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Autore: Shannara_810    15/04/2008    0 recensioni
SWEEP: quando la magia diventa realtà. Piccola storia senza pretese, tratta dai meravigliosi romanzi di Cate Tiernan, che cerca di diffondere nel cuore delle persone la magia di questi libri. Chi, fra coloro che conoscono questa storia, non si è mai chiesto almeno una volta cosa sarebbe potuto accadere se Cal e Hunter fossero cresciuti insieme? Beh, questo racconto vuole proprio tentare di darvi una risposta.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Mabon 1992
Oggi la febbre è calata ancora e sono riuscito a mandar giù un pò di minestra. Sono persino riuscito a restare sveglio per più di pochi minuti.
Tutto è così confuso. Realtà, visioni, ricordi...
Incubi... orribili incubi.

Non riesco a capire cosa mi sta succedendo. Non so più cosa è vero o cosa è solo frutto della mia mente stanca e febbricitante.
Ho solo dieci anni ma mi sento tanto più vecchio. Come se avessi vissuto mille e mille vite ancora, l'una dopo l'altra. Tante vite segnate solo dal dolore e dalla disperazione.
Non so se questo sia possibile, ma ho un'unica certezza: la mia infanzia è finita, perduta per sempre.
Gli occhi continuano a bruciarmi, però, faccio di tutto per tenerli aperti. Non voglio dormire, no. Non voglio.
Ho paura di chiudere gli occhi e risvegliarmi di nuovo in quella grande casa gelida.
Ho paura di risentire quelle grida inumane e vedere la Bestia dagli occhi rossi inseguirmi ancora...

E raggiungermi...

E ghermirmi...

E strapparmi alla luce del sole, questa volta, per sempre.
Ogni notte, sempre lo stesso sogno. Ogni notte, da quando mi sono risvegliato dal lungo sonno. Ogni notte, lasciandomi alla fine spossato e debole, ancora più della febbre che non mi lascia mai libero.
Nulla intorno a me è familiare. Una stanza piccola e spoglia, sempre immersa nell'ombra.
Un piccolo raggio di luna filtra da un esile spiraglio sfuggito alle finestre serrate. Un raggio di luna. L'unico mio contatto con il mondo esterno.
E proprio sotto la luce fioca di questa pallida luna che ho deciso di scrivere su codesto mio nuovo Libro delle Ombre.
Me lo ha regalato la donna dai capelli rossi, dicendo di scriverci i miei pensieri, i miei sogni, le mie speranze. Mettendo su carta tutto ciò che mi porto dentro. Perché, in questo modo, scegliere la strada migliore per il mio futuro sarà più facile.

Un futuro libero... tutto mio.
Questo è un pensiero strano per me: una vita mia, dove sono io a scegliere cosa è giusto e cosa è sbagliato.
E' una grande responsabilità questa e mentirei se non dicessi che mi fa paura, però...

È … è bello. Così bello.

 La mia vita... mia.
Queste parole hanno un suono così dolce.
Alle volte, quando pensa che io stia dormendo, la donna dai capelli rossi si siede accanto al mio letto e mi accarezza i capelli. Mi canta una dolce nenia e prega la Dea affinché io guarisca.

Affinché cresca sano e forte... felice.
Essere felici.

Questo è un altro concetto strano per me. Le persone vivono per essere felici. Perché?
Nella mia vecchia vita, ciò che contava era il potere. Ho iniziato a studiare la Wicca quando avevo solo quattro anni e mi è stato sempre ripetuto che quello che facevo serviva a raggiungere un potere più grande.
La donna dai capelli rossi... no, Fiona.

Il suo nome è Fiona.

Invece, Fiona mi dice che devo vivere per essere felice. Non riesco a capire bene cosa vuol dire ma credo che questo un senso ce l'abbia.
Ahhh!

Una nuova fitta al fianco. E' un dolore fortissimo ma una parte di me lo accetta volentieri. Questo dolore mi ricorda che sono vivo.
Qualcosa di umido mi bagna il fianco. La ferita deve aver ripreso a sanguinare. Quando si rimarginerà, rimarrà una bella cicatrice.

L'ultimo ricordo della mia vecchia vita, del vecchio Cal Niall e... di lei.
No, non voglio più parlare di lei. Per me è scomparsa insieme all'altro Cal. Non è nulla per questo nuovo io, un'estranea.
Il raggio di luna si sposta ancora un pò su queste coperte spesse. Deve essere l'ora di cena.
Il mio stomaco già inizia a borbottare. Beh, almeno vuol dire che sto guarendo.
Ogni sera, Fiona mi cambia la fasciatura. Mi applica una salvia speciale e mi bacia la fronte.
Il suo viso è pallido e segnato dalla fatica e dalle preoccupazioni, però, lei non smette mai di sorridermi. Come chi, nonostante sia stata vittima di un grande terrore, ha trovato in sé la forza per scacciarlo via.
Ecco mi è successo di nuovo.
Cos'è questa strana sensazione che ho nel petto? Come una bolla calda sale dalla bocca dello stomaco fino alle guance, facendomi arrossire ogni volta che lei mi sfiora o mi parla con la sua voce gentile. E' ammirazione? Gratitudine? Affetto?
Non sono suo figlio. Anzi, dovrebbe avere tutti i motivi per odiarmi ma lei non lo fa. Mi ha salvato, mi ha guarito.
Fiona dice di volermi bene. Non dovrei fidarmi ma voglio crederle. Sembra una persona sincera.
Strani rumori provengono da fuori la porta di questa mia stanzetta. Dei sussurri. Devono essere tornati.
Fiona e Daniel... mio padre.
Un padre che mi ha abbandonato, dimenticato, lasciandomi nelle mani di lei.
Un padre che, anche quando tenta di parlarmi, non mi guarda mai negli occhi e fugge subito dopo.
Un padre per cui ho dato la mia vita e che, so, non mi vuole. Non prova affetto per me, ma solo senso di colpa per quello che è accaduto.
Io non sono suo figlio, non sono come Giomanach o Linden o Alwyn.
Io sono il figlio di lei.
Io sono soltanto Sgath, l'Oscurità. Quello inutile, messo da parte, senza alcun valore.
Lei spesso mi parlava di loro, urlando contro l'uomo che ci aveva abbandonati per un'altra donna, che si era rifatto una famiglia lontano da noi e aveva avuto altri figli più importanti di me.
Per molto tempo, sono stato arrabbiato con Daniel... papà, per avermi lasciato, ma una vocina dentro di me ha sempre sussurrato che lui non voleva farlo, che ci è stato costretto, che mi vuole bene nonostante tutto.
Ma allora perché se n'è andato e non mi ha portato con lui?

È stata colpa di lei?

È tutto troppo difficile da capire. Però, una cosa è evidente: papà è felice con Fiona. Anche se sono costretti a scappare. Lui è felice.
Posso quasi capirlo. Fiona è speciale.
Anche io voglio una persona che mi faccia felice come lei fa con papà. Voglio una persona dolce come Fiona.
Una persona che mi rimbocchi le coperte e mi dia il bacio della buona notte e mi abbracci e voglia leggere con me. Una persona gentile che mi sorrida sempre e sorrida sempre anche ai nostri figli.

È così che si comporta una vera mamma, vero?
Lei non mi ha mai abbracciato. Non mi ha mai detto che mi voleva bene.
Io ero solo uno strumento. Un oggetto che alla fine non le serviva più.
Prima di svenire, quella notte, le ho sentito pronunciare queste parole. Parole che non scorderò mai finché la Dea mi concederà di vivere.
Fiona e papà credono che io non ricordi nulla ma si sbagliano.
"Muori, sporco traditore. Mi libererò della tua presenza come di questo inutile moccioso bastardo. Mi vendicherò dell'affronto che ho dovuto subire!".
Un inutile bastardo. Così mi ha definito... non ho pianto per questo.
Nella Wicca esiste la Legge del Tre: tutto ciò che fai, ti ritorna indietro tre volte.
Un giorno, lei pagherà per il male che ha fatto. Sarò proprio io il braccio della Giustizia della Dea.
Le impedirò di fare altro male. Lo farò per Fiona e i miei fratelli e tutte le persone che ha fatto soffrire. Lo farò per Cal, il bambino che lei stessa ritiene di aver eliminato.
Lo farò, lo giuro.
Altri bisbigli, rumori di pentole.
Stanno discutendo.
L'altra sera, convinti che stessi ancora dormendo, li ho sentiti parlare di mandarmi dai Wyndekell, dal fratello di Fiona.
Lei non sa che sono sopravvissuto e per me è più sicuro andare lì, per crescere insieme ai miei fratelli.

È la scelta più logica, ma una parte di me vuole restare con Fiona. Al solo pensiero di separarmi da lei, calde lacrime mi segnano il viso.
Non sarà facile vivere con i Wyndekell, non mi faccio illusioni. Io sono un Woodbane puro e, anche se ho solo dieci anni, so benissimo che non siamo ben visti nella comunità wicca.
Fiona, però, durante i giorni in cui ero incosciente e che ha trascorso al mio capezzale, mi ha raccontato di una congrega speciale. Si chiamava Belwicket.

Una congrega composta interamente da Woodbane buoni che avevano rinunciato alla magia nera. Una congrega potentissima, rispettata da tutti.
Quando starò meglio, voglio saperne di più. Questa storia mi affascina.
Nonostante quello che lei mi ha detto, è possibile essere Woodbane e servire il Bene.
Oh, Dea. Accogli la mia preghiera. Questo mio impegno.
Crescerò buono e giusto, una strega degna della congrega di Belwicket.
Crescerò buono e giusto, forte e saggio, in modo che Fiona... la mia nuova mamma sia sempre fiera di me.
In modo che continui a sorridermi come ha fatto fino ad ora.
Il mio nome è Cal Blaire, Sgath, e sono morto e rinato nel sacro giorno di Imbolc. Questo è il mio giuramento più solenne.

Sgath

  
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