Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Yoan Seiyryu    21/10/2013    4 recensioni
[ Mad Wolf (Ruby Jefferson) + accenni Outlaw Queen ]
Nella Foresta Incantata Regina desidera distruggere Snow White annullando quelle amicizie che rendono la figliastra forte ed audace. Decide di servirsi di Jefferson per compiere un gesto estremo nei confronti di una giovane ragazza dal Cappuccio Rosso che vive al villaggio di Nottingham. Jefferson, per offrire un futuro migliore a sua figlia Grace, accetta il patto con Regina ed è intenzionato ad eseguire gli ordini.
A Storybrooke Jefferson ricorda perfettamente il suo passato e tenta con ogni mezzo di far riemergere la memoria perduta di Ruby con cui è stato legato prima del sortilegio, ma affronteranno entrambi diverse problematiche prima di conoscersi davvero secondo la propria natura.
**
"E' ironico che sia tu a parlare di mentire, del passato, di conoscersi per ciò che si è [...] quando sei tu il vero mostro fra noi due"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jefferson/Cappellaio Matto, Paige/Grace, Ruby/Cappuccetto Rosso, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Memories


 



Storybrooke, durante il sortilegio
Ruby era immobile con le braccia incrociate al petto, osservava Jefferson disteso su un letto da dietro la vetrata in cui poteva scorgere anche il suo riflesso e quello di Locksley che le era rimasto accanto per gran parte della mattinata.
Il Dottor Whale stava terminando di prendere nota riguardo gli accertamenti sulle condizioni dell’uomo che ancora non riprendeva conoscenza.
“Credi che si riprenderà presto?” Ruby alla fine decise di rompere il silenzio.
Locksley invece di risponderle andò a sedersi, curvò la schiena e appoggiò una mano sugli occhi, doveva essere molto stanco poiché impiegò qualche istante prima di decidersi a parlarle.
“Ha solo perso i sensi e non è la prima volta che accade” rispose assonnato, spalancando le labbra in uno sbadiglio, come se si fosse appena ripreso da una lunga nottata.
Ruby si voltò a guardarlo, inclinando appena il capo da una parte ed incuriosita dalle sue parole.
“Come lo sai?” chiese ancora.
Sapeva che Locksley e Jefferson si frequentavano abbastanza da poter essere considerati amici, anche se entrambi preferivano la solitudine piuttosto che la compagnia altrui. Locksley non era mai stato benvisto da nessuno a Storybrooke, soprattutto per il conflitto che si era creato con Graham molto tempo prima, quando aveva tentato di sabotargli l’automobile per evitare che seguisse uno dei suoi amici.
“Capita di rado, ma non è una novità” rispose lui senza aggiungere alcun particolare.
In fondo non erano affari suoi e al contempo avrebbe preferito che fosse Jefferson a parlargliene, piuttosto che riferire quel che sapeva ad una ragazza come Ruby, con cui non aveva mai avuto alcun rapporto di conoscenza stretto.
In quel momento uscì dalla stanza il Dottor Whale che finì di riempire la scheda medica e poi fece segno a Ruby di seguirlo perché potesse parlare con lei. Ruby si congedò da Locksley che le fece segno di andare, dunque si posizionò davanti a Whale, continuando a tenere le braccia incrociate.
“Allora, hai scoperto qualcosa? Robert mi diceva che non è stata la prima volta in cui ha perso i sensi” disse cercando di spiare ciò che il dottore aveva scritto.
Whale scrollò le spalle e scosse leggermente il capo.
“Credevo si trattasse semplicemente di un abbassamento di pressione o di una riduzione degli zuccheri, ma ho preferito fare delle analisi per potermene accertare” infilò la penna all’interno della tasca della divisa bianca e gettò uno sguardo verso il paziente che era ancora immobile nel letto “non dovrei riferirlo a te, ma sei stata tu a condurlo qui: pare che Jefferson abusi di farmaci per l’insonnia”.
Ruby sollevò un sopracciglio come se non avesse inteso il problema e mille domande si affollarono nella sua testa.
“Abusarne provoca una perdita dei sensi improvvisa?”
Whale si schiarì la voce per poterle spiegare meglio.
“I farmaci per l’insonnia, come gli ansiolitici, se presi in dosi non controllate portano ad una perdita di memoria a breve termine. Se dovesse continuare a farne uso rischierebbe di perderla del tutto, senza possibilità di recuperarla. In più, le dosi eccessive comportano l’effetto contrario, un’assidua mancanza di sonno che porta alla perdita di coscienza quale lo svenimento” spiegò esaustivamente, tornando a guardarla.
Ruby non seppe cosa dire, non conosceva abbastanza Jefferson per sapere da che tipo di problemi fosse affetto e dal motivo per cui abusasse di quei farmaci senza alcun apparente motivo.
Di certo gli occhi cerchiati che aveva spesso e le tazze di tè che prendeva sempre al Granny’s erano sintomo di una autodistruzione immotivata.
Corrugò la fronte, facendo schioccare poi la lingua.
“Mi chiedo che cosa lo spinga a fare questo. Sembra proprio che voglia dimenticare a tutti i costi qualcosa” sussurrò Whale tra sé e sé, cosa che però arrivò anche alle orecchie di Ruby.
“Forse è solo un po’ fuori di testa” si fece sfuggire Ruby come se fosse una considerazione del tutto naturale e si strinse nelle spalle “tra quanto si riprenderà?”.
“A breve, però devo raccomandarti Ruby di non frequentare persone come lui e Locksley, hanno di sicuro qualcosa che non va” disse come se provasse un inusuale istinto di protezione verso di lei.
Il Dottor Whale era sempre stato attratto da Ruby, in un modo o nell’altro però non era mai riuscito ad invitarla per un appuntamento. Solitamente si limitava a guardarla al Granny’s, a volte rischiando il linciaggio da parte delle compagne con cui usciva di tanto in tanto.
Ruby non era come tutte le altre donne che aveva frequentato, aveva una natura diversa ed enigmatica nascosta dietro quel trucco pesante e la sua curiosità cresceva di giorno in giorno.
Soprattutto dopo la rottura con Mary Margaret aveva preferito tenersi alla larga, non che fosse sensibilmente dispiaciuto, in fondo lei non era affatto adatta ad un carattere come il suo. Forse avrebbe potuto iniziare ora ad avvicinarsi a Ruby, perciò decise di sondare il terreno.
“So difendermi da sola, grazie Whale” gli sorrise, leggermente infastidita dal fatto che qualcuno potesse dirle che cosa fare o non fare.
“Che ne pensi di un appuntamento, per questa sera?” le chiese senza rifletterci troppo.
Ruby rimase spiazzata da quell’improvvisa audacia, tanto che si sentì perfettamente soddisfatta di quella richiesta. Il Dottor Whale aveva fascino, inoltre era uno scapolo piuttosto ambito a Storybrooke. Non che fosse rivelante, ma era di certo una carta in più da poter sfruttare. Inoltre Mary Margaret ormai era presa da David Nolan, tanto da averlo completamente dimenticato, dunque perché non approfittare di quella fortuna?
“Perché no? Ma non arrivare tardi, potrei cambiare idea. Vediamoci da Granny’s” aggiunse con un luccichio negli occhi, cosa che Whale ricambiò assolutamente, lieto di aver ricevuto un sì come risposta.
Si allontanò subito dopo promettendole che non l’avrebbe fatta attendere e in quel momento sopraggiunse Regina che aveva bisogno di parlare con lui.
Quando arrivò però si fermò a guardare all’interno della stanza dove vide Jefferson che iniziava a riprendere i sensi, mentre Locksley rimaneva fuori ad aspettare.
Era vestita come sempre, con la sobria eleganza di un sindaco e con una bellezza che faceva impallidire. Regina possedeva un fascino pericoloso, tutti ne erano attratti ma al contempo il suo carattere forte ed autoritario li allontanava, creando una torre invalicabile su cui nessuno sarebbe riuscito a salire.
“E lui che ci fa qui?” domandò a Whale.
“Un calo di pressione” mentì spudoratamente, attendendo che si facesse da parte per andare a discutere nel suo studio.
“Non mi riferivo al paziente, ma a quel malvivente che continua a girare indenne per le strade della mia città” disse richiamando Locksley che quando si voltò e la vide si guarnì di un sorriso eccitato e sorpreso.
Si apprestò ad avvicinarsi a lei per poterle afferrare la mano che Regina tentò di distogliere ma che non fece in tempo a fare, così se la portò alle labbra per poterla sfiorare in modo ruffiano.
Gli occhi azzurri di Locksley si soffermarono in quelli di lei, profondi e costellati da un dolore che esprimevano rabbia e supponenza.
“Mi hanno chiamato in tanti modi signor sindaco, ma i suoi appellativi sono sempre i più deliziosi da ascoltare” continuò a sorridere, lasciandole poi la mano che si riprese immediatamente.
“Tentare di convincermi del contrario sarebbe un’impresa, in ogni caso Locksley arriverà il giorno in cui riuscirò a farvi chiudere dentro ad una cella senza possibilità di salvezza” lo minacciò come accadeva sempre in quelle rare volte che si incontravano.
Locksley sorrise di sottecchi, inclinando il capo da una parte.
“Se è una sfida la accetterò di buon grado. So che il suo desiderio, Regina, è quello di tenermi al sicuro per potermi stare accanto” rivelò senza il minimo pudore, lasciando crogiolare gli occhi azzurri in quelli neri di lei ancora una volta, come se non ne avesse mai abbastanza.
Regina trasformò l’espressione delle labbra rosse in una smorfia di disgusto dietro cui si celava qualcosa di diverso, un rancore nei suoi confronti che non avrebbe mai potuto abbattere.
“Queste false speranze mi chiedo da dover arrivino” decise di farsi da parte, non era il momento di concentrarsi su di lui, dunque si voltò verso Whale che era rimasto a godersi la scena con assoluta tranquillità. Entrambi si allontanarono al suo gesto, svanendo nello studio di lui.
Ruby era rimasta a guardare quella scena senza dire una parola, in realtà si era divertita a studiare i comportamenti che Locksley riservava a Regina. Quando lui le tornò accanto, lei gli fece l’occhiolino come se volesse rendersi complice di un segreto che aveva intuito e Locksley non poté che rispondere con un sorriso fintamente innocente.
Poi entrambi si diressero all’interno della stanza nel momento in cui Jefferson si svegliò. Si era ritrovato in una camera d’ospedale senza saperne il motivo, ma poco a poco i ricordi riaffiorarono e la rabbia iniziava a crescere.
Perché ancora una volta la sua mente era assolutamente lucida e perfetta? Perché ricordava ancora il suo passato e sapeva esattamente ciò che gli altri non ricordavano?
Discese dal letto velocemente, staccandosi le inutile flebo che Whale aveva attaccato per precauzione, ma poi si sedette sul bordo del materasso appoggiando una mano sulla fronte.
“Allora sei vivo: Whale ti dava per spacciato” disse Locksley scherzando.
Jefferson alzò gli occhi, riconoscendo quella voce.
“Mi spieghi il motivo per cui ogni volta in cui mi trovo in situazioni spiacevoli ci sei tu?” gli domandò con tono rauco ma non ostile.
“Senza il suo aiuto avrei impiegato più tempo a portarti qui” sorrise Ruby all’angolo delle labbra mentre si sedeva accanto a lui sul bordo del letto.
Jefferson si costrinse a non guardarle le gambe scoperte che richiamavano gli occhi come fossero una calamita. Perché diamine si vestiva in quel modo provocante anche a quell’ora del giorno? Si costrinse a far finta di nulla, se all’entrata della scuola di Grace aveva cercato di non lasciarsi prendere dalle emozioni, in quel momento fu più difficile.
“In tal caso ringrazio entrambi, ma vi siete preoccupati per nulla. Ora vorrei tornare a casa, immagino che il Dottor Whale non porrà obiezioni, giusto?” domandò in cerca di una risposta affrettata mentre si alzava a fatica.
“No, devi solo lasciare una firma all’ingresso e puoi ritenerti libero” disse Ruby rassicurandolo.
Non aveva nemmeno chiesto loro se Whale avesse scoperto qualcosa riguardo a quell’improvviso malessere, sembrava perfettamente consapevole della situazione e non era interessato ad approfondirla.
Ruby si convinse sempre di più che Jefferson sapesse esattamente a cosa andasse incontro, utilizzando quei farmaci senza il dovuto controllo. Doveva dimenticare qualcosa, ma cosa?
Prima o poi sarebbe riuscita a scoprirlo.


 




 
**
 
 
 
Foresta Incantata
 
Un futuro migliore per Grace era tutto ciò che desiderava. Tempo fa poteva garantirsi il futuro lavorando per il Signore Oscuro, con l’utilizzo del suo cappello magico, in cui era in grado di viaggiare per i mondi. In cambio riceveva tutto l’oro che desiderava.
Ma da quando sua moglie morì accidentalmente in uno dei loro viaggi, si decise a lasciare il lavoro e ad occuparsi di Grace.
Non era stato affatto facile rinunciare ai bei soprabiti raffinati che era solito utilizzare, alla grande dimora che aveva fatto costruire per la sua famiglia e a tutte le comodità a cui era abituato. Vivere in una bettola in cui era difficile sopravvivere con la sola raccolta di funghi era quasi una disgrazia. Ma avere Grace accanto era abbastanza. Lei era tutta la sua vita, nemmeno l’oro avrebbe potuto mutare l’affetto che provava per lei. Eppure vederla così scontenta e triste quando non era riuscito ad accontentarla lo aveva fatto fremere di rabbia. Grace meritava molto di più e doveva lottare fino alla fine per lei, forse compiendo anche azioni pericolose ma indispensabili.
Aveva riflettuto sull’offerta fatta da Regina, lui era in grado di tessere bugie e menzogne ma non di uccidere con le proprie mani. Manipolare qualcuno era un conto, farlo fuori tutt’altro.
Inoltre non avrebbe potuto guardare più sua figlia in viso dopo aver compiuto un atto simile. Ciò che interessava a Regina era che la ragazza dal mantello rosso fosse messa fuori gioco nella guerra contro Snow White, dunque non doveva fare differenza se fosse viva o meno.
Avrebbe trovato il modo di diventare suo amico, cosicché si potesse fidare di lui. L’avrebbe rilegata fuori dal suo mondo, tenendola a casa, perché non agisse in aiuto della sua principessa. Doveva studiare la situazione adatta perché non sembrasse totalmente estraneo alla causa di Snow White e soprattutto Grace non doveva essere al corrente di nulla. Un rapimento finto come ospitalità sarebbe dovuto bastare per un po’, poi avrebbe potuto anche pensare di consegnare direttamente la ragazza a Regina e se ne sarebbe occupata lei.
Quando Grace tornò a casa, con il viso arrossato per la corsa, entrò con gli occhi luminosi come sempre. Jefferson non appena la vide, le porse il coniglietto a cui aveva lavorato la notte prima e l’intera mattinata senza chiudere occhio. Non era altrettanto bello come quello che avevano visto al mercato della città di Notthingam, ma vi rassomigliava e come compagno di giochi era piuttosto apprezzabile.
“Papà, lo hai fatto per me!” esclamò con gioia mentre si lanciava verso il coniglietto, afferrandolo ed abbracciandolo stretto, per poi cercare la guancia del padre e sfiorarla.
“Non vedo altri bambini qui intorno” le sorrise felice di vederla apprezzare un gesto simile, non tutti si sarebbero accontentati.
“Bisogna subito offrirgli una tazza di tè, siederà alla mia destra” annunciò facendo accomodare il coniglietto su una piccola sedia di legno mentre lei si posizionava al centro, versando il tè nelle due tazzine.
Si perse subito nel suo mondo e Jefferson si limitò a guardarla per  poco tempo, sorridendo nel vederla giocare così spensieratamente.
Ormai si era convinto, Grace meritava molto di più e lui doveva riuscire ad ottenere il meglio per lei.
“Grace, devo incontrare una persona, tornerò poco prima dell’ora di pranzo. Se hai bisogno di qualcosa puoi andare dai nostri vicini” si avvicinò per darle un bacio sulla fronte.
Lei dovette avvertire qualcosa di strano nelle intenzioni di suo padre, tant’è che gli rivolse uno sguardo di preventivo rimprovero.
“Non ti devi vedere con la Regina Cattiva, vero?” domandò angustiata da quella possibilità. Jefferson sorrise tra sé e sé, se l’avesse conosciuta quando la conobbe lui non l’avrebbe definita di certo con quell’appellativo. Snow White aveva fatto un ottimo lavoro. “Sai bene che mi basti tu papà, non voglio e non mi serve altro” gli sorrise per convincerlo.
Per un attimo Jefferson si sentì commosso di fronte a quelle parole, ma non poteva tirarsi indietro ora che aveva preso la sua decisione. Scosse la testa, doveva mentirle anche se non gli piaceva farlo e preferì rassicurarla.
Sistemato ciò uscì di casa, indossando il soprabito ed avviandosi verso il bosco nel punto in cui aveva il suo appuntamento.
Una volta giunto lì in quei pressi, appoggiò una spalla al tronco di un albero in attesa. Era arrivato leggermente in ritardo, ma della persona che doveva incontrare non vi era nemmeno l’ombra. Iniziò ad annoiarsi, sbadigliando di tanto in tanto, fin quando non fu raggiunto da un uomo alto e ben piantato, dai capelli chiari e gli occhi azzurri.
“Robin Hood” sorrise Jefferson, rimanendo con il peso del corpo appoggiato all’albero “fammi indovinare, hai tardato perché continuano a cercarti. A quanto ammonta la taglia che ti hanno affibbiato? Potrei approfittarne e consegnarti ai tuoi aguzzini, come quello sceriffo di Notthingam”.
Robin scosse il capo con leggero divertimento, mentre sfilava l’arco per poterlo appoggiare allo stesso tronco d’albero a cui era appoggiato Jefferson.
“Lo sceriffo è uno sciocco, non saprebbe nemmeno riconoscere la sua ombra. Piuttosto mi hanno messo alle calcagna un certo Guy di Guisborne, vorrei evitare di incontrarlo al momento, ho un conto in sospeso con lui ma non sono ancora pronto” mentre lo diceva gli occhi vispi e furbi si addolcirono fino a lasciare intravedere un velo di tristezza.
Jefferson era al corrente di ciò che era accaduto tra loro, Robin aveva salvato la sua Marian e il suo bambino da un avvelenamento, dopo aver rubato un oggetto prezioso al Signore Oscuro. Ma Guy di Guisborne era riuscito a penetrare a Sherwood, nel loro nascondiglio, a cogliere tutti di sorpresa e ad uccidere madre e figlio. In realtà nessuno era certo della morte del bambino poiché il corpo non fu mai ritrovato e alcuni pensarono che Robin lo cedette alle fate perché potessero prendersi cura di lui.
Erano ormai trascorsi anni da quell’episodio, ma Robin non si era mai vendicato. Il suo animo non era oscuro e non si sarebbe lasciato infangare da chi invece non desiderava altro che quello. Agiva nel migliore modo possibile, secondo la sua di morale. Se mai si fosse ritrovato faccia a faccia con Guy di Guisborne al punto di doversi difendere, avrebbe fatto giustizia ma non si sarebbe mai abbassato alla vendetta. Marian non l’avrebbe mai voluto vedere in quello stato.
“Allora, per quale motivo volevi vedermi?” finì per sghignazzare divertito “Non sarà per un appuntamento?”.
Jefferson roteò gli occhi al cielo, inorridito all’idea.
“Per favore, sappiamo bene chi ha un debole per chi. In ogni caso ho bisogno del tuo aiuto, c’è una cosa che devo fare” gli spiegò brevemente cosa avesse in mente.
Red, la ragazza dal mantello rosso, si sarebbe allontanata da Nottingham il giorno seguente per raggiungere Snow White ai confini del regno per organizzare una sommossa contro il re George, alleato di Regina nella distruzione dei due nuovi regnanti.
Robin doveva fingersi un uomo al servizio di Regina che era stato mandato ad uccidere la ragazza, mentre Jefferson sarebbe intervenuto, fingendo di salvarla.
“Questo è il tuo piano?” Robin sollevò un sopracciglio, poco convinto “non funzionerà mai”.
“E per quale ragione non dovrebbe funzionare?” Jefferson storse le labbra in una smorfia, staccandosi dall’albero e incrociando le braccia al petto.
Robin scosse la testa, riafferrando l’arco per appoggiarsi su di esso.
“Vuoi comportarti da eroe, assicurandoti la sua fiducia. Ma non durerà a lungo, prima o poi lei scoprirà il tuo inganno e a quel punto non potrai fare nulla. E’ impegnativo, pericoloso e piuttosto inutile, questo fa di te  un pessimo stratega”.
Jefferson sbuffò sentendosi preso in giro più del dovuto, era bravo a mentire ed era certo di riuscire ad ingannarla. Anche se il piano era banale e probabilmente non avrebbe retto più del dovuto, che gli importava? Avrebbe consegnato la ragazza a Regina prima che potesse accorgersene. A meno che la guerra non fosse finita prima del tempo, cosa di cui dubitava parecchio.
“Non preoccuparti delle conseguenze, puoi aiutarmi?” la domanda fu posta in modo glaciale, non desiderava ascoltare dubbi riguardo al suo piano, ciò che voleva era una risposta secca, cosa che non tardò ad arrivare.
“Sì, ti aiuterò. Ma cerca di non commettere sciocchezze, Regina è una donna pericolosa” lo mise in guardia, anche se non ve ne era affatto bisogno, Jefferson lo sapeva meglio di lui.
Robin non era affatto d’accordo su quel che l’amico voleva fare, scendere a patti con Regina e compiere qualcosa del genere lo avrebbe ricondotto nell’abisso, come quando aveva perso sua moglie. Ma non poteva giudicare le sue scelte, non era nessuno per farlo. Se aveva davvero bisogno di quell’accordo, non gli avrebbe impedito di portarlo a termine.
Così si salutarono per darsi appuntamento direttamente al giorno seguente. Jefferson fu sempre più convinto di andare in fondo e come prima cosa spedì una missiva a Regina, per avvertirla che avrebbe portato a termine ciò che gli era stato richiesto ma in cambio doveva assicurare a sua figlia un futuro ottimo.
In fondo non era cambiato e questo Regina lo sapeva bene. In passato aveva lavorato per Tremotino così a lungo da farsi corrompere il cuore, in cambio dell’oro che gli permetteva di allargare gli affari.
Da quando era caduto in povertà non viveva altro che per Grace e il suo stimolo maggiore era quello di proteggerla e di garantirle la felicità.
A volte desiderava tornare alla vita di prima, con le avventure e il pericolo che doveva affrontare nel viaggio tra i mondi magici.
Ora che non ne aveva più le sue avventure non gli era rimasto altro che raccogliere i funghi più strani e la capacità di distinguerli da quelli velenosi. Era caduto in basso, proprio come Regina aveva detto. Ma presto si sarebbe risollevato. 









// Nda

Prima di tutto vorrei ringraziare le ragazze che hanno iniziato a seguire questa storia e che continuano a sostenermi, sono davvero molto felice, soprattutto visto che in questo caso la coppia è a dir poco crack e nemmeno io ero molto sicura di questo esperimento quando ho iniziato la long.
Questo capitolo è ancora un pò di passaggio, ma adesso Ruby inizierà ad incuriosirsi riguardo a Jefferson e abbiamo avuto anche la possibilità di incontrare Robin Hood nella Foresta Incantata. Avendo scritto questa long un mesetto fa e non avendo avuto modo di vedere prima la terza serie xD visto che non era uscita, noterete che Robin non è proprio simile a come ce l'hanno presentato e mi sono adattata alla mia fantasia. 
Spero comunque che possa piacervi <3 a domenica prossima! 

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Yoan Seiyryu