Fandom: Black Friars.
Pairing/Personaggi: Julian
Lord/Megan Linnet.
Rating: Verde.
Chapters: 6/14+1.
Genere: Commedia.
Words: 583
Canon or Fanon?:
Fanon, anche se credo che Julian sarebbe proprio capace di una cosa simile!
Note: Il
mio ritardo è imperdonabile. Davvero imperdonabile. Chiedo umilmente perdono,
ma l’università mi ha talmente sconvolta da succhiarmi via tutta la gioia di
vivere e la fantasia. Ho raccolto tutto il mio coraggio e mi sono decisa a
scrivere questa cosina che, in tutta sincerità, non mi soddisfa
particolarmente. Mi scuso ancora tantissimo per il ritardo e spero che
apprezzerete questo mio piccolo tentativo!
Grazie per la pazienza!
Il cavaliere in una scintillante armatura.
Julian&Megan
Nessun uomo dotato di
facoltà mentali nella norma osava guardare negli occhi Megan Linnet per più di
cinque secondi.
Nessuno osava
rivolgerle più parole del necessario, terrorizzato all’idea di venire fulminato
da uno dei suoi sguardi assassini.
Nessuno avrebbe mai
pensato di porsi in mezzo alla sua strada, a meno che non avesse desiderato
avere una morte molto lenta ed estremamente dolorosa.
« Buongiorno, Onorabile Megan! »
Nessuno sano di mente
avrebbe fatto qualcosa del genere, ma Julian Lord non era assolutamente da
considerarsi come tale.
Come ogni mattina,
lui la aspettava all’uscita del Collegio di Maderian e la accompagnava, a due
rispettosi passi di distanza - no, non per educazione ma per semplice istinto
di conservazione - e con un enorme sorriso ad illuminargli il viso da
mascalzone, fino all’Ospedale della Misericordia, per poi correre via, per
poter seguire le proprie lezioni.
Incredibilmente,
riusciva a presentarsi alla fine di ogni turno, ronzandole intorno come una
piccola ape dispettosa, alla ricerca di un po’ di miele che, probabilmente, non
avrebbe mai e poi avuto. Non da quel fiore.
Accadde, però, che,
una mattina di dicembre, l’Onorabile Megan scordasse in camera la relazione per
il Dominus di Tanatologia, su cui aveva tanto, tanto lavorato. Desolata ed in
tremendo ritardo, la giovane dottoressa non aveva visto altra speranza se non l’allegro
giovanotto che continuava a ronzarle intorno. Mentre la tormenta imperversava,
fuori dalle mura della Misericordia, Julian Lord si era imbarcato l’ignobile
impresa di raggiungere il Collegio Maderian e portare, in tempo per la Nona, la
tanto agognata relazione alla legittima proprietaria. Ma lui non se ne
preoccupò né diede segno di essersi risentito di un compito tanto ingrato e
tanto - vista la neve che precipitava sulla Vecchia Capitale - gelido,
mostrandosi invece lieto come un bambino la mattina di Natale.
Il motivo della sua
gioia fu immediatamente chiaro la mattina dopo a tutti i giovani dottori del
pronto soccorso, che se lo ritrovarono su uno dei lettini, febbricitante e
delirante, assistito da una vagamente scocciata - o forse divertita? - Dottoressa
Linnet, che tentava, invano, di impedirgli di decantare ad alta voce circa
tredici diversi sonetti d’amore.
« Oh, mia diletta,
mia amata! La tua presa delicata sul mio braccio irradia il mio cuore di puro
ed eterno amore! »
« Credo che la febbre
sia salita, gli hai lasciato un livido e lui continua a definire la tua come “presa
delicata” » Eloise Vandemberg alzò gli occhi al cielo, pronunciando quelle
parole e rammentando, con divertimento, l’incontro fatto con il ragazzo il
giorno precedente. Era stato lui stesso a prendere il compito dalla borsa della
donna, per poi fare avanti ed indietro, sotto la neve, per potersi ammalare e
ricevere le sue cure.
« Ha quello che si
merita. Avrebbe potuto indossare un mantello, invece di andare a passeggio
sotto la neve con solo la camicia » Stephen Eldrige passò di lì in quell’istante,
borbottando quelle poche parole e sgusciando velocemente via, per raggiungere
la sua Tana. Anche lui era a conoscenza del riuscito piano del giovane Lord,
probabilmente.
« Beh, lui non ha un
mantello bianco, per questo è rimasto in camicia » mormorò quindi, criptica, la
destinataria di tante delicate parole d’amore, lasciandosi andare ad una
risatina secca e vagamente ironica. « Sai, lui è il mio cavaliere in una scintillante armatura. Anche se, la prossima volta
che deciderà di farsi ricoverare, preferirei che si rompesse qualcosa,
piuttosto che prendere la febbre. Quando sono così storditi non sentono dolore.
»