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Autore: Sakio    19/10/2013    3 recensioni
E se Wendy non si fosse innmorata di un bambino? Se Wendy la ragazza che amava i pirati si fosse innamorata proprio di uno di essi? Cosa sarebbe successo?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uncino
La guardai. Le accarezzai la guancia morbida e rosea. Dormiva beatemente. Le avevo dato un sonnifero per renderle il viaggio più semplice. Era stato un tiro mancino, ma dopotutto ero un pirata e non seguire le regole era il mio mestiere.
"Uncino" mi chiamò Peter. Avevamo lasciato tutti i dissapori indietro solo per quel momento. Sembrava quasi che fossimo amici da una vita. Credo che lui capisse cosa provavo in quel momento e ebbi l'impressione che provasse le stesse cose anche lui. Spostai lo sguardo verso il ragazzo "Se vuoi puoi accompagnarla fino a casa" continuò. La guardai ancora, un ultima volta. No quella doveva essere il mio ultimo addio. Se no non ce l'avrei più fatta. Lo sapevo. Guardai con occhi colmi di tristezza il ragazzo. Non dormiva da giorni. Si vedeva. I suoi occhi non avevano più quella luce che hanno tutti i bambini. Sembravano gli occhi di un adulto che ha davanti a se decisioni che gli cambieranno la vita.
"Andate. È tuo compito portarla" gli dissi. Peter annuì, la prese in braccio e spiccò il volo seguito dai due fratelli di Wendy. Li vidi sparire davanti ai miei occhi e un vuoto mi si creò dentro. Nulla uscì dai miei occhi. Mi ripromisi di non piangere più. Le mie lacrime erano solo di Wendy. Il mio cuore sarebbe stato solo di Wendy.

Peter
Il viaggio non era stato faticoso. Ad un tratto ho avuto paura di non riuscire più a volare. Sentivo di stare cadendo. Tutti i pensieri felici se ne erano andati e un enorme tristezza mi colmava il cuore al solo pensiero di lasciarla per sempre. Era stata mia per un momento, ma io l'avevo persa in modo stupido. John mi aprì la finestra ed entrammo in silenzio nella sua camera. A Londra era ancora buio e tutto taceva. La poggiai sul suo letto, le diedi un bacio sulla guancia e le sussurrai all'orecchio "Non ti scordar mai di noi" poi mi allontanai da lei.
"Ragazzi, sapete cosa dovete fare" dissi rivolto a Michael e John.
"Le faremo credere che è stato tutto un sogno" rispose John.
"Perfetto" dissi annuendo.
"Ma quindi non ti vedremo mai più?" Mi chiese Michael con la sua voce da bambino. Mi avvicinai a lui con fare paterno e lo abbracciai.
"Per il bene di tua sorella é meglio di no. Ma ogni volta che lei racconterà una storia io sarò lì ad ascoltarla. Daccordo?"
"Va bene" disse il piccolo con gli occhi lucidi. Ci salutammo, poi spiccai il volo per tornare all'Isola Che Non C'è.

Dalle memorie di John
I primi mesi furono difficili. Le memorie di Neverland erano così radicate in Wendy a tal punto da non credere alle parole mie e di Michael. Continuava a dire di essere stata all'Isola Che Non C'è. Di aver conosciuto Peter Pan e Uncino. Di aver combattuto contro di loro e poi essere diventata anche lei un pirata. Poi, piano piano, iniziò a demordere. Sopratutto quando i nostri genitori la iniziarono a portare da dottori per capire se fosse diventata pazza. Ci continuò a raccontare storie per molti anni, nessuna però parlò mai più dell'Isola Che Non C'è. La sua vita dopo quell'esperienza non andò bene, almeno da parte mia che la guardavo da fuori. Divenne grande, ribelle. Litigò così tante volte con i nostri genitori che alla fine la cacciarono di casa. Io rimasi in contatto con lei anche se questo non rese felice mio padre che sembrava averla ripudiata per sempre. La mamma l'amava ancora segretamente, ma mai una donna poteva andare contro le decisioni del marito. Non mise mai bocca sulla questione, ma sopratutto le prime sere, mentre nostro padre già dormiva, la sentivo singhiozzare dalla sua camera.
Wendy si mise con tanti ragazzi, uno diverso dall'altro, ma in ognuno c'era qualcosa che riportava a Uncino. All'inizio questo mi fece paura, temevo che non sarebbe mai riuscita ad andare avanti. A dimenticare per sempre quella brutta avventura. In realtà mi fa paura anche ora che è cresciuta e ha la sua vita solo nelle sua mani.
Non le vidi mai più gli occhi vivi che aveva quando era a Neverland. Sembravano ormai spenti e nessuno riusciva a far ricomparire l'ardore che aveva prima di quell'esperienza. Io ormai sono un giovane promettente, lavoro in banca come mio padre e sto iniziando anche a surclassarlo. Wendy ha ventidue anni, si mantiene come assistente di un mago in un vecchio locale mal ridotto che potrebbe anche essere considerato un bordello. Vive in una sudicia casa insieme all'ultimo ragazzo. Molte volte le ho chiesto di accettare i miei soldi, almeno per mangiare qualcosa. C'erano dei giorni che non poteva mangiare dato che il proprietario del bordello non la pagava. Ma lei mai li ha accettati, non volendo elemosina.
Mi manca mia sorella. Mi manca averla in casa. Le sue storie mi portavano fuori dalla dura realtà. Le sue risate erano balsamo per delle orecchie gonfie di crudeltà. Maledico il giorno in cui Peter Pan arrivò nella nostra camera e ci attirò tutti in quella maledetta trappola


Spazio dell'autore
Allora, buongiorno, buon pomeriggio o buonasera. Vi ringrazio di essere arrivati fino a qua. Una gran bella fatica eh? Ma dai forse stiamo per arrivare alla fine, quindi non mollate proprio ora.
Parlando della storia in generale, sono arrivata almeno il primo capitolo a 130 visite, quindi darò un mega party a cui siete tutti invitati per festeggiare :-D
Parlando di questo capitolo, cosa ne dite?
Uncino prova sentimenti, Peter Pan sembra cresciuto e John, personaggio in qualsiasi storia e film su Peter Pan di poco conto finalmente ha potuto dire la sua. Spero vi piaccia, non voglio dilungarmi troppo. 
Recensite, ditemi gli errori di cui sarà disseminato il testo così che potrò correggerli e rendere lo scritto Più Migliore.
Ciaoooooooooo

Sakio
L'ho rivisitata, molti hanno parlato della punteggiatura, ma raga, io ci ho provato, ma proprio non ci riesco. Non so assolutissimamente dove mettere le mani. Mi dispiace. Lo modificherò tra un po'. Cercando ogni volta di metterlo meglio. Ciaoooolooooooo
   
 
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