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Autore: oOLeylaOo    06/04/2008    1 recensioni
Fanfiction su sweep, la serie di Cate Tiernan. La storia è ambientata dopo l'ultimo libro uscito in italia. Visto che sto scrivendo anche un altra storia l'aggiornamento sarà un pò lento! Scusate in anticipo.
Genere: Generale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao ^^! Stavolta non ci ho messo tanto vero^^? Anche se forse sarà strano leggerlo dopo aver leotto "L'erede delle tenebre". L'avete letto vero? Io lo adoro!!!!!!!!!! In realtà forse preferivo "Oscure premonizioni" come libro, ma anche questo non è male, anche se ero molto seccata dal fatto che lei e Hunter non stassero insieme, c'erano delle scene molto dolci.
Diciamo che per celebrare questo evento eccovi un nuovo capitolo (forse). Probabilmente sarà molto strano leggere questa storia dopo aver letto l'ultimo libro uscito in Italia. Mi rendo conto che ho saltato la parte del riappacificamento con Hunter e me ne sto un pò pentendo, ma preferisco metterla cone un ricordo a un certo punto della storia, sempre che c'entri.

Capitolo 7

-Strega-

@Morgan@


Non ce l’avevo fatta, era stato più forte di me, non ero riuscita a dirle “Sei una strega”. Trovavo irritante che la cosa non le piacesse, ma capivo perché la spaventava, tuttavia essere una strega era una delle cose miglior che mi era capitata. Anzi, più che altro era una parte di me che avevo scoperto, senza la quale non sarei mai stata completa.
La cucina era soleggiata e solitaria, aprii il frigo e presi una diet coke chiedendomi quanto ci avrebbe messo Andrea a vestirsi. Dopo qualche minuto scese in cucina, era stata incredibilmente veloce. Indossava un paio di jeans neri e una camicetta rossa borgogna attillata e un paio di scarpe con il tacco, i capelli neri le ricadevano scompostamente sul volto, leggermente ondulati, gli occhi blu scuro erano brillanti e svegli. Si passò una mano tra i capelli per mandarli indietro e mi fissò inclinando la testa, i capelli le scoprirono un orecchio rivelando che aveva la bellezza di tre orecchini tutti in fila. Soppressi un brivido: io non ero riuscita nemmeno a farmene uno!
– Andiamo? – domandò.
– Non vuoi fare colazione? – chiesi – Ci sono i cereali, se vuoi c’è anche del caffè. –
– No, non ho fame. Di solito non faccio colazione, al massimo mangio un paio di ciambelle. –
– Allora ti va di andare da Hunter? – domandai.
– Certo. – assicurò sorridendo, si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio – Sono pronta. –
Sembrava un po’ nervosa, ma era anche decisa, il suo sguardo serio mi fece pensare che non si sarebbe tirata indietro qualunque cosa fosse successa. Sospirai e mi diressi verso l’ingresso, presi le chiavi che erano sul mobiletto dell’ingresso e afferrai la giacca, poi insieme a Andy andai alla macchina.
Fissai Das boat con una certa tristezza, ormai sembrava la macchina di un pagliaccio, il lontano ricordo di ciò che era stata in passato. Poveretta! Eppure le dovevo la vita! Se non avesse buttato giù la parete della casetta in piscina del mio ex ragazzo ora sarebbe a posto, certo in quel caso io sarei morta bruciata viva.
– Quindi questa è la tua macchina. – bisbigliò mia cugina fissandola.
Mi offesi un po’ per il modo in cui l’aveva detto: era una signora macchina la mia! Anche se ammetto che momentaneamente aveva un aspetto un po’ trasandato, ripararla era costato parecchio e dovevo ancora trovare i soldi per farla riverniciare.
– Va più che bene – la difesi, guadagnandomi un occhiata strana. Aprii la macchina e notai che mia cugina si stava morsicando il labbro. Fece il giro della macchina per salire senza dire niente.
– Mi togli una curiosità? – domandò lanciandomi un occhiata prima di entrare in macchina.
 – Cosa? – domandai incuriosita entrando a mia volta.
 – Che cosa è successo a questa macchina? – domandò divertita.
Storsi il naso. – Ha incontrato un muro in fiamme. – raccontai facendo attenzione mentre uscivo a marcia indietro nel vialetto.
Lei sgranò gli occhi e mi fissò scioccata. – Un muro in fiamme? Ma che è successo? – domandò con una forte dose di sorpresa. 
Ci pensai su, non potevo certo dirle tutto, non mi sembrava una buona idea e  non ero sicura di farcela. Se mi concentravo mi rendevo conto che non avevo mai parlato a fondo con nessuno di quello che era successo con Cal. All’inizio era stato davvero molto dolorosa, pensare che non mi amava, pensare che mi aveva mentito per tutto il tempo, che mi aveva preso in giro. Mi ero sentita così ferita, per chè il mio amore era sempre stato vero. Almeno io la vedevo così, anche se mi aveva fatto un incantesimo di qualche tipo, non potevo credere che i miei sentimenti per lui non fossero sinceri. Eppure alla fine Cal mi aveva salvato la vita, da sua madre, ed era morto per proteggermi … il mio primo amore. Certo, è vero che i primi amori hanno sempre una fine tragica, ma la mia è stata una sorta di fine tragica alla Romeo e Giulietta, solo che è molto peggio perché Romeo non ha mai tradito Giulietta, non l’ha mai usata, e non ha mai tentato di ucciderla. Cal invece aveva fatto tutte quelle cose. Ma la cosa più importante, in fin dei conti, era che io non avevo fatto la fine di Giulietta, non ero morta.
Sospirai tristemente – È una lunga storia. – mi limitai a dire. La storia era davvero lunga e davvero non mi andava di parlarne.
– Io sono russa. Adoro le storie lunghe. – scherzò con un accento strano.
– Non mi va molto di parlarne. – confessai stando attenta alla strada.
– Va bene. – bisbigliò – Allora posso chiedere di Humter? – domandò guardando fuori dal finestrino.
Sospirai. Di Hunter … quante cose c’erano da dire di Hunter … – L’ho conosciuto mentre stavo con Cal e non mi era molto simpatico. Poi le cose sono cambiate, a volte mi capita ancora di non sopportarlo, ma ora .. bèh … stiamo insieme. – spiegai tenendomi sul vago.
– Okay, ho capito, non ami le domande personali. – bisbigliò Andy.
Le lanciai un occhiata e mi sentii un po’ in colpa, non volevo offenderla, ma non mi sentivo di confidarmi con lei, anche se era mia cugina non avevo così tanta confidenza con lei.  
– Non è proprio così, è solo che non c’è molto da dire. – assicurai mentre ci avvicinavamo alla stradina che dava sulla casa di Hunter.
– Davvero? E da quando state insieme? – domandò voltandosi verso di me.
– Da qualche mese. Ma non stiamo proprio insieme. Cioè, si stiamo insieme, ma prima ci eravamo lasciati e poi siamo tornati insieme e lui è andato a New York subito dopo e  i dubbi sono tornati. A volte mi sembra tutto confuso, anzi direi praticamente sempre … Vorrei un po’ di chiarezza. – mi confidai. Non era molto ma era un inizio.
– Un saggio una volta disse “Le relazioni sono confuse. È la loro natura. Loro iniziano in modo confuso, e finiscono in modo confuso, e se tu vorrai mai avere un'altra relazione nella tua vita, è meglio che la smetta di preoccuparti della confusione.” – citò guardando il cielo fuori dalla macchina.
– Non l’ho mai sentita. – confessai.
– Non mi sorprende, è di Dowson’s Creek. – spiegò con un sorriso divertito.
Mi misi a ridere. – Avevi parlato di un saggio. –
– Me lo ha detto un mio amico, lo chiamano “Il saggio”, ma in un altro senso. Parla sempre come un libro stampato, sembra un enciclopedia ambulate. È come se gli avessero dato da fare un saggio su ogni argomento del mondo. Cosa che se ci penso bene non è da escludere. – disse toccandosi il labbro con un dito.
Imboccai la stradina secondaria, mezza nascosta alla vista dei passanti, percorrendo il vialetto sterrato lanciai un’occhiata ad Andy.
 – Fa ottimi saggi e tesine, a dieci dollari l’una. – spiegò con un sorriso divertito.
Quasi inchiodai per lo shock – COSA? – domandai.
Andy scoppiò a ridere.
Parcheggiai davanti alla casa di Hunter, notai anche la macchina di Raven oltre alla sua e a quella di Sky nel parcheggio.
– Sembra un posto frequentato. – scherzò guardandosi intorno.
Lasciai andare i sensi e percepii oltre a loro anche la strega del consiglio che avevo incontrato l’altro giorno, ma la cosa più scioccante di tutte è che in casa con loro c’era ...
– Killian! – esclamò mia cugina guardando la ringhiera del portico, si voltò verso di me con aria preoccupata. – Perché è qui? – domandò.
– Non lo so. – risposi con sincerità aprendo lo sportello della macchina. Scesi continuando a guardare la balaustra sorpresa, Killian era appoggiato lì e ci stava guardando, dietro di lui, sullo stipite della porta stava Hunter, i capelli biondi sembravano bagnati, aveva un asciugamano bianco sulle spalle.
Andrea scese dopo di me e mi fissò dall’altra parte della macchina con una discreta nota di preoccupazione negli occhi, le rivolsi il sorriso più rassicurante che riuscii a  racimolare e mi diressi verso l’entrata della casa. Lei mi seguì in silenzio.
Hunter scese le scale e mi venne incontro, i suoi occhi fissi nei miei, caldi e freddi insieme. Sorrisi e gli presi la mano tra la mia stringendola forte, avrei voluto baciarlo, ma c’erano troppi spettatori.
– Ciao. – bisbigliai.
– Ciao. – rispose con un sorriso.
– Lei è mia cugina Andrea. – la presentai voltandomi verso di lei.
Andrea gli rivolse un sorriso forzato, mentre Hunter allungava la mano in modo educato. – Piacere – bisbigliò.
– Io sono Hunter Neal. Piacere mio. – si presentò nel suo perfetto accento inglese, porgendole la mano e stringendogliela.
– Sei inglese. – bisbigliò inclinando la testa, i capelli le scivolarono con eleganza di lato.
Hunter fece un cenno d’assenso, poi si voltò verso Killian – Lui lo conosci già, giusto? –
Andy tirò un occhiata veloce a Killian che le sorrise raggiante. – Hai fatto bei sogni? – domandò con aria noncurante.
– Va all’inferno! – fu la pronta risposta di mia cugina, a quanto pare Killian riusciva sempre a far arrabbiare tutti.
Io e Hunter ci scambiammo un occhiata d’intesa, poi mi voltai verso Killian – Non pensavo di rivederti. – esordii.
Lo sguardo del mio fratellastro si posò su di me, il sorriso si affievolì. – Già, nemmeno io. Ma volevo parlarti dopo … bèh dopo aver scoperto che tu eri mia sorella. – spiegò con un alzata di spalle.
– Sono felice che tu sia qui. – gli dissi con un sorriso. E lo ero davvero perché Killian mi piaceva, quando l’avevo visto a New York io avevo sentito qualcosa, una sorta di legame ed ero curiosa di conoscerlo. In fondo era il mio fratellastro. Certo, mio padre non mi piaceva, ma Killian era diverso, non faceva parte di Amyrant e che io sapessi non aveva ucciso nessuno.
– Solo tu! – ha bisbigliato mia cugina.
– Come sei scontrosa tesoro. Hai fatto un brutto sogno? – domandò con un sorriso divertito stampato in faccia.
Andrea si irrigidì ma non rispose.
– Sei entrato nei suoi sogni? – domandai spostando lo sguardo da lui a mia cugina, e tornando poi nuovamente a lui.
– Questa è un … – iniziò Hunter, ma io lo bloccai con un occhiata.
– Volevo solo confermare il fatto che era una strega. – spiegò con un alzata di spalle.
Hunter si voltò a guardare mia cugina un po’ confuso. – Ma è una strega, mi sembra ovvio. – disse senza preamboli.
Non feci in tempo a fermarlo.
– Io NON sono una strega! – ribatté Andy.
– Invece direi proprio di si! – ribatté Killian, strizzandole un occhio in segno di complicità.
Andy scosse la testa, lo sguardo rivolto al terreno. La sentii bisbigliare – Io non sono una strega. –
Feci un respiro profondo guardandola. – Noi crediamo di si. – bisbigliai con un po’ di ansia, capii che si sentiva veramente male per questo e non potevo del tutto biasimarla, non dopo tutto quello che mi era successo.

  
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