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Autore: Dama DeLupottis    15/10/2013    5 recensioni
Seguito di "Un bisturi al posto del cuore", ma può essere benissimo letta separatamente, visto che le storie hanno in comune solo i protagonisti. In sintesi parla della difficile storia d'amore fra un chirurgo e una sua (ormai) ex-paziente di ben 28 anni più giovane. Gli ostacoli non sono pochi, e da come si può intuire dal titolo alcuni di essi possono essere piccoli, ma molto "ingombranti"! non voglio svelare parte integrale della trama quindi...buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Pov. Anna

“Una pecora, due pecore, tre pecore e un agnellino!” no forse devo continuare solo con le pecore…riprendiamo: “Quattro pecore, cinque pecore….”

Uffa! Ne ho già le palle piene delle pecore! So cosa state pensando nel sentir parlare di pecore, ma dovrete cambiare idea visto che non sto cercando di dormire, ma di trattenere la colazione nel mio stomaco capriccioso. Ho provato di tutto per distrarmi, anche a canticchiare mentalmente una canzone, che ora è ufficialmente diventata la colonna sonora di un momento particolarmente spiacevole della mia vita.

Scusate ma ora devo riprendere….ero arrivata a sei? Va beh non importa!

“sei pecore, sette pecore…” ma che noia! E se io provassi a contare qualcosa di più divertente? Qualcosa tipo…i chirurghi!

“ un chirurgo, due chirurghi, tre… maledizione!” termino così la mia stupida conta, e comincio a correre verso il bagno.

Dopo aver detto l’ennesimo addio alla mia buonissima colazione, mi ricompongo in pochi minuti, e dopo aver verificato di non avere altre nausee, mi precipito dalla mia dottoressa, pronta ad inveire contro di lei per quella maledetta profilassi, che ho terminato da ormai due settimane e che sicuramente mi avrebbe rovinato la mia vacanza in India. E’ quasi una fortuna che io non l’abbia fatta!

Mi accomodo in sala d’aspetto, dove alcuni vecchietti si stanno già lamentando per la lunga attesa. Che avranno poi da fare di così urgente alle dieci di mattina? Una partita a carte con gli amici? Finire la calza di lana per i nipotini? O forse vedere la telenovela con l’ennesima tipa che si lascia con l’ennesimo tipo e va a piangere dall’ex che nel frattempo si è messo con sua mamma mentre aspetta un figlio da sua sorella! No, magari preferiscono vedere la gente che si azzuffa a “Forum”…

Beh, in ogni caso, io non ho problemi: sto soltanto perdendo ore di lezione che tanto avrei saltato ugualmente visto il mio pessimo stato di salute. E riguardo all’attesa…mi consolo dicendo “ Dovrò aspettare un’oretta, due al massimo….insomma il dottore, non si chiama mica Massimo Albani, non deve andare in segreteria, in sala operatoria, e poi in reparto, passando in università per dare la lezione e poi tornare in ospedale dove appena ci avrà messo piede sarà chiamato da chissà chi, per chissà dove e chissà perché...”

L’unica cosa noiosa del fare il medico di base, è doversi ascoltare il resoconto di tutta la settimana da parte delle vecchiette, che oltre a descrivere i numerosi acciacchi che si ritrovano, ci mettono dentro anche quelli del marito, del cane e del vicino di casa. E se questo non basta, passano a raccontare di come trascorrevano la vita un tempo, accennando alle disgrazie che hanno subito, e terminando con quello che hanno mangiato ieri per cena. Il tutto con un perfetto filo logico…che di pieghe non ne fa solo una, ma tre o quattro.

Sono cattiva lo so! Dovrei compatirli, comprenderli, sapendo che un giorno anch’io sarò come loro, che andare dal dottore sarà uno dei pochi momenti di gioia della mia giornata…anzi, pensandoci bene, già adesso amo l’ambiente ospedaliero un po’ troppo di quanto dovrei… quindi….chissà quando invecchierò!

Finalmente arriva il mio turno. Entro e mi trovo davanti una figura minuta, seduta sulla sedia con le gambe accavallate: ero abituata a vedere il mio medico di base come un omone barbuto dalla voce profonda, e ora mi trovo una vecchietta sessantenne dai capelli color nocciola tendenti al mogano raccolti in una crocchia, con gli occhiali rotondi appoggiati sul naso e una vocina così fine e sottile che sono costretta a tirare le orecchie per sentire:- Buongiorno! Prego, si accomodi!-

Mi siedo e comincio a guardarla, nel patetico tentativo di trovare le parole giuste per non accusarla di tutti i miei mali.

- Allora, mi dica…perché si trova qui?-

- Perché gli effetti collaterali dovuti alla profilassi non mi sono ancora passati! Anzi ogni giorno è peggio del precedente!-

- Quanto tempo è passato dall’ultima compressa?-

- Due settimane…-

- Mmh è strano! Non dovrebbero perdurare così a lungo! - dice guardandomi con aria circospetta:- E’ sicura che non ci sia dell’altro?-

- Ad esempio?-

- Beh…lei accusa spossatezza, mal di testa, nausea, vomito e capogiri….e quindi mi domando se per tutto questo tempo noi abbiamo erroneamente associato alla profilassi dei sintomi che in realtà erano di tutt’altra natura!-

- Noi?- domando come per farle capire che se così fosse il granchio l’aveva preso solo lei….non sono certo laureata in medicina io!

- Beh per capire certe cose, non occorre essere un medico!- mi guarda alludendo a chissà quale verità, ma visto il mio sguardo poco comprensivo, prosegue dicendo:- Ha un ritardo per caso?-

- Beh sì! Ma non sono mai stata regolare io!-

- Di quanti giorni?-

- Non lo so! Dieci, dodici…ma come le ripeto…è normale!-

- No…alla sua età non più! Dovrebbe fare una visita dal ginecologo per sistemare questa cosa. Comunque …tralasciando per un attimo questa questione… lei è sicura di non essere incinta?-

Sto per annuire quando lei mi blocca dicendo:- E per “essere sicura” io intendo che: o ha già fatto il test non prima di due giorni fa ed è risultato negativo, o che non ha avuto rapporti negli ultimi 40 giorni!-

- Ok d’accordo! Non ne sono sicura…però le garantisco io che non lo sono! Insomma…lo saprei!-

- Certo certo! Dicono tutte così!- dice in tono di compatimento, prima di riprendere il suo tono autoritario:- Dunque, l’unica cosa che le dico è “Vada in farmacia ad acquistare un test di gravidanza”….qualora risultasse negativo, penseremo ad un’altra soluzione!-

Io abbasso le spalle in tono di resa, nascondendo dentro di me una certa ostilità nei suoi confronti, alla quale lei risponde con un sorriso:- Le auguro una buona giornata signorina!-

- Anche a lei!- rispondo con un finto sorriso, mentre mi alzo e raggiungo la porta di uscita.

Mi precipito in farmacia, e guarda caso, lì dentro ci trovo un’altra ragazza alla cassa, che sta comprando un test di gravidanza: l’ansia le si legge in volto…non posso fare a meno di domandarmi se sia ansiosa per il fatto che desideri un bambino e che questo sia l’ennesimo tentativo di averne uno, o che non desideri affatto un bimbo, ma che tema di averlo concepito. Mi sa tanto che è la seconda: è troppo tesa per essere una donna pronta a ricevere la notizia più bella della sua vita. Chissà se anch’io ho quella faccia! Quando lo porto al banco e pago, da come mi guarda la cassiera, ne ho la certezza: ce l’ho anch’io…magari anche più cupa.

Per tutto questo tempo non avevo mai pensato a quest’evenienza: avevo trascorso più di due settimane ad insultare mentalmente la mia dottoressa, e anche se adesso mi sto sforzando per continuare in questa direzione, lamentandomi del fatto che lei mi costringa a fare qualcosa di non necessario e dispendioso anziché darmi dei veri farmaci…non nego che l’ansia comincia a salire e ad impossessarsi di me, soprattutto se mi torna alla mente il suo sguardo deciso come se fosse quasi sicura di non sbagliare. Non penso che abbia ragione, ma in ventun anni di vita, ho avuto torto parecchie volte, e non vorrei proprio averlo di nuovo, specialmente su una cosa come questa.

Arrivo a casa tutta trafelata, con il fiatone e un fastidioso magone in gola. Sono talmente tesa che anche quando vado in bagno non riesco neanche a far pipì sul bastoncino visto che la mia vescica non vuole rilasciare neanche una goccia. Trascorro una ventina di minuti a bere e a guardarmi in giro nervosamente fino a quando riesco a fare ciò che devo. Leggo sulla scatola che ci vogliono dai cinque ai dieci minuti prima che il risultato sia chiaro, quindi abbandono il bastoncino in bagno e comincio a girare nervosamente per il salotto, sotto lo sguardo confuso della mia gattina, che infine decide di ignorarmi e di tornare a dormire.

Dopo otto minuti non resisto più e mi precipito a vedere il risultato: è un meno o un più? Accidenti! Non riesco a vederlo bene! Cioè….è un meno…però c’è una leggera tacchetta verticale che potrebbe farlo sembrare un più…o magari segna soltanto la metà del quadrante…magari c’era anche prima e non me ne sono accorta! Magari è così…questo non vuol dire assolutamente che io sia incinta, ma non può neanche affermare il contrario.

Presa dalla disperazione mi precipito nella farmacia sotto casa, sia chiaro, non quella di prima! Acquisto un test di gravidanza di un’altra marca, sperando che lo schermo digitale sia più nitido.

Torno di nuovo in appartamento e mi scolo un altro litro di acqua e dopo circa mezzora, rieccomi a consumare di nuovo il pavimento in attesa del risultato. Mi sembrano i dieci minuti più lunghi della mia vita durante i quali penso a tutto: alla scuola, a Vayda, a Manuel, a Dario, a Massimo, persino a mia madre. Infine decido di versare le crocchette a Giuggiola dopo aver notato il suo piattino quasi vuoto. Mi perdo un po’ ad accarezzarla fino a quando decido che è giunto il momento della verità.

Raggiungo nuovamente il bagno e non appena vedo il risultato mi sento mancare la terra sotto i piedi: due tacche…una e mezza per la precisione…anzi una e tre quarti…sta di fatto che la tacca doveva solo essere una e invece no ce n’è un’altra…un po’ più sottile, ma c’è comunque! Non posso cancellarla, non posso far finta di non vederla, e allora riguardo ancora una volta il primo test che ho fatto: chissà perché ora riesco a vedere quasi nitidamente anche il più!

Mi lascio cadere sul tappeto azzurro e peloso del bagno, appoggiando la schiena contro la vasca e tirando le ginocchia verso il mio petto. Quasi inconsapevolmente mi metto subito a pensare se quella posizione possa forse far male a quell’esserino minuscolo che porto dentro di me. E nel momento in cui mi accorgo che mi sto già preoccupando per lui, tutto comincia ad essere più reale, e le lacrime cominciano a farsi strada sul mio volto, mentre mille pensieri invadono la mia mente.

Rimango immobile in questa posizione per un tempo indefinito, quando mi accorgo che è ormai passata l’ora di pranzo. Non ho fame, ma mi alzo lo stesso e mi sforzo di mangiare qualcosa perché so che lui, o lei, ne ha bisogno.

Insomma è assurdo! Sto mangiando per un bimbo che forse non aspetto nemmeno! Lo sto già trattando come mio figlio, quando in realtà non so neanche cosa farne!

Lo so che sembro senza cuore a dir così, ma fino a poche ore fa ero convinta che avrei proseguito i miei studi, mi sarei laureata, avrei trovato un lavoro e poi forse se avessi incontrato l’uomo giusto mi sarei sposata e avrei messo su famiglia. Questo era il mio sogno, lo è sempre stato…un sogno che giudicavo in fondo….senza troppe pretese, normale come quello di molti altri. Sono sempre stata una tradizionalista, ho sempre voluto vivere una vita normale, come quella di tutti gli altri. Avevo smesso di credere e desiderare tutto questo nel momento in cui mi ero messa con Dario: tutto ad un tratto non m’importava più di avere una famiglia perfetta e probabilmente avrei rinunciato anche ad avere un figlio, pur di stare con lui, con la consapevolezza che quando lui mi avrebbe lasciato, magari una decina d’anni dopo, avrei avuto comunque il tempo di costruirmi una famiglia. Ero pronta a posticipare tutto, e l’ultima cosa che volevo era anticipare questo processo. Ma così è stato: Dario mi ha lasciato dopo soli pochi mesi, io mi son trovata un altro e sono rimasta incinta. L’unico problema è che non penso proprio che quest’altro sia pronto per fare il padre! E io? Sono forse pronta per fare la madre?

Basta! Decido di buttarmi sul divano e accendere il televisore, sperando che qualche film strappalacrime mi convinca di essere messa molto meglio rispetto ai protagonisti, di essere quasi fortunata…oppure mi basta anche un programma che mi faccia ridere, anche se non so se avrei il coraggio di farlo.

Rimango a fissare lo schermo del televisore per quattro ore o forse di più: non ricordo nemmeno ciò che ho visto, non ho capito niente perché non ho ascoltato niente, anzi, ho quasi il dubbio di essermi appisolata per un po’, ma non ne sono certa perché in ogni caso la mia mente non ha smesso di tormentarmi neanche per un secondo.

Sto impazzendo qua da sola! Quanto vorrei che Vayda fosse qui, accanto a me, a rassicurarmi con il suo dolce sorriso. Avrei bisogno anche di un abbraccio materno, cosa che sicuramente non posso sperare di ottenere dalla mia vera madre, che per fortuna sta a decine di chilometri da qui. Però ora che ci penso…avrei quasi una seconda mamma che abita poco distante da casa mia, a solo quattro fermate del bus…e che proprio a quest’ora dovrebbe tornare a casa dal lavoro. Lei sarebbe in grado di ascoltarmi, di consigliarmi, di darmi la forza per superare anche questa sfida e soprattutto di fare la scelta giusta. Non voglio rimanere sola in tutto questo!

Il mio impellente bisogno di parlarne con qualcuno, mi dà la forza di alzarmi dal divano e di darmi una sistemata…specialmente al viso, prima di uscire nuovamente di casa.

In meno di mezzora giungo davanti alla sua porta mentre l’imbrunire della sera comincia ad avvolgere la città.

Suono il campanello aspettando con ansia l’accoglienza del suo viso sorridente.

Purtroppo però, mi trovo davanti un altro viso, amichevole certo, ma non quello che desideravo incontrare, o almeno, non per primo.

 Non so spiegare la sensazione che provo quando mi trovo davanti a Massimo: è come se volessi nascondermi dal suo sguardo. La sua perspicacia a volte mi mette a disagio. Lui sa leggermi dentro, e questa cosa mi dà sempre più fastidio, perché lui sembra così perfetto, lui è sempre nel giusto….mentre io sbaglio continuamente e ogni volta che casco lui se ne accorge e mi aiuta a tirarmi su, ma senza nascondere quella punta di delusione che ogni volta oscura sempre di più l’immagine che ha di me. E questa consapevolezza mi distrugge, perché non faccio altro che domandarmi  “che cosa penserà di me adesso?”

Massimo è il mio migliore amico, non dovrei sentirmi così, anzi, dovrei sentirmi protetta, come un tempo… ora invece mi sento piccola e indifesa, senza nessuno al quale aggrapparmi, nessuno… se non alla sua piccola moglie, e per piccola…intendo dire solo di statura…

- Anna!- esclama sorridente, sorpreso di vedermi e totalmente ignaro del mio disagio nei suoi confronti (almeno per ora)

- C’è Antonella?- domando sperando di vederla fare capolino da dietro le sue spalle

- E’ andata a far la spesa, sarà a casa fra pochi minuti. Entra pure!- dice cordialmente

Non appena faccio un passo dentro casa sua, respiro un’aria diversa da quella esterna: è così calda, leggera….tutto l’ambiente è così caldo ed accogliente, che riflette alla perfezione l’atmosfera famigliare e mi ricorda che in casa mia invece, non esiste, che non ho più nessuno, se non un sacco di problemi.

All’improvviso la tristezza e la solitudine s’impossessano nuovamente di me, e allora lascio da parte tutti i miei nuovi pregiudizi nei suoi confronti e senza dargli nemmeno il tempo di chiedermi come sto, lo abbraccio, sperando che per qualche secondo aspetti ad allontanarmi.

- Ehi che succede?- domanda un po’ confuso rimanendo quasi completamente immobile come un orso di peluche.

- Non adesso ti prego!- sussurro:- Abbracciami e basta!-

Finalmente le sue braccia prendono vita e mi stringono accarezzandomi dolcemente la schiena, quasi nel tentativo di cullarmi. Devo dire che per essere un tipo piuttosto allergico agli abbracci, sa farli davvero molto bene, anche se necessita ancora della richiesta verbale!

- Va meglio?- domanda senza sciogliere l’abbraccio.

- No!- rispondo a malincuore, perché forse un abbraccio è ancora troppo poco per colmare tutto questo vuoto

- Dai siediti!- dice indicandomi il divano:- Raccontami tutto…mi stai facendo preoccupare!-

- C’è poco da raccontare….- dico mentre mi siedo aspettando che anche lui faccia lo stesso:-…sono incinta!-

- Che cosa?- domanda sgranando gli occhi così tanto che temo quasi gli possano cadere

- Non farmelo ripetere!- dico tristemente, quasi come se il pronunciarlo mi facesse stare ancora peggio

- Ma com’è possibile?- domanda sconcertato

- Beh capita quando si ha un ragazzo!- rispondo un po’ seccata pensando “ti devo anche spiegare come?”

- Pensavo fossi più prudente però! Così mi deludi!- mi parla come se fossi sua figlia, anzi, la bambina più ingenua di questo mondo.

- Guarda che ho preso precauzioni!- preciso:- Ma a quanto pare una volta non hanno funzionato…ed è successo! E ora…non so che fare!- concludo aspettandomi uno dei suoi saggi consigli…che però non arriva…

- Beh io non posso certo scegliere al posto tuo! Devi assumerti la responsabilità di questo errore!- mi dice severamente.

- Massimo smettila di rimproverarmi! Non sei mio padre!-sbotto irritata. Ne ho abbastanza di questo suo comportamento, della pretesa di essere sempre superiore. Perché non si abbassa al mio livello e non mi sta semplicemente vicino, come un vero amico dovrebbe fare?

Lui mi guarda sorpreso della mia reazione, poi però si accorge del suo approccio troppo severo e mi chiede scusa dicendo:- Hai ragione! Scusami! Sono stato un po’ duro!-

- E freddo e insensibile!- aggiungo:- Non esattamente come ricordavo che fossi quando non indossavi il camice!- dico quasi come se fossi io a rimproverarlo stavolta.

- E’ che non so che dire, che fare…mi hai totalmente spiazzato questa volta!- dice confuso per poi aggiungere:- Dimmelo tu che cosa vuoi da me!-

 Lo guardo negli occhi, mentre i miei si fanno un po’ lucidi: -Ho solo bisogno che tu mi stringa forte e mi dica che andrà tutto bene…che non mi abbandonerai come hanno fatto tutti!-

Mi avvicino a lui e mi lascio avvolgere dalle sue braccia, ma anziché sentirlo pronunciare quelle parole, lo sento domandarmi:- In che senso tutti?-

Non ho voglia di spiegare come in una sola settimana io abbia perso il mio ragazzo, Dario e anche la mia coinquilina, seppur temporaneamente….ma pur sempre in un momento di estremo bisogno, così guardandolo nuovamente negli occhi mi limito a dire in tono di supplica: - Dillo Massimo! Ti prego!-

- D’accordo Anna! D’accordo!- mi fa appoggiare la testa sulla sua spalla e poi accarezzandomi i capelli sussurra a pochi centimetri dalla mia fronte:- Io ci sarò sempre per te! Non dimenticarlo!-

Ad un certo punto sento un mazzo di chiavi girare all’interno della toppa, una porta aprirsi e chiudersi, e dei tacchi camminare verso la sala, ma visto che Massimo rimane immobile, non sarò di certo io a spezzare quest’abbraccio tanto ricercato.

- Eccomi! Sono a casa!- dice Antonella posando le chiavi e le borse della spesa sul tavolo:- Anna! Stai di nuovo cercando di rubarmi il marito?- domanda in tono scherzoso, prima di trasformarlo in tono preoccupato non appena vede i miei occhi rossi e un’ espressione troppo seria per essere la mia:- Tesoro che succede?-

- Aspetto un bambino!-

- Oh mio dio! Ne sei sicura?- mi guarda con aria sconvolta sedendosi al mio fianco

- Ho fatto due test e sono entrambi positivi.-

- E Manuel che ha detto?- domanda come se fosse ovvio il fatto che lui lo sapesse.

- Niente, perché non lo sa ancora! Non penso che glielo dirò!- concludo abbassando la voce, sperando che nessuno dei due noti troppo l’ultima frase….cosa che invece fanno entrambi…

- Come no?- dicono all’unisono

- Ci siamo lasciati!-

- E perché?- domanda Antonella

Perché! Bella domanda! E cosa ci rispondo adesso? “L’ho tradito con Dario?” No! Non potrei mai dirlo davanti a Massimo!

-Io…- sto per dire “non ne voglio parlare” quando all’improvviso mi viene in mente che era stato proprio Massimo il primo a farmi venire il dubbio sui miei sentimenti nei suoi confronti, così dico:- Mi sono accorta che….non lo amavo quanto avrei voluto!-

- D’accordo, ma…di fronte a questa situazione….entrambi dovreste rivalutare le vostre prerogative!- suggerisce Antonella.

Mi sta forse dicendo di tornare insieme a lui?

- Non succederà! Non torneremo insieme! Lui non mi vuole neanche più vedere!-

- C’è dell’altro vero?- ne deduce Massimo, come al solito

Faccio un respiro profondo: - Sì, ma non ne voglio parlare! Per ora credetemi sulla parola: la storia tra me e Manuel è finita! Non si può più tornare indietro!-

- E allora…cosa pensi di fare?- chiede Antonella

- Non lo so!- dico sospirando:- So solo che vorrei tanto mettere fine a questo brutto sogno! Vorrei riaprire gli occhi e poter tornare alla mia vita di sempre!-

-Anna, non vorrai…- si allarma Antonella , che oltre ad avere un cuore di mamma, lavora tutto il giorno a stretto contatto con i bambini

- No! Non sarei mai capace di farlo!-

A questa affermazione entrambi tirano un sospiro di sollievo, e l’aria diventa quasi più leggera.

Poco dopo Antonella si rialza dal divano:- D’accordo! Sarà meglio che mi metta ai fornelli…e tu Anna mangi con noi ok?-

Annuisco quasi sorridendo alla sua proposta che da come è stata pronunciata, sembrava tanto un obbligo.

Mi alzo anche io e comincio ad apparecchiare la tavola, mentre cominciamo a parlare di argomenti banali, come la crema per le mani secche, o la nuova bancarella del mercato, che vende prodotti buoni a basso prezzo, insomma, cose della quotidianità, che per qualche minuto riescono a farmi dimenticare l’onda anomala che mi ha travolto oggi pomeriggio.

Dopo circa mezzoretta la cena è pronta e dalla porta d’ingresso entra Andrea, con il borsone da calcio in spalla, quasi come se avesse sentito il profumino proveniente dalla cucina di sua madre.

Immediatamente va a lavarsi le mani e poi corre a tavola per iniziare a gustarsi delle fettine di arrosto con contorno di patate al forno, seguite da un insalatona con carote e pomodori.

Dopo averlo salutato, essendo a corto di domande interessanti da fargli, mi limito alla solita e odiosa domanda che hanno continuato a farmi per anni e anni:- Come va la scuola?-

- Eh…va! Non certo bene, ma…diciamo che non posso lamentarmi!-

- Ti ricordo che quest’anno avrai gli esami! Non puoi stare sempre sul filo del rasoio come sei solito fare!- interviene il padre

- Almeno poi mi devo impegnare a recuperare! Se studio e vado sempre bene….sai che noia? Vuoi andare a mettere i brividi che senti quando il profe scorre il dito sul registro o quella sensazione di liberazione quando chiama qualcun altro che non sei tu?-

- Questo lo trovi divertente?- domanda Massimo, che da quanto ho letto dal suo curriculum, ha sempre avuto una brillante carriera scolastica, tant’è che si è mantenuto tutti i suoi studi esclusivamente con la borsa di studio.

- Sì…in questa vita così monotona! Cioè….non succede mai niente durante la giornata! Tutti i giorni sono uguali fra di loro, mai una novità che ti scuota almeno un pochino!-

- Vuoi sapere una novità abbastanza stravolgente?- domanda Massimo rivolgendomi lo sguardo per chiedermi il permesso di svelare il mio segreto…. permesso che non posso negargli, visto che fra di loro mi sento praticamente in famiglia, e considero Andrea come un fratello a tutti gli effetti.

- Anna è incinta!- dice tutto d’un fiato

Andrea fa cadere rumorosamente forchetta e coltello nel piatto per poi girarsi verso di me:- Davvero? Che storia!-

- Che tragedia più che altro!- dico non potendo fare a meno di sorridere per l’espressione buffa e meravigliata che gli ritrovo dipinta in viso

- Se è un maschio, potresti chiamarlo Andrea…sarebbe spiritoso, intelligente e bello come me!-

- Di Andrea ce n’è uno solo!- gli rispondo

- E credimi basta quello!- ribatte sorridendo Antonella

- Allora potresti chiamarlo… che ne so…Elias, o Gioele…Eusebio!- continua ridendo sempre di più

Scuoto la testa e dico:- Speriamo allora che sia femmina!-

- Oh beh ne ho in mente alcuni carini anche per le femmine….tipo Emerenziana, Deborah con l’h mooolto aspirata mi raccomando, oppure Jenish così nessuno saprebbe né come leggerlo, né come scriverlo!-

- Sì, così passerà tutta la  vita a fare lo spelling del suo nome!- ribatto divertita

Poco dopo anche Antonella e Massimo cominciano a tirare fuori i nomi più strani e divertenti e ad un certo punto mi rendo conto che sorridere anche di fronte a queste situazioni, non è così difficile quando sei circondata dalle persone giuste, che con il loro affetto ti fanno sentire a casa in qualunque posto tu sia. E’ incredibile ciò che sento, ma mi sembra quasi di essere in famiglia! Sì, decisamente mi sento più parte della famiglia Albani, piuttosto che della mia, che purtroppo comprende solo una madre che sento una volta al mese, tanto per dirle che sto bene e chiederle come sta.

 Mi viene spontaneo domandarmi “e io? Costruirò mai una famiglia così bella come questa?” L’ho sempre desiderato, ma mai così presto, e soprattutto mai con un uomo che non amo. Ma adesso non è tempo di fare questi ragionamenti, adesso è tempo di ridere e scherzare come farebbe una normale ragazza a cena da amici, e non la ragazza dal presente incasinato e un futuro molto incerto che tornerò ad essere quando avrò attraversato la porta d’ingresso e mi ritroverò di nuovo sola, stavolta non più con un gatto in gabbia, ma con un piccolo esserino in grembo, pronto a crescere e a stravolgermi completamente l’esistenza.


 
Ciao ragazzeee! Non sono morta eh! Mi spiace per questo enorme ritardo, ma purtroppo la storia a volte non mi prende come dovrebbe e quindi la metto sempre sotto a tutto, in fondo in fondo nei meandri della mia lista! Riguardo a questo capitolo c’è poco da dire, è scontatissimo e lo so bene, ma d’altronde non potevo non dedicare un capitolo alla scoperta dell’essere incinta. Non ci ho messo Dario, perché primo…diventava troppo lungo e soprattutto visto che quasi tutte lo avete offeso per il suo comportamento…vi farò sentire ancora un po’ la sua mancanza, sperando che abbandoniate al più presto il vostro rancore (che magari dopo due mesi non vi ricordate neanche per quale motivo dovreste avercela con lui! =P ) Detto questo vi saluto….e vi ricordo che chi avesse voglia di lasciare un piccolo commentino, mi farebbe molto contenta! Ciao ciao! =)
  
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