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Autore: Marne    28/10/2013    2 recensioni
Quattordici (+1) momenti di vita delle coppie del Vecchio Continente, tradizionali e non.
Momenti felici, tristi, momenti di risate e di pianti.
...
01. Fuga {Ross/Emily} x
02. Morte {Clarisse/Nassar} x
03. Colti sul fatto {Jordan/Jerome} x
04. Paperella di gomma {Stephen/Christabel} x
05. Malinteso {Fay/Jordan} x
06. Il cavaliere in una scintillante armatura {Julian/Megan} x
07. Fredda notte invernale {Fabian/Anna} x
08. Dormi con un occhio aperto {Axel/Eloise} x
09. Incubo {Comandante Lasaire/Erin} x
10. Non è quello che sembra! {Jordan/Jerome} x
11. Affetto {Bryce/Sophia} x
12. Perversione {Damian/Rafael} x
13. Deja Vu {Gil/Lara} x
14. Minaccia {Axel/Belladore} x
+1 Scuoti il bacino! {Bryce/Morton/Haddams} x
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Black Friars

Fandom: Black Friars.
Pairing/Personaggi: Julian Lord/Megan Linnet.
Rating
: Verde.
Chapters
: 6/14+1.

Genere: Commedia.
Words:  583
Canon or Fanon?: Fanon, anche se credo che Julian sarebbe proprio capace di una cosa simile!

Note: Il mio ritardo è imperdonabile. Davvero imperdonabile. Chiedo umilmente perdono, ma l’università mi ha talmente sconvolta da succhiarmi via tutta la gioia di vivere e la fantasia. Ho raccolto tutto il mio coraggio e mi sono decisa a scrivere questa cosina che, in tutta sincerità, non mi soddisfa particolarmente. Mi scuso ancora tantissimo per il ritardo e spero che apprezzerete questo mio piccolo tentativo!

Grazie per la pazienza!

 

 

Il cavaliere in una scintillante armatura.

Julian&Megan

 

 

Nessun uomo dotato di facoltà mentali nella norma osava guardare negli occhi Megan Linnet per più di cinque secondi.

Nessuno osava rivolgerle più parole del necessario, terrorizzato all’idea di venire fulminato da uno dei suoi sguardi assassini.

Nessuno avrebbe mai pensato di porsi in mezzo alla sua strada, a meno che non avesse desiderato avere una morte molto lenta ed estremamente dolorosa.

« Buongiorno, Onorabile Megan! »

Nessuno sano di mente avrebbe fatto qualcosa del genere, ma Julian Lord non era assolutamente da considerarsi come tale.

Come ogni mattina, lui la aspettava all’uscita del Collegio di Maderian e la accompagnava, a due rispettosi passi di distanza - no, non per educazione ma per semplice istinto di conservazione - e con un enorme sorriso ad illuminargli il viso da mascalzone, fino all’Ospedale della Misericordia, per poi correre via, per poter seguire le proprie lezioni.

Incredibilmente, riusciva a presentarsi alla fine di ogni turno, ronzandole intorno come una piccola ape dispettosa, alla ricerca di un po’ di miele che, probabilmente, non avrebbe mai e poi avuto. Non da quel fiore.

Accadde, però, che, una mattina di dicembre, l’Onorabile Megan scordasse in camera la relazione per il Dominus di Tanatologia, su cui aveva tanto, tanto lavorato. Desolata ed in tremendo ritardo, la giovane dottoressa non aveva visto altra speranza se non l’allegro giovanotto che continuava a ronzarle intorno. Mentre la tormenta imperversava, fuori dalle mura della Misericordia, Julian Lord si era imbarcato l’ignobile impresa di raggiungere il Collegio Maderian e portare, in tempo per la Nona, la tanto agognata relazione alla legittima proprietaria. Ma lui non se ne preoccupò né diede segno di essersi risentito di un compito tanto ingrato e tanto - vista la neve che precipitava sulla Vecchia Capitale - gelido, mostrandosi invece lieto come un bambino la mattina di Natale.

Il motivo della sua gioia fu immediatamente chiaro la mattina dopo a tutti i giovani dottori del pronto soccorso, che se lo ritrovarono su uno dei lettini, febbricitante e delirante, assistito da una vagamente scocciata - o forse divertita? - Dottoressa Linnet, che tentava, invano, di impedirgli di decantare ad alta voce circa tredici diversi sonetti d’amore.

« Oh, mia diletta, mia amata! La tua presa delicata sul mio braccio irradia il mio cuore di puro ed eterno amore! »

« Credo che la febbre sia salita, gli hai lasciato un livido e lui continua a definire la tua come “presa delicata” » Eloise Vandemberg alzò gli occhi al cielo, pronunciando quelle parole e rammentando, con divertimento, l’incontro fatto con il ragazzo il giorno precedente. Era stato lui stesso a prendere il compito dalla borsa della donna, per poi fare avanti ed indietro, sotto la neve, per potersi ammalare e ricevere le sue cure.

« Ha quello che si merita. Avrebbe potuto indossare un mantello, invece di andare a passeggio sotto la neve con solo la camicia » Stephen Eldrige passò di lì in quell’istante, borbottando quelle poche parole e sgusciando velocemente via, per raggiungere la sua Tana. Anche lui era a conoscenza del riuscito piano del giovane Lord, probabilmente.

« Beh, lui non ha un mantello bianco, per questo è rimasto in camicia » mormorò quindi, criptica, la destinataria di tante delicate parole d’amore, lasciandosi andare ad una risatina secca e vagamente ironica. « Sai, lui è il mio cavaliere in una scintillante armatura. Anche se, la prossima volta che deciderà di farsi ricoverare, preferirei che si rompesse qualcosa, piuttosto che prendere la febbre. Quando sono così storditi non sentono dolore. »

   
 
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