Serie TV > CSI - New York
Segui la storia  |       
Autore: alicew in wonderland    11/10/2013    3 recensioni
Dopo la cancellazione della serie ho deciso di scrivere quello che secondo me poteva essere il vero finale della storia: ovvero una serie intera!
Pubblicherò ogni episodio di venerdì, esattamente come se la serie tv fosse in onda in America rispettando anche le festività (Ringraziamento, Natale, Pasqua...).
La storia comincia esattamente oggi, 27 Settembre 2013, Mac e squadra sono al lavoro come sempre e un po' di cose sono cambiate: Mac è sposato con Christine e Danny e Lindsay hanno avuto il loro secondo figlio...
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Trama episodio XXVII: Mac è ferito e cerca di salvare Christine da un arresto cardiaco. Intanto, Christine è in un limbo dove incontra sua madre e quella di Mac, dalle quali apprende avvenimenti futuri, e, al risveglio, si accorge con Mac che l’incubo è solo all’inizio.
Il disastro aereo di Danny e Sheldon è più grave del previsto e Lindsay ha delle complicazioni e deve essere operata d’urgenza.
Anche Mac finisce in un limbo in cui fa degli incontri importanti e ha delle visioni del futuro.
Flack e Jamie vanno a catturare il terrorista islamico, ma le cose non vanno come programmato.
Il team CSI cambia per sempre…
Genere: Mistero, Science-fiction, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Venerdì 11 Ottobre 2013

EPISODIO III: OLD SECRETS

 
Mac messaggiava con Christine per la settima volta quella sera, stava abbandonando la scena con la sua macchina ma alla guida c’era Sheldon «Chiama Christine! Hai una voglia tremenda di sentirla! È una settimana che continuate a inviarvi messaggi!» disse notando che il cellulare di Mac suonava in continuazione
«Hai ragione, ma non me la sento di parlare con te che guidi»
«Allora permettimi di distrarti per gli ultimi tre minuti di viaggio! È da quando abbiamo cominciato a fare sopralluoghi in quella cantina puzzolente che devo confidarti una cosa»
«Che cosa?» domandò incuriosito Mac
«Ho un appuntamento che però è stato rimandato da domani sera a data da definire causa lavoro!» disse soddisfatto Sheldon inserendo l’indicatore di direzione per svoltare a destra in direzione dell’edificio della scientifica
«Se vuoi posso darti la serata libera, non hai mai chiesto permessi!»
«Anche a Jo dai la serata libera?» chiese Sheldon
«Hai un appuntamento con Jo?» disse Mac entusiasta «Facciamo così, ce la mettiamo tutta sta notte per scoprire qualcosa sull’omicidio e domani, se dobbiamo solo prendere il colpevole, tu e Jo avrete la serata libera!»
Sheldon posteggiò nel garage «Davvero ce lo permetti Mac?» domandò sorpreso
«Naturalmente!»
I due scesero dalla macchina e con i badge sbloccarono la porta di accesso all’ascensore dove Mac chiamò Christine «Ehi ciao!» la ascoltò parlare «No ,mi dispiace tanto! È colpa del lavoro! Tutto bene lì?» rimase in ascolto ancora per qualche istante «Hai fatto bene a chiamare anche tuo zio, starete più al sicuro!» l’ascensore si aprì «Ora ti devo lasciare! Ci vediamo domani mattina! Fate dei turni di guardia e cerca di dormire! Ti amo anche io!»
«Cosa succede Mac?» chiese Sheldon
«Problemi personali!» disse Mac            
Mac e Sheldon camminavano uno a fianco all’altro verso la sala riunioni dove li attendevano Stella, Jo, Danny, Adam e Sid
«Ben arrivati!» cominciò il patologo in tono affaticato dal lavoro e dall’ora «L’autopsia ha confermato ciò che già mi era parso chiaro appena visto il cadavere: è morto per dei morsi di cane. Almeno cinque esemplari di grossa taglia!» disse indicando le lesioni delle radiografie alle ossa della testa e delle gambe in particolare «I morsi hanno anche reciso importanti vasi sanguigni: l’arteria femorale e la carotide destra. La cosa interessante è che la vittima non ha cercato in alcun modo di difendersi»
«Strano!» si intromise Danny «Ti lasci volontariamente sbranare da quattro o cinque cani?»
Stella era perplessa «Non ci sono segni di lacci né sui polsi né sulle caviglie!»
«Io e Flack abbiamo guardato nel cassonetto dell’immondizia la sera in cui abbiamo scoperto il corpo » aggiunse Adam «Ho scoperto che si sono disfatti dei suoi vestiti e dei suoi oggetti personali prima di lasciarlo nella cantina e c’era anche un cellulare usa e getta. Ho provato ad analizzarlo e non ho ancora finito. Potremmo scoprire se ha incontrato qualcuno o se doveva farlo!»
«Benissimo Adam! Direi che tu e Stella potete esaminare i vestiti e il cellulare» disse Mac, ma prima che potesse andare oltre Sid lo interruppe
«L’esame tossicologico e le altre analisi del sangue arriveranno tra qualche ora. A causa di problemi tecnici non siamo riusciti a fare presto. Ti farò sapere che cosa dice il referto!» disse congedandosi
Mac guardò alzarsi dal tavolo Adam e Stella diretti al computer il primo e in laboratorio analisi la seconda
«Danny tu e io ci occupiamo della scena del crimine per l’ennesima volta, mentre tu Jo vai da Flack» concluse Mac «Ah Sheldon! Accompagnala! Servirà del supporto in caso di necessità!»
«Perché? Cosa succede Mac?» chiese Jo, in risposta Mac aprì il messaggio ricevuto dal numero sconosciuto «Dov’è Christine?» aggiunse la donna dopo aver visto l’SMS
«A casa con mia madre, suo zio e i suoi. Le ho detto di usare la pistola per difendersi!» rispose Mac
«Cosa è successo a Beirut, Mac?» chiese Danny
«Non ne sono sicuro, ma credo che qualcuno dei miei compagni abbia violentato delle locali nella tenda da campo dell’infermeria!»
Sheldon era perplesso «Come puoi non esserne sicuro?»
«Perché ero ferito» spiegò Mac «Mi era quasi esplosa addosso una bomba, ho ancora il segno della scheggia che mi è arrivata in pieno petto. Quella notte ero sotto antidolorifici e calmanti per il dolore»
«Chi è che può chiedere il tuo aiuto per risolvere questo crimine?» domandò Jo
«Chiunque! Nessuna ipotesi è da escludere!» commentò perplesso Mac « Prima di occuparci di me però risolviamo questo caso! Al lavoro!»
 
Danny era assonnato, ma non smetteva un istante di guardare le foto della scena, senza trovare un minimo indizio. Mac guardava al computer dove si riunivano gli scommettitori dei combattimenti fra cani fino al giorno prima intervallando con gli SMS al cellulare di Christine, a casa continuava ad essere tutto tranquillo.
Adam aveva finito di esaminare il cellulare, e bussò all’ufficio di Mac «La vittima aveva fissato un incontro con un uomo accanto a Central Park che poi non aveva avuto luogo e ora, se posso, vorrei riposarmi un attimo!»
«Fai pure Adam!» gli concesse Mac
«Grazie!» disse con gratitudine uscendo.
Stanco e provato, Adam, decise di farsi una doccia. Sotto l’acqua gli vennero in mente i ricordi della sua infanzia: suo padre che lo conduceva spesso nel garage di famiglia per picchiarlo e sua madre che piangeva disperata in cucina. Il sonno gli faceva sembrare quei ricordi tangibili, presenti e reali. Spense l’acqua e uscì dalla doccia più stanco di prima, si mise seduto sulla panca dello spogliatoio con solo l’intimo addosso. Stella lo vide entrando e gli si avvicinò «Stai bene Adam?»
«Benissimo Stella! Mi è passato per la mente un brutto ricordo e il fatto che non ho trovato nulla di concreto su quel cellulare mi fa impazzire!»
Stella si sedette accanto a lui «Ti va di parlarmi di questo tuo brutto ricordo? Magari può farti stare meglio!»
Un po’ titubante Adam rispose «Ok, preparati a sentire le cose peggiori sulla mia infanzia»
 
Mac aveva deciso di staccare un attimo dal lavoro e andare a prendere un caffè all’angolo della strada. Scese in spogliatoio a prendere la pistola che solitamente lasciava nel cassetto della scrivania. Arrivò silenziosamente all’ingresso dello spogliatoio e quando vi entrò si nascose dietro la porta, c’era qualcuno che parlava sottovoce, si sorprese quando vide chi c’era tra le due file di armadietti.
Stella baciò Adam un’ultima volta per poi staccarsi e infilarsi la sua t-shirt sopra il reggiseno «Tempo fa avevamo detto che era stato bello ma che non sarebbe mai più ricapitato!» disse in tono severo lei
«È vero!» commentò Adam infilandosi i pantaloni «Ma io non ho mai smesso di pensare a te e quella mattina in laboratorio ho mentito quando ho detto di essere d’accordo con te!» 
«Anche io ti ho mentito! Non pensavo fosse giusto fare il passo successivo, mi sembrava un atto da adolescente irresponsabile! Quando noi siamo adulti!» prese un respiro profondo appoggiandosi con la schiena a uno degli armadietti «La verità è che a New Orleans ho avuto un’altra storia che non si è conclusa bene perché continuavo a pensare a te!» lo guardò negli occhi come se con lo sguardo avesse voluto carpire i suoi pensieri più profondi oltre la sua espressione stupita
«Wow!» esclamò Adam «Anche io ho avuto un paio di storie e non sono finite proprio bene…» sorrise infilandosi la maglietta «Forse avremmo dovuto avere più coraggio allora!»
«Forse…» sorrise Stella «ci abbiamo messo troppo a capire che tra noi poteva funzionare!»
«Non è troppo tardi!» disse Adam avvicinandosi a lei
«Appena questo caso è risolto, io torno a New Orleans!» disse lei accarezzandolo dolcemente su uno zigomo «Abbiamo ripetuto lo stesso errore di quattro anni fa Adam!»
«Non è un errore! È la seconda volta che ci capita, quindi è qualcosa di più o non ci saremmo ricascati!» disse baciandola «Perché io ho capito di amarti e so che anche tu provi qualcosa per me!»
«Adam…» cercò di interromperlo lei
«Non farlo! Ti prego, non farti del male da sola!» Adam aveva degli occhi da bambino impaurito che voleva solo essere compreso e amato, Stella lo guardò e sorrise tirandolo a sé e baciandolo «E il tuo lavoro? Non permetterò che tu abbandoni Mac! Dove lo trova un altro come te?»
Mac sorrise osservando la scena dal suo nascondiglio, era veramente un’amica incorreggibile che amava mettere davanti ad ogni cosa il lavoro «Il tuo allora? È più importante del mio! A New Orleans ricopri lo stesso ruolo che ha Mac qui!» disse lui guardandola negli occhi «Hai una carriera promettente ben avviata! Offrimi un lavoro da te!»
«Ne parliamo in un altro momento! Sono trenta minuti che siamo qui sotto, la nostra pausa è appena scaduta!» disse Stella lasciando Adam solo nello spogliatoio.
 
Mac e Stella si incrociarono appena fuori dalla porta «Però Stella!» sorrise sorpreso «Tu e Adam! Davvero un assortimento bizzarro!»
«Mac?! Tu hai… da quanto sei qui fuori?» balbettò confusamente lei
«Non preoccuparti, ho solo assistito al discorso finale» la rassicurò Mac. Stella sospirò e fece per andarsene imbarazzata
«Comunque Adam ha ragione! Una volta è un errore due volte è qualcosa di più!» le disse Mac raggiungendola
«Sì però…» fece per obiettare, ma venne interrotta da Mac che le posò le mani sulle spalle
«Però cosa? Eri tu o no quella che diceva che sarei ritornato ad essere il Mac di una volta?» Stella gli sorrise «Parlo con Adam e vediamo cosa si può fare per un trasferimento a New Orleans! Però ora torniamo tutti a lavorare! C’è un caso da risolvere!» disse lasciandola tornare al piano di sopra.
Mac entrò nello spogliatoio, dove Adam stava ancora cercando di riprendersi  dall’ennesima delusione, «Adam!» lo salutò aprendo il suo armadietto
«Mac!» rispose l’altro
«Stavo pensando… e se ti trasferissi a New Orleans?» disse assicurandosi la pistola alla vita
«Cosa vuoi dire? Non vuoi licenziarmi e mi spedisci a New Orleans? Cosa ho combinato questa volta?! Non dirmi che è per il regalo di nozze!» rispose con frenesia e preoccupazione
«Adam chiudi la bocca!» lo intimò Mac con voce decisa «La motivazione per cui ti manderei a New Orleans si chiama Stella!»
«Come?  Tu hai… cioè tu eri…» balbettò confusamente Adam
«Ho visto Stella qua fuori, le ho parlato e ho detto che avrei parlato anche a te!» sorrise Mac
«Grazie Mac! Sia per l’offerta che per aver interceduto con Stella!»
«Figurati! Hai una seconda possibilità con lei, non sprecarla!» lo guardò serio
«Cambiando argomento, posso farti una domanda sul tuo passato di Marine?» chiese gentilmente Adam, il Detective annuì «Eri un personaggio tipo il sergente Hartman?»
«Io non ho mai fatto il sergente Hartman con nessuno dei miei uomini! C’è in ballo una scommessa per caso?» esclamò Mac abbastanza offeso
«No solo curiosità personale: ho avuto modo di parlare della tua infanzia e della tua giovinezza con tua madre al matrimonio e mi ha confermato che ti sei trasformato quando sei passato da semplice soldato al grado di Tenente!»
«Ora ti racconterò cosa mi accadde una volta! A diciotto anni, quando ero nei Marines con il grado di recluta: ho avuto il coraggio di fare una domanda personale, esattamente come la tua, a un mio superiore in privato, sai cosa mi fece fare?» chiese all’altro
«Non saprei…»
«Dovetti cantare l’inno dei Marines per intero facendo flessioni per ogni secondo della sua durata e poi pulire i bagni del campo per un mese!»
«Accidenti!» Esclamò Adam sbalordito
«Vai a lavorare ora! Ringrazia il fatto che sono in congedo dal ’92 e ti ricordo che all’epoca ero Maggiore!» disse dandogli una pacca sulla spalla in direzione dell’uscita «Ah e Hartman era un Sergente Maggiore!» aggiunse Mac voltandosi «Non togliere gradi ai grandi militari del cinema!»
 
Mac tornò in ufficio con una tazza da asporto di caffè nero bollente ad occuparsi delle foto della scena del crimine. Jo aveva lasciato un appunto dicendo che Flack sarebbe stato pronto a qualsiasi ora per intervenire e che i ragazzi alla festa erano per la maggior parte ubriachi.
«Credevo avessi smesso con il caffè!» disse Sid entrando nell’ufficio
«Ho ripreso e nemmeno da poco!» disse Mac sorseggiando il caffè
«Comunque sono qui per l’esame tossicologico» disse ottenendo piena attenzione da Mac «Il nostro trafficante omicida di New Orleans è rimasto indifeso a causa del tetano e non per una droga. So che può sembrare assurdo, ma è così!»
«Esiste il vaccino contro il tetano!» constatò Mac «Ogni dieci anni si fa un richiamo, chi sarebbe così incauto da non farlo?»
«Chi ha parecchi guai con la giustizia sicuramente!» sorrise Sid «Se i cani non lo avessero assaltato sarebbe morto per soffocamento o arresto cardiaco, a quanto pare era già molto avanzata la malattia!» disse indicando un punto preciso sulle analisi
«Vado ad informare Stella!» disse Mac alzandosi dalla scrivania «Dopotutto era il suo assassino in fuga!»
Sid sorrise «Ho incontrato Danny e Sheldon che uscivano mentre venivo da te!»
«Davvero?» chiese Mac perplesso
«Hanno detto che c’è un posto dove la lotta con i cani è legale ed è qui a New York! Per essere precisi è nel Queens! Un posto a quanto pare bizzarro e aperto solo da un mese»
«Perché Danny si è preso Sheldon?» domandò Mac
«Se scoprono che sui denti dei cani sono rimasti dei resti di sangue, prenderanno dei campioni e le impronte dentali da confrontare con i morsi sulla vittima!» concluse Sid andandosene
Mac uscì dall’ufficio e incontrò Stella all’ingresso del laboratorio «Il tetano stava uccidendo il tuo fuggitivo, quei cani gli hanno fatto un favore visto che non era in ospedale né mai ci sarebbe arrivato!»
Stella annuì continuando a camminare «Abbiamo qualche pista?»
«Danny e Sheldon la stanno già seguendo nel Queens!»
«Ottimo!» concluse Stella
«Volevo andare a vedere come era la situazione a casa mia, mi accompagni?» le chiese Mac dirigendosi verso gli ascensori
«Volentieri!» disse Stella pigiando il pulsante per aprire le porte
 
Danny e Sheldon entrarono nel locale dove si tenevano i combattimenti tra i cani, si sorpresero nel vedere l’intero edificio strutturato in maniera organizzata e con anche un tocco di classe.
Una ragazza vestita con un abito a rete nero che lasciava abbondantemente vedere l’intimo bianco indossato sotto, li bloccò all’ingresso «Voi non siete di queste parti vero?»
«No infatti!» disse sbrigativo Danny cercando di concentrarsi sul lavoro e non su altro
«Beh, qui si entra solo se si è soci, se si è ricchi e se si possiede un cane da lotta o un’intera squadra e voi…» disse guardandoli come fossero spazzatura «Mi sembrate proprio conciati da barboni! Tornate quando sarete diventati qualcuno!» disse schioccando le dita per richiamare l’attenzione dei bodyguard
«Cambia qualcosa se diciamo di essere della Polizia Scientifica?» domandò Sheldon irritato
«Voglio vedere i distintivi!» ordinò quella, Danny tirò fuori il suo mentre Sheldon riuscì a provare di essere un medico legale e con il distintivo provò di essere anche un Detective di terzo grado «Bene! Ora voglio vedere il mandato!»
«Non abbiamo un mandato perché non dobbiamo perquisire niente! Vogliamo solo fare due chiacchere con il responsabile!» le disse Danny
«Niente mandato? Niente incontro con il proprietario!» sorrise sorniona quella
Quattro braccia afferrarono Danny e Sheldon che vennero lanciati fuori sull’asfalto «Questa è aggressione a pubblico ufficiale!» urlò Danny alzandosi indolenzito
«Siamo anche noi poliziotti pulce!» sbraitò in risposta il bodyguard di carnagione bianca alto il doppio di lui
«Non metterti contro di noi nanetto!» urlò il compagno di carnagione scura.
Sheldon era ancora a terra e non riusciva ad alzarsi «Credo di essermi slogato la caviglia Danny!»
«Accidenti! Hawkes!» brontolò a denti stretti il Detective «Aggrappati al mio collo! Ti porto fino alla macchina e poi andiamo all’ospedale!»
 
Mac guidava tranquillo verso casa spiegando all’amica cosa stava succedendo quando il cellulare squillò e si accorse che non era Christine
«Accosta e rispondi!» suggerì Stella
«Taylor!» rispose come al solito lui
«Bene! Hai fatto presto a rispondere!» disse una voce di una giovane all’altro capo del telefono «Scusa per il messaggio! Immagino che sia suonato come una minaccia, ma voglio avere la tua attenzione!»
«Ti ascolto!»
«Sono qui dietro a te, accostata all’angolo della strada! Voglio parlare con te, faccia a faccia, da soli! Raggiungimi qui dietro!»
Mac guardò nello specchietto retrovisore e vide una macchina grigia con a bordo la ragazza dai capelli rossi
«Mi vuole parlare» disse a Stella «Intervieni solo se vedi che la situazione si fa critica»
La donna sul sedile del passeggiero annuì «Sii prudente Mac! Se questa ragazza ti manda dei messaggi, è evidente che non scherza!»
Mac scese dall’auto e raggiunse quella della misteriosa ragazza dai capelli rossi «A quanto pare tu mi conosci piuttosto bene! Sapevi anche il giorno in cui mi sposavo!» cominciò lui accostandosi al vetro
«Sali!» ordinò lei.
La ragazza aspettò che Mac si accomodasse e poi proseguì «Sei l’ultimo che mi rimane da controllare, quindi non puoi che essere quello giusto!»
«Puoi essere più chiara?» domandò lui guardandola torvo
«Mi chiamo Angela Meyers sono nata a Hope, Arkansas nel 1984. Mia madre è una giornalista americana che fino all’anno prima della mia nascita era inviata a Beirut dove mio padre, un Marine, l’ha violentata dopo che ha cercato di proteggere alcune locali»
Mac la guardò perplesso «Cosa c’entro io in tutto questo?»
«Eri anche tu là allora! In una tenda ospedale! Lo so perché mia madre mi ha raccontato che c’eri anche tu tra i feriti del bombardamento di quella mattina!»
«Appunto, ero ferito! Non posso aver violentato io tua madre!» disse Mac in tono calmo
La ragazza accanto a lui era sull’orlo di una crisi di nervi «Non hai nemmeno parlato però! Potevi fare punire gli aggressori! Eri un Tenente!»
«Non ero neanche sicuro che fosse accaduto tutto quello che mi stai raccontando, fino ad ora!» rispose lui
«Io ho fatto le prove del DNA con tutti quelli che erano nel tuo battaglione fino al suo rientro negli Stati Uniti, compresi i morti! Tu sei l’ultimo che mi rimane da controllare! Volevo essere sicura di fare il test di verifica anche con te e così ti ho scritto quel messaggio!»
Mac la guardò negli occhi «Mi hai mandato quel messaggio per avere la mia attenzione, ebbene l’hai avuta!» sospirò lievemente e poi disse «Se vuoi essere sicura che non sono io tuo padre facciamo il test! Non mi tiro indietro!»
«Grazie!» sospirò Angela «Meglio che vai a controllare come sta Christine! Potrebbe essere in ansia!» disse aprendo il suo sportello per scendere e raggiungere quello del passeggero. Quando la ragazza aprì lo sportello di Mac, egli notò che alla sua vita c’era il distintivo della città di New York «Ma guarda! Una collega!» disse soddisfatto
«Che ha ottenuto un posto alla Scientifica di recente!» Mac la scrutò con sospetto «Non pensare a miei secondi fini, ho solo una laurea in biologia e sono brava con i computer!» precisò lei «Adoro fare la festa agli hacker!» sorrise trionfante
Mac sorrise scrutandola negli occhi «Felice di averti nel team allora! Ci vediamo più tardi per il test in laboratorio!» disse stringendole la mano «Porta con te anche l’elenco delle persone che hai già controllato! Vediamo se ti è fuggito qualcuno!» disse avviandosi alla sua macchina e guardando Angela risalire in auto.
«Allora?» disse Stella appena Mac fu salito
«Si chiama Angela Meyers, è una mia nuova agente! Vuole essere sicura che io non sono suo padre e ha chiesto il mio aiuto per far luce sul suo passato!» disse mettendo in moto l’auto
Stella guardava la strada «Da non credere!» bofonchiò poi si voltò verso Mac «Tu sei certo di non essere suo padre?»
«Mai stato più sicuro!»
 
Sheldon usciva dall’ospedale con la caviglia fasciata e le stampelle. Danny lo aiutava con i gradini «Maledetta stronza con il vestitino a rete! La farò finire in prigione appena riusciamo ad ottenere il mandato!»
«Danny calmati! Quello che dovrebbe imprecare sono io! Ma ho imparato che è meglio lasciar perdere!» disse cercando di sedersi sulla macchina della quale Danny aveva appena aperto lo sportello «Ora torniamo al laboratorio!»
«Prima ti scarico a casa!» esclamò Danny
«No! Io voglio lavorare!» ribatté Sheldon
Danny scosse il capo e sbuffò «Lo hai sentito il medico! Non ti reggi in piedi e vuoi pure analizzare prove in laboratorio!»
«Se Stella ha trovato qualcosa sui vestiti, voglio analizzare io per primo le prove!»
«Sei principalmente un medico legale! Il tuo lavoro tra poco sarà sostituire in toto Sid!» disse Danny abbandonando il parcheggio
«Sid starà con noi per ancora molto tempo!» disse picchiettando l’indice su una delle stampelle. Danny accostò sotto casa di Sheldon «Ti ho detto che non vado a casa!» brontolò quello
«Non fare il bambino!» lo rimproverò Danny «Nelle tue condizioni non saresti di aiuto a nessuno!»
«D’accordo! Fammi prima parlare con Jo e poi salgo in casa» si arrese Sheldon componendo il numero sul cellulare.
Jo osservava le prove raccolte da Stella sui vestiti della vittima «Nulla che possa essere collegato ai morsi dei cani!» borbottò tra sé e sé «Però ha rilevato un DNA con un’impronta… vediamo se…» guardò sul computer i dati elaborati dalla collega «Lo ha già trovato! Michael Johnson, New Orleans, e ha anche chiesto ai suoi di rintraccialo!» sorrise soddisfatta «Brava Stella!». Il cellulare le suonò «Cos’è successo? Non dirmi che ti ha morso un cane!» rispose ironica vedendo che il numero era quello di Sheldon
«Diciamo che i due cani da guardia del locale ci hanno lanciati in strada e che io mi sono slogato una caviglia!»
«Lasciami indovinare, non abbiamo il DNA che ci servirebbe come prova che i cani di quel locale siano implicati nell’omicidio!» disse lei
«Brava! Non abbiamo nemmeno un’impronta da confrontare con i morsi!» si complimentò lui
«Adesso sei a casa?» domandò Jo preoccupata
«Sì Danny non vuole che lavori!» sbuffò Sheldon dall’altro capo del telefono
«Risolviamo io, Mac e Flack la questione con un mandato, riposati d’accordo?» disse lei sedendosi su uno sgabello del laboratorio
«Ok, buon lavoro!» rispose lui prima di riagganciare.
 
Mac era appena arrivato in casa con Stella «Possiamo stare tranquilli, non c’era alcun pericolo».
Stella si sedette con i parenti di Mac mentre lui entrava in camera da letto, Christine appena lo sentì entrare si girò verso di lui «Ciao!» lo salutò «Mi sei mancato»
«Anche tu mi sei mancata!» disse sedendosi accanto a lei «Non volevo svegliarti!»
«Devo lavorare anche io te lo ricordi?» disse stiracchiandosi «Hai poi scoperto chi ha mandato quel messaggio?»
«Una nuova collega di lavoro, la stessa che era presente al matrimonio. È alla ricerca del padre biologico che ha violentato sua madre nella spedizione di Beirut e credeva fossi io!» disse sorridendole e accarezzandole uno zigomo «Faremo lo stesso il test del DNA per provare che quello che dico è vero!»
Christine si sollevò e abbracciandolo lo baciò intensamente «Vado al lavoro dopo colazione allora!»
«E io vado al lavoro, dal medico per un controllo e poi di nuovo al lavoro!» disse Mac rispondendo al bacio di lei «Mi spiace tanto non fermarmi per colazione!» disse alzandosi e muovendo un paio di passi verso la porta chiusa
«Vado anche io dal medico pomeriggio per sapere come procede la gravidanza…»
«Dicembre è ancora lontano per fortuna!» esclamò Mac
«Non ci sei stato a tutti i controlli! Come puoi sapere che nascerà a Dicembre?»
«Serve la data di concepimento, no?» le domandò lui «Sei rimasta incinta l’8 Marzo! Ameno che tu non aspetti un figlio da qualcun altro» sorrise prendendola in giro  
«Non è divertente Mac!» disse lei alzandosi dal letto e raggiungendolo sulla porta «Il tuo pessimo senso dell’umorismo ti porterà a fare carriera nella polizia di New York, ma non nella tua nuova famiglia! Specialmente con lo zio Max e i cugini di Miami che fanno un mucchio di domande imbarazzanti!»
«Chi sta prendendo in giro chi adesso?» lo sguardo di lui si illuminò «Saremo una famiglia perfetta vedrai!»
«Dimmi solo che se sarà un maschio potrà giocare a football nel parco come tutti gli altri bambini e non prepararsi per una carriera militare!» disse lei abbracciandolo
«Non per forza!» la strinse Mac «Se un giorno però vorrà diventare come suo padre o suo nonno non vedo perché fermarlo!»
«In quel caso non mi opporrei!» disse guardando Mac negli occhi «Anzi sicuramente andrà così perché anche suo zio era un poliziotto coraggioso!»
«Il mio collega e amico Stan! Che mi ha fatto conoscere la mia seconda moglie!»
Marito e moglie tornarono ad abbracciarsi senza più parlare sulla porta alla quale Stella e parenti bussarono «Mac! Ha chiamato Jo! Nel pomeriggio dobbiamo andare in un posto!» disse quest’ultima fuori dalla porta
«Beh sembra che dobbiamo proprio andare!» sorrise Mac alla moglie
«Già!» disse lei aprendo la porta «Ciao Stella! Eccoti qui Mac! Assicurati che dal dottore ci arrivi!»
Stella sorrise «Ma certo! Tra cinque ore sarà dal dottore!»
«Buona giornata tesoro!» il Detective aggiunse al suo saluto un bacio e poi salutò la madre e gli altri parenti di Christine.
 
Qualche ora dopo, Jo era a casa di Sheldon «Non preoccuparti per il lavoro! Penso a tutto io!» sorrise lei appoggiando del ghiaccio sulla caviglia dolorante del medico
«Vorrei solo fare qualcosa di più!»
«Non pensarci! Devi prima guarire!» il cellulare di Jo suonò senza che lei se lo aspettasse «Lindsay che succede?»
«Jo…» cercò di rispondere Lindsay con la voce più calma possibile «Sid sta male! Lo hanno portato in ospedale! Io sono appena arrivata!»
«Aspetta! Come in ospedale?!» disse Jo con preoccupazione «Cosa gli è successo?!»
«Ha avuto un mancamento e secondo i paramedici…» Lindsay scoppiò in lacrime «Vieni qui subito! Potrebbe essere l’ultima volta che lo vediamo vivo!»
«Arrivo!»  disse chiudendo la chiamata sconvolta
«Cosa è successo?» domandò preoccupato Sheldon vedendola in quello stato
«Sid…» riuscì a dire prima di scoppiare a piangere
«Ti prego dimmi che non è vero!» disse alzandosi dal letto e prendendo le stampelle «Andiamo immediatamente all’ospedale!»
 
Mac era uscito dal medico, in sala d’attesa ad attenderlo c’era Stella «Cosa ha detto il medico, Mac?»
«Che si tratta di un disturbo lieve e che non c’è da preoccuparsi. L’aprassia sta già sparendo!» la guardò negli occhi intuendo che c’era qualcosa che non andava
«Mac, dobbiamo andare di corsa in oncologia. Sid…» si morse il labbro inferiore incapace di continuare e chinò lo sguardo
«No!» disse Mac scuotendo il capo «Non può essere vero!» si mise a correre verso l’ascensore seguito da Stella.
Scesero di sette piani e finalmente arrivarono davanti al reparto e trovarono con facilità la camera dove Sid giaceva respirando a fatica. Intorno al malato c’erano già Lindsay, Danny e Adam «Mac! Stella!» sussurrò Sid con un sorriso
«Ciao amico mio!» sorrise Mac
Sid allungò una mano verso di lui e Mac la afferrò con cautela per non toccare i tubicini delle flebo «Sai, Danny e Lindsay hanno deciso che racconteranno al loro figlio perché lo hanno chiamato Sid» sussurrò il malato stringendo la mano dell’amico Detective «Tu invece? Hai già pensato un nome per il tuo? Tra tre mesi è anche il tuo momento!»
«Non ancora! Christine e io decideremo più avanti!»
«Le mie figlie sono ciò che ho fatto di buono nella mia vita!» guardò Mac e poi Danny «Non trascurate mai i vostri figli! Saranno la vostra gioia più grande quando saranno adulti e li vedrete scegliere la loro strada!»
«Le tue figlie stanno arrivando qui in ospedale?» chiese Jo
«Sì, saranno qui tra qualche ora! Non abitano qui vicino e una deve anche uscire dal College!» prese un profondo respiro e porse l’altra mano a Jo che si era avvicinata al letto «Mi raccomando con Sheldon! Lui è diverso dal tuo ex marito: è dolce, gentile e prenderà presto il mio posto come capo dell’obitorio»
«Vuoi scherzare Sid?» domandò Sheldon avvicinandosi a fatica con le stampelle «Io come capo? Assolutamente no!»
Sid sorrise flebile «Perché no? Te lo meriti!»
L’infermiera di turno entrò dalla porta ed esaminò la situazione «Sua moglie sta arrivando! È stata appena avvertita!» e uscì senza dire nulla ai presenti.
Adam accompagnò Sheldon fuori dalla porta per parlare con il medico di Sid «Dottore, vorrei che lei fosse sincero» esordì Sheldon reggendosi alle stampelle «Quanto tempo resta a Sid Hammerback?»
«Dalle due alle tre ore dottor Hawkes! Nemmeno la moglie arriverà in tempo!» rispose freddo il medico.
Quelle tre ore furono interminabili. Sid respirava sempre meno, ma stringeva saldamente le mani di Jo e Mac e aveva lo sguardo fisso su tutti gli altri «In un momento come questo, c’è solo una cosa che posso dire» disse a fatica Sid strizzando gli occhi «Vi voglio bene ragazzi!»
«Anche noi te ne vogliamo!» disse Jo tra le lacrime
«Sei da sempre un amico prezioso!» aggiunse Mac
«Il migliore!» disse Sheldon
«Il laboratorio senza di te non sarà più lo stesso!» aggiunse Danny
«Ve la caverete bene anche senza di me!» sorrise a fatica Sid «Vorrei anche che la mia famiglia fosse qui!»
«Ma loro stanno arrivando!» disse Stella
«Però, se ti guardi attorno, buona parte della tua famiglia è qui!» Sorrise Lindsay
«Non smetterò mai di ricordarmi quando mi hai offerto di diventare tuo socio qualche tempo fa, Adam!» rise debolmente Sid «Ve la ricordate la storia dell’astronave?»
«Eccome!» rise Jo
«Vorrei poter dire anche io qualcosa!» balbettò e borbottò Adam
«È andata avanti per un bel po’!» sghignazzò Mac con un tono malinconico, sempre riferendosi a quella vecchia storia.
Dalla porta entrò una donna con due ragazze una sui venticinque anni e l’altra sui ventidue anni «Sid!» sussurrò quella tra le lacrime
«Ciao tesoro! Ce ne hai messo di tempo!» poi guardò le due ragazze «Ciao bambine mie!»
Tutti si spostarono sul fondo della stanza per lasciare posto alle figlie e alla moglie di Sid
«Ciao papà!» disse la più grande cercando di trattenere le lacrime e avvicinandosi al letto «Volevo dirti che mi sposo! Leonard mi ha fatto la proposta ieri e avrei tanto voluto che tu mi avessi accompagnata all’altare!»
Sid la guardò sorridendo e spostandole una ciocca bruna dietro all’orecchio «Sarò lì per te comunque!» poi si volse verso l’altra ragazza bionda «E tu cosa mi dici? Hai deciso dopo la laurea in medicina cosa fare?»
«È un po’ che ci penso e tutte le volte sono sempre più convinta! Voglio fare il patologo!» rispose convinta
«Sei sicura? Sarai a contatto costante con la morte ogni giorno della tua vita, vedrai le cose più macabre e raccapriccianti e dovrai stare attenta a non lasciarti sfuggire nulla!»
«Papà!» sorrise quella «È tutto inutile! Ormai ho deciso! Sarò un patologo!»
Sid sorrise «Mi prometti» disse volgendosi verso la moglie «Che starai sempre vicino alle ragazze, che le aiuterai tutte le volte che ne hanno bisogno?»
«Certo amore mio! Certo!» sorrise lei tra le lacrime
«Sai, hanno scelto tutte e due un cammino impegnativo!» il respiro di Sid si faceva sempre più corto a ogni parola pronunciata «Vi voglio bene ragazze!» prese un ultimo respiro e una lacrima gli disegnò un solco sulla guancia «Ti amo!» strinse gli occhi e si irrigidì per un secondo poi si rilassò, era stato il suo ultimo respiro.
Mac e gli altri uscirono dalla stanza tristi e sconsolati «I miei ragazzi sono arrivati! Devo andare in laboratorio» disse asciugandosi le lacrime Stella
«Vengo con te!» disse Sheldon zoppicando con le stampelle «Avrai bisogno del mio aiuto!» e prima di avviarsi abbracciò Jo che era decisamente la più scossa di tutti e non smetteva di piangere in silenzio.
Danny prese per mano Lindsay «Qualcuno deve dirlo a Flack!» esclamò cercando di soffocare il dolore che lo attanagliava
«Andiamo noi!» disse Lindsay stringendo la presa sulla mano e avviandosi verso l’ascensore.
Mac non piangeva, ma sembrava in trance, fu Adam a doverlo risollevare «Mac, so che adesso è difficile ma… devi venire in laboratorio anche tu per fare il test e poi tu Jo e Flack dovete andare in quel posto!»
«La risoluzione del caso è vicina!» disse Mac «Ti raggiungo subito, comincia ad andare con Jo!» 
Mac si avvicinò alle parenti di Sid «Mi dispiace tanto!»
«Papà parlava sempre di lei!» disse la figlia minore «Diceva che lei era una persona incredibile che non si arrendeva mai e che ci sarebbe stato in qualunque momento!» sorrise guardando il volto rilassato del padre defunto «E aveva ragione!» si asciugò le lacrime «Se farò domanda alla scientifica per un posto, è probabile che ci incontreremo più spesso!»
«Sicuramente!» sorrise il Detective posandole una mano sulla spalla.
Guardò la moglie e l’altra figlia di Sid «Mi dispiace davvero tanto!» e poi uscì dalla stanza con uno sguardo abbattuto.
 
Adam era seduto in laboratorio con Angela Meyers «Certo che il modo bizzarro con cui hai conosciuto Mac, è incredibile, tenendo presente che sarà da oggi ufficialmente il tuo nuovo capo...» disse strabuzzando gli occhi e preparando il necessario «Sei sicura di voler fare lo stesso il test di paternità?» domandò un po’ perplesso
«Assolutamente! Voglio sapere se mi sta mentendo o se dice il vero!»
«Guarda che lo conosco bene! Non mente mai perché persegue la giustizia! Te lo chiedo di nuovo: sei sicura?»
«E io rispondo nuovamente sì!» il tentativo di Adam di dissuaderla dalla sua idea era davvero risultato patetico e inutile.
Mac entrò nel laboratorio e si avvicinò ad Adam «Dimmi che hai già preparato tutto!»
«Lo so che devi andare con Flack e Jo in quel postaccio! Stai tranquillo è questione di un attimo!» disse prendendo il tampone monouso «A te l’onore!»
Mac si passò il tampone in bocca e lo chiuse nella provetta destinata al laboratorio analisi «Ora dobbiamo aspettare 48 ore!» disse guardando appena Angela e uscendo dalla stanza
«Non preoccuparti Angela!» sorrise Adam «Fa sempre così quando ha da fare! Non ce l’ha con te! Sei solo… nuova!»
La ragazza sospirò «Dobbiamo aspettare davvero così tanto?»
«Normale procedura delle analisi, dovresti saperlo!» disse Adam scrivendo sulla busta “To Detective Taylor, Urgent”  
«Se scrivi urgente, vuol dire che ci impiegano meno di 48 ore?»
«Veramente…» disse Adam sorridendo «Vuol dire che ci impiegano 48 ore e non 72!»
La donna sbuffò incrociando le braccia «Assurdo!»
 
Flack e Jaime raggiunsero Mac fuori dal dipartimento di polizia e il primo sventolava una busta «Ecco il nostro lasciapassare! Fresco, fresco da parte del Giudice!» sorrise soddisfatto
«Dov’è Jo?» chiese Jaime a Mac
Il SUV di Jo frenò sull’asfalto secco del pomeriggio producendo uno sfrigolio assordante «Volete fare notte qui oppure venite a fare la festa ai cani?»
Mac accennò a un sorriso, sapeva che Jo stava ancora male per Sid, come tutti del resto.
Flack e Jaime seguivano il SUV con la volante della polizia e arrivarono davanti al locale descritto loro da Danny.
«Aveva ragione!» esclamò alla fidanzata Flack «Sembra davvero il Moulin Rouge americano!»
«Azzardati a posare gli occhi su quella specie di segretaria con il vestito a rete che ti do una lezione!» lo apostrofò Jaime prima di farlo scendere dall’auto «Chiaro?»
«Naturale!» sorrise lui aprendo la portiera
Mac e Jo attendevano il loro arrivo fuori dalla porta «Stella sta tornando con i suoi al laboratorio, hanno detto che vogliono interrogare loro il proprietario dei cani qual ora trovassimo un riscontro! Il loro sospettato principale ha ammesso di aver comprato della droga dalla vittima ma non è l’assassino!» disse il Detective Taylor reggendo la valigetta per le analisi
«Dopotutto il caso è suo!» disse Flack impugnando la maniglia e abbassandola.
La musica a palla dell’ingresso li invase e si ritrovarono ad essere osservati da tutti i presenti nella sala, sorbendosi anche commenti poco piacevoli sui vestiti.
«Sono appena le cinque del pomeriggio e questi sono già vestiti da sera!» fece notare Jaime a Jo
«Sono tutti ricchi qui!» sollevò le spalle Jo «Nemmeno in un anno riuscirei a comprarmi un vestito come quello!» disse alludendo a una ragazza seduta con un tubino nero lungo ornato da diamanti in vita e guanti di seta lucidi.
Mac si avvicinò al tavolo dell’ingresso, dove la donna della sera prima era  seduta con al suo fianco i due bodyguards «Desiderate?» disse squadrandoli
«Detective Taylor, della Scientifica di New York!» disse mostrando il distintivo
«Immagino siate i colleghi di quelli di ieri!» notò lei masticando un chewingum «Quello che ho detto ieri sera ai vostri colleghi vale anche ora!»
«Si risparmi il fiato!» intervenne Flack sventolando il mandato
«Bene! Vado ad informare il capo!» disse quella alzandosi senza obiettare, ma ugualmente seccata
«Se non le dispiace vengo con lei!» disse Flack indicando a Mac la ricetrasmittente che in risposta gli annuì comprendendo il messaggio.
Passarono alcuni minuti e Mac fece per salire le scale, sentì Don bussare a una porta all’inizio del corridoio, senza ricevere risposte dall’interno, «Io sfondo la porta!»
«Ok, ma i danni li paga lei!» rispose la donna che lo aveva accompagnato
Don sfondò la porta e si introdusse nella stanza, ordinata e pulita con una scrivania al centro, le finestre erano chiuse, nulla era stato toccato
«Problemi, Don?» chiese Mac affiancandolo con la pistola in mano
«Sembra che il nostro amico se la sia data a gambe!»
«No!» ribatté la segretaria «Se non è qui vuol dire che è già sul ring!» fece loro strada attraverso il corridoio, scesero  una rampa di scale che dava su un altro edificio «Questo è l’ingresso riservato a Mr. Anderson e ai suoi ospiti d’onore nell’anfiteatro!» indicò poi un’altra scala che continuava verso il basso «Giù ci sono le gabbie»
Flack entrò con cautela nel palco «Libero!»
Mac lanciò un’occhiata repentina verso le scale di sotto e cominciò la discesa.
Vide due uomini che discutevano tra loro «I suoi pastori tedeschi sono una meraviglia Drew!» disse il primo osservando gli animali all’interno della gabbia
«Grazie per il complimento Mr. Anderson! Spero che riescano a battere i Pitbull di Jayden!» rispose l’altro ridendo
«Anderson!» urlò Mac avvicinandosi dopo aver riposto la pistola «Polizia di New York!»
«Oh cazzo!» esclamò l’uomo benvestito spingendo il padrone dei cani contro la gabbia che si aprì facendo agitare i pastori tedeschi al suo interno. Mac riuscì ad incominciare l’inseguimento nella galleria sotto l’anfiteatro e Flack lo raggiunse immediatamente sorpassandolo. Erano inseguiti dai tre cani che si erano liberati «Non voltarti Flack!» gli intimò Mac da dietro «Continua a correre e cerca di prendere quel bastardo!»
«Credo che tra poco cederò Mac!» disse Flack con la vista che già gli si appannava per lo sforzo
«Vuoi farti sbranare per caso?» domandò Mac facendo uno scatto per portarsi più vicino a lui.
Flack scosse la testa e riuscì ad accantonare la stanchezza per qualche secondo, grazie all’adrenalina che lo invadeva, arrivando ad atterrare il fuggitivo con uno sforzo disumano ed ammanettarlo.
Mac si voltò verso i cani con la pistola in mano ed esplose tre colpi, ma solo due andarono a segno. Il terzo cane non venne colpito neppure di striscio e gli piombò addosso, digrignando i denti aguzzi, costringendolo a lottare a mani nude per tenerlo lontano dalla sua gola. Era un cane addestrato ad uccidere e riuscì a mordere Mac al braccio. Soffocando un grido di dolore, Mac colse l’occasione per dare un pugno violento alla mandibola dell’animale fratturandogliela, il cane si ritrasse guaendo e Mac lo finì con un calcio violento nello stomaco.
Flack era rimasto impotente a guardare la scena sopra il fuggitivo che ancora si dimenava nel tentativo di scappare. Mac si alzò con l’avambraccio intriso di sangue e con il respiro affannoso «Chiamo Lovato e Jo per dire che siamo qui!»
 
Alla centrale Stella e i suoi interrogavano il signor Anderson «So bene chi è lei» disse facendo tirare fuori da una cartella a uno dei suoi uomini un plico di fogli «Il suo vero nome è Jason Moore! Di mestiere fa il trafficante di droga con Michael Johnson, il riciclatore di denaro sporco e, dal mese scorso, è riuscito ad aprire quel posto di gran lusso dove si tengono le dispute tra cani che tra l’altro ora chiuderà!»
«Non è colpa mia se il suo collega è stato morso!» ribatté sghignazzando quello «Per le altre accuse, è ancora tutto  da provare!»
Stella si sedette con i suoi agenti e lo stesso che aveva estratto il fascicolo esclamò «Abbiamo le prove! Un tecnico della scientifica ha confrontato la tua voce con quella di un messaggio nella segreteria di un cellulare usa e getta che apparteneva a Robert Lewis!»
«Dovevate incontrarvi, ma lei ha disdetto l’appuntamento!» continuò l’altro agente di New Orleans
«Questo non prova che l’ho ucciso io!» sogghignò Anderson
«Davvero?» sorrise Stella «Abbiamo controllato tutti i cani presenti nella tua arena e ne abbiamo trovati cinque con le impronte dentali identiche a quelle sul corpo della vittima!»
«Indovina di chi erano i cani!» disse Mac entrando e posando dei fogli sul tavolo con il braccio destro fasciato «Tutti e cinque tuoi!»
Stella guardò il braccio di Mac e poi Anderson «Si renda fortunato che il detective Taylor è vaccinato contro la rabbia per prassi!»
«Robert Lewis mi doveva un mucchio di soldi, così sono andato a prenderlo appena arrivato a New York sotto falso nome!» sorrise beffardo «Saranno stati anche i miei cani a farlo fuori ma… io non c’entro nulla!»
Gli agenti tirarono fuori un’altra prova «Abbiamo ritrovato nella gabbia dei tuoi cani tracce di sangue umano, non c’è bisogno che le diciamo di chi è vero? Inoltre c’era anche la sua impronta sul lucchetto della gabbia!»
«Avranno usato i guanti!» disse Anderson ridendo
«Basta con questa commedia!» tuonò Stella «Sappiamo dalla sua segretaria che c’è una sola chiave e che la tiene lei al collo!»
«La portavi anche al momento dell’arresto!» fece notare Mac «Tu hai preso Robert Lewis e lo hai lanciato dentro quella gabbia perché non aveva tutti soldi. Era già malato di tetano, aveva bisogno di un medico! Sarebbe stato comunque omicidio Anderson!»
L’uomo rimase in silenzio e venne portato via dagli agenti di Stella.
 
Adam sorrise appena vide uscire Stella e Mac dalla stanza dell’interrogatorio, i due stavano parlando del morso al braccio «Non preoccuparti, Christine farà solo qualche domanda sulla ferita! Mi ha visto in condizioni peggiori!» sorrise Mac «Quando torni a New Orleans?»
«Domani nel pomeriggio ho il volo Mac! È stato bello rivederti e lavorare di nuovo con te!» sorrise Stella
«La prossima volta che torni a New York cerca di non portarti via più nessuno dei tuoi ex colleghi!» disse indicando Adam con il capo che veniva verso di loro
«Evviva lo abbiamo preso!» esultò Adam posando gli occhi sul braccio di Mac «Beh sì, insomma, poteva andare peggio!» disse imbarazzato
Mac sorrise con una strana luce negli occhi «Credo proprio che mi mancherai, Adam!»
«Te ne è arrivata una al mio posto che nemmeno io sopporto e che vuole avere la certezza di non essere tua figlia!» fece constatare Adam «Per il test, avrai i risultati sulla tua scrivania dopodomani mattina!»
«Con tuo padre come farai Adam?» chiese Mac
«Verrò a New York una volta al mese per vedere come sta!» sospirò Adam «Non posso abbandonarlo, è pur sempre mio padre!»
«Non mi hai parlato del problema di tuo padre Adam!» commentò Stella sorpresa
«Vi consiglio di uscire a cena questa sera!» suggerì amichevolmente Mac «Sono sicuro che Adam ti dirà tutto!»
«Grazie di tutto Mac!» sorrise Adam porgendogli la mano e poi arrivare ad abbracciarlo «Davvero Mac! Sei più di un capo, sei un amico!»
Mac lo lasciò andare dandogli una pacca sulla spalla «Adam Ross: il migliore tecnico di laboratorio e hacker che io abbia mai incontrato e un grande amico!» guardò lui e Stella prendersi per mano e con un sorriso amichevole disse «Ogni tanto fatevi sentire!»
«Dopo che tuo figlio sarà nato passaci a trovare!» sorrise Stella
«Ci vediamo presto allora!» disse salutandoli
«Attento a non uscire di testa con quella pazza!» sorrise Adam uscendo con Stella
«Sì Adam, sentirò parecchio la tua mancanza!» si disse Mac tra sé e sé 

http://csinewyorkseason10.blogspot.it/ Questo è il link del blog che tengo in inglese! Se volete farci una visitina...
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > CSI - New York / Vai alla pagina dell'autore: alicew in wonderland