VII: Cosplaying
Per
quel poco che aveva avuto modo di ossevare, Emma
aveva notato subito che Jefferson era un personaggio un po’ strambo. Non per
niente era il Cappellaio Matto.
Quando
aveva scoperto che l’uomo aveva ritrovato la figlia, Grace, era stata felice
per lui e aveva sperato che sarebbe tornato ad essere una persona normale, ma
si sbagliava.
Non
credeva però che Jefferson sarebbe arrivato a quel punto.
Grace
era diventata addirittura un pretesto per uscirsene
con delle trovate stravaganti.
A
tal proposito, per il compleanno della figlia Jefferson aveva allestito una
festa in maschera e aveva invitato quasi tutta Storybrooke alla sua villa. Non ci
sarebbe stato nulla di strano, se nell’invito non fosse stato specificato l’obbligo
di mascherarsi.
Henry
si era mostrato entusiasta all’idea e aveva optato per vestirsi da allenatore
di Pokémon (1).
Anche
Neal non aveva disdegnato l’idea e si era offerto di pensare ai costumi per lui
ed Emma, che aveva annuito poco convinta.
–
Non puoi immaginare che costumi ho comprato! – esclamò un giorno Neal
entusiasta, rientrando a casa con due sacchetti in mano.
–
Perché sto iniziando a preoccuparmi? – ribatté Emma a denti stretti, prima di
afferrare le due buste che Neal le porgeva e appoggiarle sul tavolo della
cucina. Trattenendo il respiro, ne rovesciò il contenuto sul ripiano.
Il
primo sacchetto rivelò un cilindro e uno smoking nero, un papillon bianco e una
camicia, una mascherina, un panciotto e dei guanti del medesimo colore. Doveva essere
il costume di Neal, quello. Emma inarcò un sopracciglio e un sospetto iniziò a
farsi strada nella propria mente. Spostò dunque lo sguardo verso il contenuto
del secondo sacchetto e i suoi dubbi ebbero conferma: davanti a sé si trovava
un corto vestito a maniche corte con la gonna blu a pieghe e due fiocchi rossi,
uno sulla scollatura e l’altro alla base della schiena. Completavano l’opera
una paio di bianchi guanti lunghi fino al gomito e un collarino rosso con una
mezzaluna dorata.
–
Allora, ti piace? – domandò Neal, con un sorriso a trentadue denti.
Emma
alzò lo sguardo verso di lui. – Dobbiamo vestirci da Sailor Moon e Tuxedo Kamen? (2)
–
Sì, ricordo che andavi matta per quel manga quando ci siamo conosciuti! –
rispose Neal. – Quando ho visto quei costumi, ho pensato fossero perfetti.
Emma
scoppiò a ridere. Neal era davvero un bambino, a volte.
Note
(1) Ritengo
superfluo specificare ma lo faccio lo stesso: Henry per il proprio
travestimento si ispira all’omonimo anime che da piccola seguivo con grande
costanza. Passavo anche le ore al GameBoy a catturare
Pokémon, ma questa è un’altra storia. xD
(2) Tuxedo Kamen è il nome giapponese di Milord.
Ed
eccomi qui con il settimo prompt, che mi ha fatta
penare. Ecco perché ieri non sono riuscita a pubblicare e chiedo scusa. xD Spero che questa flash vi sia piaciuta, ho voluto
omaggiare l’anime con cui sono cresciuta fin dai tempi dell’asilo, Sailor Moon.
Un
altro omaggio all’inizio della flash è per Giulia, che con le sue storie mi sta
facendo amare Jefferson.
A
domani, con il prompt: shopping.^^