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Autore: lyy223    25/10/2013    0 recensioni
Non potevo crederle.
Non avevo mai creduto a tutte quelle leggende.
Eppure qualcosa dentro di me mi diceva che quella bellissima ragazza ventitreenne, mi stesse confidando la verità.
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Seconda storia della serie "Soul".
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Soul'
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-Eccolo! -, esclamò nuovamente.

Può sembrare patetico quello che sto per raccontare. Sicuramente assomiglierá ad una favola per bambini.
Vi assicuro però che sullo schermo, spento fino a quel momento, come per magia, apparvero delle immagini raccapriccianti.

Sangue, sangue dappertutto.
Corpi, teste, arti.
La morte era la padrona di quelle scene come unica protagonista.
Solo con l'immaginazione potete comprendere l'opprimente visione delle scene che si susseguivano su quel gigantesco schermo.

Freddo.
Brividi.
Brividi lungo la schiena.
Il mio istinsto mi diceva di scappare.
Ma non ci riuscivo.
Era come se fossi immobilizzata su quel letto, che fino a poco tempo prima appariva così accogliente.

Lei, accanto a me, aveva gli occhi bassi.
In attesa.
Sapeva quello che l'attendeva.

Un rumore, fortissimo.
Sobbalzai.
Il telefono era finito contro la parete di fronte a noi.
Distrutto.
-Questa volta è infuriato. Me l'aspettavo. Non dovevo raccontarti nulla. Mi aveva avvisata. Me la sono cercata. Sono una stupida.-.

Sospirò.
La fissavo, spaventata.
Cadde con la schiena sul materasso come se qualcuno l'avesse spinta.
Era distesa.

Iniziò a fare movimenti bruschi. Si lamentava.
Le lacrime le scendevano sul viso.
Gli occhi pieni di paura.
Allungò una mano, mi stava chiedendo aiuto.
Non sapevo cosa fare.
Inarcò la schiena per il dolore.
Si lamentava ancora, ma in modo differente da prima.
I suoi lamenti crescevano di intensità e di durata ogni secondo di più.

Dovevo chiedere aiuto.
Non volevo lasciarla lì da sola ma dovevo fare qualcosa.
Decisi allora di andare in cucina. Prima di andare a letto avevamo lasciato tutti giù, stavano aiutando mia madre e mia zia nel prepare dei dolci.
Scesi di corsa le scale.

In cucina non c'era nessuno.
Erano tutti spariti.
 " Come era possibile? Dove erano finiti? "

Urlavo i loro nomi. Nessuna risposta. Nessun segno di vita.

Tornai di nuovo in camera di corsa.
Entrai.
Mia cugina non c'era più.
Mi avvicinai al letto.
Immobile ed incredula lo guardavo.
" Ma che diavolo sta succedendo?"

Sono sola. Le uniche parole che mi passavano per la testa erano queste.
Sentivo però che quelle parole non erano frutto della mia ragione, era come se qualcuno le stesse infondendo nella mia mente. Era come se qualcuno fosse riuscito ad entrarvi ed adesso ne aveva il pieno controllo.

Ero ancora paralizzata.
Non riuscivo a respirare.

Qualcosa o qualcuno alle mie spalle mi stava fissando.
Il suo sguardo era una fitta insopportabile che mi penetrava la nuca.

Avevo paura.
Non volevo voltarmi.
Si avvicinava.
Sempre più vicino. Pochi metri ci dividevano.

L'angoscia e la paura avevano preso il sopravvento. Non sentivo più nulla.
Quella Cosa Incombeva, sempre più pressante.
Stava per prendere il sopravvento.

"NO! Sono più forte, vincerò!" Pensavo.
Non potevo neanche immaginare cosa mi riservasse il futuro.

 
   
 
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