#Moment 16
 
Abbiamo scavalcato la recinzione.
Tris è tra le mie braccia, stiamo correndo verso quello che c’è al di là del mondo che abbiamo sempre conosciuto.
Mi fermo quando penso di essere abbastanza lontano e la rimetto a terra, ma senza smettere di sostenerla.
 “Stai bene?” le domando e lei annuisce, con le lacrime agli occhi.
Volge lo sguardo verso ciò che abbiamo di fronte e dischiude le labbra per la meraviglia; ma io continuo a guardare lei.
È la prima volta che realizzo che questa è la mia opportunità per rimediare ai miei errori, la mia occasione per conquistarla.
Niente più Quattro.
Si volta a guardarmi e mi sorride.
“Ce l’abbiamo fatta, Tris” le dico, sorridendo anch’io.
“Mi chiedo quando riprenderai a chiamarmi Rigida” confessa, ridendo.
“Probabilmente, mai” ammetto.
Siamo l’uno di fronte all’altra adesso.
Sento solo il rumore del battito del mio cuore, forte e veloce.
 “Ce l’abbiamo fatta” ripeto “siamo salvi”.
La abbraccio e appoggio delicatamente la mia fronte sulla sua.
Poi le prendo il viso tra le mani, chiudo gli occhi e la bacio.
Mi aspettavo uno schiaffo o peggio… E invece lei ricambia il mio bacio.
Mi manca il respiro, così mi stacco e le scosto una ciocca di capelli dal volto.
Mi guarda negli occhi.
“Cosa significa?” mi chiede, con voce roca.
Sostengo il suo sguardo e sorrido, accarezzandole la guancia.
“Te l’ho già detto, Tris. Tu mi hai salvato.” Sussurro.
Ed è vero.
Lei mi ha salvato dalla paura di amare, di provare dei sentimenti.
Mi ha salvato in tutti i modi possibili.  
Rimaniamo a fissarci per quelli che sembrano minuti, poi mi decido a posare le mie labbra sulle sue, di nuovo, con più sicurezza e questa volta non è solo per la gioia di avercela fatta, di essere vivi.
È un bacio più intenso e passionale… cerco di trasmetterle tutto ciò che provo.
Lei si stringe a me, ma tutt’a un tratto, sviene.