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Autore: lamialadradilibri    26/10/2013    1 recensioni
Gwen si è trasferita ormai da sei mesi in un piccolo paesino di montagna, dimenticato da Cristo e da tutti. Lei non ne sa molto delle bande che girano per il paese, ma ben presto riesce ad intravedere qualche scena di sangue, capendo così che il bellissimo Ryan di cui si è (forse) innamorata, non è del tutto normale, né lo sono i suoi amici.
Assieme all'amica MJ inizierà a scoprire un mondo nuovo.
“No, non c'è tempo. Se non vuoi sconosciuti, verrò io a vivere con te. Lascerò loro tutto il mio appartamento, okay? Sì, è okay” dice, senza farmi rispondere. “Perfetto. Così non avrai paura dei coinquilini.” mi deride, è ovvio.
-
Lui mi fissa così intensamente, che torno a intrecciare i nostri sguardi. Che errore.
Che grande errore.
Lui si china su di me.
Il suo profumo, forte, m'investe.
“Non c'è di che...” bisbiglia a un millimetro dalle mie labbra, con voce così seducente che, per un attimo, l'idea di baciarlo mi sembra l'unica alternativa possibile.
Inspiro profondamente, cercando di calmarmi, ma ottenendo soltanto ancor più frenesia.
-
Orrore e Amore sono la stessa cosa, amico.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Cos'è peggio, deludere o essere delusi?



'8'
 


 

E' quasi come una formula matematica, questa: prendere una ragazza, aggiungerle un sogno e delle illusioni, sottrarre il tutto con un'apparizione improvvisa.

Esatto, va sempre così.

E' un martedì qualsiasi (sì, lo ammetto, da quando sono qua tutti i giorni sono “qualsiasi”, tranne quelli in cui c'è lui. Quelli là, li tengo bene a mente, sono cosi belli e rari) e sto andando al lavoro. Sì, lavoro ancora, sebbene sia stata quasi ammazza e/o rapita e/o non voglio pensare a cos'altro sarebbe potuto succedermi, proprio là. Non ho ben capito perché il capo abbia permesso tutto ciò, non più. Da quando ho scoperto cos'è la realtà, la dura realtà, la mia curiosità è un po' calata. Giusto un po', e solo in alcuni argomenti...

Per altre cose, è aumentata. Dov'è andato quel giorno Ryan, vestito tutto elegante, per esempio? Non gliel'ho ancora chiesto perché, beh, lui non è ancora venuto da me. O meglio, sì, ci siamo visti, ma mai veramente.

Il nostro rapporto è tornato in modo drastico, radicale e doloroso, al “che c'è per pranzo?”. A volte, l'ammetto, dice anche “Gwen” alla fine della domanda. Allora io preparo cibo più buono.

È stupido, lo so. Soprattutto il mio star zitta, è stupido. Dopo ciò che mi ha detto Gwen, la presa di mira, la scelta che forse Ryan farà … E dopo ciò che è successo con lui, beh, pensavo che almeno un “ciao, come va?” me lo potessi permettere!

Ed invece no.

Prendo le chiavi dalla borsa per chiudere a chiave. In realtà non so se Ryan è dentro casa, forse lo sto chiudendo là, ma non m'interessa. È chiuso dentro? Peggio per lui. Quando mi tratterà meglio, non “bene”, ma meglio, non chiuderò la porta.

Mentre infilo con velocità le chiavi nella toppa, mi sento proprio come Annie (si chiamava così?) che tiene in ostaggio Paul, in “Misery”, quel libro di Stephen King. Non è ovviamente una buona cosa, né è ciò che voglio, ma... Insomma, è solo un po' di vendetta. Mica lo costringerò ad una sedia a rotelle, né gli taglierò un piede, andiamo!

Sto già girando la chiave, quando qualcuno, dietro me, dà un forte colpo di tosse. La prima cosa che penso è: oddio, questo è proprio Ryan che mi chiede perché sto chiudendo. Poi però mi rendo conto che Ryan, quando tossisce, è molto più silenzio e curato ed in più, questa è una tosse femminile. Ma non è nemmeno quella di MJ, no: lei tossisce come un cavallo, poi aggiunge “Porca merda!”.

Così mi volto. Magari è Annie, oddio.

Invece è una ragazza dai tratti insignificanti, ma con delle gambe (l'ammetto!) stupende, che porterà almeno una quarta. Abbondante.

È una … Hmmm, Signora?

“Scusa?” domando, più per educazione che per altro.

Lei alza un sopracciglio (rifatto) e mi lancia un'occhiata carica d'astio. “Non ti scuso. E ora su, aprimi.”

ecco, queste sono cose che mi fanno montare la rabbia, l'odio, il nervoso. In più questa puttana ha una voce acuta e nasale (non credevo fosse possibile!) e, dio mio!, l'erre moscia!

È terribile. Ma mi concentro, dio solo sa quanto!, per non ammazzarla. Domando, sicuramente più cortese di lei: “Perché dovrei? È casa mia.” Già. E dentro, forse, c'è la mia quasi ragione di vita. Okay, esagero sempre.

Lei alza anche l'altro sopracciglio. È ridicola, brutta. Grottesca. Nei suoi occhi passa un'espressione veloce, è insicurezza, dubbio. Poi però torna strafottente, come al solito. “Come? Questo non è l'appartamento...?”

“Sì, lo è.”

“E allora, fammi entrare!” scalpita, mi sembra una cavalla pazza.

Sorrido. “No. È casa mia.”

Quante rotelle non ha?

Si avvicina di più. Ma è pericoloso, per lei: da quando sono stata... Hmmm, assalita, voglio più distanza tra me e le persone e così, con una piccola (ma neanche tanto!) spintarella, la sposto.

“Non toccarmi!” sibila come una serpe. “Devo andare da Ryan! È la mia giornata!”

E' … Cosa?

Oh, no. Questo proprio no.

Un odio mi cresce dentro, forte, tremendo. Sembro sempre più Annie. Dio.

Prima, è venuto a vivere a casa mia, con insulse preteste e stupide pretese.

Poi, ha mangiato ciò che io ho cucinato, a me ha rotto il cazzo perché “dov'è il pranzo?”.

E ora, vuole dentro le mie mura una troia? Stupida, baba, ignorante, brutta, con la voce nasale e acuta e la erre moscia?

Ma scherziamo?!

E poi, un momento. Ryan non s'era affezionato a me? Pensavo, santo dio, che non mi parlasse molto perché era lui di per sé così! E invece, è perché proprio non voleva parlarmi!

Mi sento così... Delusa, sì.

È come tornare al passato.

Lancio un'occhiata di fuoco a questa troia, quest'insopportabile vacca, quindi la supero, destabilizzata.

No, no, no, non doveva succedere! Perché a me? Perché di nuovo? Cos'ho fatto?

Sto per arrivare alle scale, quando una mano unta e disgustosa mi affera. “Aspetta!” sibila, con voce alta “Aprimi! È il mio lavoro!”

Oh no. Non posso sopportare un attimo di più tutto questo delirio, tutto questo tradimento … Anche se in realtà, di vero tradimento non si può parlare.

Mi avvicino a lei, disgustata. Sta qua ancora mi tiene il braccio ed è... ributtante! Chissà cos'avrà toccato con quella mano, e quante volte...

OH NO!

“Primo, non toccarmi mai più” sibilo, con una voce che potrebbe far gelare tutto, che potrebbe spaventare anche il più coraggioso o violento degli uomini. Lei indietreggia, mollandomi, potrandosi poi la mano al petto, neanche l'avessi scottata o morsa o graffiata.

“N-no...” bisbiglia, arretrando finché, col suo bel culo finto, non va a sbattere contro il muro. Vorrei che quel muro ti crollasse addosso, troia.

Muori, troia, penso. Mi avvicino a lei, quasi correndo, con il volto che è una maschera, non trapela nulla ma dentro sto bruciando, ardo, vado a fuoco, scotto e faccio a pezzi, a brandelli, in cenere.

“Cos-” comincia, ma la interrompo, con lo sguardo.

Se gli sguardi potessero uccidere, penso, divertita adesso, tu saresti già sotto terra!

sì. con Ryan, però. Come può avermi … tradita?

È che non mi ha tradita, cazzo.

“Non so perché vuoi entrare là” mormoro, sentendo ancora dentro me tutta questa marea d'emozioni che mi travolge, tutte spingono per uscire, facendo cadere le altre. E allora è: un attimo odio, poi divertimento, ilarietà, poi rabbia, violenza, poi incredulità, poi depressione... Tutte emozioni che non arrivano solo dal presente, ma anche dal passato, dal mio passato.

Probabilmente starò sembrando pazza a questa qua, ma io devo sfogarmi, devo, perché non l'ho fatto per anni. Lei è semplicemente la mia valvola, il mio capro espiatorio... Insomma, su di lei lascio tutto il mio peso, le mie emozioni.

Che se le tenga pure: non sono gelosa.

Che si tenga pure quell'attimo di bontà con Ryan: non m'importa.

“Anzi, so perché devi andarci” continuo, imperterrita. Ed è odio, è divertimento, è depressione. “Ma il fatto è... che non m'importa un cazzo.

Aggiungerei altro, molto altro, ma è già tardissimo.

Così corro al lavoro, lasciando quell'essere là, disorientato, spaventato, in preda al peso di tutto ciò che ho vissuto e che le ho passato con uno sguardo.

Magari cadrà dalle scale e morirà, chissà. Ops, che peccato. Quanto piangerò, se morirà. Tanto.

 

Quando torno a casa lei non c'è più. Non è sulle scale e non è sul pianerottolo, in attesa di fare il suo lavoro. Ma che schifo!

La giornata è stata pessima: c'era poco lavoro, c'era molto tempo per pensare. Così ho ragionato, pensato, deciso … Ho deciso che Ryan, ahimé, non mi ha scelta.

Nonmihasceltanonmihasceltanonmihascelta. Né mai lo farà. Non-mi-ha-scelta.

Quando entro nell'appartamento lui non è in casa, o almeno, io non sento rumori, cosi arrivo alla conclusione che non c'è.

Chiamo MJ. Non ho fame, non ho sete, non ho sonno.

Non provo niente.

Il passato tornerà, sempre. E questa volta l'ha fatto con stile.

“MJ?”

“Sì? Tesoro, che c'è?” domanda, percependo il mio stato d'animo.

“Non mi ha scelta...” bisbiglio pianissimo, così piano che nemmeno io lo sento.”

“Che? Che hai detto, Gwen? Il delta?

Io avrò parlato piano, ma MJ è pure mezza sorda, eh..

“Non mi ha scelta!” ripeto a voce più alta.

È doloroso.

Nah, non lo è. È più che doloroso, è la morte!

“Cosa?!”

“NON-MI-HA-SCELTA!” urlo. Cazzo, quant'è sorda!?

“Questo l'ho capito! Ma perché?”

“Perché-”

Che vuol dire tutto questo?” domanda una voce dietro me.

Una voce, ho detto?

Ho davvero detto così?

Beh, non è una voce. È la voce.

“Cazzo” prorompo, visibilmente alterata.

Da una parte c'è Ryan, mezzo nudo , che chiede spiegazioni, appoggiato alla porta. Dall'altra c'è MJ, che pure chiede più informazioni, ma con la sua solita eleganza, e cioè: ''cazzo! Merda, cos'hai? Porca merda!”. Penserà che ho avuto un attacco cardiaco.

Ed in effetti non escludo l'idea.

Sono totalmente in balia degli occhi di Ryan che, gelidi, mi scrutano. Sarà sicuramente fuori di sé per ciò che ho fatto, per ciò che gli ho fatto.

Ma chissene.
 


(https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRBBuBBm13dpcTPMWQeQ1cFqGKcOdLU6foV1VPhuFoANnzn8mxYbw, Annie). 

Misery è un romanzo di Stephen King, scritto nel 1987. Si tratta di un thriller psicologico ambientato in Colorado, dal quale è stato tratto un film, nel 1990. Con questo libro S. King ha vinto il premio Bram Stoker.
http://it.wikipedia.org/wiki/Misery_(romanzo).

ANGOLO AUTRICE.
Spero di non aver turbato nessuno con "Misery" :P In ogni caso, se qualcuno è interessato e/o vuole vedere un bel bel bel film, su cineblog01 si può trovare tranquillamente 'misery' e guardarselo direttamente. :3
Ebbene, tornando alla storia. E' vero, non pubblico da un bel bel bel po'. Però non è che voi siate cosi' attive nell'aiutarmi, recensire... :c
In ogni caso questo capitolo mi è uscito di getto, perciò... eccoci qua.
Spero che recensirete. se proprio non avete nulla da dire, fa schifo ma nemmeno avete voglia di tirarmi pomodori, pazienza: vi capirò. Non è sto granché la storia.
Comunque tornerò a scrivere, tra un po'. Se vi va, aspettatemi. Sennò ancora vi comprenderò! :3
Hi, meme1.
(ecco qua...Ryan!)

Bene, ora scappo davvero.
Spero sinceramente che nessuna di voi, adesso, chiuderà chi odia in una stanza e lo costringerà a scrivere insulsi romanzetti XD per poi tagliargli un piede! ahahah, è stato un momento epico e rivoltante del libro, ammettiamolo. Annie è ammattita! :')
Byebye
 
  
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