Fumetti/Cartoni americani > Wonder Woman
Segui la storia  |       
Autore: sibley    10/10/2013    1 recensioni
E' sempre un duro colpo quando si viene traditi dal proprio ragazzo/a. Wonder Woman sta provando sulla propria pelle cosa significa amare qualcuno, e scoprire il tradimento. Ma, la cosa peggiore, sono i colpi di testa che si possono fare una volta scoperto il tutto... Potrebbero anche essere la cosa più pericolosa mai fatta.
= Il titolo di ogni capitolo, è il nome della canzone dalla quale traggo il testo ^^ =
Genere: Avventura, Demenziale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Wonder Woman's Stories'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nei miei pensieri, iniziavo ad immaginare che non sarei mai più uscita da quel buco che era il covo di Lobo. In mattinata era passato il nostro compratore, e a dirla tutta, non mi ispirava mica male, in quanto a cattiveria. Diceva di essere un appassionato di Supereroi, molto ricco, e che voleva le eroine e basta. Probabilmente, era un banale niubbo che aveva bisogno di una donna e quindi aveva voluto il meglio che c'era in circolazione. Certo, non mi spiegavo cosa c'entrasse She Hulk, ma forse era di cuore tenero, e non voleva fare torto alla gigantesca donna. Sorrisi pensando che era così che le cose dovevano andare, saremmo state per sempre schiave di quell'ometto piuttosto viscido, ma che in sé non aveva alcuna cattiveria vera e propria. Sorrisi, pensando che poteva andare molto peggio di così. Avrei potuto trovare maniaci sessuali, o peggio... Invece no, era solo un poverino che non aveva mai avuto una donna in tutta la sua vita. Mi imposi di pensarla come un atto caritatevole, piuttosto che pensare che mi aveva fatta rapire da Lobo. Pensai infine che avevo baciato Lobo. Volevo vomitare.

"Say it aint so, I will not go
Turn the lights off, carry me home"

Portami a casa. Fu l'unica cosa che riuscii a pensare quando vidi Superman sfondare la porta della prigione. Volevo solo che mi dicesse che non era vero quello che io avevo fatto, ma sapevo che dentro di lui, qualcosa stava urlando. Mi era venuto a salvare sicuramente mosso dal senso di colpa, ma forse sarebbe riuscito a comprendermi... Forse, prima o poi. Mi resi conto che ero stata io in primis a rovinare tutto. Non me ne sarei mai andata dal suo fianco, nemmeno se mi avessero strappata, se solo lui mi avesse voluta al suo fianco per sempre. Dovevo riaverlo, o mi sarei spezzata. Ti prego, Clark... Portami solo a casa. Mi prese in braccio delicatamente, e uscimmo dal covo di Lobo, mentre io ero troppo stordita per parlare. Mi aveva tenuta stretta con dolcezza, e si era librato in volo, dirigendosi verso la Stazione Spaziale dalla quale Lobo mi aveva rapita giorni prima. Sicuramente Superman ci aveva messo un po' a trovare il covo, essendo ben nascosto, ma ce l'aveva fatto e io non gli sarei mai stata abbastanza grata per questo.

"Late night, come home
Work sucks, I know
She left me roses by the stairs
Surprises let me know she cares"

Mi aveva riportata a casa, nel giro di pochissimo. Nel frattempo, il vero Batman e Lanterna Verde si erano messi in azione per riportare nel loro universo le eroine Marvel, e per sistemare le cose con i loro eroi che molto probabilmente erano su tutte le furie. Ovviamente, avevano liberato anche le altre eroine DC, e sveltamente avevano predisposto le cose in modo che potessero tornare nei loro rispettivi luoghi di nascita. Ma tornando al mio viaggio, ovviamente, era più semplice volare che tornare con una motocicletta malmessa. Uscendo dal nascondiglio di Lobo, avevo visto un pezzo del suo mento a terra, che lentamente stava iniziando a far fuoriuscire altra cartillagine per poterlo rigenerare. Ovviamente, Lobo non poteva venir ucciso. Ci avevano provato, e lui di risposta aveva devastato il Paradiso. Insomma, non c'era un posto dove star tranquilli, no e poi no. Superman, mi aveva comunque lasciato delle rose sullo zerbino della porta della mia camera. Insomma, niente male come ritorno a casa. Pensavo non mi volesse più, ma notando questo, mi sorpresi e iniziai a sorridere, con un'espressione leggermente inebetita. Ma non importava. Quello che importava ora era ritrovarlo in giro per la Stazione Spaziale, e parlargli chiaramente, a quattr'occhi, spiegandogli tutto l'accaduto. Sapevo che dentro di lui era ferito, e ferito gravemente. La battaglia con Lobo non era stata sicuramente un problema per lui, ma certamente era stato un problema vedermi con Batman. O per meglio dire, con Batman/Lobo.

"Say it aint so, I will not go
Turn the lights off, carry me home
Keep your head still, Ill be your thrill
The night will go on, my little windmill"

L'avevo trovato subito. Era nella stanza accanto alla mia, e si teneva il viso tra le mani. Mi avvicinai, senza parlare. Non volevo nemmeno parlare, minimamente. Lui però intuì il mio silenzio carico di imbarazzo e vergogna, e mi sorrise debolmente, alzando la testa. Aveva già intuito che ero io, che avevo bisogno di lui ora più che mai. Dovevo guardarlo negli occhi però, e fargli capire tutto quello che volevo che lui sentisse. Mi fece cenno di sedermi al suo fianco, e io obbedii velocemente. Lui mi cinse le spalle con un braccio, e debolmente mi strinse. Io, presa da un lieve impeto di passione, quasi gli saltai addosso, stendendolo sul letto. Lui mi lasciò fare, stranamente. Io gli saltai ufficialmente addosso, mettendomi a cavalcioni sulla sua pancia, e mi chinai a baciarlo dolcemente. Lui affondò una mano nei miei capelli corvini, e io di risposta gli cinsi la vita. Infine, quello che accadde nelle ore successive, fu solo la conseguenza di un amore che non si poteva dissolvere. E questo, avrebbero dovuto capirlo sia Lobo, che il compratore di eroine.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Wonder Woman / Vai alla pagina dell'autore: sibley