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Autore: MarySmolder_1308    19/10/2013    3 recensioni
L'amicizia è un sentimento essenziale, che ti travolge improvvisamente.
E così ti ritrovi legata a persone che non avresti mai immaginato di poter conoscere, con cui non avresti mai immaginato di parlare.
L'amicizia spesso e volentieri ti cambia la vita e lo fa senza che tu possa rendertene minimamente conto.
Non ti chiede il permesso. Lo fa e basta.
E' questo che succede a Maria Chiara Floridia, 26 anni, specializzanda in chirurgia al terzo anno al Saint Joseph Hospital, quando incontra i famosi Ian Somerhalder, 33 anni, e Nina Dobrev, 24 anni.
Il problema è che anche l'amore agisce in questo modo.
Possono questi due sentimenti entrare in contrasto?
Possono lottare fra loro, logorando tutto ciò che è sul loro cammino?
Possono far sorgere dei dubbi?
Possono distruggere una persona?
In un mondo in cui è ormai difficile instaurare delle relazioni, tre persone si ritrovano tra le grinfie di questi sentimenti.
Vincerà l'amore o l'amicizia?
--
Ci tengo a precisare che non sono una scrittrice professionista. Utilizzo la scrittura per esprimere al meglio tutti i miei pensieri, tutte le mie sensazioni, tutte le mie emozioni. In ogni capitolo cerco di dare il massimo, quindi spero possiate apprezzare!
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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POV Ian
Ero eccitato, io e Mary stavamo insieme da un mese e non vedevo l'ora di festeggiare un po’ con lei.
Dei fari subentrarono nel mio vialetto. Contento, andai sul retro, giusto in tempo per vederla scendere dall'auto.
Si sistemò i capelli, prese la borsa e chiuse lo sportello. Quando si voltò verso di me, i suoi occhi brillavano e il suo sorriso era smagliante. La feci entrare, trepidante, e l'abbracciai. 
"Buon mesiversario" le sussurrai. 
"Anche a te" sorrise e mi baciò, poi si tolse il giubbotto leggero e me lo porse.
Lo posai sull’elaborato appendi-abiti, poi dissi, sorridendo e facendo un inchino: "Miss Floridia, la doccia desiderata è disponibile"
"Fantastico, ne ho proprio bisogno!" rispose sorridendo e andò di sopra.
La seguii e cominciai a spogliarmi, mentre mi raccontava della giornata che aveva avuto.
"Che giornata stressante" le dissi, mentre apriva il rubinetto della doccia.
Entrò di tutta fretta, come se ancora si vergognasse di farsi vedere. Questo particolare mi fece sorridere.
"Già, detesto questo periodo, tutti sono così agitati, soprattutto le matricole per via degli esami" brontolò, cominciando a bagnarsi i capelli.
Entrai in doccia, sogghignando e aspettandomi la sua reazione, tutta impacciata.
"I-ian" disse imbarazzata.
"Che c'è? – risposi, ridendo, avevo previsto la giusta reazione - Dai, siamo soli, lasciati andare" continuai suadente e la baciai.
Il suo viso, dapprima rosso come un peperone, man mano tornò roseo, mentre l’acqua della doccia si mischiava alle nostre labbra.
Mi staccai un momento da lei e feci aderire la sua schiena al mio petto, poi con una mossa veloce presi una spugna e cominciai a massaggiarle le spalle.
“Ti ricorda niente?” le sussurrai all’orecchio destro, per poi baciarle lentamente il collo, mentre scendevo con la spugna verso la schiena.
“Dovrebbe ricordarmi qualcosa di specifico?” mi rispose con la sua bellissima voce limpida.
Cercò di voltarsi, ma glielo impedii.
“Ehi!” protestò, provandoci nuovamente.
Fallì miseramente.
“Non provarci più, perderesti ancora e ancora” sorrisi baciandole una spalla.
“Quand’è così” lasciò la frase in sospeso e appoggiò la testa sulla mia spalla, cominciando a strofinare il naso contro il mio collo.
“Che fai?” feci una risatina, quel tocco delicato mi solleticava.
“Dimostro il mio affetto” Mary sorrise, poi cominciò a baciarmi il collo.
Chiusi gli occhi, mentre mi lasciavo andare alle sue coccole. Lasciata andare la spugna, le feci fare una piccola giravolta e la spinsi contro il muro. L’acqua continuava a bagnare i nostri volti.
Mi morsi il labbro inferiore, perdendomi nel suo sguardo, mentre le sue piccole mani mi carezzavano il volto, il collo, le spalle, in attesa.
Le sue labbra sembravano chiamarmi. Erano peggio del canto di una sirena, non potevo resistere.
Stavo per avvicinarmi e lasciare che l’eccitazione pervadesse entrambi, quando
"Ehi fratellone!".
Mi paralizzai stupito. Mary sgranò gli occhi, diventando rossa in volto. Le feci segno di non fiatare e la coprii con il mio corpo.
"Robyn! Che ci fai qui? Esci subito!" dissi un po’ scocciato.
"Andiamo, ti ho già visto fare la doccia. Le tue nudità non sono una novità" rispose con naturalezza.
"Che vuoi?" brontolai.
"Devo stare qui per un po’, a casa non riesco a concentrarmi"
"Non se ne parla!" affermai con enfasi.
"E dai, ti prego" mi supplicò.
"Vedremo, intanto esci, per favore".
La sentii quasi uscire e sospirai di sollievo.
"Prima che esco - disse e si arrestò - come va con quella tua amica di cui ti sei invaghito? E’ da tanto che non ne parliamo".
Chiusi gli occhi e cercai di fare dei respiri profondi. L'ironia di quel momento era assurda, non sarebbe riuscita così bene nemmeno se l'avessimo programmata.
Sfiorai dolcemente il viso di Mary e risposi: "Non la vedo da un po’, chissà come andrà a finire tra noi. E comunque non mi sembra ora – sottolineai l’ultima parola – il momento adatto per parlarne"
"D’accordo, d’accordo" disse con tono semi esasperato e uscì dalla stanza.
"Aspettami di sotto" le urlai, poi cominciai a studiare con Mary un modo per farla uscire, senza che Robyn si accorgesse di lei.
Dopo una sfilza di piani senza senso, Robyn rientrò in bagno.
"Robyn, e dai!" urlai seccato.
"Calmati, devo solo dirti una cosa".
Alzai gli occhi al cielo e le chiesi di che stesse parlando.
"Ciao Maria Chiara! – disse con convinzione, aggiungendo subito dopo – Sempre se questo è il tuo nome. A dire il vero, non lo ricordo con certezza” fece una risatina.
Io e Mary ci paralizzammo, poi balbettai: "Come diavolo hai fatto?"
"Ho intravisto vestiti femminili sotto i tuoi qui dentro; quando ti ho chiesto di lei, la tua voce si è addolcita e la tua spalla destra si è contratta, come se avessi mosso il braccio per toccare qualcuno; e poi, sul retro c'è un'auto non tua"
"Ecco perché sei la poliziotta barra psicologa più ambita dello Stato" sbottai.
"Modestamente – disse lei divertita – Vi lascio finire la doccia” continuò maliziosa e uscì.
Dopo esserci rivestiti, andammo in cucina.
Mary era rossa di vergogna e non riusciva a pronunciare una parola, mentre mia sorella la guardava da capo a piedi. I suoi occhi indagatori, azzurro ghiaccio come i miei, non riuscivano a distaccarsi dalla sua figura esile e irrigidita. Mary era troppo imbarazzata e l’unico gesto che riusciva a fare era quello di tirarsi su gli occhiali. Non riusciva nemmeno a cercare il mio sguardo. Dovevo fare qualcosa. Tossii e cercai di rompere il ghiaccio.
"Allora, Robyn, spiegami che ci fai qui" chiesi calmo, guardandola.
"Devo lavorare a un caso delicato, perciò non posso stare a casa, c'è troppa distrazione – rispose, passandosi una mano tra i lucenti capelli biondi, poi si rivolse a Mary, ignorandomi – Allora da quanto tempo stai con mio fratello?".
Mary cominciò a balbettare e abbassò lo sguardo: "Un mese oggi"
"Una coppia fresca. Come quella del mio caso. Si sono uccisi a vicenda".
Mary mi guardò sconvolta e Robyn cominciò a parlare del suo lavoro e di cosa si stava occupando in quel periodo, però non l'ascoltavo. Ero focalizzato su Mary. Era a disagio, lo sentivo, ma se provavo a parlare, Robyn faceva domande fin troppo personali.
"Robyn, non puoi restare qui"
"Dai, perché no? Temi che vi disturbi?" mi fece l'occhiolino.
"Non cominciare" la guardai male.
“Dai, potrei indossare i tappi per le orecchie, non mi recano disturbo” concluse la frase sorridendo.
“Robyn!” dissi esasperato, guardandola stupito.
“Andiamo, volevo solo fare una battutina! – scosse la testa divertita – Non credo ci sia bisogno dei tappi per le orecchie” guardò Mary di sfuggita.
Era diventata violacea.
“O forse sì?” Robyn si rallegrò di più, sedendosi più comodamente sulla sedia.
“No, non parleremo dei tappi per le orecchie. Vattene, per favore!” la supplicai.
"Ti propongo un patto: tu mi permetti di restare qui e io..."
"Tanto non puoi darmi niente in cambio"
"E io non dico a mamma della tua nuova relazione"
"Affare fatto" risposi in fretta.
"Che velocità! - sorrise beffarda e guardò nuovamente Mary - Io e te dovremmo fare quattro chiacchiere. Che dici?"

POV Mary
Presi un respiro profondo, cercando di tornare al mio colorito naturale, poi annuii debolmente e Robyn, senza aspettare altro, mi trascinò in soggiorno.
"Quanti anni hai?" mi chiese.
"Ventotto"
"Ok. Dove sei nata?"
"In Italia"
"La tua fedina penale è pulita?" e mi guardò di sottecchi.
"Sì!" risposi con ovvietà. 
Annuì pensierosa, poi si avvicinò e sussurrò: "Se dico il nome 'Ian', tu che rispondi?".
Sentii il mio volto avvampare sempre di più, tornando bordeaux come poco prima. Robyn si ammutolì.
Il suo sguardo era fin troppo penetrante. Faceva venire i brividi. Come faceva una donna, apparentemente angelica, a sembrare così terrificante? Ci credevo che era la poliziotta barra psicologa più ambita dello Stato! Con uno sguardo era in grado di far crollare anche il peggiore dei criminali.
“Andiamo, per quanto tempo ancora dovrò sopportare questa tortura silenziosa?” pensai tra me e me, sperando che fuori non si notasse la mia agitazione.
Robyn scoppiò a ridere.
"Accidenti, mio fratello ti piace proprio! Il tuo rossore continua a persistere. Sei una ragazza a posto, lo sento" mi sorrise.
“Grazie” balbettai imbarazzata.
All’improvviso si alzò e parlottò con Ian, che subito dopo si sedette vicino a me.
"Ho superato la prova?" gli chiesi, ancora confusa da quella breve discussione.
"Ovviamente - sorrise e mi baciò - Comunque l'interrogatorio breve e l’osservazione acuta sono i suoi modi di comunicare quando non conosce una persona, tranquilla, non è sempre così"
"Lo spero. Mh, a proposito, dato che ho superato la prova, posso anche ritirare i raggi x total body che mi ha fatto?”.
Ian scoppiò a ridere.
“Andiamo a preparare la cena, su” mi baciò sulla guancia e mi prese la mano.

Erano passati circa un paio di giorni dal mio incontro ufficiale con la sorella di Ian ed eravamo diventate abbastanza amiche.
Avendo il giorno libero, invitai entrambi a casa per prendere un tè tutti insieme. Mentre lo versavo, Robyn parlava del suo caso.
“Sai, comincio a credere che non sia più un omicidio”
“Si sono suicidati?” la guardai.
“No. Intendevo, forse non si sono uccisi a vicenda come pensavamo”
“E cosa te lo fa credere?” chiese Ian.
“Non so dirtelo, è una sensazione che ho”
“Le autopsie cosa dicono?” domandai, mentre prendevo il sacchetto con i cornetti.
“Li ho presi al negozio all’angolo” mi sussurrò Ian, accarezzandomi un fianco.
Mi voltai per guardarlo e sorrisi.
“I miei preferiti”
“Oh, lo so” mi baciò, poi si sporse e ne prese uno.
“Possiamo concentrarci sul mio caso?” Robyn agitò le mani, prima di accaparrarsi un cornetto.
“Sì, scusa – scossi la testa – Allora, le autopsie?”
“Il medico legale dovrebbe farle stasera. Mary, potresti aiutarlo? Vorrei che controllassi con i tuoi stessi occhi se gli sfugge qualcosa”
“Certo, non è un problema” le sorrisi.
Stavo per addentare il mio cornetto, quando mi squillò il telefono.
"Pronto?" risposi senza guardare chi fosse.
"Sorellina, sei a casa?"
"Giorgio, ciao! Sì, hai interrotto la mia colazione, perché?"
“Cosa stai mangiando?”
“Cornetto alla crema e tè freddo alla pesca”
"Uh, tè alla pesca. lo adoro. Aspettaci"
"A-a-aspettaci?! In che senso?"
"Siamo all'aeroporto. Tra una decina di minuti saremo lì, non finirlo, sai che Lucas ne va ghiotto"
"Ok, ciao" dissi velocemente e riattaccai.
Subito guardai Ian e Robyn mortificata.
"Dovete andare"
"Perché?"
"Mio fratello è in città, tra pochissimo sarà qui e non può vedervi qui, soprattutto non può vedere te qui - dissi rivolgendomi a Ian con tono grave - dato che non sa che noi... Oddio, lo scoprirà! E se lo scoprirà lui, lo saprà mia madre e poi mia nonna e se lo saprà lei, lo saprà tutto il mondo!" brontolai tragicamente, andando avanti e indietro per la stanza.
Ian mi fermò: "Mary, respira, non può essere così catastrofica la situazione"
"Sì, invece. Non conosci bene mio fratello, gli basta guardarmi negli occhi per scoprire se nascondo qualcosa"
"E che lavoro fa tuo fratello?" chiese Robyn.
"L'insegnante d'italiano a Londra"
"Accidenti, potrebbe entrare in polizia!" disse entusiasta.
Dopo alcuni minuti di silenzio inquietante, Ian e Robyn andarono via e Giorgio e la sua dolce famigliola arrivarono in taxi. 
"Fratellone caro, ciao!" sorrisi forzatamente e lo abbracciai, sperando che i miei occhi non brillassero tanto da farlo insospettire.
"Ciao, è dall'estate scorsa che non ci vediamo, come te la passi? - mi guardò sorridente, poi aggiunse - Mmmm, stai bene?"
"Sì, perché?"
"Hai una strana luce negli occhi. Mi stai nascondendo qualcosa per caso?" 
"Ma che dovrei nasconderti, suvvia" risposi ridendo nervosamente.
"Giorgio, non cominciare e lascia stare tua sorella" disse dolcemente Addison.
"Ma che ho detto?" sbuffò lui, mentre Addison lo accompagnava dentro.
Sospirai di sollievo, poi andai ad abbracciare mio nipote Lucas.
"Oh, il mio ragazzo! Ma come stai?" dissi dolcemente.
"Sto bene, ma qui fa troppo caldo!" disse lui.
Annuii e lo portai dentro, facendolo salire a cavalcioni sulla mia schiena.

Mi svegliai di buon umore, consapevole che Giorgio quella mattina sarebbe andato via, non sapendo ancora della mia relazione con Ian.
Aiutai Addison a mettere le valigie in auto e inviai un sms a Ian: << Li sto accompagnando all'aeroporto, ci vediamo tra un pò ♥ >>.
Suonai il clacson e invitai Giorgio a salire in auto. Li accompagnai in aeroporto e, dopo aver salutato Addison e Lucas, lo abbracciai.
"Buon viaggio. E grazie per la visita, mi mancavate davvero tanto" gli sussurrai stringendolo.
"Grazie. Anche tu. Ah, quasi dimenticavo. Salutami Ian" sorrise, ammiccando.
Lo guardai.
"M-ma c-come... come hai fatto a-a?"
“Un fratello lo sa sempre” si strinse nelle spalle.
“Giorgio, andiamo!” lo pregai di vuotare il sacco.
“La verità, sorellina, è che non riesci a nasconderlo. Nei due mesi di buio, quando mi chiamavi dalla linea ospedaliera, la tua voce si sforzava di nascondere il dolore per lui. Cercavi di convincere me e te stessa di stare bene. Ora, invece, la tua voce mostra solo serenità e felicità e i tuoi occhi brillano d’amore… e passione. Questo mi fa dedurre che, oltre a essere un buon attore e una gran bella persona, ci sa fare anche tra le lenzuola!” ammiccò nuovamente.
Aprii la bocca più volte, ma non ne uscì neanche un suono. Mi morsi il labbro inferiore, mentre sentivo le guance avvampare. Farmi arrossire sembrava lo sport preferito di tutti quella settimana.
“Tutto chiaro – sghignazzò e mi diede una spintarella – Comunque, voglio rassicurarti. Terrò questa cosa per me. E’ giusto che sia tu a informare mamma, quando ti sentirai pronta"
“Grazie, fratello! – lo abbracciai – E, dato che sono buona, ti autorizzo a mettere al corrente Addison”
“Speravo lo dicessi – mi strinse e rise – Buona relazione, sorella”
“Buon viaggio. E grazie” lo strinsi un’ultima volta, poi lo lasciai andare verso il gate d’imbarco.
Presa una mano ad Addison e una a Lucas, andò a imbarcarsi.
Sorrisi serena. Una delle persone più importanti della mia vita lo sapeva.






---------------
Note dell'autrice:
Eccomi tornata con un nuovo capitolo! :) Personalmente, adoro questo capitolo, mi piace da morire la figura di Robyn. Ovviamente non so come sia in realtà, ma me la sono immaginata così... una poliziotta barra psicologa impicciona, ma moto tenera. Spero vi sia piaciuta quest' "interpretazione" xD Un'altra cosa importante, a mio parere, è il rapporto tra Mary e Giorgio: vivono praticamente ai lati del mondo, ma si capiscono ugualmente, nonostante si vedano raramente. Io credo che questa sia la vera fratellanza, cioè il capirsi, l'essere complice e non solo il legame di sangue! Per la loro fratellanza mi sono ispirata a me e mio fratello, spero abbiate potuto apprezzare anche questo aspetto!
Per quanto riguarda Mary e Ian... al momento va tutto rose e fiori, chissà se si continuerà su questa strada xD
A voi i commenti, non vergognatevi (?) di commentare lasciando recensioni, ripeto a me fa piacere! E rinnovo l'invito a contattarmi in questa pagina fb questo nel caso in cui non abbiate un account EFP, ma vogliate lo stesso lasciarmi la vostra opinione :D : https://www.facebook.com/pages/-let-your-heart-decide-/108955182460145?fref=ts 




Besoooos, alla prossima :*


 
  
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