A Giovanni Paolo dei Re1
Bic, cavallier d'elmo fulgente,
solo vivea 'n indegno maniero,
di nobile ma decaduta gente,
sine pecunia arduo 'l sentiero.
Bramava riscatto, corre l'ingegno,
sol chi osa reclama d'onor pegno.
Sterili i suoi campi, miser lande
di penne male et senza ritegno,
l'empio al puro 'torno si spande,
antiqui valor or sopiti nel regno.
Ma al fondal risalir soltanto si pote,
un novo ardor infiamma le su' gote.
Corre 'l cavallo, come su rote,
vola l'eroe su la bestia da torneo,
sol si ferma presso anfore vote,
a riposar poco, sognar 'l trofeo.
Si siede e riflette, d'intensa meditazione,
nota su la fonte, eterna, una iscritione:
"Mai ricevo recensione!
Ogni mia rima è derisione.
Mai commento a trattatione...
Troppo ardua è la tenzone?
Oh tempi, dei d'omne religione!
Sol difendo dell'epica la positione.
Elevata non è la mi' compositione,
ma 'l bon lettor sole, d'ostinazione
legger sine donar la sua opinione.
Dunque leggete, sine apprensione,
le male mie strofe, empio paragone.
La mia lirica menami post cessatione.
L'antica è ancor saggia lezione,
si ricordi passata disputatione:
si sconfiggerà omne limitatione!" 2
L'eroe legge, cum attenzione,
sorridente da la pagina si gira.
Varca il foglio, lirica ribellione,
e sì dice, ne l'occhi mi mira:
- Oh eccelso poeta, ch'io sempre onoro,
elemosinar recension non pare tu lavoro.
Orsù, canta ancor di coloro
ch'ardirono la penna impugnare
e compor le strofe del Fato loro.
Lassi, sempre seguitasi pugnare. -
Ciò proferito, ricomincia l'inclito viaggio,
nostra vita mai fu uno breve miraggio
Gloria non è solo d'eroi e Dei appannaggio,
che cos'è viver, se non bruciar di coraggio?
Note
2: con una tecninca greca di cui non ricordo il nome, il poeta riporta, fingendola un'iscrizione su un antica fonte, una sua composizione forse minore. Da questi versi sembrerebbe trasparire una certa frustrazione, quasi astio, verso la critica del tempo, che leggeva ma non recensiva i suoi canzonieri.Secondo l'ipotesi del Castiglioni, ripresa da quella già avvalorata dal Valla in età umanistica, questo poemetto potrebbe essere stato dedicato a Ciulla, amica dello scrittore che ne snobbava i carmina. Sicuramente costituisce una sorta di giuoco letterario. Sappiamo inoltre, da fonti biografiche non certe e frutto del diffuso utilizzo di olio di canapa per alimentare le lucerne al tempo (con probabili effetti allucinogeni), che in realtà il poeta amò profondamente tutti i suoi pochi lettori, i soli che si degnavano di raccogliere da terra i suoi testi, dove abitualmente si trovavano.
generale: l'intero testo abbonda di termini latineggianti, riferibili più ad un tentativo di latino maccheronico. Lo scopo, ancora incerto, pare essere quello di far colpo, con scarsi risultati, sulle dame del tempo. Queste, infatti, gli preferirono sempre gli autori più affermati.
Angolo della penna incerta
Al prossimo capitolo, fatemi sapere cosa pensate di questa storia leggermente diversa dalle altre. Appena ho tempo mi farebbe piacere revisionare l'intera opera, per correggere tutti gli errori di battituta, che spesso rimangono intrappolati nel testo.
A presto, popol d'Astuccio ;)