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Autore: lyy223    25/10/2013    1 recensioni
Non potevo crederle.
Non avevo mai creduto a tutte quelle leggende.
Eppure qualcosa dentro di me mi diceva che quella bellissima ragazza ventitreenne, mi stesse confidando la verità.
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Seconda storia della serie "Soul".
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Soul'
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Sentivo il letto muoversi.
Forse era solo un sogno.
Il dormiveglia fa brutti scherzi.
Sì, era sicuramente così.

Di nuovo.
Stavolta era diverso, lei si lamentava.
Mia cugina che era a letto con me, si lamentava.
Lamenti quasi impercettibili per chi era al di fuori della stanza. Vicini invece per me che ero di fianco a lei.

Di nuovo.

Scocciata mi girai.
Era seduta sul letto, con le ginocchia al petto. Tutto il corpo era coperto dal piumone, solo la testa era scoperta.
Stava osservando con molta attenzione la stanza. Il suo sguardo scrutava ogni singolo spazio illuminato dal sole pomeridiano.
Tremava.
Il suo viso, il suo delicato viso era contratto in una smorfia.
-Che succede?-, le chiesi confusa.
-Nulla.. torna a dormire-. Le sue parole erano dure e dirette, segno che stava nascondendo qualcosa.
-Parla!-.
-Ne sei sicura? Potrebbe essere la tua condanna...-
-Certo! Ne sono sicura. Che sarà mai? Voglio sapere il motivo per cui ti lamenti!  Maledizione, non riesco a riposare!-.

-Qualcosa...-, mentre stava per pronunciare la frase si fermò. Si guardava attorno. Iniziò a fissare lo schermo del televisore. Passò poi a fissare il telefonino.
-Ne sei proprio sicura?-, mi disse.
Io non le risposi. Conosceva la risposta.
-Qualcosa... qualcosa mi perseguita-.
Cercavo di trattenermi dal ridere. Lei se ne accorse.
-Perché non mi credi? Tutte quelle storie che vengono raccontate nei libri, attorno ad un falò, sono tutte vere. Io le sto vivendo sulla mia pelle-.

Non potevo crederle. Non avevo mai creduto a tutte quelle leggende. Eppure qualcosa dentro di me mi diceva che quella bellissima ragazza ventitreenne, mi stesse confidando la verità.
Vedevo nel suo sguardo una richiesta di aiuto.

-Cosa intendi con quel Qualcosa? -
-Un demone...un demone mi perseguita-.
Stava per scoppiare in lacrime. 
Aveva pronunciato quella frase con un tono di sconfitta e di rassegnazione.
-Si presenta sempre quando sono a letto. Potrebbe essere già qui. Forse è già qui-.
Io incredula inizia ad osservare la stanza. 
Era tutto normale.
-Quando decide di attaccare... sulla TV...-, indicò con lo sguardo quel grosso televisore al plasma appeso alla parete e si fermò per qualche secondo.

-Sulla tv compaiono delle immagini mostruose. Teste sanguinanti, corpi maciullati, cadaveri putrefatti-.
-E poi?-.
L'ascoltavo con molta attenzione, ancora non potevo crederci che mi stesse dicendo quelle cose.
-Poi..poi il cellulare viene scaraventato dall'altra parte della stanza. Non so il motivo, forse non vuole che io chieda aiuto...-.

-Infine viene da me. Prende possesso del mio corpo. È come se avessi delle convulsioni. Cerco di combattere, ma è tutto inutile. Sento un pesante dolore provenire dal cuore. È come se mi stesse, a poco a poco, divorando l'anima-.
Rimasi sconcertata da quella confessione. Ancora non ci credevo. La fissavo senza fiatare.
Non c'era nessuna parola che potessi dire.
Nulla.

Si voltò di scatto.
-Eccolo!-.
 
   
 
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