Fanfic su attori > Cast Grey's Anatomy
Segui la storia  |       
Autore: 2calzona3    11/10/2013    9 recensioni
non ci furono poi così tante parole, ammiravamo l'una il lavoro dell'altra e lo sapevamo. Sapevamo molte cose, sempre. Non so come, sapevamo che emozioni provava l'altra. Non so perché, sapevamo come non parlarne. Un lavoro fantastico, una donna fantastica, non c''era bisogno di dirglielo, lo sapeva meglio di me.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dove finiamo noi
 
 
Ovviamente, se Sara doveva girare fino a tarda sera, io dovevo girare fino a tarda sera. Io potevo girare fino a tarda sera. Io volevo e sceglievo di farlo. Stavo scegliendo da settimane ormai, la stavo seguendo ovunque andasse, guardasse, facesse o nascondesse. Si stava nascondendo dietro a se stessa, pur di non farsi vedere da me. Ma io le vedevo gli occhi e riconoscevo in loro la mia stessa voglia. Un bacio, non dato da troppo tempo. Desideravo solo verificare di poter averla ancora, perché Sara era mia. Non tutta. Non Mia. Conoscevo il copione a memoria, nessun bacio, abbraccio o stretta di mano era previsto. Non mi avrebbe sfiorata con un dito se l’azione in sé non fosse stata scritta su un foglio. Verso la fine delle riprese smise di guardarmi.
 
 
Cominciai a guardare Jessica veramente una volta finite le riprese, quando lei smise totalmente di farlo.  Stava già pensando a come tornare a casa in fretta, a come lasciare il suo amore per me su quel set.  Era giusto così, era giusto che io mi avvicinassi a lei. Era giusto che lasciassi il mio amore per lei sul set. Volevo da lei un bacio, il mio egoismo voleva lasciarla andare a casa sporca di me. Volevo che si dannasse l’anima per dei giorni interi ancora una volta e che da lì smettesse di guardarmi. O cominciasse veramente ad amarmi. Così mi avvicinai passo per passo, sul suo volto mille espressioni, tra cui qualche sguardo di Arizona a cui mi venne spontaneo rispondere con uno guardo di Callie. Ci stavamo amando a tratti anche attraverso i personaggi. Mi fermai a pochi centimetri da lei. Tanti quanto bastavano a sottolineare l’intimità tra noi, così tanti da sottolineare la distanza tra due colleghe. Jessica allungò la mano verso il mio braccio, si aggrappò al mio gomito e io feci lo stesso con lei. Non mi aggrappai, la spinsi dolcemente qualche passo indietro fino ad entrare in una stanza del set. Non era una stanza, erano quattro pareti di cartone.
 
 
Feci un frettoloso sospiro di sorpresa sul collo di Sara. La porta le si chiuse alle spalle, quasi senza toccarla, perché il suo compito era chiudersi e nasconderci. Mi aveva spinta nella stanza più adeguata a questo genere di baci.
“solo uno, Sara”
“uno lento” mise una mano sul mio viso.
“un bacio”
“uno infinito” e abbassò gli occhi alle mie labbra.
Abbassò le labbra sulle mie. Abbassò le mani sul mio collo e mi feci sfiorare. Era un bacio infinito, senza distacchi, senza tremori, le sue labbra erano sicure. Era un bacio fatto con le mani sulla mia pelle.
E finì come tutti i nostri baci. Non volevo finisse lì, pretendevo che continuasse. Presi le sue mani e le appoggiai su di me, presi le sue labbra tra le mie e conquistai i suoi fianchi. Non avrebbe potuto staccarsi da me, così si attaccò ancora di più cominciando a farmi indietreggiare, fino a quando non mi fece intenzionalmente inciampare. Inciampai in un letto, e lei inciampò su di me.
Era come guardarsi allo specchio. Nei nostri occhi la stessa paura, la stessa luce. Nei ostri occhi lo stesso amore e le stesse voglie. Dove cercavo io, trovava lei e dove lei trovava, donava. E io ricevevo. Ricevevo i doni più belli del mondo, i frutti di un amore nascosto e i fiori di qualcosa di incontrollabile. Sara mi stava insegnando l’amore che non ho avuto il coraggio di imparare prima. Qualcosa di così intenso da farmi quasi accettare l’adulterio. Quasi.
 
 
Mi sentivo diavolo e mi sentivo angelo, una sorta di figura tentatrice ma salvifica. Sentivo di averla salvata da qualcosa di più pericoloso di me. Perché ero pericolosa, ero ciò da cui doveva fuggire, ero un diavolo. E da buon lucifero sentivo le fiamme dentro di me, riuscivo a non scottarla con l’atto dell’amore, io l’avvolgevo e la scaldavo, la salvavo dal freddo, perché dentro di me tutto era caldo. Mi sentivo un angelo. Era paradiso ed era inferno. Avevo il tridente e le ali, la coda demoniaca e l’aureola, il potere di scottare ma l’abilità di scaldare, e ancora una volta non capivo fino in fondo se interpretavo la parte del cattivo o del buono. Lei era sotto di me, sembrava proprio che io stessi facendo cose buone perché Jessica sorrideva ai miei occhi, sentivo gli angoli delle sue labbra piegati all’in su, potevo immaginare i suoi occhi curvati dal sorriso, li immaginavo, perché facevamo l’amore ad occhi chiusi. Mi bastava toccarle la pelle per vederla, con le mani sentivo tante cose, così sentii i suoi occhi sorridere.
Una lacrima.
Così sentii la sua lacrima, con le mani e poi con la bocca, le nostre labbra ormai salate condividevano lo stesso segreto. Un pianto finale. E non era gioia. E quello sul suo viso non era più un sorriso.
 
 
 
Sara si fermò immediatamente e si lasciò andare sotto il corpo, sotto il mio peso. Sotto di me. Avrei voluto solo staccarmi da lei, girarle le spalle e piangere. Piangere mio marito, piangere il matrimonio che stavo smontando da tempo.  Avevo disgregato tutto passo per passo, un bacio, un gradino. La sua lingua, un altro gradino. Le sue mani su di me, le mie su lei e un altro gradino.  La mia bocca ovunque. Le sue dita calde sulla mia pelle sempre fresca. È stata una  scalata infinita, non ero arrivata alla fine, sembrava che la fine con Sara non potesse esistere. Ma piangevo, avevo cominciato a piangere in silenzio, non volevo disturbarla. Aveva un viso angelico e doveva restare tale, toccava a me proteggerla dai miei mali. E che mali. Mi scostai da Sara e mi misi in parte a lei, la guardai per un ultimo secondo e le diedi le spalle, le mie lacrime diedero le spalle a lei. Stavo rifiutando tutto, mio marito e Sara in una volta sola. Nella mia testa pensavo solo a come dire la verità a Cristopher, a che scusanti usare, a come giustificare qualcosa di ingiustificabile. Non stavo pensando al corpo di Sara, all’amore che avevamo creato, cresciuto e consumato.  Tutto noi era lì, tra quelle lenzuola. Tutto noi finiva lì e dovevo farlo finire io. Io l’avevo cominciato, io dovevo finirlo. E io non ne avevo le forze.
 
 
Avevo solo chiuso gli occhi. Non sentivo lei premermi la pelle, non la sentivo respirarmi sul viso. Io non sentivo tutta Jessica quanto avrei dovuto. La percepivo in parte, la sua parte tetra e tormentata, qualcosa concessa ai pochi e nascosta ai tanti. Nel nostro letto non c’era solo l’Amore, c’era il raziocinio, quantità inadeguate di logica e pensieri sensati, non si fa così. Non si prende l’amore con il cervello, ma con il cuore. Eppure in quel momento lei pensava. Marito, figli, famiglia. La casa in città, quella al mare, quella in montagna. Cosa dire e cosa fare, cosa nascondere e quanto rivelare. Sapevo cosa stesse pensando, perché le mie preoccupazioni erano le sue. E io le stavo direttamente escludendo dalla situazione. Ma non è così che si prende l’amore. Ero sola in quel letto, solo io stavo amando incondizionatamente, perché sapevo che non c’era niente da fare. Era tutto d’amare, addirittura le turbe e i sentimenti negativi, amavo tutto e non potevo pensare a nient’altro.
 
 
 
Sara mi mise una mano sulla spalla, senza dire una parola. Non fu un contatto abusivo o invadente, fu perfetto. Con quel tocco mi fece capire che lei c’era, che capiva i miei problemi, quei problemi che lei aveva attraversato e superato senza pensarci due volte. Chissà perché a me non era permesso amare con la sua stessa impulsività, credo che tutto dipendesse da tre semplici cose. I miei figli. Metti al mondo delle persone promettendo a loro e a te stessa di renderle felici. Se sai che minimamente questo non accadrà per colpa tua non lo fai. Così prima di concepire solo l’idea di un figlio avevo passato in rassegna tutte le malattie trasmissibili, tutte le tare ereditarie, le manie e le pecche familiari. Nelle pecche famigliari non c’era: amare Sara. L’ ho sempre saputo in verità, e in verità l’ho sempre negato a noi stesse. A noi, perché è sempre esistito un noi. Anche in quel momento, voltata di spalle, esisteva un noi più forte che mai. Razionalità, non potevo mandarla via. Amore, non potevo cacciarlo. Non era giusto che esistessero entrambi nello stesso posto, il posto ero io, li contenevo entrambi, ma a loro volta restavano uno nel cuore e uno nella testa, in luoghi diversi. Credo di aver visto nascere Sara su quel letto, l’ho vista fiorire e non dicendo una parola non l’ho fatta appassire. L’ho lasciata nella sua bellezza, tutt’altro che narcisistica, ma l’ho lasciata sfoggiare i suoi colori da persona innamorata, perché mi piaceva, e a tutti piace ammirare un fiore del genere.  
 
 
No, non ero un angelo. Mi sentivo un diavolo ingannato da un diavolo, e non ero ne la più cattiva ne la meno malvagia. Due luciferi avevano creato un paradiso su quel letto. Un paradiso pieno di parole non dette, soffocate tra i respiri, quelle parole impronunciabili, quei “ti amo” chiusi in bocca. Mai detti ma sempre saputi. Jessica non parlò su quel letto, sospirò. Credetti che non mi avrebbe più guardata.
Sentii la sua mano cercare la mia, non sapevo se rifiutarla e smettere con quella messa in scena. Ma la strinsi e lei premette coì forte le sue dita sul mio palmo che ne ero sicura, voleva farmi male. Accettai la sua mano e il suo dolore, ero io. Ero io l’unica persona pronta a sorreggerla, a proteggerla da me. Ero io il suo dolore.
 
 
 
N.d.A
 
Il regolamento di efp non mi permette descrizioni più azzardate riguardo a persone reali. Non voletemi male…
Sono riuscita a rovinare la loro prima volta? Ma c’è stata la loro prima volta?
Ma vado a quel paese?
SI.
Un grazie a chi mi ha aspettata :’)
 
 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Grey's Anatomy / Vai alla pagina dell'autore: 2calzona3