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Autore: Cara_Sconosciuta    06/04/2008    5 recensioni
Kelsi e Ryan hanno vissuto insieme per due anni,ma ora lei se n'é andata, anche se lui la ama ancora. Toccherà alle loro coscienze mettere le cose a posto
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kelsi Nielsen, Ryan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia penna preferita c’è

La mia penna preferita c’è.

Comincia.

La carta da lettera colorata pure.

Ryan, sto seriamente pensano di iniziare a cantare What Time is it.

Va bene, inizio.

Che le scrivo?

E che ne so? Sei tu l’artista.

Potrei dirle che… che non mi va che lei stia con Jason… che Jason sappia tutto di noi, perché gli anni passati con lei sono stati i più belli della mia vita…

Carino….

Vero? Ok, allora, buttiamo giù qualcosa.

 

Quando lui ti chiederà di me

E del tempo che ci ha visti insieme

 

Non voglio che lui sappia… Gli deve dire solo le cose più banali… quelle inutili, quelle che non lo faranno ingelosire.

 

Digli quel che vuol sentirsi dire

Non lasciarti andare a raccontare.

 

Non voglio che gli dica i nostri momenti migliori perché lui non li capirebbe.

Lui non li ha vissuti, lui non sa che non potranno mai essere dimenticati.

Perché il nostro amore sarà anche andato in standby, ma non smetterà mai di essere amore.

Amore vero, Jason, non un tappabuchi.

 

Tanto nessuno potrà mai davvero capire

Quanto un amore finito

Rimanga un amore

 

Noi siamo stati speciali.

Te lo ricordi?

A volte ci dicevano che eravamo persino troppo innamorati.

Te lo ricordi o no, coscienza?

Come no. Mielosi, mi pare fosse la definizione di Chad.

Già… Lui e Taylor non lo sono mai stati.

Ma noi non volevamo far cariare i denti di nessuno…era solo il nostro modo per dimostrarci i reciproci sentimenti.

 

Non dirgli mai di quel che è stato

Del nostro amore esagerato

 

Ma a chi vuoi darla a bere, me lo spieghi? Guarda che io c’ero quando… com’è che hai detto? Ah, sì, quando vi dimostravate i vostri reciproci sentimenti e avevate modi molto più movimentati per farlo.

Grazie.

Grazie mille.

Stavo cercando di non pensarci.

In inverno, di domenica, durante le vacanze, quando i tuoi erano via, nel letto della villa…

Ti ho mai detto che sei parecchio stronzo?

È una prerogativa di noi coscienze. Ne andiamo piuttosto fiere.

Immaginavo…

Tu dici che gli racconterà di quelle nostre notti bianche, quelle dove il sonno ci sembrava solo un’inutile parentesi nella vita e nell’amore?

Non lo può fare, coscienza…

 

Delle domeniche d’inverno

A letto fino a mezzogiorno

 

E poi c’è stato quel Natale…

 

La spiaggia di notte è qualcosa di magico.

Specialmente se quella particolare notte si è abituati a passarla in mezzo alla neve davanti ad un albero di Natale.

“Tu lo vedi il mare, Ry?”

“Più che altro lo intuisco, lo sento…è come se non ci fosse davvero, come se fosse una specie di fata morgana.”

Ma come siamo poetici, questa sera!” Scherzò Kelsi, accomodandosi sul telo accanto a Ryan, che si strinse nelle spalle.

“Sarà l’aria australiana a farmi bene… o a darmi alla testa.

“Certo certo, come no, signor Shakespeare. Parlando di cose serie… sono le undici e non ho ancora visto l’ombra di un regalo. Qual’è la tua scusa?”

“Sono inglese: in Europa i regali si scartano la mattina del venticinque non a mezzanotte della vigilia.

“Non sei inglese, sei di Washington e io voglio un regalo!” Piagnucolò lei, mettendo su un finto broncio.

“Oh, la mia bimba non sa aspettare…che ne dici di un anticipo?” Propose Ryan, chinandosi a posarle un lungo e delicato bacio sulle labbra.

“Tutto qua?” Mormorò lei non appena si separarono, gli occhi ancora chiusi.

“Nemmeno per sogno.”

 

Di quella notte di Natale

Che l’abbiam fatto in riva al mare

Che ogni silenzio e ogni rumore

È stato amore

 

Eh, sì, me lo ricordo bene, quel Natale… che sensazioni….

Ehi, erano le mie sensazioni e Kelsi è la mia donna: non parlarne così!

Era.

Cosa?

Kelsi era la tua donna. Ora non lo è più.

Già…ora sta con Jason. Ma la sai una cosa, coscienza?

Illuminami.

Lui vorrà sapere tutto di noi, giusto per poter dire che è meglio di me, che la farà più felice ma lei non gli racconterà nulla, perché la nostra storia è stata troppo importante perché qualcun altro –perché Jason- possa comprenderla.

E Kelsi questo lo sa.

D’altronde, non si parla mai degli ex con gli attuali fidanzati, no?

 

Quando lui ti chiederà di me

Per sentirsi dopo più importante

Lascia che il passato sia banale

È la legge di ogni nuovo amore

 

Sai che volevamo un bambino?

Ecco, vedi che la zappa sui piedi te la tiri da solo? Io questo non te l’avrei ricordato.

Certo, e io dovrei crederci.

Liberissimo di non farlo.

Perfetto.

Lei avrebbe scelto il nome se fosse stato maschio, io se fosse stata femmina.

Adoro le bambine…

La depressione avanza inesorabilmente…

Ok, ok, la smetto e vado avanti a scrivere.

Tanto lei da Jason un figlio non lo avrà mai, perché un bambino di Kelsi non può che essere mio.

Perché siamo e siamo sempre stati uno parte dell’altra e questo non si può cambiare.

 

Non dirgli mai del nostro sogno

Di quando volevamo un figlio

 

Credo che quello che le manchi meno di me –sempre ammesso che qualcosa le manchi- sia la mia cucina.

Ma se da mangiare lo faceva sempre lei.

No, non sempre.

 

Kelsi, dov’è il sale?”

Kelsi, distesa sul divano sotto a quattro coperte e con borse sotto gli occhi al seguito si alzò di scatto, procurandosi una decina di secondi di capogiro.

Ry, a che ti serve il sale?” Domandò, tra il preoccupato e il terrorizzato, memore di una precedente esperienza piuttosto traumatica che coinvolgeva Ryan, un invito a cena e un pollo andato a fuoco.

“Non puoi prepararti da mangiare così: a malapena stai in piedi!” Rispose il giovane, spuntando da dietro la porta della cucina.

“Tesoro, non è per offenderti, ma tu cucini come io gioco a basket.

“Così male?” Chiese lui, sedendosi sul bracciolo del divano e accarezzando i capelli scompigliati della fidanzata, che annuì, abbozzando un sorriso.

“È la dura realtà. Ti prego, amore, se ci tieni mangerò qualcosa fatto da te… ma lasciami guarire prima, ok?Etciù!”

Ryan ridacchiò.

“Affare fatto, ammalata. Che dici, pizza?”

E pizza sia.”

 

Le volte che tu stavi male

E io ti facevo da mangiare

 

Ok, ora basta con i ricordi. Il mio ruolo di tua voce interiore mi impone di chiederti di smettere di farti del male.

Ma se sei stato tu a farmi mettere a scrivere!

Io stavo cercando di convincermi che lei non conta più nulla per me.

No so se ci sarei riuscito, ma io, almeno, ci ho provato.

Ma certo, diamo pure la colpa alla coscienza!

Va bene, va bene, lasciamo perdere.

Senti, non voglio litigare anche con te. Facciamo così: altri due ricordi, uno  bello e uno brutto, giusto per concludere la canzone.

Ci stai?

Affare fatto. Da quale vuoi cominciare?

Dal bello, ovviamente.

 

“No, Ryan, mi vergogno!” Si lamentò Kelsi da dietro la porta chiusa a chiave della camera da letto.

Kel, ragiona: viviamo insieme da un anno e mezzo, ti ho vista nuda un considerevole numero di volte e tu ora ti vergogni di indossare un babydoll?”

“Sì.” Replicò lei, scagliando, nel frattempo, maledizioni contro sua sorella, che aveva deciso che una venticinquenne non poteva non avere un capo del genere nel proprio guardaroba.

E perché, di grazia?” Domandò lui, stringendo saldamente in mano una piccola fotocamera digitale.

Perché è provocante, non è da me!”

Ok, allora facciamo così: tu scendi e ti metti comoda sul divano a guardare la tv, mentre io mi faccio la doccia, così hai tutto il tempo per abituarti all’idea o, se proprio proprio non ti va di farti vedere, per cambiarti.”

Ma perché ci tieni tanto?”

“Perché di sicuro sarai stupenda e poi Doris mi ha raccomandato di farle sapere come stai.

Beh, forse minacciato avrebbe calzato meglio, come termine…

Silenzio.

Kels?”

E va bene!” Si arrese la giovane.

Ryan, tutto contento, schioccò un sonoro bacio in direzione della porta chiusa e corse al piano di sotto.

Non appena ebbe sentito iniziare a scorrere l’acqua della doccia, Kelsi aprì la camera e scese a sua volta, per poi acciambellarsi sul divano e accendere la televisione.

Subito trovò una replica di “Bones”, il suo telefilm preferito (e anche il mio! N.d. Tempe) e si perse nella trama, fino a quando la luce di un flash non la riportò bruscamente alla realtà.

Ryan!” Esclamò, stupita, guardando il giovane uomo sorridente dietro al velo di palloncini neri che il piccolo lampo le aveva fatto apparire davanti agli occhi. “Cancella subito quella foto!”

“Non ci penso nemmeno: è venuta da Dio! Chi guardavi con quell’espressione assorta, quell’armadio di Boreanaz?”

Ryan, cancellala!” Ordinò Kelsi, alzandosi in piedi.

“A dire il vero, pensavo di inviarla a Doris… ma anche Google non è una cattiva idea.

“Non oserai.”

E chi mi ferma? Tu?”

“Se prendo quella cosa, giuro che vola fuori dalla finestra!”

“Hai detto bene: se la prendi!” Con una linguaccia, Ryan iniziò a salire di corsa le scale, mentre Kelsi, abbandonati David Boreanaz e compagnia alle loro ossa, lo inseguiva, ridendo tra sé.

 

Di quelle foto sul divano

Che solo noi le guardavamo

 

Sì, me la ricordo quella foto! Alla fine eri riuscito a darla a Doris?

Avrei potuto, ma ho preferito tenerla.

Mi piaceva l’idea di avere una cosa solo nostra, una parte di lei tutta per me.

L’unica parte che mi è rimasta…

Fermati! Basta con i bei ricordi! Dai, finisci questa canzone, così poi andiamo a dormire, che sono stanco morto.

Hai lavorato parecchio oggi, eh?

Non me ne parlare… mica è facile lavorare con te, sai?

Se lo dici tu….

Lo dico io. Problemi?

Sì, tanti.

Risolviteli.

Ma tu non avevi detto che saresti stato zitto, se io avesse scritto la canzone?

Non l’hai ancora finita.

Bene, ora lo faccio!

Ti manca il brutto ricordo.

Non ti preoccupare: ho qui il peggiore della mia vita.

 

Kelsi, non fare la bambina, per favore. Chiudi quella valigia e parliamo.”

“Non voglio parlare, voglio andare via.” Replicò lei, arrabbiata, gettando nel borsone tutto ciò che le capitava sotto mano. “Perché se resto finiamo come nella Guerra dei Roses e non ho nessuna intenzione di cadere da un lampadario.”

“Non abbiamo lampadari…e poi non ti sembra di esagerare un po’” Domandò lui, cercando di mantenere la calma.

Non sto affatto esagerando.” Ryan fece per aiutarla a chiudere la valigia, ma lei si rivoltò come un serpente. “Non-mi-toccare.” Sillabò.

“Avanti, Kels, non vorrai davvero andartene per una scemenza del genere!”

“Per prima cosa, non è una scemenza.” Rispose Kelsi, sollevando il bagaglio e avviandosi verso le scale. “Secondo, non è solo per questo… c’è tutto un insieme di cose nel nostro rapporto che non funziona più, quindi credo che sia meglio finirla qui.

Ma io ti amo!”

!Anche io ti ho amato, Ryan, credimi, ma, a parte la musica, niente dura in eterno.

“Musica, musica, musica, non sai pensare ad altro! Non sono mai stato importante nemmeno metà della musica, per te! Sai che ti dico? Fa’come vuoi, vattene e sposati il tuo pianoforte, visto che è tanto meglio di me!” Gridò Ryan, spalancando la porta con tanta forza da far sbattere la maniglia contro il muro, facendo cadere minuscole briciole di vernice bianca.

Ma lo vedi quanto sei patetico? Sei geloso di uno strumento, te ne rendi conto?”

“Esci di qui.”

“Verrò a prendere le mie cose quando avrò trovato una nuova sistemazione.”

“Cerca di farlo quando non sono in casa.”

“ci puoi contare.”

Così dicendo, Kelsi uscì, chiudendo la porta dietro di sé.

 

Parlagli solo dei nostri momenti peggiori

Quelli che fanno da sempre finire gli amori

 

Continua….

 

E ora i ringraziamenti!

Vivy93: Grazie mille per i complimenti!

Sore: io i miei personaggi li faccio soffrire quanto mi pare….e cmq anche tu non è che i tuoi li tratti proprio bene, eh! E cosa ti fa pensare che mi piacciano i Pooh? Non riesco proprio a capirlo…

Tay: beh, lui di scemenze non ne ha fatte…ora vediamo lei

Romanticgirl: creare la coscienza è stato divertentissimo!

 

 

 

   
 
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