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Autore: Fabio93    04/04/2008    1 recensioni
Il pirata Michael Brown si vedrà costretto a combattere per riavere la propria libertà, e per farlo dovrà affrontare il temibile SoleNero. Un compito apparentemente semplice, ma il vero nemico emergerà dall'ombra insieme alle altre protagoniste della storia: le due spade...
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve, rieccomi dopo una lunghissima attesa con il nuovo capitolo! Credo mi sia venuto bene, senza modesitie, per cui spero di ricevere commenti positivi da MOLTE persone^^ Un particolare ringraziamento a Drako che ha commentato gli ultimi capitoli!

Capitolo 21) I tentacoli del Kraken



La caracca era immersa in un profondo ed attonito silenzio: davanti ad essa stavano le tre navi di Daniel Ritch che avanzavano imperiosamente, spinte dal vento che spirava in più direzioni.
Quella al centro era la nave ammiraglia, nell'osservarla, Michael fu percorso da un brivido: era un'enorme nave di linea dalle vele nere, senza rattoppi.
Era grande quasi il doppio della caracca di Michael ed avanzava a grande velocità, vantando non meno di cinquanta cannoni.
Kraken, quello era il suo nome, un nome adatto ed infatti, un grosso polipo di legno dall'aria minacciosa li osservava coi tentacoli che si svolgevano su tutta la prua.
Spada Rossa osservò i due grandi galeoni che la spalleggiavano: erano dipinti di nero pece ed erano bassissimi sull'acqua, carichi, probabilmente, di munizioni, cannoni e polvere da sparo; la nave del commodoro pareva un giocattolo di fronte a quelli.
«Che facciamo?» chiese Sean mentre la distanza fra i due convogli si riduceva.
«...Uh...caricate i cannoni, portate sul ponte le bombe ed i fucili!» urlò con foga, ma i suoi sforzi di sembrare padrone della situazione erano poco credibili persino ai suoi occhi.
Mentre la ciurma si dava da fare, Michael arrivò al parapetto di prua, cercando di elaborare una qualche strategia per sopravvivere a quella situazione.


«Finalmente ti rivedo, Michael...» disse SoleNero osservando le due navi che si avvicinavano al suo possente convoglio.
«Non vedo l'ora di assaggiare il sangue della tua ciurma.» continuò passandosi la lingua sulle labbra spaccate in più punti.
Osservò la sua ciurma prepararsi alla battaglia e poi gli uomini che si muovevano velocemente sui ponti delle altre due navi, poteva ben immaginare la paura che doveva provare il nipote nel vedere i due galeoni che avevano raggiunto la sua nave di linea nei pressi di Cacum, era una fortuna che avesse incrociato la loro rotta mentre tornavano al rifugio.
«Peccato che non sarò io ad ucciderti...» disse il pirata con un po' di rammarico, mentre le altre due navi si lanciavano all'assalto.


Con grande sorpresa, Michael vide le vele del Kraken afflosciarsi sugli alberi e mentre la nave si bloccava, le altre due continuavano ad avanzare.
"Mio zio non vuole rovinare la sua nave se può farne a meno, evidentemente..." pensò Spada Rossa, qualche centinaio di metri separavano le quattro imbarcazioni.
I due galeoni nemici estrassero i cannoni diventando molto simili a due ricci pieni d'aculei, uno spettacolo bello quanto letale.
"Un colpo di quelli e dico addio alla nave..." constatò il capitano "E anche se li affondo, poi non potrò avere la meglio su Daniel..."
«I cannoni sono armati, li estraiamo anche noi?» chiese Sean, con una nota di tensione nella voce, Michael esitò.
Ci doveva essere qualcosa da fare!
"Pensa!" si intimò guardandosi attorno, cosa c'era che potesse aiutarlo?
Erano in mezzo al mare aperto, fatta eccezione per quelle isole...
Michael osservò i galeoni, bassissimi sull'acqua, poi osservò quello del commodoro, notevolmente più alto: sì, poteva funzionare!
«No!» disse Michael lasciando l'amico di stucco; il capitano corse al pozzetto ed afferrò il timone spostando brutalmente Jona.
Spada Rossa girò velocemente il timone, facendo virar bruscamente la nave verso tribordo, dirigendosi verso il fitto arcipelago.
Michael si guardò dietro, il commodoro lo seguiva da vicino mentre le navi avversarie si mettevano lentamente sulla scia.
La caracca si mise a veleggiare fra l'intricato labirinto di isole, sparendo in breve dalla visuale di Ritch.
I due galeoni neri, nonostante rimanessero parecchio indietro, non si facevano staccare e Michael sapeva di dover trovare una soluzione in fretta.
Il capitano aguzzò la vista, scandagliando il mare davanti a lui, quand'ecco che vide quello che cercava: una stretta lingua d'acqua bassa, di colore blu chiaro, separava due isole molto vicine.
«Una secca!» urlò qualcuno da prua, la ciurma si mise a sbraitare, preoccupata di arenarsi, ma Michael non ci fece caso, continuando dritto verso le acque insidiose.
La caracca superò con un guizzo la secca, scomparendo dietro il profilo di un isola, la ciurma tirò un sospiro di sollievo.
Spada Rossa si girò verso poppa, dopo qualche secondo da dietro l'isola emerse la Golden Wind, intatta; Michael attese ancora, senza staccare gli occhi dall'isola, quando un rumore secco, come di legno in frantumi giunse alle sue orecchie, poi uno più forte, un impatto di qualcosa di imponente e pesante che si spalmava contro qualcosa dello stesso peso.
Il capitano scoppiò in una risata liberatoria, afflosciandosi sul timone, facendo sbandare lievemente l'imbarcazione.


Ritch si sporgeva dal parapetto osservando l'arcipelago in cui le navi erano scomparse, era da un bel po' che erano sparite ed i rumori dei cannoni ancora non si facevano sentire.
"Ma dove si sono andati a cacciare?" si chiese il pirata tamburellando nervosamente con le dita sul legno.
«Forse sarebbe il caso di raggiungerli...» suggerì il primo ufficiale al suo fianco.
«Taci!» gli intimò il capitano quasi ringhiando, la tensione lo rendeva più irascibile del solito.
«Si vede qualcosa!» urlò la coffa, il capitano aguzzò la vista...ed ecco che dal profilo di un isoletta emergeva la sagoma di una nave.
«Non è possibile!» urlò SoleNero riconoscendo la caracca di Michael.
Un'altra nave la seguì, un galeone, ma si rese conto, con un tuffo al cuore, che non era uno dei suoi.
Quello era molto più leggero e batteva la bandiera britannica, solo allora Ritch, che fino ad allora aveva pensato che quel mercantile fosse di Michael, si rese conto che il nipote aveva collaborato con la compagnia delle indie per farlo fuori.
«Che pezzo di merda!» inveì il pirata continuando a fissare l'arcipelago ma le sue navi non arrivarono.
«Le avranno fatte arenare...» commentò il primo ufficiale: Daniel capì che era l'unica possibilità; le acque basse di quella zona dovevano aver intrappolato le sue due navi mentre quelle più leggere degli altri due ne erano uscite indenni.
«Dannazione!» disse il capitano battendo un pugno sul parapetto «Spiegate tutte le vele! Fate rotta a nord-ovest!» la ciurma rumoreggiò ma nessuno mise in discussione l'ordine del capitano.
«Ci ritiriamo?» chiese il primo ufficiale, Ritch ghignò.
«No, voglio solo cercare un posto adatto per l'ultimo atto di questa sudicia commedia!» rispose il pirata portando lo sguardo dove si addensavano i nuvoloni che coprivano il cielo.
«Ma da quella parte c'è la tempesta!» protestò il sottoposto.
«Già, ha attraversato gran parte delle colonie spagnole, l'abbiamo già incontrata fra Nombre de Dios e L'Avana, ed ora che è cresciuta, voglio vedere se le navi dei miei nemici sono abbastanza solide da resistere alla sua furia!» spiegò SoleNero con un sorriso tutt'altro che allegro, mentre la nave si metteva in moto.


«Che fanno? Scappano?» chiese Sean mentre la caracca si lasciava alle spalle l'arcipelago, vedendo il Kraken dirigersi a nord-ovest.
«Non credo...qualsiasi cosa abbiano in mente, è sicuro che non stanno scappando« disse Michael lasciando il timone a Jona.
"Questa storia non mi piace..." pensò il capitano osservando il cielo nero davanti a loro mentre si mettevano all'inseguimento di Ritch.


Per un giorno intero la nave di linea tenne testa alla caracca ed al galeone, facendo loro sudare ogni metro di vantaggio guadagnato fra le onde che diventavano sempre più alte ed il vento sempre più forte.
Ma quel giorno, era chiaro che tutto sarebbe finito, in un modo o nell'altro...
La caracca rollava in modo tremendo, spinta dalla forza colossale delle onde; il vento fischiava nelle orecchie del capitano mentre osservava la nave di suo zio, distante ormai poche centinaia di metri, addentrarsi nella tempesta vera e propria.
Michael sospirò alzando gli occhi al cielo, proprio sopra la loro nave, la tempesta gli restituiva lo sguardo.
Le nuvole, nerissime vorticavano come impazzite nel cielo, gettando una cupa ombra sul mare spezzata solo dai lampi dei fulmini che saettavano da una parte all'altra del cielo minaccioso.
La tempesta era uno spettacolo unico: era bellissimo e pure una minaccia incombente, che ti sovrastava schiacciandoti con la sua maestosità e potenza, la pura manifestazione della furia del mare e degli elementi che si mescolavano dando vita ad un vero e proprio mostro, enorme e nero.
"E così dunque che finirà?" si chiese Michael sempre osservando il cielo.
«Inizia a piovere...» disse poi mentre le prime gocce iniziavano a bagnargli il viso.
   
 
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