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Autore: wykkie    15/10/2013    2 recensioni
***dal capitolo 4***
Non so dove siamo, ma se è un sogno. Vorrei che non finisse mai.
***
Vorrei che andaste fino in fondo a questa storia.
Vorrei che non giudicaste il libro dalla copertina.
Vorrei che non ascoltaste la voce dentro alla vostra testa che vi dice che questo racconto non vale niente.
Cercate di andare fino all'ultimo capitolo, per favore.
L'abito non fa il monaco.
Grazie.
***sempre dal capitolo 4***
Mi sveglio e mi manca il respiro, non mi sento le braccia. Sono insensibili non riesco muoverle.
Sento che ho dell’umido sulla guancia.
Cerco di alzarmi e dopo tre interminabili tentativi ci riesco.
Con la coda dell’occhio vedo qualcosa rotolare di fianco.
Guardo meglio e caccio un urlo.
Mi blocco, è solo l’angelo. Disteso a terra e i suoi respiri sono flebili, è bianco da far paura.
Mi avvicino e gli tocco la fronte. È anche freddo da far paura.
Non so che fare.
***dal capitolo 3***
E se cedo e mi tolgo le cuffie?
***
When angels deserve to die.
(Quando gli angeli meritano di morire)
***
{MOMENTANEAMENTE FERMA PER MANCANZA DI ISPIRAZIONE}
{IN REVISIONE}
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV Levante
Il rumore dei miei passi suonava secco sul freddo pavimento di metallo.
Dieci uniformi scelte erano schierate in fila al mio cospetto.
Erano ore che cercavo di carpire il mistero di quello che era successo.
FASHBACK
Vidi le sue ali ingrandirsi e diventare di ghiaccio.
Quella stolta si era tolta le cuffie, e ora avrebbe pagato con la vita.
Ma sparì subito, portandosi dietro quel rifiuto. Guardai le due  uniformi ormai morte congelate sotto lo spesso  strato di ghiaccio lasciato dai suoi nuovi poteri
FLASHBACK
Dove poteva essere sparita??
Sapevo bene il potere della voce di quell’ insulso essere.
Avevo fatto controllare ogni centimetro di questo dannato posto, e ora mi trovo davanti all’ultimo corridoio, quello più segreto.
Nessuno lo poteva vedere, nessuno con i miei poteri o quella fuggitiva. Ovviamente.
 
 
POV Amber
Mi sveglio e mi manca il respiro, non mi sento le braccia. Sono insensibili non riesco muoverle.
Sento che ho dell’umido sulla guancia.
Cerco di alzarmi e dopo tre interminabili tentativi ci riesco.
Con la coda dell’occhio vedo qualcosa rotolare di fianco.
Guardo meglio e caccio un urlo.
Mi blocco, è solo l’angelo. Disteso a terra e i suoi respiri sono flebili, è bianco da far paura.
Mi avvicino e gli tocco la fronte. È anche freddo da far paura.
Non so che fare.
Resto lì ferma a guardarlo morire, faccio scendere la mia mano sul suo petto. Ha una spaventosa bruciatura provocata da quelle maledette pistole.
Chiudo gli occhi cercando di dimenticare quella scena dalla mia testa.
Sento il suo petto tirare un respiro più lungo e tremare sotto la mia mano.
Apro gli occhi e vedo del ghiaccio su ogni bruciatura.
Tolgo la mano spaventata e la guardo.
Tutto normale.
Il ghiaccio si sta sciogliendo molto velocemente, lasciando che le gocce d’acqua sciacquassero quel corpo martoriato e sporco.
Le bruciature ormai sono solo delle zone arrossate.
L’angelo respira normalmente ora.
L’acqua va sui lividi e le ferite aperte, iniziano anche loro a scomparire.
Sto tremando, che magia è questa?
Piano piano riprende il suo colorito, le labbra si schiudono lasciando uscire un sospiro di sollievo.
Mi allontano spaventata mentre lui apre gli occhi.
E si guarda intorno spaesato.
Mi guardo attorno anch’io ora, non avevo mai visto nulla di simile.
Alti alberi si estendevano sopra di noi, grandi foglie pendevano dagli alberi più grandi lasciando cadere piccole gocce di acqua sul terreno scuro che stava sotto di noi.
In lontananza si udiva un rumore strano, come un rombo, un sommesso borbottio.
Mi girai e vidi che mi stava guardando curioso, i capelli bagnati e scompigliati lasciavano cadere piccole gocce sul suo petto.
La sua faccia era sporca di terra.
“Chi sei tu?” mi chiese avvicinandosi a carponi. La sua voce era tremante e bassa, somigliava a un sussurro.
Non aveva parlato molto nella sua vita.
Era a 30 centimetri di distanza da me e mi scrutava attentamente.
“Mi chiamo Amber, e tu?” chiesi di rimando.
“Non lo so… dove siamo?” chiese ancora, guardandosi attorno.
La sua voce calda e bassa dannatamente bella, arrivava sulla mia faccia in piccoli soffi.
“Non lo so neanche io…ma come ti chiamavano di solito?”
Sembrò rifletterci su.
“Justin…ma non mi sembra un nome,  e poi mi chiamavano anche “Tu” o semplicemente "vieni qui””
Gli sorrisi “Justin è un nome”
“Davvero?” si meravigliò di quella scoperta.
“Sì”
Non rispose più ma volse la testa dalla parte da cui proveniva quel rombo strano.
Si alzò e con passi malfermi si diresse verso la fonte.
Non fiatai e lo seguii, ad ogni passo il rumore si faceva sempre più assordante.
Ad un tratto sparì dalla mia vista, e io mi misi a correre.
Sbucai in un posto magnifico.
Un fiume d’acqua scorreva impetuoso e saltava da un’altezza  enorme fino ad un laghetto. Gli schizzi e le fitte goccioline di pioggia colpivano i nostri volti meravigliati.
Un arco colorato appariva e scompariva alla fine di quella meraviglia.
Spostai lo sguardo e vidi un mondo fantastico aprirsi ai miei occhi, distese enormi di verdi alberi si perdevano con monti e colline.
“Wow” questa parola mi fece distrarre.
Guardai Justin che puntava il suo sguardo in alto, lo imitai.
E rimasi senza fiato.
Non cerano soffitti di cupo metallo ma solo un enorme cupola azzurra, in un angolo cera una palla gialla che emanava la luce, ma fissarla faceva male agli occhi.
“Che posto è mai questo?” sussurrai senza fiato.
Justin non rispose.
Mi avvicinai al bordo della massa d’acqua. Proprio nel punto in cui finiva nel vuoto.
Sentii che si avvicinava, ridacchiando.
Non feci in tempo a girarmi che lui mi aveva già spinto giù.
In un secondo mi ritrovai circondata dall’acqua.
Riemersi con fatica. E guardai in alto, non c’era più.
Mi guardai freneticamente in giro. Ma vedevo solo acqua e alberi, di lui non c’era traccia.
Vidi delle bolle e una massa scura avvicinarsi a me.
Il terrore mi invase e incominciai a nuotare freneticamente verso riva ma la macchia era più veloce di me, mi superò barrandomi la strada.
Le bolle si fecero più intense e vicine.
In un attimo vidi la figura di Justin sbucare dall’acqua ridendo.
Io rimasi scioccata, ma mi ripresi subito schizzandogli l’acqua in faccia.
Lui rispose e iniziammo a giocare come bambini.
Un euforia strana si impossessò di me, stavo bene con lui. Mi sentivo vera.
Smettemmo appena la palla gialla arrivò al punto più alto della cupola.
E ci sedemmo a riva. La luce e il calore che emanava ci riscaldò e ci asciugò.
“Ho fame, che facciamo adesso?” brontolò assieme al suo stomaco.
“Beh, ci dovrà essere qualche cibo che conosciamo. Giusto?”
Ci alzammo e ci mettemmo a cercare senza allontanarci troppo dal lago.
Trovammo una pianta di mele, e ne facemmo scorta.

Non so dove siamo, ma se è un sogno. Vorrei che non finisse mai.  


BUONSALVE A TUTTE!!

ci si rivede è??
allora vi è piaciuto il nuovo CHAPTER HAHAHAHAHAHAH
no sirius.
ho cercato di scrivere piuttosto velocemente e devo dire che per i miei standard questa è una pausa XXXXS
come vedete ho messo anche un piccolo (piccolissimo) pezzo narrato da will.i.am (Levante)
io una volta leggevo william invece di will-i-am...ahahah che stupida che sono
Grazie mille a bellavitaheart10  che ha recensito e grazie anche a chi ha recensito ma che è apparso nei messaggi di posta :)
grazie a chi ha messo questa storia nelle seguite, preferite, ricordate...
e grazie mille ai 130 lettoriiii!!!!
fatemi sapere se vi fa schifo, vi piace da impazzire, o se non vi fa nè caldo nè freddo...
grazie in anticipo..
BACI:***



 
  
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