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Autore: Fabio93    11/04/2008    2 recensioni
Il pirata Michael Brown si vedrà costretto a combattere per riavere la propria libertà, e per farlo dovrà affrontare il temibile SoleNero. Un compito apparentemente semplice, ma il vero nemico emergerà dall'ombra insieme alle altre protagoniste della storia: le due spade...
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22) Legami di sangue


«Dove diavolo è il Kraken?» chiese Michael aggrappandosi ad una fune mentre la nave s'inclinava sotto l'impatto di un onda gigantesca, il capitano venne investito dall'acqua che si riversò sul ponte che tentò di farlo precipitare in mare aggredendogli le caviglie con le sue gelide mani.
Michael aguzzò la vista, ma la pioggia gli impediva di vedere più in là dell'albero di bompresso.
Un altro fulmine squarciò il cielo ed un tuono fece vibrare l'aria tutt'attorno.
«Che cazzo di situazione!» inveì Spada Rossa correndo al pozzetto facendosi strada fra i pirati che s'affaccendavano sul ponte invaso dall'acqua.
Prima che potesse arrivare al timone la nave s'inclinò ancora costringendolo a bloccarsi e ad aggrapparsi a Sean, che era lì appresso, per non scivolare.
Un onda si abbattè sulla murata destra che gemette sotto l'impatto dell'acqua.
«Lascia fare a me!» urlò il capitano a Jona che si scostò, lasciandogli il timone.
Michael virò, puntando la prua verso un onda molto alta, spinta dalla furia del vento, la caracca si ritrovò ben presto in cima alla montagna d'acqua.
Spada Rossa spaziò con lo sguardo sul mare aperto ma solo un tremendo caos di onde, vento e pioggia gli si presentò davanti.
Una saetta cadde a qualche centinaio di metri da loro illuminando per un attimo il mare: eccolo, il Kraken, anche la possente nave di linea lottava con le onde per rimanere intera, non era poi tanto lontana da loro.
Arrivò il tuono, l'aria vibrò e scoppiettò con un rumore assordante che lasciò i pirati storditi con le orecchie che fischiavano come delle teiere.
«Fuori i cannoni!» urlò Michael a squarciagola per sovrastare il rumore della pioggia e delle sartie che gemevano nel tentativo di tenere ben saldi alberi e vele sotto la furia degli elementi.
Chissà come la sua voce venne udita ed i cannoni si affacciarono dai portelli permettendo alle onde di allagare anche la coperta.
Michael si guardò attorno, non c'era traccia del commodoro.
Con un scroscio assordante un'onda si abbattè sulla nave inclinandola pericolosamente, l'acqua investì il pozzetto, il capitano scivolò rimanendo aggrappato al timone mentre la nave virava bruscamente.
Spada Rossa si rimise in fretta in piedi riprendendo il controllo della nave; localizzò ancora un'onda piuttosto grande che incombeva su di loro come un gigante nero.
Puntò il muso della caracca contro di essa portandola ad un'altezza tale da poter osservare una buona fetta di oceano.
«Eccoti!» disse: il profilo della nave di linea era ben visibile ora, anche per gli addetti ai cannoni; Michael virò offrendo il fianco alla nave di Ritch.
«Fuoco!» urlò ai suoi uomini, i cannoni rombarono anche se le loro voci si persero nell'ululare del vento.
Con profonda delusione, il capitano vide i proiettili colpire le onde tutt'attorno ma nessuno raggiunse il Kraken.
L'onda su cui la caracca si arrampicava diventò più alta e ripida, cominciando a collassare su se stessa, la spinta del vento non fu più sufficiente e la nave cominciò a scivolare verso il basso mentre l'onda si piegava verso di loro.
«Merda!» inveì Michael proprio mentre l'acqua li investiva.
Il capitano si ritrovò sommerso nel mare freddissimo, una forza enorme lo strappò dal timone e lui si ritrovò per un attimo in balia della corrente prima di cozzare contro il parapetto.
Aprì la bocca per urlare e subito l'acqua gli si infiltrò nei polmoni, soffocandolo.
Finalmente l’onda terminò ed il ponte fu libero dall'acqua; Spada Rossa sputò fuori l'acqua che aveva ingerito e tossì violentemente, vicino al rigetto, c'erano molti uomini nelle sue stesse condizioni sul ponte.
La caracca, senza comando, rollava sotto la spinta del mare, Michael si riprese e corse verso il timone, brandendolo e raddrizzandolo sentendolo vibrare e scuotersi sotto la sua presa.
«Caricate i cannoni!» urlò con voce rauca.
«Cannoni pronti!» gli urlarono dopo qualche minuto.
Spada Rossa ripetè la precedente manovra ritrovandosi in cima ad una colossale montagna d'acqua ribollente.
Spaziò un attimo con lo sguardo prima di scorgere la sagoma del Kraken a poca distanza ed alla loro stessa altezza: un bersaglio facile!
Il suo sorriso si spense vedendo le murate dell'altra imbarcazione illuminarsi di bagliori rossi e riempirsi di fumo, subito disperso dal vento.
Il mare attorno a loro alla Dark Light esplose sollevandosi in enormi colonne che si riversavano sul ponte investendo i pirati presenti.
Una palla di cannone colpì la prua un po' più a destra dell'albero di bompresso mentre un'altra sfiorava l'albero maestro portandosi via parte di esso.
Il resto della scarica fu parata dall'acqua attorno.
Michael risalì ancora sulla cresta dell'onda: la nave di Ritch era ancora dove l'aveva lasciata, ma questa volta era inerme.
«Fuoco!» urlò il capitano, le batterie sputarono addosso al nemico i loro temibili proiettili, con un moto d'esultanza Michael vide la nave di linea colpita dalle palle di piombo che ne percossero la murata.
«Ahahaha!» il capitano si mise a ridere, la caracca arrivò dall'altro lato dell'onda cominciando a ridiscenderlo a folle velocità.
A Michael mancò il respiro mentre sentiva lo stomaco che si schiacciava contro il suo dorso.
Spada Rossa vide il mare, relativamente, piatto alla fine dell'onda e la caracca ci stava andando spedita, discendendo ad un angolo impossibile.
Si aggrappò al timone con tutte le sue forze, la prua si immerse nel mare per parecchi metri frenando la nave, la pressione conseguente a tale deceleramento fece scricchiolare lo scafo, il capitano fu pressato contro il timone mentre i pirati si aggrappavano al primo appiglio per non scivolare verso il basso.
La caracca si rimise in linea mentre la prua riemergeva fortunatamente intatta, Michael tirò un sospiro di sollievo, col cuore che batteva all'impazzata.
Appena l'equipaggio si fu ripreso, fu dato l'ordine di caricare i cannoni.
Salirono su un'onda, ma del Kraken non c'era traccia, sparito!
Ripeterono la manovra una, due, tre volte ma della nave di linea non c'era traccia.
Che fosse affondata? Michael non poteva crederci; vide un'onda più grande delle altre, alta persino più della caracca, vi si diresse cominciando la solita scalata con la nave che arrancava sui lati della montagna d'acqua blu.
Si preparò a cercare la nave avversaria...ma non fu necessario.
Enorme, imponente, terribile, la nave di linea emerse dalla cima della loro stessa onda, sovrastando la caracca con la sua mole.
Mentre si avvicinava a loro Michael vide che il polipo sulla prua della nave era stato distrutto da una cannonata ed ora era deforme e grottescamente brutto.
Il capitano fissò poi i cannoni del Kraken, sfioravano la sessantina.
"Non posso permettere loro di fare fuoco!" si disse Michael stringendo la presa sul timone.
Ecco, ora la nave era proprio di fianco a loro.
Michael le virò contro, le due murate si schiantarono l'una contro l'altra rendendo inutilizzabili i cannoni di entrambe le parti.
Le due navi rimasero incastrate per un attimo.
«All'arrembaggio! Lanciate i rampini, portate qui le asce!» urlò Spada rossa ritrovando il vigore, in vista della battaglia.
In un attimo le due imbarcazioni si videro legate da un inestricabile groviglio di funi e rampini mentre sui ponti delle medesime esplodevano le bombe a mano lanciate dai rispettivi equipaggi.
Michael aspettò che alcuni dei suoi uomini lo precedessero nell'arrembaggio, per tenere occupati i nemici che li attendevano sui parapetti, poi afferrò una fune ed iniziò l'ascesa verso il ponte del Kraken.
La corda era mossa da tutte le parti dal vento e la pioggia la rendeva scivolosa ma, alla fine, Michael si ritrovò sul ponte dell'altra nave.
Appena fu salito, un pirata gli si lanciò addosso urlando con la spada alzata, Michael si scostò all'ultimo momento facendo cadere in mare l'altro grazie al suo stesso slancio.
Il capitano osservò il suo nemico cadere in acqua, poi si girò ed il suo cuore iniziò a battere forte.
SoleNero era davanti a lui che lo fissava malignamente, la sua figura era resa ancor più terribile dal contesto e dalla luce dei lampi.
«Da quanto tempo, caro nipote!» lo salutò quello con un sorriso estraendo la sciabola che portava alla cinta.
Michael non rispose ma sguainò la sua spada che s'illuminò per un momento di una tenue luce rossa.
SoleNero iniziò il duello con un rapido movimento della spada che Michael bloccò in fretta, il braccio del capitano fu scosso dalla forza dello zio mentre il tintinnio delle loro spade si perdeva nei rumori della battaglia.
I due si guardarono negli occhi per un attimo, era strano combattere contro qualcuno che porta il tuo stesso sangue nella vene.
Quell'attimo di calma finì presto, i due iniziarono subito un duello serrato piroettando e scambiandosi rapidi colpi di spada.
Michael tentava di eludere gli attacchi di Ritch ed allontanarsi dalla sua portata per riposare il braccio che già gli doleva; ma lo zio non glielo permetteva, anzi, i suoi attacchi diventavano sempre più pressanti e Michael si avvicinava progressivamente al parapetto.
Michael si ritrovò ben presto con la ritirata tagliata col braccio che si muoveva sempre più lento.
«Così presto? Pensavo avresti combattuto un po' più a lungo...» disse Ritch incrociando le lame ed applicando una tensione crescente.
Michael arretrò di qualche passo, poi il parapetto lo bloccò, tentò di opporre resistenza ma lo zio era troppo forte e lo faceva inarcare sempre più fuori bordo.
«Pronto a fare il bagno?» chiese lo zio, Spada Rossa guardò in basso dove l'acqua mulinava vorticosamente fra gli scavi delle due navi.
«In questi casi è opportuno usare la testa!» disse il capitano, Ritch lo guardò stranito, poi Michael scattò in avanti con la testa, puntando al naso dello zio.
SoleNero abbassò il capo ricevendo la testata sulla fronte, il dolore gli riempì la testa facendolo barcollare, il nipote ne approfittò e, con uno sforzo sovrumano, lo scansò facendolo quasi cadere a terra.
Michael si fece largo fra la calca della battaglia ritrovandosi attorniato da gente che duellava e s'insultava in svariate lingue; si guardò attorno cercando di scorgere lo zio fra i pirati che combattevano.
Sperava di non rivederlo durante la battaglia: nonostante avesse buoni motivi per farlo, era riluttante a scontrarsi con suo zio.
Eppure sapeva che doveva essere lui ad ucciderlo, era come una clausola nel contratto delle vita, un accordo implicito.
«Ciao, Michael!» disse una voce dietro di lui, il capitano si girò di scatto, appena in tempo per vedere suo zio emergere dalla calca e fiondarsi su di lui.
Michael riuscì a bloccare i suoi attacchi più per istinto che per bravura, con la lama che si muoveva in modo automatico, prima che la ragione potesse avere il sopravvento, eppure lo zio sorrideva.
Poi Spada Rossa si accorse che Ritch lo stava spingendo ancora contro il parapetto, evitò il successivo fendente con una piroetta portandosi fuori portata dello zio.
«Vieni qui!» disse lo zio attaccando ancora, Michael deviò il fendente con un'abile mossa e passò al contrattacco ma lo zio riuscì a difendersi all'ultimo momento.
Michael si allontanò con un salto dalla lama dello zio.
«Smettila di fuggire!!» gli intimò Ritch dopo un po', Michael continuava a danzargli attorno schivando i suoi attacchi ed evitando di incrociare le spade per impedire allo zio di usare la forza.
«Io non fuggo!» lo avvisò il nipote schivando l'ennesimo attacco.
«Sta’ fermo!« urlò Ritch lanciandosi in un affondo, Michael sorrise scattando di lato, ora Ritch era sbilanciato, impossibilitato a difendersi.
«Ora vedrai il valore delle mia tattica!» gli disse il capitano dirigendo la spada contro il suo fianco scoperto, puntando al rene.
Una granata esplose proprio vicino ai due, l'onda d'urto investì Michael, svuotandogli i polmoni e riempiendogli le orecchie con l'enorme esplosione.
Il pirata rimase immobile, stordito dal botto che l'aveva avvolto di un fumo bianco e dall'odore acre.
Poi qualcosa emerse dal fumo, quel qualcosa urlò e lo colpì sotto il mento con una forza devastante. Michael si ritrovò disteso sul ponte allagato del Kraken, la prima cosa che avvertì fu il dolore al mento, poi il freddo ed i rumori della battaglia...
Fece per alzarsi ma il tocco freddo del metallo glielo impedì: Daniel Ritch troneggiava sopra di lui, una figura spettrale in mezzo alla tempesta, con la spada puntata contro la sua gola.
Michael si guardò attorno: la sua spada giaceva a poca distanza dalla sua mano, ma troppa, tuttavia, per permettergli di afferrarla.
«Addio, Michael!» disse lo zio preparandosi ad affondare la spada nella sua gola.
«Davvero vuoi uccidere il tuo adorato nipote?» chiese Michael per guadagnare tempo, con la mente che lavorava per trovare una via d'uscita; ma non c'era una via d'uscita, non questa volta....
Lo zio sorrise e punzecchiò un po' la gola del nipote con la lama, godendosi ogni attimo della sua vittoria.
«Ho ucciso tuo padre, cosa mi impedirebbe di uccidere anche te?»
Michael spalancò gli occhi, le sue orecchie divennero insensibili al rumore, gli occhi non videro più ciò che gli accadeva attorno, risucchiati dal tremendo ricordo che riaffiorava nella memoria di Michael.

Quella sera Michael e sua madre erano fuori, in giardino, lei gli stava leggendo qualcosa, non ricordava cosa, ma rammentava che in quel momento si sentiva felice, perfettamente al sicuro.
Poi avevano sentito degli zoccoli sul sentiero sterrato ed erano corsi all'ingresso della loro tenuta a Rum Kay nelle Bahamas, pensando che, finalmente, Dave Brown fosse tornato dalla sua cavalcata sulla collinetta che osservava dall'alto la piccola cittadina e le poche fattorie.
Quel giorno, infatti dopo l'arrivo di una lettera, il padre di Michael era partito a cavallo verso la collinetta senza dare spiegazioni.
Ebbene, il cavallo tornò, ma senza Dave. Dopo aver controllato la collina in cui l'uomo era scomparso, i soldati ne avevano scoperto il cadavere: un buco nella fronte, creato da una pallottola.
Michael si sentì parecchio confuso in quei giorni, a soli nove anni faceva fatica a capire cosa fosse successo al padre. Ma quando capì che non avrebbe più rivisto il padre, per lui fu come se sul sole fosse calata una patina nera, impedendo all'astro di scaldare e colorare le sue giornate.
All'inizio Michael e sua madre avevano pensato ad una cospirazione della marina olandese, perché il padre di Michael era stato un pirata.
Dave Brown era stato la maledizione dei Caraibi, da solo aveva messo in ginocchio le colonie di tutti gli imperi e né Inghilterra, né Francia o Spagna o Olanda erano riuscite a fermarlo.
Così gli avevano proposto di lasciare la pirateria, in cambio Dave non avrebbe avuto fastidi da parte dell'esercito. Stanco di una vita all'insegna delle ferocia, Dave accettò, ritirandosi a Rum Kay.
Poco dopo sposò Aida, una ragazza del posto, sorella di un certo Daniel.
Il fratello non aveva mai visto di buon occhio il marito della sorella, anzi, lo aveva odiato fin dal primo sguardo.
Insomma, la storia del padre suggeriva un certo interesse da parte dell’esercito in quello che era chiaramente stato un omicidio.
Poi Michael trovò quella lettera, arrivata nel giorno fatale, nascosta sul fondo di un cassetto della scrivania del padre.
Lo zio che lui non aveva mai conosciuto invitava Dave sulla collina per risolvere le loro controversie e c'erano riusciti, in un certo senso.
Ma ormai era tardi per prendere provvedimenti: Daniel Ritch aveva già intrapreso la strada della pirateria abbandonando la famiglia sull'isola.
Aida non sopportò la notizia e si suicidò, lasciando Michael al suo destino...

Certo, Michael aveva sempre sospettato che fosse stato lo zio ad uccidere suo padre, e lo aveva odiato per questo, ma come osava dirglielo in faccia e con quel sorriso?!
Che diritto aveva di farlo?!
Ritch sorrise nel vedere gli occhi del nipote ardere di odio impotente, ridacchiò, poi alzò un po' la spada, preparandosi ad affondarla nel collo del pirata. Un'ombra minacciosa strisciò sul ponte della nave, gettandola in un buio ancora più profondo. Ad uno ad uno, tutti i pirati alzarono lo sguardo verso la montagna d'acqua che li sovrastava, ma non era quello che li preoccupava: su, in cima all'onda, il galeone del commodoro li scrutava minaccioso gettandosi a tutta velocità contro il fianco del Kraken.
L'impatto fu tremendo: il galeone affondò nella murata dell'altra nave come una lama nel burro dilaniando il legno, gettando in mare i corpi dei combattenti, incastrandosi nella murata e legandosi saldamente al Kraken.
Dopo un attimo di shock i soldati si animarono ed invasero il ponte della nave di linea con un urlo guerriero travolgendo i pirati di SoleNero come un'onda di marea.
Ritch osservò la scena ad occhi sbarrati, preoccupato per la sorte della battaglia.
Michael invece nemmeno sentì l'urto, nemmeno udì il grido dei soldati: tutto il suo corpo era concentrato sulla persona davanti a lui che, fino ad un momento prima era stato suo zio; ora, invece, era soltanto l'assassino di suo padre. Le sue orecchie erano assordate da una specie di rombo che divenne sempre più forte; provava una strana sensazione come se fosse in un grande fiume d'odio che tentava di portarlo via, senza fare resistenza si fece trasportare, si abbandonò a quella rabbia che crebbe in lui dandogli una nuova e portentosa energia.
Fulmineo, Michael sollevò la gamba colpendo all'inguine SoleNero che grugnì incespicando nel fare qualche passo indietro, Michael si rialzò in fretta e riafferrò la spada girandosi poi verso il suo avversario.
«Bastardo!» sibilò Michael lanciandosi all'attacco, Ritch spalancò gli occhi per la sorpresa ma parò il primo fendente, ed il secondo ed il terzo; ma Michael non accennò a fermarsi continuando a sferrare colpi.
«Bastardo!» disse con più enfasi aumentando la forza dei suoi colpi, Daniel pensò di avere il braccio di piombo, freddo e fatica gli impedivano di muoversi come avrebbe voluto, mentre Spada Rossa sembrava non subire l'effetto della stanchezza anzi, i suoi fendenti erano sempre più forti e veloci.
«BASTARDO!» urlò il capitano ed ecco che un ultimo colpo mandava in frantumi la guardia dell'avversario sbilanciandolo e scoprendogli il petto, guardando dritto negli occhi il suo nemico Michael li vide strabuzzare e poi osservarlo, privi di qualsiasi ardore guerriero.
Abbassò lo sguardo e vide la sua lama penetrata profondamente nella spalla di Ritch, il pirata sembrò sul punto di stramazzare a terra, poi il petto gli si gonfiò e lui si erse in tutta la sua statura con gli occhi ardenti. Prima ancora che Michael potesse provare sorpresa, il pugno del pirata lo colpì in viso, scaraventandolo ancora una volta per terra.
Il capitano si rialzò in fretta e guardò SoleNero che gli si avvicinava minaccioso col sangue che gli sgorgava copiosamente dal petto colando sui suoi vestiti e mischiandosi all'acqua sul ponte.
"Com'è possibile?!" si chiese Michael mentre il terrore gli riempiva il petto "Come fa a reggersi in piedi?!"
«Non basta questo per uccidermi, Michael...» disse Ritch con voce profonda e vibrante fermandosi davanti al pirata che lo guardò con odio.
«Oh, guardatelo!» fece Ritch «Sei tanto arrabbiato per la morte di tuo padre?!»
Michael si limitò a fissarlo puntandogli la spada al petto, ma Ritch avanzò incurante e, suo malgrado, Michael si sorprese ad arretrare.
«E' terribile quando le cose capitano a te, vero? Ma quando capitano agli altri non è la stessa cosa...» disse Daniel «Cosa dovrei dire io?! Tu mi hai portato via il mio bene più grande, e ti lamenti perché ho rovinato il tuo passato?!»
Michael capì cosa intendeva, provò una piccola fitta di rimosso, ma si affrettò a nasconderla, non era sua la colpa dell'accaduto.
«Tuo figlio è sempre stato un ficcanaso...» disse Michael.
«E' per colpa tua che è morto ed ora fa la guardia ad un tesoro sommerso al tuo posto!» urlò Daniel con gli occhi che mandavano lampi roventi.
«Come sai della maledizione?» chiese Michael sorpreso, non pensava che Daniel conoscesse tutti i dettagli.
«Dovresti stare attento a come parli nelle taverne quando sei ubriaco!»
«Ehi, io ho iniziato a cercare il tesoro, e tuo figlio mi è corso dietro, avrei dovuto lasciarglielo?»
Ritch non volle sentire altro e si lanciò su Michael, lui tentò di trafiggerlo ancora, ma la spada del nemico glielo impedì, un altro pugno lo colpì spaccandogli il labbro e scaraventandolo sul parapetto.
Michael non riuscì nemmeno a riprendersi prima che Daniel gli sferrasse un calcio al costato che gli svuotò i polmoni e per poco non lo scaraventò fuori bordo.
Michael cominciò ad arretrare nella folla di combattenti, tentando di mantenere una distanza dallo zio che sembrava improvvisamente animato di una forza demoniaca.
Erano ormai arrivati all’albero di bompresso quando Ritch, stanco della caccia, si slanciò in avanti con inaspettata rapidità colpendo il nipote con un pugno che lo sbattè addosso al parapetto di prua.
Spada Rossa si aggrappò ad una fune per non cadere, la lama di SoleNero balenò davanti a lui, diretta al suo stomaco; lui arretrò col bacino, la lama gli tagliò i vestiti ma lo mancò recise con uno schiocco la fune a cui era aggrappato.
La fune si mosse come di vita propria, con un guizzo improvviso e rapido, colpendolo al viso con grande forza.
La rapidità della fune e la forza della frustata sollevarono Michael di qualche metro da terra, fortunatamente il pirata atterrò sull’albero di bompresso e ci si aggrappò con tutte le sue forze.
Infine Michael riuscì ad issarsi sul legno bagnato, ed a rimettersi in piedi: proprio in quell’istante anche Ritch scavalcava il parapetto per raggiungere, a passi lenti e cauti, il nipote sull’albero.
I due sollevarono le spade e fecero per avventarsi l'uno contro l'altro, ma la nave ebbe uno scossone: Michael incespicò ma mantenne l'equilibrio mentre Ritch scivolò, riuscendo a tenersi all'albero, ma la sua spada sparì in mare.
Michael fissò Daniel e gli si avvicinò con la lama puntata su di lui eppure non lo trafisse.
Diavolo, quello era suo zio! Per quanto impegno ci mettesse il suo braccio non affondava la spada nella schiena di Ritch…non riusciva a trovare il coraggio di ucciderlo…
“Ma perché proprio ora?!” si domandò frustrato, fino ad un momento prima non avrebbe esitato, ma la rabbia che lo aveva invaso ora era dissipata dalla ragione… in mezzo alla battaglia non aveva avuto tempo di riflettere, non poteva perdere tempo a pensare a cosa fosse giusto e cosa no.
Ora invece, i dubbi tornavano ad assillarlo…
Rivide suo padre, steso sull’erba, con gli occhi spenti…
«E' finita...» disse allo zio, sapeva che ora non avrebbe esitato, ma Ritch, sorprendentemente, ridacchiò.
«Sì, è finita...» detto questo urlò e si avventò su Michael colpendolo con la testa sul petto.
Spada Rossa emise un rantolo strozzato, i piedi persero la presa e lui cadde fuoribordo svanendo fra le onde del mare grosso.
   
 
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