò e dal cielo cominciò a cadere un’immensa quantità di pioggia. Tippi guardò in alto e decise, istintivamente, di recuperare Timo per poi tornare subito a casa.
Scavalcò le siepi goffamente e si addentrò nel giardino. Era pieno di alberi spogli e di alcune siepi verdi sparse per tutto il perimetro. La torre di mattoni rossi si stagliava imponente di fronte a lei.
La pioggia continuava a battere sulla sua testa e in un attimo si ritrovò tutta bagnata da cima a fondo.
Vide Timo ripararsi sotto il grande portone della torre e lo raggiunse correndo.
- Timo!
Lo sgridò. Il cane si accucciò a terra, guardandola con occhi dolci. Allora Tippi lo prese in braccio e si guardò attorno: tutta Helsinki era circondata dal temporale e non era una buona idea ritornare a casa. Si girò verso il portone e vide che era socchiuso, così entrò silenziosamente.
 
Ville era assorto nella sua stanza, seduto su una vecchia poltrona, mentre con una penna e nell’altra mano un’immancabile sigaretta scriveva le prime parole che gli erano venute in mente.
Staccò lo sguardo dal foglio e guardò fuori dalla finestra: si era messo a piovere! Per fortuna era tornato a casa il giorno prima.
 
Per tutto il mese, Ville Valo era stato impegnato assieme ai ragazzi della band, in un tour europeo e l’ultima sera passata a Berlino, nonché ultima tappa del tour, decise di punto in bianco di tornarsene per i fatti suoi a Helsinki. Comunicò la notizia ai ragazzi, raccomandandogli di non dirlo ad anima viva, per evitare folle di giornalisti davanti casa sua, e prese il primo volo per la Finlandia.
La verità era che si sentiva stanco di girovagare per il mondo e che gli serviva una piccola pausa per rilassarsi e scrivere in pace.
Quel pomeriggio, dopo aver disfatto i bagagli e aver dormito un po’, aveva avuto l’ispirazione e si era messo a comporre una nuova canzone.
 
Si staccò dalla finestra e sentì il rumore indistinto di un portone che sbatteva; il portone di casa sua!
Bofonchiò qualcosa e scese le scale. Chi può essere a quest’ora? Qualche giornalista venuto a rompere? Giuro che se è stato Gas… disse tra sé e sé.
- Chi diamine è?
Disse ad alta voce.
La penombra ricopriva l’ingresso e Tippi, sentendo una voce rauca, non poté però vedere il proprietario della torre. Ville, invece, rimase sugli ultimi gradini e vide che si trattava solo di una ragazza, piuttosto bassa, illuminata fiocamente dalla luce artificiale di un lampione, che si rifletteva attraverso una finestra sul pavimento.
- Mi scusi… non volevo disturbarla. Fuori piove e…
Rispose Tippi, imbarazzata.
- Chi sei?
Domandò Ville scocciato. Una fan troppo impertinente; pensò.
- Mi chiamo Tippi.  (NdA: Tippi, nome tipico svedese che significa ‘sweetheart’)
Rispose la ragazza, fissando la sagoma davanti a sé. Un lampo di luce attraversò gli occhi verdi di Ville, che Tippi però non poté cogliere.
Ville rimase in attesa e Tippi continuò a parlare.
- E’ stata tutta colpa di Timo, il mio cane. Si è intrufolato nel suo giardino e sono venuta a riprenderlo.
Ville guardò di nuovo la ragazza, infastidito. Non si era accorto della massa pelosa che teneva in braccio. Bella scusa; pensò poi.
- Nel frattempo si è messo a piovere e…
Ville allora accese la luce; fino a quel momento erano stati in penombra; e vide che Tippi era bagnata fradicia. Si sentì in colpa per averla fatta aspettare tutto quel tempo all’ingresso, così le indico la scala e le fece segno di salire.
 
Tippi guardò il suo interlocutore e rimase subito affascinata da quegl’occhi verdi e profondi. Portava addosso dei semplici jeans e una maglietta nera. Il viso era contornato da dei lunghi capelli castani e da un po’ di barba. In bocca teneva una sigaretta.
Tippi sorrise e seguì silenziosamente Ville per il piano di sopra, fino al soggiorno.
Questo era pieno di libri, cd, dvd, tutti ordinati perfettamente in degli scaffali. La ragazza, allora, ripensò alla propria soffitta ancora in disordine e impallidì. Si accomodò su uno dei due divani, attorno a un piccolo tavolino in legno.
- Vuoi qualcosa da bere?
Chiese Ville fissandola.
- Una birra, grazie.
Rispose gentilmente Tippi.
Ville si diresse dapprima nella sua camera a prendere una coperta e poi in cucina. Aprì il frigorifero e rimase scioccato nel vederlo quasi completamente vuoto. Vi erano tra le altre cose, solo due bottiglie di birra. Le prese entrambi, una per Tippi e l’altra per sé e richiuse afflitto il frigo. L’indomani sarebbe dovuto andare nel primo supermercato per comprare almeno due casse di birra.
Ritornò in soggiorno e porse la coperta e la bottiglia di birra alla ragazza. Timo, intanto, si era sistemato ai piedi del divano e guardava incuriosito attorno a sé.
- Sei un chitarrista?
Domandò Tippi, indicandogli la chitarra appoggiata in un angolo del soggiorno. Ville seguì lo sguardo della ragazza e sorrise.
- No, no… Ma so anche suonare.
Rispose. Non sa chi ha di fronte, o non vuole ammetterlo; pensò Ville.
- Anche? Sai cantare?
Ville annuì.
Un silenzio imbarazzato scese tra di loro.
- Scusa se sono stato scorbutico.
Disse Ville, guardandola attentamente.
- Nessun problema. Sono io a scusarmi per essere entrata in casa di uno sconosciuto.
Tippi arrossì.
- Su questo sono d’accordo.
Rispose Ville, ritornando serio. Era ancora convinto che Tippi fosse una sua fan, intrufolatasi in casa sua da chissà quale scorciatoia. La torre era protetta da alti muri e a parte il cancello, non vi erano altre entrate secondarie.
Tippi guardò Ville, assorto nei suoi pensieri. Poi spostò lo sguardo su una delle grandi vetrate e si accorse che il sole era scomparso e che il buio aveva inghiottito il giorno. Si alzò, quindi, istintivamente distogliendo Ville dai suoi pensieri.
- Devo andare, si è fatto tardi.
Disse, restituendogli la coperta. Ville si alzò.
- Grazie.
Rispose Tippi, giungendo verso le scale. Il cane le venne dietro scodinzolando.
- Aspetta, vuoi un passaggio?
Domandò Ville, sorpreso della sua stessa domanda.
- Non c’è bisogno, abito qui vicino. Grazie lo stesso.
Rispose Tippi, uscendo fuori dal portone.
 
Ville rimase immobile davanti ai gradini, mentre il portone si richiudeva. Chi era quella ragazza? Se fosse stata davvero una sua fan, avrebbe trovato qualche altra scusa per rimanere più tempo possibile con lui. Non gli aveva neanche chiesto un autografo o una foto!
Nel frattempo squillò il telefono e Ville ritornò in soggiorno, intento a rispondere e a dimenticare la faccenda. 
  
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