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Autore: Lelusc    11/10/2013    1 recensioni
Jennifer,Jen per gli amici,è al liceo abita con i nonni e ben 5 gatti e ha quasi diciotto anni,fino a qui sembra tutto normale,giusto? e beh,non è affatto così,ha un destino davvero singolare,è qualcuno di singolare e ha da fare una scelta davvero difficile, di cosa parlo? di che si tratta? beh scopritelo se la storia v'incuriosisce.
L'ho già scritta fino alla fine,ditemi se vale la pena pubblicarla o no. Grazie Lelusc. :D
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente la sveglia suona alle sette. Apro gli occhi e vengo accolta nella realtà dal canto di alcuni uccellini appollaiati sul mio davanzale e da uno spettacolo davvero bello. Alcuni raggi di sole filtrano dalle tendine ricamate creando tanti ricami sul parquet. Briciola è ancor accanto a me che dorme e anche gli altri e immediatamente controllo che Forest non sia morto durante il sonno, che pensiero pessimo, ma può sempre succedere. Gli accarezzo la testolina proprio dove ha la striscia più scura di grigio,il suo bel manto mi è sempre piaciuto.

Lui apre gi occhi e si strofina sulla mia mano, sorrido sollevata e mi vesto. Prendo la cartella già pronta e con Forest in braccio scendo di sotto. La nonna è ai fornelli il nonno seduto a tavola che legge il giornale e sono tutti maledettamente tranquilli, come se a loro non importasse di Forest e non ricordassero che oggi è il mio compleanno e compio diciotto anni.

La nonna si gira e fa un salto. “Oh, Jennifer, non ti avevo sentito, mi hai spaventata” il nonno distoglie lo sguardo dal giornale. “Come mai oggi non fai il piccolo elefantino scendendo le scale?”

 “Perché altrimenti sobbalzando avrei fatto del male a Forest”,dico sedendomi a tavola indignata (neanche auguri eh,bene grazie e per giunta mi prendete anche in giro).

“Non fare quella faccia,stiamo scherzando, o la fai perché ieri ti abbiamo vietato di andare dal veterinario?” “Chissà?” dico.

 “Su tieni, mangia”dice nonna poggiandomi davanti una tazza di latte e delle frittelle. (Forse dopotutto non si sono dimenticati che giorno è oggi)penso
annegando le frittelle con lo sciroppo d’acero.

“Potresti posare il gatto da una parte mentre mangiamo?”chiede la nonna. “No”rispondo senza pensare e in tono che non ammette repliche, non mi dicono più niente e mangiamo.

“Vado dal veterinario e poi a scuola come d’accordo”dico uscendo. M’incammino verso la piazza proteggendo dal vento freddo Forest. “Come ti senti oggi?Non ti preoccupare ora ti porto dal veterinario e guarirai velocemente” gli dico dolcemente continuando a camminare. “Maledizione chi è il pazzo idiota che si diverte a far male ha un povero gatto indifeso, se lo prendo…”. 
 Scoppio all’improvviso esternando il mio rancore. Forest si aggrappa alla mia camicetta con la zampetta e miagola, subito mi calmo e sorrido.  Dopo la visita accurata e la marea di domande che ho fatto al signor Igor, esco dal veterinario, sapendo che era una ferita da taglio. Il signor Igor mi ha detto che dovrà mettergli dei punti e che dovrà tenerlo per alcun giorno, ma quando mi sono opposta a dato il permesso di portarlo a casa, ma si è raccomandato di non farlo muovere velocemente o saltare, e ora per il tempo in cui starò a scuola lo terrà lui.

“Per fortuna, sta bene, ma ora sarà meglio che mi affretto oh arriverò tardi a scuola”mi dico a bassa voce. Arrivo all’unico liceo della cittadina due minuti prima che la campanella suoni e vedo Flora venirmi incontro.  “Eccoti, come mai sei arrivata tardi?”mi chiede. “Qualcuno pazzo a ferito Forest e l’ho dovuto portare dal veterinario”.

“Oh il piccolo gatto grigio”,annuisco.  Subito dopo entriamo a scuola e cominciamo la prima lezione.

“Che barba è stata matematica, mancava poco che mi addormentassi”mi dice Flora sbadigliando rumorosamente (è bello sapere che non sono solo io ad
non essere una signorina) penso sorridendo.

“Che c’è?” mi chiede.

 “No, niente, devo andare a prendere Forest, vieni con me?”

 “oh…no…oggi non posso”.

“Perché?”

“Ho un problema a casa”

“capisco, allora ti telefono”

“va bene, ora devo andare ciao”.

 La guardo andare via, (che strana) penso. Dal signor Igor non appena Forest mi vede alza il musetto e miagola.  “Però, certo che hai un bell’ascendente con i gatti, anche loro affascini, prima non si muoveva e non miagolava e ora guarda, sei riuscita a farlo parlare”.

 “Sarà perché io non sono un veterinario”dico prendendo delicatamente Forest in braccio. 

“Sarà così, comunque non si deve muovere per alcuni giorni, è una ferita bruttina, ma non fatale” grazie Igor, “figurati cara” lo saluto con un cenno del
capo e vado a casa.

“Nonna sono a casa!” Esclamo. (Mamma che freddo) mi dico con voce lieve.

“Ha sei già qui, tuo nonno ha chiamato, devi andare a dargli una mano la gente è tanta così” dice facendomi vedere con le mani.

“Vai a dargli una mano, svelta, sono a corto di personale”.  Annuisco confusa, mi prende delicatamente Forest dalle braccia e mi spinge letteralmente
fuori e chiude la porta. La guardo sconcertata, ma che hanno tutti oggi? Mi chiedo incamminandomi verso il ristorante. (Praticamente mi ha cacciato da
casa e ho ancora la cartella in mano,chi li capisce è bravo)mi dico confusa.

Arrivo al ristorante e non appena entro mi trovo davanti Asia.

“Ciao Asia, la nonna mi ha detto che…”

“si,si è vero”,dice interrompendomi frettolosamente. “Su, vieni con me”dice prendendomi per un braccio e trascina domi verso la sala. “Aspetta che succede?” Spalanca la doppia porta e mi lancia dentro. “Buon compleanno!” Mi guardo intorno, sorpresa e le labbra mi si piegano in un grande sorriso,
ci sono tutti, il nonno, Flora, Piter, Orni e ora che si è messa insieme agli altri anche Asia. “Ti piace tesoro?” mi chiede una voce alle mie spalle.

“Oh si nonna grazie, pensavo vi foste dimenticati tutti che oggi è il mio compleanno”.

 “Non potremmo mai”, mi dice abbracciandomi. “Su festeggiata vieni”, mi dice Flora afferrandomi una mano e tirandomi fra la folla. Ci sono tutti e si fa partire la musica che allegra si espande nella sala. Nonna e nonno cominciano a ballare allegri. Flora si accomoda vicino al bellissimo e fornitissimo buffè sicuramente preparato dal nonno e gli altri, quando sento qualcosa strusciarmi su una gamba. Mi spavento e abbasso lo sguardo. “Briciola!”esclamo. (Ci sono anche i gatti!)urla la mia mente “hai visto ci siamo proprio tutti,infondo tu dicevi sempre che anche loro sono la tua famiglia” mi dice nonno dietro di me.

“Si e vero”,dico prendendo in braccio Briciola “ma la mamma?” chiedo,mi sorride. “Tua madre è ancora in viaggio, doveva partire sta mattina alle nove, ma l’aereo a fatto tardi, di qualche ora per via delle forti piogge di ieri, sarà qui in tardo pomeriggio”.

“Ho, capito,grazie nonno,è tutto bellissimo”

“bene, allora divertiti”.

All’improvviso qualcuno richiede la mia attenzione picchiettandomi su una spalla. 

Excusex – moi, mademoiselle, voulez – vous danser?

“Oui Pier.  Rispondo ad uno dei aiuto cuochi più promettenti, un bel ragazzo alto dai capelli corti e mossi color ebano e è sempre stato gentile con me, conosco anche la sorella di tre anni,la madre e la zia che gestiscono il fioraio in piazza,hanno deciso di abitare in campagna proprio per lo stesso mio motivo, la piccola Antoinette,la sua sorellina è cagionevole di salute. Mi fa volteggiare in mezzo alla sala. Già dimenticavo che è bravissimo a ballare e porta una donna benissimo.  Quando mi lascia vengo presa per mano. Mi volto, è Piter.

“Piter!”

 “Ciao festeggiata,posso ballare con te?” Annuisco e mi avvicina di più a se,mi posa una mano sulla schiena e quella che già mi ha preso la tende di lato è un Valzer,quindi di conseguenza gli poggio la mano sulla spalla. (è imbarazzante, non sono capace di ballare il valzer,chi è il pazzo che lo ha messo fra la musica?) mi chiedo arrossendo fino alla punta dei capelli vedendo il suo torace vicinissimo al mio petto. Quasi si sfiorano.

Comincia a ballare e stranamente anch’io senza pestargli un piede o sembrare goffa, anzi è divertente. “Cavolo è un valzer viennese”sussurro. “Si,perché?” (mannaggia mi ha sentito).

 “No, è che girare in tondo,beh mi girerà la testa”

“e noi ci fermiamo”mi dice semplicemente facendomi un sorriso. Volteggio per la stanza portata da lui e mi diverto nel vedere tutti i visi dei mie “invitati” passarmi davanti e notare che mi guardano.

“Piter mi sta girando la testa”

“allora giriamo nel verso opposto” annuisco quasi impercettibilmente, sicura che anche un solo piccolo movimento mi avrebbe accentuato la nausea. Alla fine quando mi lascia cerco una sedia e mi ci lascio cadere. La testa ancora mi gira e mi sento rintronata. “Tutto bene?” mi chiede mia nonna seduta accanto a me e che stranamente non avevo notato. “Si,mi sta solo salendo al nausea per il troppo girare”

“ah capisco” dice sorridendo allungo le braccia e mi passa Forest che è rimasto buono buono fra le sue braccia, il che è strano visto quanto è vivace.

Lo accarezzo e mi fa le fusa, di conseguenza mi si crea un sorriso sulle labbra. “Che fai seduta, alzati e mangia qualcosa, guarda che ben di Dio c’è qui” mi dice Flora.“Senti perché non mi fai tu il piatto, mi fido” e la vedo correre via felice, subito mi pento di quello che le ho detto.

“Lo sai vero, che ora rovinerai la tua bella linea” mi volto e mi trovo davanti Orni.

 “Si,immagino di si” si siede accanto a me. “Lui è Briciola?”

“No briciola è quella palla di pelo che sta in un angolo della sala” dico indicandolo.

 “Ah, quindi lui è Nerone?” no, Nerone sta facendo il cinico altezzoso da qualche parte, lui è Forest”

“ah, capisco…?Beh ora vado”. Va via egli da il cambio Flora.

Mangio un’ultima pizzetta della montagna di roba che ho nel piatto fra dolce e salto e poi lo poso, se mangio un’altra cosa rigetto. “Vieni Jen è l’ora della torta e dello spumante” poso Forest sulla sedia e vado verso il grosso tavolo rotondo e mi siedo a capo tavola circondata da tutti. La torta entra in sala portata da nonna ed ecco il coro della classica canzoncina di compleanno, scoppio a ridere divertita. Soffio le candeline e in  men che non si dica la torta viene tagliata e servita e si fa il brindisi. Non so come abbiano fatto perché costosa, ma qui nel piatto ho una bella fetta di Santa Honoré, ed è davvero invitante, forse un buchino nella pancia lo trovo per questa bella fetta.

Nerone mi si avvicina e annusa il piatto. “Ne vuoi un po’ anche tu?Però a te fa male”dico accarezzandogli il capo, mi guarda oltraggiato, cavolo sembra veramente mi guardi oltraggiato, che razza di gatto, mi dico mordendo un bignè.

Grazie a tutti è stato bellissimo, dico agli ultimi che vanno via. Li saluto con la mano e insieme con nonna e nonno vado a casa con fra le braccia Forest, mentre la nonna e il nonno portano ognuno due gatti, il bello è che non scappano, sono proprio fuori dal comune. “Ah finalmente a casa”, dico buttandomi sul divano.

“Sei piena vero Jen?Ho visto il piatto che ti ha fatto Flora”mi dice nonna “si,quella ragazza è una golosona di prima categoria,ma non capisco come faccia ad non ingrassare e la torta era spettacolare,ma ne abbiamo una fetta per mamma?” “si,lo presa io prima che finisse,sembrava non mangiassero da anni”commenta nonna.

Scoppio a ridere. “Hai ragione”.

 “Ho mammina!”

“Che c’è nonna, perché hai urlato?”

“No, niente un topo”.

“Sicura? Deve essere  gigan….chi sono?” Chiedo indicando scandalizzata i cinque bei ragazzi che riempiono la cucina. All’improvviso suonano alla porta. “Vado io”dice mio nonno con voce tesa.

“Allora?” chiedo tutti i ragazzi mi guardano senza parole, “è una lunga e strana storia” comincia mia nonna, alzo un sopracciglio. “Che storia?” chiedo cominciando ad essere irritata dalla situazione che non comprendo minimamente.  “Beh, ecco, insomma”.
  
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