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Autore: alicew in wonderland    04/10/2013    3 recensioni
Dopo la cancellazione della serie ho deciso di scrivere quello che secondo me poteva essere il vero finale della storia: ovvero una serie intera!
Pubblicherò ogni episodio di venerdì, esattamente come se la serie tv fosse in onda in America rispettando anche le festività (Ringraziamento, Natale, Pasqua...).
La storia comincia esattamente oggi, 27 Settembre 2013, Mac e squadra sono al lavoro come sempre e un po' di cose sono cambiate: Mac è sposato con Christine e Danny e Lindsay hanno avuto il loro secondo figlio...
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Trama episodio XXVII: Mac è ferito e cerca di salvare Christine da un arresto cardiaco. Intanto, Christine è in un limbo dove incontra sua madre e quella di Mac, dalle quali apprende avvenimenti futuri, e, al risveglio, si accorge con Mac che l’incubo è solo all’inizio.
Il disastro aereo di Danny e Sheldon è più grave del previsto e Lindsay ha delle complicazioni e deve essere operata d’urgenza.
Anche Mac finisce in un limbo in cui fa degli incontri importanti e ha delle visioni del futuro.
Flack e Jamie vanno a catturare il terrorista islamico, ma le cose non vanno come programmato.
Il team CSI cambia per sempre…
Genere: Mistero, Science-fiction, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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 Venerdì 4 Ottobre 2013                                

                                EPISODIO II: IT WAS A BEAUTIFUL DAY

 
Danny esitava a entrare nell’edificio della scientifica quella mattina «Mac è già in ufficio da quasi tre ore, in attesa di riscuotere il suo premio. L’ho evitato per una settimana, ma ora devo affrontarlo! Maledetto Adam e stramaledetto Flack!»
Stava lì fermo e immobile a fissare l’ingresso dell’edificio, seduto sulla sedia del bar del marciapiede opposto, quando una voce femminile lo chiamò «Danny!»
Immediatamente il detective si levò in piedi sorpreso e con un sorriso a trentasei denti esclamò «Stella!»
I due si abbracciarono, «Quanto tempo è passato!» commentò Danny
«Qualche mese, ma è comunque troppo!» disse Stella entusiasta «Mac come sta? Cosa mi dici di Christine?» chiese sorridente sistemandosi i ricci
«Wow, quante domande tutte insieme! Ehm… stanno bene! Sai com’è, quando ci si sposa il primo periodo è sempre bello!» rispose Danny «Tu cosa fai qui?» chiese poi
«Sono qui in vacanza! Pensavo di passare un po’ di tempo con voi!»
«Fantastico! Sarà bello averti qui! Mac lo sa?» chiese Danny sorpreso e felice dalla notizia appena ricevuta
«Sì l’ho chiamato personalmente!»
«Allora sai già tutta la storia, del fatto che ho avuto un figlio e che io e Lindsay lo abbiamo chiamato Sid in onore del nostro più caro amico, dato che…»
«Che avevi avuto un figlio lo sapevo! Non che lo avevi chiamato Sid! Che cosa sta succedendo a Sid?» disse mutando lo sguardo e sedendosi su una delle sedie del bar «Farai bene a raccontarmi tutto!»
«Ok! Solo se tu dopo mi dai una mano con Mac!» disse Danny difronte a lei
«Cos’è? Un ricatto?» disse lei guardandolo bieco
«No!» rise Danny di gusto per poi tornare improvvisamente serio «Ma un grosso favore!»
 
Jo guardava Sid immobile vicino a un cadavere che stava esaminando, con un’espressione triste sul viso, gli si avvicinò piano «Ehi!»
«Ehi!» rispose lui «Perché hai quello sguardo triste?»
«È lo stesso sguardo che hai tu ora!» sorrise brevemente lei con le lacrime che le correvano sulle guance
«No non piangere! Mi fai pentire di aver revocato anche le dimissioni!» disse abbracciandola
«Mi hai detto ieri al telefono di aver detto tutto a Mac. Come l’ha presa?»
«Ci sarebbe dovuto essere qualcuno che avesse ripreso la scena e la avesse messa su YouTube!» sorrise Sid
Jo lo guardò fisso senza capire «Non capita tutti i giorni di vedere piangere un uomo come lui!» rise rumorosamente il patologo
«Ne ha passate tante ieri! Troppe anche per uno come lui!»
«Sai, è bello quando non c’è lavoro nuovo da sbrigare! Raccontami un po’ cosa sta succedendo a Mac, ma soprattutto a te, mentre sistemo l’obitorio! Sono vere le voci che ho sentito?» disse mettendo il cadavere nella cella frigorifera
«Va bene! Cominciamo con i fatti di ieri cioè Mac, e poi passiamo agli aggiornamenti di oggi cioè io» sorrise Jo
 
Adam era seduto al computer picchiettandosi le labbra con il tappo di una penna e con digitata su Google la parola “regalo”. Indeciso se premere invio guardava lo schermo  e cominciò a mordicchiare la penna. Improvvisamente si ricordò di un episodio come quello avvenuto mesi prima: Sheldon lo aveva notato e si   era seduto accanto a lui facendolo sussultare sulla sedia «Ma allora ci tieni davvero ad avere un corpo da esaminare anche quando non ci sono omicidi Hawkes!» aveva detto Adam con il fiatone «Ho rischiato un infarto!»
«Scusa!» aveva sorriso l’amico «Non per farmi gli affari tuoi, per chi è il regalo?»
«Meno due giorni e io non ho ancora nulla!»
«Fammi capire, stai cercando su uno dei motori di ricerca più popolari un regalo per il matrimonio?» Adam  aveva annuito e Sheldon aveva sospirato «Esiste una cosa che si chiama “lista nozze”»
«Ma se non c’è mai stata perché Mac non la voleva!» aveva sentenziato Adam
«Christine è stata brava a fargli cambiare idea due settimane fa!» aveva sorriso Sheldon «Ti conviene sbrigarti a consultarla perché ho paura che i regali più belli siano già stati presi» si era alzato in piedi per tornare a lavorare «Tu  lo sai che gli amici, in genere, sono quelli che consultano la lista per primi per fare il regalo più bello, no?»
Adam aveva deglutito pesantemente immaginando Mac aprire il suo regalo: un apriscatole elettrico. Aveva poi scosso la testa per cancellare l’immagine dalla sua mente «Me la passeresti per favore?»
«Consideralo già fatto! Guarda vicino a te!» Adam  aveva sorriso vedendo la chiave dell’armadietto di Sheldon  
«Ti bacerei, ma non sono gay!»
Sheldon era rabbrividito «Fai in fretta, prima che cambi idea!»
Tornando alla presente, Adam rise attirando l’attenzione di vari tecnici del laboratorio.
 
Stella e Danny si stavano avvicinando all’ufficio di Mac e vennero avvistati da Lindsay «Stella! Quando sei arrivata?» la salutò calorosamente
«Oggi!» disse mentre si abbracciavano «Danny mi ha detto che avete chiamato piccolo Messer Sid!» disse guardandola
«È così!» disse sorridendo «Andavate da Mac?»
«Sì, pare che Danny abbia cento dollari di una scommessa da dargli, ma che, ovviamente, non ha!  sorrise
«Quindi tu sei chiamata a rimpiazzare il prezzo della scommessa!» concluse Lindsay
«Ma lei vale più di cento dollari, attenzione!»  sorrise Danny sottraendo Stella alla conversazione «Meglio affrettarsi!»
Danny si fermò a qualche metro dall’ufficio «Faccio voltare Mac da questa parte e appena ti vede entri»
«Se non mi ha già vista!» disse sorridendo la donna.
Danny si avvicinò lentamente all’ufficio, Mac reggeva il suo tablet e sembrava parecchio concentrato, si fece coraggio e bussò alla porta di vetro. Mac posò il tablet sulla scrivania e lo fece entrare «Guarda chi si fa vedere! Sbaglio o ci sono cento dollari in sospeso?»
«Sì sono qui per la scommessa ma…» guardò per un istante il touch-screen e un sorriso attraversò il suo viso «Non sapevo ti divertissi con i giochi per bambini nel tempo libero!»
Mac divenne cupo «Questi non sono giochi per bambini, Danny!»
«Io so solo che Lucy li fa per imparare termini nuovi ma non è più a questi livelli!» disse indicando l’oggetto sulla scrivania
«Il calcio nel didietro lo vuoi prima o dopo avermi dato i soldi?» disse Mac con uno sguardo gelido e un tono di voce calmo
«A proposito dei soldi! Dato che non li ho, ti ho portato un’altra cosa: guarda là fuori!» disse indicando oltre le pareti di vetro dell’ufficio.
Mac si illuminò vedendo il viso di Stella e il malumore passò «Danny scommessa sistemata, ma non devi dire una parola a nessuno di quello che hai visto qui oggi!» disse indicando il tablet
Danny annuì e uscì aprendo la porta e abbracciò Stella a metà del corridoio bisbigliandole all’orecchio «Grazie di cuore!»
«Figurati Danny!»
« Ho appena scoperto che Mac ha un problema con i nomi delle cose e non vuole che si sappia. Cerca di capire a cosa è dovuto!» disse l’uomo staccandosi e andando verso il laboratorio.
 
Stella abbracciò Mac che le era già venuto incontro nel corridoio «Sono passati solo pochi mesi, ma mi è sembrato molto di più!»
«Vero, Mac!» disse osservandolo e divenendo subito seria «Mac dobbiamo parlare, nel tuo ufficio!» lui non sapeva cosa rispondere, alzò le spalle con naturalezza e rispose «Ok!»
Entrarono nell’ufficio e si sedettero alla scrivania «Stai bene?» domandò lei
«Benissimo!» rispose lui annuendo
«Sei un po’ goffo nei movimenti, lo hai notato?»
«No!» disse lui guardandola negli occhi
«Non ti passa per la mente che potrebbe essere un disturbo collegato al fatto che ti hanno sparato?»
«Ancora con questa storia?» Mac si fece cupo
«Danny mi ha appena detto che fai esercizi per ricordare i nomi degli oggetti comuni.» Mac inclinò un sopracciglio senza staccare lo sguardo da Stella che sentenziò «Soffri di afasia da quando ti sei ripreso dalla sparatoria! Vero?»
«Sì, e sto migliorando! Rispetto a prima va molto meglio! Il medico dice che nel mio caso avrò un recupero totale!»
Stella lo guardò in segno sfida «Scrivimi come è avvenuto l’incidente!» Mac rimase interdetto e la guardò sorpreso «Cosa c’è? Non dirmi che non sai farlo?» Mac prese un foglio e una penna e scrisse poche righe che passò a Stella «Come pensavo! Niente articoli! E da quando si dice: “entrato sono in farmacia”? » disse lei critica «Cosa farai la prossima volta che ti chiederanno di stilare un rapporto? Non potrai sempre delegare agli altri!»
Mac la guardò  un po’ irritato «Sei venuta qui solo per farmi la ramanzina?»
«No Mac! Sono qui perché io tengo a te! Oltre a soffrire di afasia è evidente che soffri anche di una forma di aprassia ed è normale che tu non te ne accorga! Se dovesse peggiorare non potrai più fare il tuo lavoro capisci?» disse con tono deciso «Ti ricordi quando due giorni prima del matrimonio sono arrivata in città e ti ho chiesto di parlarmi del tuo incidente?»
«Sì. I toni della discussione sono divenuti molto simili a questi!» disse Mac ricordando quanto avvenuto: a sciogliere la tensione quella volta ci aveva pensato un medico che aveva bussato  alla porta dell’ufficio di Mac «Come da lei richiesto Detective. La prossima volta però aspetti i normali tempi dell’ospedale!» aveva detto porgendogli una busta e uscendo.
Stella aveva intravisto il nome  stampatovi sopra «Perché la tua futura moglie ha fatto delle analisi?» aveva chiesto calmandosi
«Ieri è stata in ospedale per un’intossicazione alimentare e per scrupolo hanno fatto altri test» aveva detto il Detective posando la busta sulla scrivania
«Non leggi il referto?» aveva domandato Stella
«Perché dovrei?»
«Se fossi Christine e ci fosse qualcosa che non va preferirei saperlo da te e non da un pezzo di carta!»   aveva commentato lei.
Mac aveva preso la busta tra le mani e l’aveva aperta spiegando i fogli delle analisi. Aveva passato i primi senza alcun segno di preoccupazione, all’ultimo aveva sgranato gli occhi ed era diventato pallido «Non era intossicazione alimentare!» aveva detto con il fiato corto e fissando il foglio come in uno stato di trance.
Stella si era mostrata subito preoccupata «Allora cos’è stato?»
 
Flack aveva arrestato quella mattina un paio di ladruncoli. Il suo turno era appena finito e insieme a Jaime si concedeva una meritata pausa pranzo
«È bello quando non uccidono nessuno!» disse sorseggiando la sua lattina di birra seduto sulla panchina nel parco
«C’è più tempo per noi!» concordò lei addentando l’hamburger che teneva in mano «Era tantissimo che non mangiavo più un panino di McDonald’s!»
«L’ho fatto solo perché era il posto più vicino! Non mi fanno impazzire quei cosi» bofonchiò Flack guardando con disgusto il pranzo della fidanzata
«È per questo che hai preso l’insalata?» disse lanciandogli contro un tovagliolo appallottolato
«Vuoi la guerra Lovato?» disse lui con un sorriso sghembo «E guerra avrai!» appallottolò un paio di tovaglioli e glieli lanciò contro.
 
Stella era uscita dal laboratorio ed era andata nel pomeriggio a salutare Sid «Sid! Il mio patologo preferito!» disse abbracciandolo
«Stella! Sono così contento di vederti!» sorrise lui abbracciandola «Potevi prendere le vacanze qualche giorno dopo! Non hai idea di che compleanno di Mac ti sei persa l’anno scorso! L’ho fatto ubriacare e l’ho convinto a giocare con me a golf sul tetto del nostro palazzo! Ha rotto un vetro e ci hanno urlato che ci avrebbero denunciati alla Polizia!» rise di gusto «E Mac ha urlato “Sono io la polizia!”. Persino Christine non la finiva più di ridere! Quest’anno volevo fargli fare qualcosa di doppiamente imbarazzante!»
«Perché non mi hai detto nulla della tua malattia? Ti sarei stata più vicina!» commentò Stellla
«Perché non volevo che qualcun altro soffrisse per me! Mac lo è venuto a sapere ufficialmente la settimana scorsa ed è stata dura da accettare anche per lui!» disse Sid guardando entrare Jo «Buongiorno! Stavamo giusto parlando del compleanno…»
«Oh mio Dio! Mac ubriaco è la scena più assurda che mi sia capitato di vedere!» aveva detto avvicinandosi a Stella «Mi fa piacere rivederti!» disse baciandola «Un caffè»
«Volentieri!»
«Sid, vieni con noi?» chiese Jo
«No devo finire qui…» disse sorridendo «Ci vediamo sta sera per una birra!»
Jo e Stella erano sedute al bar sorridendo «Ti ricordi di quando Mac ha anticipato il matrimonio al giorno prima?» chiese Jo
«Sì! Alcuni erano in crisi perché non sarebbero potuti venire, compresi i parenti di Christine!» commentò Stella
«Il prete e il suo impegno urgente che lo ha occupato per diversi giorni e quindi, piuttosto che sposarsi ad Aprile, Mac aveva detto che “domani è perfetto!”» Jo era piegata in due dalle risate «Dovevi vederlo! Organizzava il ricevimento e tutto il resto sbraitando ordini al cellulare ai cuochi di Christine!» disse ridendo appoggiata al tavolino del bar Stella rise con lei
«E ti ricordi la faccia di Mac? Sembrava su un altro pianeta!» disse Stella
«Ed è stato in quel momento che abbiamo cominciato a intuirne il motivo!» disse Jo smettendo di ridere.
 
Danny si lamentava con Lindsay mentre si preparavano per uscire dal laboratorio, era sera ormai.
«Passare la giornata a riordinare vecchi casi! Ma come si fa?»
«Niente azione, ma si può dire che oggi è stato un giorno diverso!» commentò la moglie infilandosi la giacca «Oggi sono davvero felice di tornare a casa!»
«Sai dove è andato Mac? Volevo parlagli!» disse Danny attraversando il corridoio accanto a lei
«Deve farsi perdonare un pranzo mancato da Christine!» rispose Lindsay chiamando l’ascensore «Quando è stata l’ultima volta che mi hai portata a cena fuori?»
«Ah… non ricordo!» disse entrando in ascensore «Forse tra due giorni potremmo dire a Rosita di occuparsi dei bambini oppure potremmo chiedere a mia madre!»
«Meglio se chiediamo a Rosita!» disse decisa Lindsay mentre l’ascensore si chiudeva.
 
Mac arrivò al ristorante di Christine, la vide sulla porta sorridente «Ciao Christine!» la salutò baciandola
«Erano mesi che non mi venivi a prendere dopo il lavoro»
«Ti ricordi l’ultima volta che sono venuto qui?»
«Come dimenticarla!» sorrise lei ricordandosela: Christine era  accigliata all’ingresso del ristorante «Adesso mi spieghi…» aveva detto a Mac tirandolo dentro per la manica della giacca «…cos’è tutto questo!» disse indicando gli chef alle prese con piatti di ogni tipo
«Il prete aveva un impegno e ci poteva sposare domani o tra un mese!» aveva detto Mac
«Beh un bell’imprevisto! Ma abbiamo una vita da passare insieme Mac! In più i nostri parenti non ci saranno mai tutti! Cosa cambia se ci sposiamo tra un mese?!» aveva domandato Christine appoggiandosi ad una sedia con le mani
«Tantissimo!» aveva detto Mac tirando fuori la busta delle analisi «Queste sarebbero arrivate da te tra tre settimane. Non sono tutti gli esami che ti hanno fatto, ma da qui è già chiara la situazione!»  gliele aveva porte gentilmente
«Le hai lette? Perché lo hai fatto?» aveva detto staccandosi dalla sedia
«Ero preoccupato e volevo capire cosa ti era successo» Mac aveva preso le mani di Christine prima che avesse potuto aprire la busta «e non è un’intossicazione alimentare!»
«Che cos’ho allora?» aveva ansimato preoccupata mentre Mac si sedeva
«Hai mai preso in considerazione la possibilità di essere più di noi due da dopo il matrimonio?» aveva detto facendola sedere sulle sue gambe
«Un po’ ci ho pensato ma…»  aveva risposto lei accomodandosi
«Ma?»
«Ma cosa stai cercando di dirmi?» gli aveva chiesto tremante
«Che da due settimane a questa parte siamo in tre!» aveva risposto Mac baciandola dolcemente sulla guancia «E non posso essere più felice di così!»
Christine aveva preso il viso di Mac e lo aveva baciato intensamente «Un bambino?» aveva detto staccandosi sorpresa, Mac aveva annuito, «Non ci credo!» gli aveva detto lei baciandolo di nuovo.  
Mac aveva baciato Christine tirandola sempre più vicino a sé «Avremo un bel da fare d’ora in poi!» le aveva sussurrato staccandosi
«Lo sapevamo già che la luna di miele non ci sarebbe stata!» aveva sorriso lei baciandolo di sfuggita e allontanandosi dal suo viso
«Stavo pensando di farmi dare un aumento!» aveva accennato Mac inseguendola «Così faremo meno fatica!» ed era riuscito a baciarla di nuovo
«I miei potrebbero comunque darci una mano, visto che sono di New York!» aveva bisbigliato Christine appoggiando la testa nell’incavo tra la spalla e il collo di Mac
«Non riesco a ragionare in questo momento! Nei miei pensieri continui ad esserci solo tu!» aveva detto lui chiudendo gli occhi e adagiando la sua guancia sulla testa di lei.
Nel ristorante era entrata Stella con Jo e dietro di loro c’erano tutti gli altri «Allora Mac, glielo hai detto?» aveva sorriso la donna con i riccioli.
Mac e Christine avevano sbarrato gli occhi e si erano ricomposti per quanto potesse essere loro possibile alla vista degli amici
«Sono tutti venuti qui a farti le congratulazioni appena appresa la notizia!» aveva aggiunto Jo
«Stella!» aveva detto Mac sorpreso «Non posso crederci! Lo hai detto a tutti!»
«È stato un passaparola generale…» aveva detto Danny avvicinandosi alla coppia con Lindsay ancora incinta «Congratulazioni! Noi lo abbiamo saputo da Sheldon, che lo ha saputo da Jo perché glielo ha detto Stella!»
«Poi Lindsay me lo ha detto mentre uscivano dal parcheggio! Ma non per questo lasceremo correre le tradizioni!» aveva detto Flack
«Preparati Mac! Adesso tu vieni con noi mentre le ragazze si occupano di Christine!» aveva esclamato Sid
Mac aveva sorriso e stretto a sé Christine abbracciandola dolcemente «Niente eccezioni?»  aveva domandato
«Falck prendi le manette!» aveva esclamato Sheldon in tono scherzoso
«Ce lo prendiamo con la forza!» aveva ghignato Adam
Mac aveva riso e baciando Christine le aveva bisbigliato «Ci vediamo domani sull’altare!»
«Ti ricordo che devi essere là prima di me!»
«Tu però non fare tardi!» le aveva detto con un ultimo bacio
lei aveva riso alzandosi in piedi «Ok ragazze, cosa pensavate di fare?»
Mac era stato trascinato via dai componenti maschili della sua squadra verso un bar mentre i suoi occhi avevano incrociato un’ultima volta quelli di Christine.
 
Christine rise «Ti rendi conto che siamo già all’inizio di Ottobre?»
«Sì? Quando è finita l’estate scusa?» chiese sorridendo e chiamando un taxi.
 
Millie Taylor entrò in casa e trovò un messaggio di Mac sul frigorifero: “We’re out for dinner ! Don’t worry we’ll be home at 10 p.m.”. Sorrise e staccò il biglietto «Cosa ti devi fare perdonare questa volta?» e si ricordò del giorno delle nozze del figlio: il 30 Marzo, Mac aveva aperto gli occhi con riluttanza scosso sulla spalla destra dalla madre «Mac sveglia!» in risposta lui aveva emesso un mugolio portandosi le mani al viso e accucciandosi contro lo schienale del divano.
«Mac! Due ore!» gli aveva gridato sua madre mentre si stava allontanando verso la cucina.
Il Detective si era messo a sedere e aveva fatto appello alle sue forze per trascinarsi fino al bagno e infilarsi sotto la doccia. L’acqua bollente era sembrata riuscire a rinvigorirlo un po’ e il caffè aveva fatto il resto.
Quando aveva aperto l’armadio e aveva preso il vestito, aveva sorriso al pensiero di doverlo indossare.
«Mac! A che punto sei?» aveva sbraitato Millie che si era già infilata un vestito di seta grigio e stava sostando sulla porta della stanza «Non ti sei ancora vestito?!» Mac aveva scosso il capo con imbarazzo «E non hai neppure asciugato i capelli!», aveva continuato imperterrita lei. Lui era decisamente a disagio con sua madre per casa, non era più abituato a quella presenza che gli faceva osservazioni per ogni minima cosa come prima che si arruolasse nei Marines.
«Sarò pronto tra quindici minuti!» aveva concluso sbrigativamente infilandosi la camicia.
A Millie non erano sfuggiti i singolari accessori del figlio: il distintivo sulla cintura e un revolver sotto i pantaloni assicurato allo stinco destro «Ti stai sposando o stai andando in guerra, Mac?»
«Ho imparato che è meglio essere pronti a tutto mamma!» aveva sorriso Mac passandosi con energia l’asciugamano nei capelli.
 
Mac guardò Christine sorridere divertita «Ti invidio sai? Quel bicchiere di vino vorrei berlo io e tu praticamente lo stai schifando!»
«L’idea del ristorante italiano è stata ottima! La prossima volta il vino però lo scelgo io!»
«Io ti ribadisco che uno dei vini migliori per l’arrosto di vitello con patate è il Chianti!» sorrise Christine
«Ti ricordi il nostro brindisi al matrimonio?» chiese Mac
«Che scena imbarazzante! Io con l’aranciata e tu con lo Champagne!» prese la forchetta alla sua sinistra e cominciò a mangiare i fagiolini «Ancora mi chiedo come hai fatto ad organizzare tutto!»
«Preferirei invece che tu sapessi come è cominciata quella giornata!» e si apprestò a raccontare: davanti alla Metropolitan Cathedral of St. Patrick c’era come un grande raduno composto da amici e parenti ben vestiti. Da un taxi appena arrivato, era sceso Mac seguito dalla madre
«Era ora che arrivassi Mac!» gli aveva urlato Danny con in braccio Lucy
«Mac!» aveva gridato la bambina dimenandosi e allungando le braccia verso il Detective in smoking
«Ciao Lucy!» l’aveva salutata Mac prendendola in braccio «Ma che bello il tuo vestito rosa!»
«Ti piace? L’ho preso con mamma!» aveva detto la piccola sorridendo
«Sembri proprio una principessa!» le aveva sussurrato Mac all’orecchio restituendola al padre, lei aveva fatto in tempo a sporgersi un’ultima volta verso di lui e per dargli un bacio sulla guancia
«Dove hai lasciato Lindsay?» aveva chiesto Mac a Danny guardandosi intorno
«Con le altre damigelle della sposa!» rispose Danny indicando Jo, Lindsay e una ragazza dai capelli rossi che Mac non conosceva. Lei lo stava fissando nello stesso modo in cui si fissa un ladro. Era davvero molto giovane, non poteva essere una semplice amica di Christine. Continuare a fissarsi in quel modo non era educato ma nessuno dei due voleva cedere per primo allo sguardo di sfida dell’altro.
Millie aveva posato una mano sulla spalla del figlio per richiamarne l’attenzione: stava arrivando anche Reed « È arrivato il figlio di Claire!»
Mac avrebbe avuto tempo più tardi per saperne di più su quella misteriosa ragazza, in quel momento aveva qualcosa di più importante da fare «Reed! Ciao!» aveva esordito posandogli una mano sulla spalla «Come stai?»
«Sto bene Mac! » aveva detto abbracciandolo «Come ci si sente prima del matrimonio?» aveva chiesto cambiando argomento
«Direi che sono nervoso, ma cerco di mantenere la calma!» aveva sospirato «Tu invece li hai vero? Non li hai persi lungo la strada?»
«Non mi perdonerei mai se perdessi gli anelli! Per quello che tu rappresenti per me, è stato un onore custodirli!» aveva riso il ventinovenne «Ti fidi o vuoi vederli?»
«Ti credo sulla parola!»
Tra le ultime persone che erano arrivate, Mac aveva visto Stella in un bellissimo vestito di seta blu che le arrivava fino a sotto le ginocchia, con uno spacco fino a metà della coscia destra, ornato da una fascia argento in vita, «Lo sai chi porta le fedi all’altare vero?»  aveva chiesto Mac al figliastro che aveva annuito in segno di riposta «Bene, vai!».
Stella si era avvicinata a Mac e lo aveva abbracciato «Quanto sei fortunato Mac!» gli aveva detto all’orecchio «Mi è bastato passare una serata sola con Christine per adorarla! Sarà una moglie e una madre perfetta e tu tornerai ad essere ufficialmente il Mac Taylor di una volta!»
«Mi stai augurando di tornare ad essere il Mac che ragionava anche un po’ con il cuore e non solo con il cervello?» aveva domandato con un sorriso «Entriamo dai!» esclamò salendo i gradini.
Gli invitati avevano preso posto in chiesa e Mac era con Flack e Stella davanti all’altare.
Sul sagrato erano rimaste Lindsay, la misteriosa ragazza dai capelli rossi, Jo e Jamie in attesa della macchina con Christine che era arrivata puntuale, era nera con i finestrini oscurati. Mentre la sposa stava scendendo si era messa a chiedere «Sono in ritardo?»
«Puntualissima!» aveva esclamato Jo
«Però adesso sali e preparati ad entrare!» l’aveva incitata Jamie «La chiesa è piena! È venuto quasi tutto il corpo di polizia!»
Christine aveva fatto un passo alla volta, impaurita, sui gradini
«Ciao!» la aveva salutata affettuosamente la ragazza dai capelli rossi in cima alla scalinata
«Sei anche tu un’amica di Mac?»
«Sì, una specie!» aveva detto porgendole la mano «Chi ti accompagna fino all’altare?»
«Io!» aveva esclamato una voce maschile alle sue spalle.
Christine si era voltata di colpo e sorrise «Zio Max! Sei riuscito a venire!» accanto a lui c’erano i genitori di Christine che le avevano sorriso «Tesoro sei bellissima!» le aveva detto la madre
«Non sai che fatica abbiamo fatto per fare arrivare tuo zio in tempo da Miami!» le aveva detto il padre
«Ero troppo elettrizzato dalla possibilità di fare di nuovo il terzo grado al famoso Detective che non ho resistito! In più, dato il resto della famiglia non è potuto venire a causa dell’anticipo all’ultimo minuto, era giusto che io ci fossi!» aveva spiegato l’enorme uomo con barba e capelli color perla e gli occhiali dorati porgendole il braccio «Pronta? Non è ancora tardi per tornare indietro e fuggire!»
«Smettila! Ho già paura di cadere!» aveva riso lei
«Non permetterò che accada! Ho da mantenere una promessa fatta ai tuoi genitori!» aveva ammiccato stringendole la mano del braccio allacciato al suo
«Allora noi entriamo!» aveva sorriso il padre di Christine prendendo la moglie sottobraccio e entrando nella cattedrale.
Mac aveva visto nella luce intensa infondo alla cattedrale il delinearsi delle figure dei genitori di Christine, che avevano preso posto vicino a Millie, a seguire, si erano cominciate a intravedere le damigelle che avanzavano «Ci siamo Mac!» gli aveva sussurrato Flack
«Don, sono agitato!»
«Dalla tua faccia non si direbbe! Le nascondi bene le emozioni!» lo aveva rimbeccato il testimone
«Fai silenzio Don!» lo aveva apostrofato Stella schiacciandogli con il tacco il piede.
La marcia nuziale partì e Christine aveva cominciato ad avanzare lentamente nella navata. I capelli biondi erano raccolti in un elegante chignon perfettamente intrecciato con il velo bianco, che le lasciava libera un’unica ciocca che ricadeva morbida sulla sua spalla destra. L’abito era di seta bianco con taglio semplice: un bustino aderente, con ampie maniche “appese” alle spalle e una gonna scivolata con poco volume. Il suo accompagnatore stava sorridendo e stava camminando sicuro accanto a lei tenendola dolcemente sottobraccio.
Mac non riusciva ancora a vederla e nemmeno i testimoni all’altare a causa degli invitati che, in piedi, la stavano ammirando togliendo loro la visuale. Appena Christine era arrivata abbastanza vicina per incrociare gli occhi di Mac, si era accorta che sul volto di lui era comparsa un’espressione di sorpresa, erano i suoi soliti occhi blu ma non li aveva mai visti così. Erano occhi immensamente felici che non si aspettavano nulla di quello che stava accadendo, che avevano immaginato quel momento più volte, ma che mai avrebbero pensato potesse essere così.
Il prete aveva fatto avvicinare Christine all’altare e lo zio aveva preso posto accanto ai genitori di Christine in prima fila «Carissimi, siamo qui riuniti oggi per unire quest’uomo e questa donna nel sacro vincolo del matrimonio» Mac stava stringendo le mani di Christine e continuava a guardarla negli occhi azzurri sempre sorridendo «Se qualcuno ha qualche obiezione parli ora o taccia per sempre» quello fu l’unico istante in cui Mac aveva staccato lo sguardo dalla sposa per scrutare se tra le panche della cattedrale ci fosse stato qualcuno pronto a rovinare quel momento perfetto.
Nessuno aveva risposto, il prete era proseguito nella cerimonia e alla fine era arrivato il momento finale: la piccola Lucy aveva percorso il breve tragitto che separava l’altare dalla panca in prima fila portando su un cuscino le fedi nuziali «McKenna Llewellyn Taylor Jr, vuoi tu prendere la qui presente Christine Whitney come tua sposa per amarla e onorarla, nella gioia e nel dolore, in ricchezza e in povertà finché entrambi avrete vita?»
Danny che aveva seguito Lucy vicino all’altare, trovandosi così accanto a Lindsay le aveva sussurrato all’orecchio «Tu lo sapevi che il suo nome completo era così lungo?»
«No» aveva risposto «Basta parlare o ci perdiamo il momento più importante!»
Mac aveva già in mano l’anello «Sì, lo voglio!» ora l’anulare sinistro di Christine portava anche il segno di quella promessa
«E tu, Christine Whitney, vuoi prendere il qui presente McKenna Llewellyn Taylor Jr come sposo per amarlo e onorarlo, nella gioia e nel dolore, in ricchezza e povertà, finché entrambi avrete vita?»
Anche lei aveva preso tra le mani l’anello, sorridendo alla piccola Lucy, «Sì, lo voglio!» aveva detto infilandolo al dito di Mac
«Con il potere conferitomi da Dio, io vi dichiaro marito e moglie!» Mac e Christine si stavano guardando negli occhi, sorridendo incapaci di muoversi. Tutti erano rimasti in silenzio, immobili «Mac! In genere a questo punto lo sposo bacia la sposa!» aveva urlato Danny.
Stella e Flack avevano iniziato a ridere e a loro si erano aggiunti le damigelle e le prime file.
Mac, inizialmente imbarazzato dalle risa, si era proteso dolcemente verso Christine baciandola sulle labbra e in quel momento era partito l’applauso dei presenti e qualche lacrima dello zio Max, di mamma Taylor e dei Whintney.
 
«Però!» sorrise Mac «Unendo i nostri ricordi si ottiene un quadro completo e nel complesso direi che è stato un bel matrimonio!»
«Il dopo cerimonia al Plaza Hotel è stato il finale perfetto!» disse Christine finendo la verdura «Passiamo un secondo al mio ristorante dopo?»
«Devi sistemare qualcosa?» chiese Mac «Va bene ci andiamo subito!» disse posando la forchetta.
 
Mac era rimasto solo con Christine nel suo ristorante, era tutto in ordine e pulito e anche gli addetti delle pulizie erano andati a casa. La sala era tutta per loro, la porta chiusa a chiave, le veneziane abbassate e il silenzio regnava sovrano tra i due sposi che restavano immobili, abbracciati su un divanetto.
«Dobbiamo cominciare a pensare anche a lui o lei…» bisbigliò Mac
«Non ci hanno ancora saputo dire il sesso perché si nasconde! Tu preferiresti un maschio o una femmina?» gli sussurrò lei in risposta
«A me piacerebbero tutti e due! Vorrei un maschio e una femmina!»
«Vorresti due gemelli?» domandò Christine sorpresa
«Perché no!» disse protendendosi verso di lei per baciarla, si fermò poco prima di stabilire un contatto con lei a causa del suo cellulare che suonava «Scusami»
«Lavoro?» chiese lei
«Sì è Jo!» sospirò rispondendo «Che succede Jo?» annuì ascoltando la voce della collega «Arrivo subito!»
Christine sbuffò  alzandosi «Ah Mac! Toglimi una curiosità, la ragazza con i capelli rossi e il vestito verde che era al nostro matrimonio, chi è?»
«Non l’ho mai vista prima!» disse avviandosi verso la porta «Credevo fosse tua parente! Evidentemente mi sbagliavo!»
«L’ho rivista al bagno questa sera e mi ha salutata!» disse Christine guardandolo negli occhi. Mac la guardò con un espressione severa «Non dirmi che devo stare attenta tornando a casa!» disse anticipandolo
«Farai molto di più: uscirai da qua insieme a me, ti porterò a casa da mia madre e ogni quarto d’ora ti fai sentire con un messaggio!»
 Salirono in macchina e, prima di avviare il motore, Mac si guardò in giro con aria sospetta.
 
A casa Mac posò la giacca e si tolse i pantaloni e la camicia per infilare una t-shirt e dei pantaloni più comodi, fu allora che Christine vide la pistola che teneva nascosta alla caviglia «L’hai avuta addosso per tutta la sera?»
«Non esco più di casa senza un’arma dal mio congedo dai Marines! » disse Mac togliendosela «Siccome siamo in tema, la avevo anche il giorno del matrimonio!» si mise la solita pistola da poliziotto alla vita «Questa preferisco la teniate voi!» disse passando il revolver nelle mani della moglie «Può sempre servire!» disse imboccando la via per  la porta «Abbiate cura l’una dell’altra e ogni quindici minuti fatevi sentire!» le due donne annuirono «Vi voglio bene!» disse Mac andandosene.
 
Sulla scena del crimine c’era un gran fermento, si trattava della casa di una sedicenne che aveva i genitori fuori città e nella cantina era stato ritrovato un cadavere con escoriazioni varie sul corpo.
Jo e Stella accolsero Mac e lo accompagnarono nella cantina dove, persino Hawkes, si copriva la bocca e il naso con un fazzoletto di stoffa. L’odore acre e intenso avvolgeva tutto il locale ma sembrava non centrare direttamente con il cadavere.
«Benzina, alcol, vaniglia… ma che cosa hanno fatto qui sotto?»
«Hai saltato due odori Stella: sangue e cadavere!» concluse Mac avvicinandosi a Hawkes «Cosa mi sai dire?»
«Questi sono sicuramente segni di morsi Mac e come vedi la nostra vittima è senza vestiti»
«Una cosa alquanto singolare!» commentò Jo
«Come è singolare il fatto che l’uomo che sia appena morto sia di New Orleans!» commentò Stella «Robert Lewis. Lo sto cercando da quasi due settimane! È il colpevole di un omicidio e ora è diventato lui la vittima!»
«Chi la fa la aspetti!» sentenziò Mac «Credo che collaboreremo insieme a te Stella, chiama qualcuno dei tuoi e dì loro di raggiungerci qui in città!»
Stella uscì con il cellulare tra le mani «Addio vacanza!».
«Immagino che Christine non fosse molto contenta di vederti sparire proprio quando le avevi offerto una serata romantica!» sorrise Hawkes
«No infatti!»
Il cellulare di Mac squillò in quel momento e sul display comparve un messaggio: “Hey! Come procede il lavoro? Qui non c’è nulla di strano. Non ti nascondo che sarei più tranquilla se tu fossi a casa con noi! Un bacio!”
Subito dopo arrivò un altro messaggio da un numero sconosciuto: “So cosa è successo a Beirut nel 1983! Ora voglio che qualcuno paghi e tu mi devi aiutare!”
«Tutto bene Mac?» chiese Hawkes
«Affatto!» sentenziò guardando i colleghi in ansia.

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