Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Rebecca_Daniels    20/10/2013    3 recensioni
Serie di OS che racconteranno piccoli pezzi di vita di qualcuno che potresti benissimo essere tu...
Se state cercando un mondo in cui fuggire, questa potrebbe essere la chiave che vi serve...
Lots Of Love xx
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Diana



Ce l'aveva messa tutta per far funzionare la sua vita, ma sembrava che questa si divertisse ad incepparsi come una vecchia macchina da cucire, ormai logora dagli anni e dai troppi punti lasciati sui tessuti più diversi.

Un po' come quelli che Tessa aveva provato a mettere nella sua vita.

Dei punti fermi, solidi, che le potessero fare da supporto nei momenti di bisogno, a cui si sarebbe potuta rivolgere nei momenti di dubbio e di incertezza.

Ma ora sembrava che quel lavoro minuzioso non fosse servito assolutamente a nulla, perché il primo di tutti quei punti non era stato fissato in maniera corretta: sé stessa.

Non sapeva chi fosse, chi volesse diventare e dove la vita la stesse portando, non sapeva nemmeno se valesse la pena essere sé stessa o qualcun altro.

Aveva sperato che ancorandosi a qualche persona, che credendo in qualche sano ideale ed avverbio, magari, pure uno o due principi morali, potessero bastare per farla andare avanti.

Ma in quel momento, seduta su una scomoda sedia d'ospedale, con la risposta che aveva aspettato per tre mesi, stretta tra le mani congelate dal terrore, si era resa conto che non poteva funzionare così.

Aveva un cancro alle ovaie e non sapeva che cosa ne sarebbe stato di lei. Perché era vero, l'avevano scoperto in tempo, ma il rischio di non poter avere bambini era molto alto. E che cos'è una donna se non può avere figli?

Più o meno un involucro vuoto di una merendina, un guscio di noce senza nulla dentro, un'ostrica senza perla.

Tessa, a soli ventiquattro anni, si sentiva così: un'orribile conchiglia dure e fredda che non avrebbe mai potuto donare al suo Liam l'unica cosa che potesse renderlo l'uomo più felice sulla faccia della terra.

Erano sposati da un anno, dopo tre meravigliosi anni di fidanzamento: tutti le avevano detto che erano troppo giovani per compiere un passo così importante, ma quando Tessa aveva incontrato la mano rassicurante di Liam che le chiedeva un ballo, al matrimonio di Zayn e Perrie, era stata sicura di aver trovato l'uomo della sua vita.

E così era stato: non si erano mai lasciati, non avevano mai nemmeno pensato che la loro storia potesse finire e, quando Liam le aveva chiesto di essere la sua compagna di viaggio per sempre, nel bel mezzo di uno studio di registrazione tappezzato di loro fotografie, non aveva avuto alcuna incertezza nel dirgli un chiaro “sì”.

Ed ora, dopo dodici mesi trascorsi come Mr e Mrs Payne, qualche volta lontani per eventuali viaggi di lavoro, ma mai realmente separati, si ritrovava a dovergli dare l'unica notizia che nessuna donna vorrebbe mai dire al suo vero amore.

Forse non l'avrebbe più voluta.

Forse l'avrebbe abbandonata per una donna sana e capace in tutte le facoltà.

O, peggio ancora, sarebbe rimasto al suo fianco, perché l'aveva sposata ed era suo dovere farlo, perché le aveva fatto una promessa e Liam rispettava sempre la parola data, ma avrebbe perso quel suo meraviglioso sorriso che le aveva fatto perdere la testa, tramutandolo in una smorfia di rammarico per le occasioni perse.

E Tessa sapeva che non poteva permetterlo, non poteva lasciare che lui diventasse l'ombra di sé stesso per stare dietro a lei, che già sentiva disperdere la sua vita in quelle tenebre profonde ed inevitabili che uscivano dall'inchiostro di quelle parole.

Lui meritava di meglio, mentre lei non poteva dargli nemmeno l'essenziale.

Avrebbero potuto adottare, certo, ma lei sapeva che non sarebbe stata la stessa cosa, non perché Liam non potesse amare un bambino che sicuramente avrebbe sentito come suo e neppure perché per lei avrebbe fatto qualche differenza donare la propria vita ad un figlio nato da un grembo che non fosse il suo, ma il problema sarebbe stato comunque lei.

Perché Tessa lo sapeva: non si sarebbe più sentita adeguata ad alcun ruolo le vita le avrebbe affidato, non sarebbe più stata capace di sentirsi viva abbastanza per poter fare la madre, moglie e amica a qualcuno.

Tessa sentiva che quella battaglia non l'avrebbe vinta.

Quella che teneva tra le mani era la prova evidente che lei non era adatta ad interpretare nessuna parte che potesse capitarle, nemmeno quella di sé stessa.

Ma allora, perché non troncare tutto in quel momento? Uscire dall'ospedale, salire in macchina e lasciare che la prima curva se la portasse via?

Perché non poteva permettersi nemmeno questo, perché lei non era capace di prendersi nemmeno quel tipo di responsabilità, come non lo era stata nel caso di organizzare la sua vita.

Liam ne sarebbe uscito distrutto, sua madre non si sarebbe più ripresa, Perrie, con ogni probabilità, sarebbe andata a dissotterrarla per ucciderla di nuovo, persino gli altri ragazzi della band ne avrebbero risentito. In fin dei conti vivevano con Liam quasi 24 ore al giorno, sette giorni su sette, da ormai otto anni e non avrebbero mai sopportato di veder affondare il loro migliore amic, specialmente Zayn.

Non poteva permettersi di privare le loro fan del dolce sorriso di Liam e della sua voce calda capace di rassicurarti in ogni istante di paura, come se fosse la luce di un faro, durante una tempesta.

Doveva allontanarlo, finché ne era capace, perché Tessa sapeva che se solo gli avesse permesso di avvicinarsi abbastanza, tanto da abbracciarla, sarebbe rimasta impigliata in quella rete d'amore per sempre.

Non era egoismo o paranoia la sua, semplicemente era consapevole di quanto significasse per Liam avere un bambino, un piccolo lui a cui insegnare a dire frasi stupide e a chiamare i suoi compagni di band “zii”.

Un piccolo lui che avrebbe portato avanti non solo il cognome della famiglia Payne, ma anche quella loro naturale propensione ad amare chiunque cercasse di entrare nella loro famiglia. Tessa ancora si ricordava la prima volta in cui aveva incontrato i genitori di Liam: era tesa come una corda di violino, anche perché era la terza ragazza che portava in casa nel giro di due anni ed era indubbio il fatto che, per loro, Sophia dovesse essere quella giusta. Quando Liam l'aveva presentata a Karen e Geoff, Tessa si era sorpresa di ritrovarsi sommersa in due abbracci calorosi che le ricordarono molto quelli dei suoi genitori, mentre la prova del nove, ovvero Ruth e Nicola, si era rivelata ancora più sorprendente: l'avevano trattata come un'amica di vecchia data e questo l'aveva fatta sentire accettata come non mai. Ma, d'altra parte, Tessa aveva fatto ogni cosa per bene: a partire dal fatto di non aver lasciato che Liam la baciasse quel giorno, al matrimonio, dato che ancora era assieme a lei. Non le era mai piaciuto essere una seconda scelta, ma ancor meno fare la rovina coppie innamorate. Da quel giorno era passato un mese, trenta giorni in cui lei aveva aspettato per ritrovarselo davanti casa, con quel dannato cappellino da baseball in testa e il suo sorriso come regalo: era lì per lei e ci sarebbe rimasto per sempre.

Tessa non avrebbe mai immaginato che quel “per sempre” sarebbe stata proprio lei ad infrangerlo.

Sentì uno stock pesante e si accorse che l'ennesima lacrima carica di mascara si era scontrata con la superficie candida della busta, che ancora teneva tra le mani.

Guardò l'orologio che che ticchettava davanti a lei, appeso al muro freddo dell'ospedale, e si rese conto che erano già passati venti minuti da quando era uscita dallo studio del suo ginecologo.

“Sei giovane... Con due cicli di chemio si dovrebbe risolvere tutto... Non è detto per forza che tu non possa più avere figli...”, questo le aveva detto il dottore. Ma il problema era solo uno: che Tessa sapeva perfettamente come il suo unico colpo di fortuna lei lo avesse avuto quando Liam si era innamorato di lei, mentre il resto era stato solo una sequenza di casi più o meno sfortunati, in cui lei si era barcamenata.

Non che la sua vita fosse una serie di tragedie, solo che non aveva mai imparato a godere seriamente di quanto le accadesse, come se fosse giustificata nel farsi scivolare dalle mani la sua esistenza.

Certo, Liam aveva portato uno sconvolgimento decisivo alla sua routine, ma ora anche quello sarebbe finito.

Si alzò da quella scomoda sedia ed uscì dall'ospedale, decisa a dirgli la verità, dato che a lui non poteva e non riusciva a mentire, con la certezza che quella sera sarebbe stata su un treno per tornare dai suoi genitori.

Arrivò a casa e lo trovò a suonare distrattamente la pianola che teneva nell'angolo del soggiorno. Gli disse tutto d'un fiato, compreso il suo progetto di andarsene.

Tessa vide tutto quello che aveva sperato di non scorgere in quegli occhi stupendi: il vuoto.

Poi, un battito di ciglia e qualcosa cambiò di nuovo.

Tessa non aveva avuto nemmeno il tempo di rendersene conto: le braccia muscolose di Liam la stavano avvolgendo e salvando da sé stessa.

Le disse una cosa che non si sarebbe mai dimenticata, finché avrebbe vissuto.

Liam- A me basta il tuo amore per vivere... Ti salvo io...



Due anni dopo

Cara Diana,

qui è il tuo super papà che ti scrive! Se stai leggendo questa lettera, vuol dire che io non potrò dirti quelle parole di persona e che non sarò più al tuo fianco, almeno non fisicamente. Ma ricordati che io ti sorveglierò sempre da sopra le stelle e quando sentirai la voce su qualche vecchio cd, beh, sappi che stavo cantando per te...

Ti scrivo questa lettera ora, dopo quattro mesi dalla morte di tua mamma, perché mi ci è voluto così tanto per poter capire, poter comprendere per quale motivo avesse deciso di lasciarmi.

Quando arrivò a casa, quel giorno, due anni fa, era sconvolta e continuava a stringere convulsamente quella dannata lettera che conteneva l'unica notizia che mai avrebbe voluto ricevere... Pensai sul serio che tutto fosse finito, così, in un attimo. Ma non per me, io potevo sopportare l'idea di non avere un figlio mio e adottare mi avrebbe reso comunque felice, perché l'avrei amato incondizionatamente... Era il solo pensiero di star a rischiare di perderla, che mi lasciava a terra... Perché lo vedevo, lo leggevo nel suo sguardo che stava abbandonando la partita ancora prima di cominciare a giocare... E non potevo permetterlo... Perché per me, tua madre Tessa, è sempre stata tutta la mia vite, benché le nostre esistenze si siano incrociate per solo sei anni: un periodo di tempo troppo breve per poter conoscere appieno un'anima complessa e travolgente come la sua. Vorrei tanto dirti che era la donna più forte che io abbia mai conosciuto, che non si curava del giudizio degli altri e che per strada camminava sempre a testa alta, sfidando il mondo... Ma non ti parlerei della mia Tessa.

Perché la mia Tessa aveva paura del mondo, di far troppo rumore nel camminarci sopra... Non aveva una sola certezza che la sorreggesse completamente, era sempre proiettata su quello che gli altri potessero pensare su di lei, ma non solo, anche su quello che potessero provare... La mia Tessa era un piccolo petalo di girasole trasportato di qua e di là dal vento, senza sapere dove fermarsi e dove scappare.

Io stesso ho impiegato un intero mese per capire per quale motivazione non mi avesse voluto baciare quel giorno, al matrimonio di zio Zayn e zia Perrie... Ci pensavo notte e giorno e non trovavo una spiegazione: cavolo, io ero Liam Payne degli One Direction, perché mi avrebbe dovuto rifiutare?? Semplice: lei si preoccupava dei sentimenti di tutti, compresi, all'epoca, quelli di Sophia e miei... E' stato in quel momento che ho capito come lei fosse la donna della mia vita... Io avevo bisogno di qualcuno da proteggere, per cui poter essere il supereroe personale, poi, però, scoprì che lei era molto di più di qualcuno da preservare da tutti i mali del mondo...

Era una donatrice involontaria di sorrisi, per chiunque ne avesse bisogno... Era un buon paio di orecchie pronte ad ascoltare qualsiasi tipo di problema... Era un cuore puro predisposto a donare saggi consigli e a prendersi cura delle persone a cui voleva bene... Era la mia vita....

Tessa, in breve, era diventata il motivo di ogni mio respiro...

E chiunque si era infatuato di tua madre e le voleva un bene immane: zia Perrie non poteva stare senza la sua metà, nemmeno per metà giornata, tanto che almeno una volta ogni 24 ore dovevano o chiamarsi o vedersi; zio Zayn l'aveva presa come la sua compagna preferita di chiacchierate filosofiche sulla vita, durante il catartico momento della sigaretta; zio Niall si rivolgeva a lei per ogni minimo dubbio che avesse, anche su quale sugo fosse meglio per la cena con i parenti; zio Louis vedeva in lei la perfetta avversaria per chi faceva le battute più sarcastiche, di solito tutte sul sottoscritto, solo per darmi fastidio; zia Eleanor, nonostante fosse una delle più grandi amiche di Danielle, una delle mie ex storiche, la trattava come la sua migliore amica, tanto da averle chiesto di farle persino da damigella d'onore al matrimonio; e beh, zio Harry si era proprio innamorato di lei... No, non sto scherzando amore mio, quel gran cretino del mio amico si era innamorato di tua madre e ha smesso di provarci solo il giorno del nostro matrimonio, logicamente dopo averle detto che era ancora in tempo per cambiare idea...

E pensare che ero così terrorizzato dal chiederle di sposarmi, perché in fin dei conti le altre volte non era andata bene e ci conoscevamo ancora da poco... Così ci pensò nonna Karen a farmi svegliare, in combutta con le tue care ziette: un giorno mi presero in disparte, lasciando che nonno Geoff portasse tua madre in giardino dopo uno dei tanti pranzi a Wolverhampton... Mi fecero sedere sul divano e si misero tutte e tre, in piedi, davanti a me con uno sguardo agghiacciante, finché mia madre non mi disse: “Allora: quanto pensi di metterci per farla diventare la signora Payne?”. Una settimana dopo avevo chiesto la sua mano...

Ancora ricordo quando la vidi varcare le soglie della chiesa di Wolverhampoton... Aveva un abito color avorio in pizzo, con uno strascico che la piccola Charlie, esatto la figlia di Zayn e Perrie, portava tutta contenta... Tua nonna Jess le aveva donato una piccola collana con una stella a farle da ciondolo, mentre nonna Karen le aveva regalato un suo vecchio fermaglio per capelli in Swarovski, che tua madre aveva infilato nella treccia morbida che le cadeva sulla spalla sinistra...

Ma la cosa più spettacolare di tutta quella visione era, senza dubbio, il suo sorriso: credimi che non l'ho mai vista splendere tanto come in quel momento e un po' mi piace pensare che fosse tutto merito mio, ma la verità è che era felice perché aveva tutte le persone a cui voleva bene lì con lei e questa, per Tessa, era la cosa più importante... Se devo essere sincero, l'ho vista così piena di gioia anche un'altra volta: quando uscì dal bagno che avevamo in camera con quello stick in mano e un sorriso che avrebbe illuminato l'intero universo, non solo il mio cuore... Era incinta di te, mia piccola Diana... Chissà quanti anni avrai quando leggerai questa lettera, chissà quanto cammino avrò fatto al tuo fianco, ma soprattutto, chissà se riuscirai a capire quello che sto per dirti.

Forse non dovrei farlo, ma voglio che tu abbia una spiegazione al mio comportamento nei tuoi primi quattro mesi di vita, anche se, con ogni probabilità, non te li ricorderai.

Non vedrai mai delle foto di te tra le mie braccia a pochi giorni di vita; non stringerai mai tra le mani il tuo braccialetto dell'ospedale, quello che mettono ai neonati appena nascono; non sentirai mai dalla mia voce il racconto del tuo primo vagito o delle tue notti insonni, passate a piangere, perché avevi fame o qualche fastidiosa colica...

Io non ho potuto e mai potrò raccontarti nulla di tutto questo perché non l'ho mai vissuto.

Io, in quei momenti, ero su un altro pianeta, quello della disperazione.

Diana, sono qui, alle tre di mattina, seduto sul bordo del letto che fino a quattro mesi fa condividevo con la mia vita ed ora è vuoto... Sono qui e cerco di trovare le parole giuste per spiegarti il mio comportamento, perché penso tu meriti una giustificazione, anche se,forse, non ne esiste nemmeno una...

Pensavo che anche la mia vita dovesse finire con quella di tua madre... Perché io ero il suo specchio: e che cos'è uno specchio senza il suo soggetto da riflettere??

Quando mi disse di essere incinta, erano passati pochi mesi dall'ultimo controllo in cui avevamo scoperto che era riuscita a sconfiggere il cancro, e l'unica cosa che mi fulminò la mente fu: come farà a sopravvivere alla gravidanza?? La sua lotta era stata molto più pesante e difficile di quanto tutti ci saremmo aspettati ed il suo corpo ancora ne portava delle evidenti cicatrici: era magrissima, la sua pelle, solitamente ambrata, era sempre più diafana e il sorriso sembrava aver deciso di concedersi solo in occasioni realmente speciali... Come quel giorno in cui mi diede la notizia.

Le dissi che non potevamo rischiare così tanto, che non poteva nemmeno pensare di rischiare di nuovo di lasciarmi, proprio lei, che mi dava l'ossigeno per continuare a respirare ogni giorno...

Ma le mi rispose che lo faceva proprio per quello, per me, per non lasciarmi... Per darmi quanto di più bello lei potesse donarmi, non importava a che prezzo...

Tessa era così: tutto veniva dopo l'amore che provava per le persone che le stavano accanto...

Ho passato nove mesi in cui vedevo il suo corpo morire e la sua anima rinascere.

E l'unica cosa che riuscivo a pensare e che tuttora tartassa la mia mente è che non è giusto... Che lei non si meritava questo, che doveva vederti nascere, crescere, respirare, piangere, sorridere alla sua stessa maniera. Perché lo fai, sai?? Anche se hai solo quattro mesi, sorridi proprio come faceva tua madre... Con la bocca e con gli occhi... Chissà quante volte te l'avrò detto nella mia vita al tuo fianco.

Così, quando se ne è andata, io ero già in lutto... Avevo già varcato la soglia dell'inferno e avevo intenzione di lasciare che le fiamme distruggessero ogni parte che era rimasta di me, dato che la mia anima se ne era andata con quella di tua madre.

Se non fosse stato per Zayn, Harry, Louis, Niall e soprattutto Perrie e Eleanor, tu ora non saresti qui e, senza ombra di dubbio, nemmeno io... Sai Diana: dobbiamo tutto a loro, entrambi.

Si sono presi cura di te quando io non ero capace di farlo e poi hanno cercato in tutte le maniere di curare anche me. Avevamo bisogno di cure diverse, ma loro sono stati talmente bravi, che ce l'hanno fatta con entrambi... Tua madre lo sapeva di lasciarci in mani fidate...

Oggi festeggiamo la nostra prima settimana assieme, nonché la data di uscita dell'album da cui tua madre estrasse il tuo splendido nome.

Era innamorata di quella canzone... E pensa che non ho mai avuto il tempo per chiederle il perché... So solo che quando la stavano portando in sala operatoria per farti nascere con un pericoloso e decisivo cesario, mi disse: “Diana... Devi chiamarla Diana... E dille che l'ho sempre amata...”.

Non volevo ascoltare quelle sue parole, perché sapevo che volevano significare solo una cosa: che da quella sala, la mia Tessa, non sarebbe più uscita... Ed ora capisco perché qualche ora prima mi abbia detto: “Lascia che sia lei a risollevare il tuo cuore... Lei ti salverà la vita, mentre tu salverai la sua... Ti amo Liam...”.

Aveva ragione Diana... Tua madre aveva dannatamente ragione, come sempre d'altra parte...

Ed ora sono qui, a scriverti questa lettera che spero leggerai il più tardi possibile, perché io voglio starti affianco il più possibile e non voglio perdermi niente del miracolo che sei.

Spero che leggendo queste righe tu possa capire l'amore che provo per te, anche se magari quando darai stata un'adolescente ti avrò tormentato per i tuoi fidanzatini mai giusti per i miei gusti, o per la scelta dell'università, quando sarai stata una giovane donna... Spero che tu possa anche solo intuire quanto tua madre ti abbia amato, tanto da donare la sua vita per te... E non pensare mai, neanche solo per un momento, che l'abbia fatto per egoismo o per potersi sentire “completa come donna” (sì, si è sentita dire anche queste cazzate... Vedi, non sono ancora entrato bene nell'ottica di essere padre, ma ci metterò tutto il mio impegno...).

Comunque, non lasciare mai che ti sfiori il pensiero che lei ti abbia abbandonato: primo, perché sapeva che ti avrebbe lasciato circondata da persone che ti avrebbero amato alla follia; secondo, perché ha voluto più bene a te e a me, che a sé stessa, volendoti regalare un'esperienza straordinaria e terribile, al tempo stesso, la possibilità di incontrare l'amore e perdertici completamente dentro, l'occasione di piangere ogni tua lacrima e scoprire che ne avrai sempre delle altre... Voleva regalarti la vita, insomma...

Beh, che altro dirti: sento la tua vocina potente che si lamenta dalla radiolina che Louis mi ha detto essere essenziale ed ora capisco il perché...

Ti saluto cara la mia Diana del futuro...

Sono sicuro che sarai una donna bellissima (come la tua mamma) e spero felice... Io sono già orgoglioso di quello che sei e sarai...

Un abbraccio...

Mamma e Papà

\

Cinquant'anni dopo

Diana appoggiò la lettera sul tavolo che aveva davanti a lei e si diresse verso la finestra della sua villetta a Wolverhampton: aveva vissuto dovunque nella sua vita, ma a cinquant'anni aveva deciso che quella era la sua vera casa... Quella dei suoi genitori.

Scostò di poco la tenda rossa che copriva la finestra e rimase incantata a contemplare quel pomeriggio di fine novembre, dove sembrava che le foglie ingiallite avessero deciso di tornare alla madre terra, sollecitate da un vento leggero.

Adorava quel periodo dell'anno, forse perché era sempre stato anche quello più segnato da eventi importanti per la sua vita. La nascita di Nathan e Tess, i suoi due gemelli; il suo matrimonio; l'uscita della canzone di cui aveva ereditato il nome; ed ora anche il funerale di suo padre.

Erano passate poco più di tre settimane da quando se ne era andato e quella lettera l'aveva scoperta per caso, sistemando uno dei cassetti del comò che suo padre teneva religiosamente in ordine. Era sempre stato un uomo ordinato, ma di certo mai ordinario. Le aveva regalato un'infanzia e un'adolescenza indimenticabili, fatte di concerti e viaggi in giro per il mondo, di incontri straordinari e di lezioni di vita indelebili.

Diana continuava a guardare fuori dalla finestra e pensò che, forse, avrebbe dovuto piangere per il contenuto di quella lettera, invece le spuntò sul volto, che cominciava ad essere segnato dalle esperienze, un sorriso di gioiosa serenità.

Suo padre gliel'aveva sempre detto che era più bella quando sorrideva...

Aveva vissuto una vita piena che dire “piena” sarebbe stato decisamente riduttivo e doveva ogni cosa a quell'incredibile uomo che era stato suo padre: Liam James Payne.

Tutto quello che lui aveva fatto era riassumibile in una semplice frase: le aveva donato la sua vita.

Così come aveva fatto sua madre Tessa.

Grazie a loro Diana aveva avuto la possibilità di conoscere l'amore vero e per questo non li avrebbe mai ringraziati abbastanza...

Era persa nei suoi pensieri, quando sentì i passi baldanzosi di Tess scendere le scale ed entrare nel salotto, illuminato da una calda luce di fine pomeriggio.

Aveva una melodia molto conosciuta a farle da accompagnamento...

Tess- Mamma, ti stanno chiamando al cellulare!

E Diana prese in mano l'apparecchio che diffondeva quelle note e quelle parole che le facevano compagnia da sempre, da quando suo padre gliele cantava per farla addormentare...



Diana
(Yeah, yeah, yeah)

[Liam:]
The front pages are your pictures,
They make you look so small,
How could someone not miss you at all?

(Oh-ah-oh)

[Harry:]
I never would mistreat ya,
Oh I'm not a criminal,
I speak a different language but I still hear you call.

[All:]
Diana,
Let me be the one to light a fire inside those eyes,
You've been lonely,
You don't even know me,
But I can feel you crying,
Diana,
Let me be the one to lift your heart up and save your life,
I don't think you even realize baby you'll be saving mine.

Diana

[Niall:]
It's only been four months but,
You've fallen down so far,
How could someone mislead you at all?

(Oh-ah-oh)

[Louis:]
I wanna reach out for ya,
I wanna break these walls,
I speak a different language but I still hear you call.

[All:]
Diana,
Let me be the one to light a fire inside those eyes,
You've been lonely,
You don't even know me,
But I can feel you crying,
Diana,
Let me be the one to lift your heart up and save your life,
I don't think you even realize baby you'll be saving mine.

We all need something,
This can't be over now,
If I could hold you,
Swear I'd never put you down.

[All:]
Diana,
Let me be the one to light a fire inside those eyes,
You've been lonely,
You don't even know me,
But I can feel you crying,
Diana,
Let me be the one to lift your heart up and save your life,
I don't think you even realize baby you'll be saving mine.

(Oh-ah-oh)
Diana,
(Oh-ah-oh-oh-oh-oh-oh-oh)
Diana,
Baby you'll be saving mine,
(Oh-ah-oh)
Diana,
(Oh-ah-oh-oh-oh-oh-oh-oh)
Diana,
Baby you'll be saving mine.



Hi sweethearts,

volevo avvisarvi all'inizio di come sarebbe stata questa storia, poi, però, mi sono detta che non avrebbe avuto senso... So che l'argomento non è dei più semplici, ma credo che alle volte ci sia la necessità di prendere in considerazione anche le forme più sofferte di amore... Detto questo, vi lascio e vi ringrazio per aver letto, perché sappiate che anche solo leggendo mi fate sentire un pochino più utile a questo mondo...

Grazie per aver seguito, preferito o scelto questa raccolta e beh, se volete farmi sapere che ne pensate, io sarei felicissima di leggere i vostri pareri *-*

Lots of Love <3

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Rebecca_Daniels