Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: _welcometomylife_    23/10/2013    0 recensioni
'A cosa pensi papà?' Gli chiese Jenna. Lui la guardò con attenzione prima di rispondere.
'Stavo pensando a tua madre piccola mia'. Gli occhi della ragazza si erano sgranati, lasciò i piatti immersi nel sapone e corse fino alla sedia in cui era seduto suo padre.
'Non avevi mai nominato la mamma...' Disse lei con una punta di eccitazione.
'Non mi piace parlare delle cose brutte... '
Genere: Generale, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La polizia ci mise poco ad arrivare, ma mai quanto l'F.B.I. Una volta sentito i testimoni e dopo aver portato via il corpo senza vita di Fred, il detective pensò immediatamente ad un'attacco terroristico e chiamò i rinforzi. Io rimasi sotto shock per quasi due ore, non riuscii a parlare per un po'. Di sfuggita vidi Juliette mentre veniva portata via da una damigella, il viso di lei si era fatto rosso, gli occhi gonfi, il vestito grondante di sangue e le sue urla strazianti contribuivano a confondermi.


Ben presto anche io venni portato via, da chi, non ne avevo idea sapevo solo che la mattina seguente ero nuovamente nel mio letto, come se fosse stato tutto un terribile incubo. Feci colazione come al solito, anche se ero un po scosso da ieri sera, dopodiché andai nello studio di registrazione a Los Angeles dove incontrai i miei colleghi che non diedero segno di aver saputo del matrimonio. Anzi andava tutto come al solito. 'Buongiorno!' Disse un tecnico del suono. 'Buongiorno...' Risposi nuovamente confuso.

Forse era stato tutto un sogno. Forse il matrimonio era stato fantastico e io, bevendo troppo, devo essermi scordato di tutto Per poi fare un sogno abbastanza colorito. Ma sì, sicuramente ora Fred era in luna di miele facendo follie assieme a Juliette. A questo pensiero tornai a sorridere come sempre e svolsi il mio lavoro quotidiano. Avevo la settimana talmente piena da non avere tempo per nient'altro. Solo cantare, cantare, registrare, scrivere e ancora cantare. Dopo quasi un mese potei ritornare a Londra, nella mia casa, quella che avevo imparato ad amare come nessun'altra. Ad aspettarmi c'era Taffy, la cagnolina che avevo trovato per caso qualche anno fa. Con un sorriso la accarezzai mentre lei mi faceva le feste e gli diedi un po' di croccantini per farmi perdonare l'assenza prolungata. Mi sedetti sul divano e accesi la televisione.

Mentre facevo zapping tra i canali tv mi venne un tuffo al cuore, le immagini del mio incubo erano state riprodotte al telegiornale, mentre facevano uno Special sul massacro al matrimonio del chitarrista di un noto cantante. '...Mika, il cantante in questione, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione, dopo aver parlato con il detective, la sua guardia del corpo e il suo agente lo hanno portato subito via' disse la giornalista. Alle sue spalle c'era il luogo dove era avvenuta la cerimonia finita male. Ogni macchia di sangue era rimasto dov'era. Era tutto reale e io ancora una volta ero rimasto sconvolto, così tanto da sobbalzare quando squillò il cellulare, ci misi un po' a prenderlo visto che intorno a me c'era solo buio. 'Pronto..' Dissi con voce cupa. 'Hey, sono Simon, volevo chiederti se alla fine saresti venuto al funerale di Taylor... Questa domenica.' Fece una pausa, sentii un suono soffocato come se stesse reprimendo la voglia di piangere. 'Juliette ha detto che avrebbe sepolto il corpo dove abita la famiglia, a Londra, quindi pensavamo che saresti potuto venire. Per Fred sarebbe significato tantissimo.' ' Ma che domande, certo che vengo. Fred era un fratello, contate su di me'. Mi sedetti nuovamente sul divano, riattaccai al telefono, e diedi sfogo al mio dolore. Fred, era uno dei miei migliori amici, un bravo ragazzo. E io che lo credevo vivo e vegeto. Le lacrime non finivano più, almeno non finirono finché, sfinito, mi addormentai.

Per recuperare i giorni di lutto che avevo perso durante il mese in America, decisi di prendere l'intera settimana libera. Ero a pezzi. I miei pensieri si erano fatti un'unico groviglio di idee, per scrivere una canzone era una cosa positiva, ma il prezzo era la distruzione dell'anima.

Domenica mattina era ormai arrivata, il vestito nero era pronto per essere indossato, se Fred fosse ancora tra noi, non avrebbe riconosciuto la mia espressione perennemente buia, avrebbe scherzato e avrebbe preso in giro la mia capigliatura riccioluta sempre in disordine. Non avrebbe riconosciuto tutte quelle persone riunite per ricordarlo e per piangerlo, avrebbe dovuto essere una festa. Dopo che il Prete ebbe pronunciato il suo verbo fece parlare alcuni cari di Fred, tra cui Juliette, mamma Taylor e il resto del gruppo che era venuto al suo addio al celibato. Io, non essendo bravo a parole, decisi di cantare una canzone in sua memoria. Era stato forse uno dei momenti più tristi nella mia vita.

'Signor Penniman' mi sentii chiamare, la cerimonia era finita e stavano per seppellire il corpo. Un uomo elegante mi si era avvicinato. 'Molto piacere, sono il dottor Hemsworth' 'piacere mio, signore Michael Penniman, o se preferisce, Mika.' Gli strinsi calorosamente la mano. 'Perfetto, Mika, sono certo che tu sia al corrente dei recenti avvenimenti in quanto testimone oculare del matrimonio andato più che male.' 'Sinceramente signore, sono ancora sotto shock.' 'Beh allora puoi vagamente immaginare quello che provi la povera Juliette. Vede, il giudice ha deciso di affiancarmi a lei per controllare le sue condizioni mentali, dopotutto quello che ha subito potrebbe essere un trauma per tutti. In poche parole sono il suo psicologo...' Mentre parlava, il signor Hemsworth mi portava in un posto sempre più appartato, lontano dalle orecchie indiscrete. 'Okay, ho afferrato' 'Beh, sfortunatamente le sue condizioni sono tutt'altro che nella norma. E' instabile, ha crolli continui e a volte sospettiamo che abbia le allucinazioni. Insomma, per una giovane ragazza che abita da sola non é mai una cosa buona. Purtroppo i suoi genitori sono deceduti parecchi anni prima e suoi parenti sono quantomeno non rintracciabili al momento e non sappiamo più a chi chiedere.' 'Dove vuole arrivare dottore?'
'Le sto chiedendo, di occuparsi di quella ragazza. Sono a conoscenza dei suoi impegni, è un cantante di successo. Dovrà solamente controllare che non faccia gesti stupidi... Almeno finché non si riprende o non ritroviamo qualche parente disposto a riceverla...' Riflettei un momento sulla richiesta del dottore, sarebbe stato un grosso fardello, soprattutto in un momento dove tutti si aspettavano il meglio da me. Alla fine però presi la decisione più ovvia. 'D'accordo. Juliette è come una sorella per me. Posso occuparmene volentieri. Ma... Posso farle una domanda?' Chiesi. 'Certamente, mi dica.' 'Ha saputo qualcosa sull'omicidio di Fred? Insomma...avete preso il suo assassino?' Lo psicologo fece un respiro profondo e si pulì gli occhiali come a prendere tempo per pensare bene alle parole da utilizzare per quel tipo di discorso. 'Ah, figliolo, temo che l'omicidio del signor Taylor rimarrà per lungo tempo un mistero.'

  
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