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Autore: lumieredujour    27/10/2013    3 recensioni
Sei OS che scrivo per descrivere quelle che secondo me sono i momenti più imbarazzanti che quasi ogni ragazza ha il "piacere" di passare quando s’innamora. Sarà un crescendo di situazioni che mi fanno battere i denti al solo pensiero. Se siete ragazze, leggete e ditemi se non siete d’accordo anche voi.
Se siete ragazzi, vedete e ammirateci per il nostro coraggio.
Se siete genitori (e soprattutto padri), beh, vedete quanto è difficile per noi avere a che fare con certe cose. Fidatevi, esperienza personale.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. Pranzo di famiglia


Silvia si alzò dal letto come uno zombie. In sottofondo c’erano le tipiche canzoni natalizie come sveglia che ricordarono alla ragazza che giorno fosse: il 25 dicembre. Andando in bagno urlò al suo ragazzo in modo gentile:
-Svegliati coso! Fra tre ore dobbiamo essere a casa dei tuoi!-
Le coppie normali usavano nomignoli dolci come “amore”, “tesoro” o “patatina” mentre Silvia e Paolo no, si chiamavano affettuosamente “coso” e “cosa”.
Mentre la ragazza stava entrando nella doccia sentì uno stanco grugnito provenire dalle lenzuola.
-Silvia se dobbiamo essere lì fra tre ore, perché ci siamo svegliati così presto?- il ragazzo parlava strascicando le parole.
La testa gocciolante di Silvia uscì dal box doccia sorridendo sadica. Paolo entrando in bagno ebbe paura.
-Perché dobbiamo andare a prendere i miei, amore-
Paolo strabuzzò gli occhi e si passò una mano fra i capelli, scompigliandoli ancora di più. Si chiamavano con qui nomignoli solo per darsi sui nervi o quando erano sinceramente arrabbiati. Come aveva fatto a dimenticarsi di una giornata così agghiacciante? Era completamente sveglio. Chi gliela aveva fatto fare?
Mentre pensava questo Silvia uscì dalla doccia e capì perché valeva la pena vivere quella giornata: per lei.
-Mi faccio una doccia veloce e andiamo- la baciò affettuosamente ed entrò canticchiando in doccia.
Dopo una mezzoretta tutta questa leggerezza di spirito era sparita. Entrarono in macchina scuri in volto e con il braccio di lei che sfiorava distrattamente i capelli di lui.
Arrivarono davanti alla porta dei genitori di lei e Silvia si voltò per le ultime raccomandazioni alla sua dolce metà:
-Allora questa sarà una giornata impossibile. I miei saranno a disagio, i tuoi anche e a noi tocca smuovere l’atmosfera. Questa sarà l’ultima giornata prima del nostro viaggio per le capitali d’Europa: Praga, Amsterdam, Londra, Berlino, Parigi. Pensa a queste cose mentre staremo lì. Ricorda che ti amo-
-Ti amo anch’io. Che il pandemonio abbia inizio.- un bacio veloce e i suoi arrivarono.
-Buongiorno Paolo tutto bene?- la madre di Silvia entrò impettita nella macchina, iniziando a studiare lo stato dell’abitacolo.
Il padre di Sarah entrò, gli strinse la mano in modo freddo e partirono.
Per tutto il viaggio l’unica cosa che Paolo sentì fu il borbottio delle ragazze che sedevano sui sedili posteriori e le frasi del genere “rallenta ragazzo, non voglio morire” emesse dal padre di Silvia.
Arrivati nel vialetto di casa scesero e si preparano ad entrare. Suonarono il campanello e iniziò- così come Paolo e Silvia l’avevano soprannominata- la fiera dell’ipocrisia.
-Ciao Fabiola, come stai?- disse la madre di Sarah baciando sulle guance la madre di Paolo
-Ciao Caterina, tutto bene. Buon natale! Buon natale anche a te Massimo-
Baci e bacetti, frasi di circostanza dette e imbevute di auguri di natale.
Il padre di Paolo, Leonardo, si accostò a Massimo.
-Tutto bene tra i ragazzi?-
-Penso di sì. Sai, non sono il loro consigliere.- disse Massimo prendendo un bicchiere di vino.
-Capisco. Lo vuoi un sigaro prima d’iniziare a pranzare?-
-Certo andiamo- e si avviarono verso terrazza, per la felicità di Silvia
“Meno due” pensò.
-Fabiola, queste tende sono divine! Dove le hai comprate?- disse la madre di Silvia
-Oh Caterina cara, tende così non le compri mica. Queste le ho fatte io!-
-Davvero? Devi essere una sarta davvero sublime. Cosa hai cucinato per oggi?-
-Oh, mi sono fatta aiutare da mia figlia Giulia che purtroppo non potrà venire. Sai, è stata invitata dai suoceri, ma ci teneva a fare qualcosa per voi.-
Silvia e Paolo si trovavano in mezzo alle due donne, seguivano la conversazione come si segue una partita di tennis voltando la testa incessantemente. Scoprendo questa notizia Silvia si sentì mancare la terra sotto i piedi.
-Quindi Giulia non verrà?- la ragazza era sbiancata.
Come sarebbe riuscita a sopportare tutti e quattro da sola?
-No, ahimè. Ma vi saluta calorosamente!- le sorrise Fabiola.
Silvia si appuntò mentalmente di strozzare la cognata e sorrise vedendo la casa addobbata per bene.
Per lei il Natale era sempre una festa speciale, ma quest’anno Paolo non aveva voluto addobbare la casa perché durante le vacanze non ci sarebbero stati.
-Signori accomodatevi è meglio iniziare a mangiare!-
Si sedettero a tavola: i due capofamiglia a capotavola, sulla sinistra c’erano le madri e sulla destra la coppia sciagurata, che si teneva per mano.
Iniziarono a mangiare, sorridendo e elogiando la padrona di casa per la bontà delle pietanze.
Man mano che il vino in circolo aumentava, però, anche le gaffe e le situazioni pericolose aumentavano.
-Paolo caro, ti ricordi della tua ex fidanzata alessia? Cara ragazza, l’altro giorno è venuta a trovarci! Saluta calorosamente te e Silvia.-
Silvia sorrise melliflua e tirò un calcio a Paolo che stava sorridendo sotto i baffi.
-Oh amore, mi aiuti a preparare il dolce?- disse Fabiola a Silvia con uno sguardo che lasciava intendere una conversazione importante.
La ragazza annuì e si alzò, non prima d’aver lanciato uno sguardo disperato al suo ragazzo. Così, mentre stavano tagliando a fette la torta al cioccolato , Fabiola iniziò a parlare.
-Allora tesoro, sono ormai tre anni che tu e il mio Paolo siete assieme. Avete voglia di fare il grande passo?-
-Ehm signora, non chieda a me. Per tradizione è l’uomo a doverlo chiedere alla moglie.-
- Lo so, lo so, ma tu ami il mio ragazzo?- questa continua ripetizione dell’appartenenza di Paolo l’irritò.
-Io amo Paolo, è il mio ragazzo, l’unico uomo della mia vita. E nei suoi confronti non ho il minimo dubbio- disse Silvia e si avviò nella sala da pranzo contenta di aver “vinto” la partita.
-Paolo, amore, la tua ragazza la sto vedendo un po’ più abbondante, non è che è incinta e ce lo state nascondendo?- disse Fabiola entrando in sala e facendo sputare il bicchiere d’acqua che il figlio aveva appena bevuto.
“Ho vinto una battaglia, non la guerra” pesnò silvia digrignando i denti.
-No, mamma, non siamo incinti. Te lo avremmo detto altrimenti.- Paolo rise forzatamente e lanciò uno sguardo disperato alla sua ragazza.
Mangiarono in silenzio il dolce, assaporando ogni boccone.
Questi silenzi erano provvidenziali, un balsamo per le orecchie di Silvia e per il mal di testa di Paolo, causato dal troppo stress.
Il caffè lo bevvero in salotto scambiandosi i regali di natale e ringraziando forzatamente per doni non voluti e mentre i padri parlavano dei sigari, le madri delle case, Silvia e Paolo fecero il bilancio della giornata.
-Non è andata male, dai. A parte piccole questioni risolvibili, penso che ne siamo usciti indenni- bisbigliò Silvia
-Sì, hai ragione, ma ti prego fingi un malore e andiamocene.- chiese Paolo
-E’ stata una bellissima giornata in famiglia, ma io e Silvia dobbiamo finire le valige per il viaggio. Vi dispiace se ce ne andiamo un po’ prima?-
-Oh cari, andate andate non preoccupatevi! Riaccompagnamo noi i genitori di Silvia, voi andate. Buone vacanze cari!- disse il padre di Paolo, rosso in viso per il troppo vino bevuto.
I ragazzi colsero questa occasione al volo e salutarono frettolosamente i propri genitori per poi inifilarsi velocemente in macchina.
-Pensi che si scuoieranno mentre noi non ci siamo?- chiese Paolo mettendo in moto
-Non credo, sono tutti troppo ubriachi per fare molto.- disse sorridendo Silvia.
E un’altra giornata in famiglia era passata.


*angolino* scusate l'indecente ritardo, ma questo capitolo è stato seriamente un parto! ditemi cosa ne pensate! ormai mancano solo due capitoli alla fine, non ci credo.
tanti cuori
em
  
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