Anime & Manga > D.Gray Man
Segui la storia  |       
Autore: Ya_mi    31/10/2013    4 recensioni
Dal capitolo 1:
-[...] Il fatto di non avere nessuno, di non avere radici mi rende diversa dagli altri. E questo è uno di quei posti dove la diversità viene odiata sopra ogni cosa.-
L’espressione in quegli occhi azzurri era forte, a dispetto della timidezza che aveva ostentato prima.
Lavi l’aveva ascoltata con attenzione e aveva sentito qualcosa scattare dentro di lui.
Quella ragazza non aveva origine, non sapeva da dove veniva. Era un’emarginata, era... diversa.
Come lui.
Dal capitolo 15:
Non avrebbero dovuto fargli effetto le piaghe sparse sul corpo di quella ragazza, né l’espressione triste sul suo viso. [...] Si stava dimostrando debole, aveva abbassato le sue difese e ora stava accadendo l’inevitabile.
Lui, che era il solo tra i più soli, lui che aveva fatto voto di una vita dedita alla pura conoscenza e all’assenza di ogni tipo di legame, proprio lui... stava facendo andare in malora tutto quanto per una ragazzina.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rabi/Lavi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TUTTI: bentornati!!
Angelica: siamo tutti così felici di rivedervi!
Allen: e con così largo anticipo, per giunta!
Deak: ehi, ma dove si è cacciata quella piccola piattola?
Lavi: quale "piccola piattola"?
Deak: quella stronza dell'autrice, naturalmente! Non c'è!
Kanda: *gli tira una spadata* solo io posso permettermi il piacere di insultarla!
Figura mascherata: *appare dal nulla* esatto! Solo lui può insultarm... cioè, che maleducato! Non si dicono le parolacce in pubblico!
Angelica: e tu chi diavolo sei...?
Figura mascherata: io? Chi sono io? Ehm, uhm... allora...
TUTTI: sìììììììììììì??
Figura mascherata: io, certo, io... io sono... io soooono la voce dellla vooostra coscieeenzaaa...!
TUTTI: ...
Lavi: miss Yami? Si capisce subito che è lei...
Yami: *toglie la maschera* uffa, insomma! Non c'è neanche gusto a fare queste cose con voi!
Kanda: e perchè dovresti venire qui a far teatro con noi?
Yami: intanto perché oggi è Halloween, e quindi mi sentivo in dovere di fare qualcosa almeno qui (visto che nella realtà non potrò festeggiarlo! ç__ç), e poi per vedere come ve la cavate senza di me, naturalmente! E quest'oggi mi avete dimostrato che non vi si può proprio lasciar da soli a voialtri, un bel casino...
Lavi: oh, suvvia miss Yami, non dica così! Non abbiamo fatto niente...
Yami: appunto, non siete in grado di intrattenere gli ospiti/lettori da soli! E cosa succederà quando non potrò più stare qui con voi perchè la scuola mi spremerà come un limone per inculcarmi nella testa tutte quelle belle cosine che mi serviranno per l'esame di maturità? Esame a cui tra l’altro sono sempre più vicina dopo il meraviglioso otto in latino di oggi! Applauso, graaaazie!!
TUTTI: *applaudono* brava, bravissima!!
Yami: grazie, grazie. *si inchina* Ma insomma, che cretina, qui vi sto facendo perdere un sacco di tempo! Bentornati a tutti, scusate per lo spiacevole imprevisto, non vi precluderò oltre la lettura del capitolo, per saluti e info varie ci vediamo alla fine! Buona lettura a tutti!

CAPITOLO 14 – Odi et amo: sentimenti contrastanti o sensazioni concatenate?

-Tu ormai non sei più un Bookman, “Lavi”...-
L’inchiostro dell’asso di picche, ancora visibile nella mano di un Allen semisommerso, cominciò a sbiadire, mentre Lavi sentiva le forze scivolare via lentamente.
-Non sei degno di essere Bookman, “Lavi”. Ma non preoccuparti, anche se tu muori Bookman non si estinguerà. Perché io sono il vero te. Sarò io il successore di Bookman, mentre tu... tu sparirai... “Lavi”.-

 
Angelica guardava incredula ciò che accadeva sotto di lei, con gli occhi spalancati e quasi senza riuscire a respirare.
Poi la realtà sembrò compirla come una bastonata e cominciò a realizzare cosa avesse appena visto:
Lavi era stato pugnalato e ora giaceva riverso nell’acqua del canale, di lui spuntavano solo una spalla e il riflesso rosso dei suoi capelli. Il fatto che a ridurlo così fossero stati i loro amici e compagni rendeva il tutto ancora più grottesco e terribile.
D’improvviso la ragazza si sentì pervasa da una rabbia cieca e si mise ad urlare e a prendere a pugni e calci le pareti trasparenti della sua gabbia.
 
-No!! NO!! Lavi! Lavi, parlami!! Lavi, dimmi che puoi sentirmi!! Ti prego, Lavi! LAVI!!-
 
Lasciò le mani chiuse a pugno appoggiate contro la parete e chinò la testa incassandola nelle spalle, singhiozzando disperata.
Per la prima volta da quando era cominciata quella follia, Deak, che fino a quel momento aveva osservato l’agonia della sua controparte mantenendo un atteggiamento impassibile e con le braccia conserte, alzò lo sguardo verso di lei.
Angelica se ne accorse e ricambiò l’occhiata. Non stava guardando un punto a caso, il suo unico occhio verde, così atrocemente affine e dissimile a quello di Lavi, era fisso su di lei.
Dunque poteva vederla, dopotutto, e forse anche sentirla. Allora perché nessuno aveva prestato attenzione alle sue urla e alle sue lacrime?
Passarono qualche secondo a scrutarsi, entrambi con espressione seria.
Poi però la ragazza si sentì di nuovo piena di rabbia e cominciò a inveirgli contro, stringendo i pugni con così tanta forza da conficcarsi quasi le unghie nella carne.
 
-Che cosa hai fatto...? CHE COSA HAI FATTO?!-
Lo sguardo di Deak si rifece beffardo e perfido e il suo sorrisetto cattivo tornò ad ornargli il volto.
-Non lo so... che cosa ho fatto?-
-Lo hai ucciso!!-
Lui allargò le braccia.
-Tecnicamente sono stati loro, ad ucciderlo.-
Indicò con cenno le cupe copie di Lenalee, Kanda e Crowley, ancora con le loro armi in mano, che si stavano ritirando nell’oscurità.
-Io non ho fatto nulla.-
Lei gli lanciò un’occhiata glaciale.
-Sono bastate le tue parole, le tue azioni, per ucciderlo. Lo hai confuso e gli hai fatto credere cose non vere! Noi non siamo qui fisicamente, non è la violenza fisica che ha effetto, ma quella psicologica.-
Il ghigno di Deak si allargò.
-Proprio per questo motivo mi stavo chiedendo per quanto ancora resisterai...-
Angelica lo guardò senza capire cosa intendesse.
-Cosa vuoi dire?-
-Voglio dire che la ragione per la quale tu sei qui a prendere parte a tutto questo è che anche la tua mente doveva essere oggetto di questa “violenza psicologica” che a quanto dici avrebbe ucciso “Lavi”. Non dirmi che non te ne eri ancora accorta...!-
 
Solo in quel momento tutto le fu perfettamente chiaro.
Road l’aveva trascinata ad assistere a quel macabro spettacolino con una precisa intenzione: voleva distruggere la mente di Lavi e la sua in un colpo solo, sicura che per lei sarebbe bastato vedere i tormenti inflitti direttamente al ragazzo.
Serrò gli occhi e abbassò le mani, rilasciando i pugni. Non doveva cadere in quella rete, non doveva pensare al corpo di Lavi semisommerso nell’acqua grigia e mantenersi lucida e distaccata.
Riaprì gli occhi quando sentì che Deak aveva ripreso a parlare.
 
-Vedo che finalmente hai capito.-
Lei non rispose, si limitò a guardarlo.
-Certo, sarebbe stato molto meglio per te se avessi ceduto subito, perché... se anche tu riuscissi ad uscire di qui ci sarei io a prendere il posto di “Lavi”. E ti assicuro che non ti darei tregua...-
Le lasciò qualche secondo per afferrare la notizia, prima di continuare:
-Proprio adesso ho preso il controllo del corpo di “Lavi” e lo sto usando per massacrare il vostro amichetto dai capelli bianchi. Uno dei due non ne uscirà vivo... ma quale dei due, mi chiedo? Tu cosa dici, dolce Angelica?-
Passò qualche attimo, in cui la ragazza lo fissò con un misto di disgusto e paura.
-Sei una serpe. Ogni parola che esce dalle tue labbra è veleno.-
Lui si finse offeso, cosa che lo rese ancora più sgradevole.
-Oh, non credi che “Lavi” ci rimarrebbe male se sapesse ciò che pensi di lui?-
-Tu non sei Lavi!-
Il sorrisetto di Deak si riaprì ed era più perfido che mai.
-Ed è qui che ti sbagli, piccola ingenua. Io sono “Lavi e “Lavi” è me, siamo due entità della stessa persona, come le due facce della Luna. Prima di essere come lo conosci tu il tuo caro “Lavi” era questo.-
Si indicò con un gesto teatrale delle braccia.
-L’avversione che provi per me si riflette indirettamente anche a lui. Senza saperlo ti sei ritrovata ad odiare e amare due aspetti di uno stesso individuo. Ora resta solo da scoprire quale dei due sentimenti ti sopraffarà prima. Sarà l’amore... o sarà l’odio?-
 
Il suo cervello si sforzava di elaborare ciò che aveva appena sentito.
Lavi e Deak erano la stessa persona, o meglio, Deak era un’identità precedente di Lavi.
Beh, aveva senso, dopotutto. Con il fatto che Bookman dovesse cambiare spesso identità era possibile che ogni volta modificasse anche il suo carattere.
Ora però le veniva un dubbio, un dubbio atroce:
aveva sempre saputo che a Lavi non era permesso provare affetto per chicchessia, ma non aveva mai pensato che anche i suoi modi e le sue azioni potessero essere simulati.
Le vennero le lacrime agli occhi quando pensò a tutti i momenti passati insieme. Anche quelli erano tutti finzione, allora?
Furono le ultime parole del ragazzo, però, a confonderla di più.
 
‘Senza saperlo ti sei ritrovata ad odiare e amare due aspetti di uno stesso individuo... quale ti sopraffarà prima, l’amore o l’odio?’
 
Deak aveva ipotizzato... no, aveva insinuato che lei amasse Lavi. E non intendeva l’affetto che si prova per un amico o un compagno, lui aveva affermato che lei fosse innamorata del ragazzo dai capelli rossi.
Ma era vero? Davvero aveva finito per cedere a quei sentimenti così proibiti?
Non riuscì a darsi una risposta, anche perché aveva notato che qualcosa aveva attirato l’attenzione di Deak e mentre guardava per capire di cosa si trattasse perse il filo dei propri pensieri.
Spalancò gli occhi quando si accorse di ciò che stava accadendo:
Lavi, rimasto immobile fino a quel momento (tanto da essere stato considerato morto sia da Angelica che da Deak), si era lentamente rimesso in piedi.
 
-“Lavi”... non è possibile...!-
Ciò che Deak aveva espresso ad alta voce era lo stesso pensiero che era saettato nella testa di Angelica.
-Sì che è possibile, bastardo. Credevi davvero di poter fare quello che volevi? Ah, che seccatura...-
La ragazza schiacciò il naso contro la parete trasparente.
-Lavi... Lavi!! Mi senti?-
Evidentemente no, perché non la degnò di uno sguardo, rimase leggermente curvo in avanti, tenendosi una mano all’altezza del petto.
-Sei... sei ancora lucido?-
Domanda lecita, e anche se era stato Deak a porla Angelica era ansiosa di conoscere la risposta.
-Se sono lucido? E’ buffo che sia proprio tu a chiedermelo...-
 
Si mise dritto e finalmente mostrò ciò che nascondeva sotto gli abiti sporchi di sangue:
la sua mano impugnava lo stiletto nero che Deak gli aveva lanciato prima, confitto nel suo petto fino all’impugnatura.
Lo sfilò lentamente, facendo qualche smorfia di dolore, che però cercò di dissimulare con una risatina ironica.
 
-Sai, c’eri quasi... la morte dello spirito significa perdere la ragione, giusto? Se non mi fossi pugnalato da solo avrei perso la testa. E tutto a causa della mia immaturità, ma non importa. Ora chiuderò la questione una volta per tutte...-
La sua controparte lo osservò incredulo per qualche secondo, poi si lasciò sfuggire un ghigno.
-E come pensi di fare? Eliminando me? Cercando un’uscita? Puoi provarci, se vuoi, ma io credo che impazzirai prima di trovare una soluzione...-
Lavi sorrise e sollevò lo stiletto.
-Io invece penso di no. So perfettamente cosa devo fare adesso.-
 
Mosse qualche passo incerto nell’acqua, sempre tenendo sollevata l’arma sopra la testa.
Si avvicinò ai resti di Allen, una mezza poltiglietta semisommersa, e senza esitare vi conficcò la lama scura e sottile.
La piccola Road sulla spalla di Angelica ebbe un sussulto e  quando la ragazza si voltò per vedere cosa stesse succedendo la vide prendere fuoco e svanire in una nuvoletta di cenere e fumo.
Sotto di lei il cadavere di Allen si era impercettibilmente rianimato e stava ridacchiando... con la voce di Road, però.
 
-Sembra che io ti abbia sottovalutato, sei riuscito a capire dove mi ero nascosta... -
-Non è stato difficile capirlo, visto che sapevo che ti piace Allen...-
Risatina.
-Vuoi morire? Ma facendo così non potrai succedere a Bookman...-
-Hah! Chi mi ha trascinato a fare tutto questo, eh? In questo momento è la migliore scelta che potessi prendere...-
Il ragazzo chinò la testa e il suo corpo iniziò a disfarsi come se fosse fatto di sabbia.
-Mi dispiace, questo è un addio...-
 
Ciò che restava di lui crollò nell’acqua grigiastra e smise di muoversi.
Mentre Angelica cercava di capire cosa stesse succedendo sentì la terra mancarle sotto le gambe e si accorse che la sua gabbia era sparita, esplosa nell’aria con la delicatezza di una bolla di sapone.
Al momento ebbe paura di precipitare, non avendo nulla su cui appoggiarsi, ma poi si rese conto che una qualche forza sconosciuta la stava sorreggendo e calando lentamente verso terra.
Toccò il fondo del canale dopo pochi secondi, con l’acqua che le lambiva le gambe fino a metà polpaccio.
Dopo aver realizzato di essere effettivamente fuori pericolo tornò a prestare la sua attenzione a ciò che le accadeva davanti.
Deak si era avvicinato ai resti di Lavi e lo osservava, dando le spalle alla ragazza, che si avvicinò loro con passi silenziosi.
 
-Perché “Lavi”? Perché tu, il quarantanovesimo “me”... perché tu che dovresti essere me non sei uguale ai precedenti 48 prima di diventare Lavi? Perché il quarantanovesimo “me” deve soffrire così? Perché...?-
 
La figura di Deak sembrava andare rimpicciolendosi man mano che il suo discorso proseguiva, fino a prendere davvero le sembianze di un Lavi bambino.
Angelica si fermò a qualche passo di distanza, e osservò il bimbo che le stava davanti, senza proferire parola.
Avrebbe voluto potergli dare una risposta ma non aveva idea di cosa dire, quindi lasciò che continuasse a parlare.
 
-Non vuoi più diventare un Bookman, “Lavi”? Hai davvero deciso di combattere per dei compagni temporanei?-
Dalla voce rotta si intuiva che stava piangendo.
-Gli esseri umani sono stupidi, non fanno altro che farsi la guerra gli uni con gli altri! Non è così? Non avevi scelto un’altra strada perché non volevi essere come loro? Io ho delle responsabilità come membro del clan Bookman!-
Lavi sollevò leggermente lo sguardo e osservò il se stesso bambino con espressione vuota.
-Un’altra strada...? Già... io ero deluso dagli umani, dal mondo umano che era costantemente in guerra. Volevo credere di essere diverso...-
Fece una breve pausa.
-Senti... tu lo sai perché esiste Bookman? Perché l’umanità non può smettere di farsi la guerra?-
Il bimbo cominciò a piangere più rumorosamente.
-Perché lo chiedi a me?! Non conosco le risposte, come faccio a saperlo?!-
Angelica invece credeva di aver capito il senso di quelle domande e istintivamente intervenì.
-Non lo sta chiedendo a te, sa bene che tu non puoi rispondere...-
 
Lavi bambino si girò verso di lei, piantandole addosso il suo sguardo addolorato e pieno di stupore.
La ragazza per tutta risposta gli si inginocchiò davanti, incurante dell’acqua fredda che le lambiva le gambe, e allungò una mano per asciugargli le lacrime.
 
-Non capisci? Tu e lui siete la stessa cosa. Lavi, il quarantanovesimo te, e gli altri 48 che lo hanno preceduto, sono tutti te, in qualche modo. Sono tutti cresciuti in te.-
Il piccolo tirò su col naso.
-Ma perché lui è così diverso? Perché lui si fa venire tutti questi dubbi?-
Lei sorrise, accarezzandogli dolcemente la guancia.
-Non è solo lui a farsi venire questi dubbi. Sei tu che ti poni le stesse domande e ti fai venire gli stessi dubbi. Sei tu quello che ha iniziato a cambiare, quello che vuole le risposte. Sei sempre tu.-
-Ma perché? Che cosa mi ha cambiato?-
Aveva alzato una manina e l’aveva appoggiata su quella di Angelica, mentre le lacrime avevano lasciato il posto a dei piccoli singhiozzi trattenuti.
-Io non lo so il perché, soltanto tu puoi saperlo. Ma per scoprirlo dobbiamo prima uscire di qui, giusto?-
-E come facciamo ad uscire?-
 
Proprio in quel momento la voce di Allen risuonò nell’aria, senza provenire da un punto preciso.
Chiamava Lavi, praticamente lo urlava.
Nello stesso istante una strana luce bianca penetrò l’oscurità sopra il piccolo Lavi e Angelica, che istintivamente alzarono lo sguardo.
Il sorriso della ragazza si allargò.
 
-Senti? Ti stanno chiamando, è proprio ora che usciamo di qui, non ti pare?-
-Ma...-
-Ormai hai vinto la tua sfida con Road, persino lei saprà mantenere un patto. Non c’è più motivo perché noi rimaniamo qui.-
Il bambino sembrava ancora dubbioso.
-Io ho paura di ciò che mi aspetta fuori, ho paura di sapere cosa mi abbia reso diverso...-
-Non c’è niente di cui aver paura, perché tu non sei solo. Usciamo da qui insieme, tanto per cominciare...-
 
Allargò le braccia e lo guardò con fare incoraggiante.
Lui esitò ancora qualche secondo, prima di correrle incontro e gettarle le braccia al collo.
La ragazza ricambiò l’abbraccio stringendolo dolcemente e baciandolo delicatamente sulla testa.
Sentì una strana forza che li tirava verso il basso e prima di rendersene conto perse sensibilità di dove si trovava e in quale forma.
Passarono attimi interminabili, alla fine dei quali si ritrovò sdraiata per terra da qualche parte.
Angelica aprì gli occhi e si mise seduta a fatica. Si sentiva tutta indolenzita, come se avesse dormito o fosse rimasta svenuta per diverse ore.
Si guardò intorno cercando di riconoscere il luogo in cui si trovava e impiegò parecchio a capire che si trattava della stanza in cui tutto era cominciato, quella in alto, nella torre che prima era al centro dell’Arca, e che ora rappresentava l’unico luogo rimasto intatto di quella strana dimensione.
Non c’è da stupirsi che ci avesse messo così tanto tempo a identificarlo, quell’ambiente era praticamente irriconoscibile: era completamente devastato, pieno di macerie e attraversato dall’imponente figura di un enorme serpente che ad una prima occhiata poteva sembrare di vetro o ghiaccio. In qualche modo le ricordava qualcosa, ma non riusciva a farsi venire in mente che cosa...
Mentre rifletteva e si guardava intorno, la ragazza venne raggiunta da Lenalee e Chaoji, che si informarono preoccupati sulle sue condizioni.
 
-Stai bene? Road ti ha fatto del male?-
-Sì, sto bene. Lei non mi ha fatto niente, non fisicamente almeno...-
Indicò il serpente.
-Che è successo qui?-
Lenalee lanciò a sua volta uno sguardo all’enorme mole che occupava gran parte dello spazio utilizzabile di quella stanza.
-Quello è il timbro di fuoco di Lavi, si è praticamente attaccato da solo, ho pensato che... che sarebbe bruciato a morte...-
La voce le si ruppe.
-Poi Allen ha... ha cercato di fermarlo ed è entrato anche lui nel fuoco. Dopo un po’ le fiamme si sono spente e sembrava che fosse finita, ma... nessuno dei due è ancora uscito...-
 
Angelica si tirò su di botto, il che le provocò dei temporanei capogiri, da cui poi si riprese subito.
Guardò i compagni con fare risoluto.
 
-Allora dobbiamo cercarli noi, sono sicura che siano ancora vivi, dobbiamo soltanto trovarli!-
 
Senza curarsi di aspettarli o vedere se almeno la stessero seguendo si diresse a passo spedito verso le spire del serpente azzurrognolo e iniziò a guardarsi intorno, cercando un segno che le indicasse una qualche presenza da quelle parti.
Passarono secondi infiniti, durante i quali cominciò a chiedersi se i suoi compagni non fossero davvero bruciati vivi o soffocati a causa del fuoco e del fumo.
Avanzò verso una direzione casuale trattenendo il fiato e osservando le grandi spirali trasparenti che la sovrastavano di parecchi metri.
Stava già per lasciarsi andare ad un gesto di frustrazione quale buttarsi per terra e urlare, quando sentì un rumore simile a quello prodotto da una lastra di ghiaccio che si crepi per poi rompersi in mille pezzi.
Si voltò di scatto e vide che una montagnola di quel materiale lucido e semitrasparente si era frantumata e da essa erano emerse le figure stremate di Allen e Lavi in preda a dei forti attacchi di tosse, ansanti come se fossero rimasti in apnea per diversi minuti, ammaccati e con gli abiti rovinati, ma vivi.
I due si lasciarono cadere all’indietro, annaspando e parlando tra loro con frasi spezzate a causa del respiro affannoso.
 
-Siamo... siamo vivi, eh?-
-Cos’è? Un problema?-
-Sei davvero troppo avventato, Allen...-
-Senti un po’ da che pulpito viene la predica...-
 
Angelica rimase lì ferma ad ascoltarli, senza fare né dire nulla.
Fecero in tempo ad arrivare anche Lenalee e Chaoji, che si unirono a lei nella contemplazione.
 
-Sono solo un po’ frastornato... quando mi sono svegliato ero completamente circondato dalle fiamme... di sicuro il Vecchio si arrabbierà con me, ma... per adesso mi sento piuttosto bene...-
Lenalee fu la prima a mostrare una reazione, facendo qualche passo incerto in avanti.
-Lavi...-
I due ragazzi a terra si accorsero della presenza dei loro compagni e si misero seduti, ricambiando gli sguardi con dei sorrisi un po’ confusi.
-Ehi, Lenalee! Stai bene?-
 
Lei ripeté il nome del ragazzo, abbassando la testa, come se stesse per mettersi a piangere.
Poi però cambiò completamente stato d’animo e lo apostrofò con un piccato: -Deficienteee!!- mentre gli tirava uno schiaffo tale da farlo ricadere all’indietro.
Il poveretto si tirò su tenendosi la guancia arrossata a causa del colpo che aveva ricevuto e protestò:
 
-Insomma Lenalee! Ti sembra il caso?!-
-E non è ancora finita...!-
Lavi si ritrovò davanti Angelica, che praticamente torreggiava sopra di lui, dato che lei era in piedi e lui seduto per terra.
-A-Ann... cosa vuoi dire con...?-
 
Lasciò la frase in sospeso quando vide la reazione della ragazza. Era come guardare una scena al rallentatore, riuscì a vedere le lacrime che pian piano le salivano agli occhi e le rotolavano giù per le guance, prima che lei gli si buttasse praticamente addosso e iniziasse a colpirgli il petto con entrambe le mani chiuse a pugno.
 
-Non. Farmi. Più. Uno. Scherzo. Del genere!!-
Ad ogni parola intervallava un colpo, per poi lasciarsi cadere con la testa appoggiata alla spalla di lui, piagnucchiando e continuando a parlare con la voce leggermente rotta.
-Mi hai fatta preoccupare a morte, tu non puoi capire quanta paura io abbia avuto per te! Sei un maledetto, un maledetto...-
 
Se la sua intenzione era di completare l’epiteto alla fine non lo fece, lasciò la frase tronca e concluse con un altro pugno sul petto del ragazzo.
Lui sulle prime rimase un po’ scombussolato (nell’arco di trenta secondi era stato picchiato da due ragazze, anche se la seconda non possedeva certo una forza tale da fargli davvero male), poi quasi in automatico circondò Angelica con le braccia, stringendola dolcemente a sé.
Il gesto gli ricordò il modo con cui aveva abbracciato la sua copia nel sogno di Road e quel flash gli provocò un temporaneo senso di vuoto, che svanì in fretta sostituito da un sorriso spontaneo quando sentì la ragazza che gli si raggomitolava contro.
 
-Mi dispiace, Ann. Scusa se ti ho fatta preoccupare.
Lei non sollevò nemmeno lo sguardo, mugugnò soltanto contro la sua spalla qualcosa che sembrava un:
-Stai zitto, sei uno stronzo lo stesso...!-
 
Mentre il gruppetto si concedeva un momento di pausa e si godeva i tentativi di Lavi di farsi perdonare da Angelica, una risata agghiacciante risuonò nell’aria, facendoli voltare tutti verso dove si trovavano i resti carbonizzati di quello che una volta era il corpo di Road, ridotto in cenere dalle fiamme di Lavi.
Non lontano, il corpo apparentemente privo di vita di Tiky Mikk giaceva inerme contro la parete.
Gli esorcisti si avvicinarono quella specie di mucchietto di fuliggine squassato da risate diaboliche, tenendosi sempre a distanza di sicurezza e rimasero ad osservarlo incerti su cosa fare finché Allen non sussurrò istintivamente:
 
-Road...-
Lei (o ciò che restava di lei) parve sentirlo, perché smise di ridere e voltò lentamente il capo annerito nella loro direzione, emettendo dei suoni strozzati che sembravano comporre la parola:
-Aaaall...eeeen...-
 
prima di disfarsi come se fosse fatta di sabbia, tra le lamentele dell’antipatico Lero, rimasto vicino ai suoi padroni fino alla fine.
Ci fu qualche attimo di tetro silenzio e solo quando gli ultimi rimasugli della perfida Noah ebbero toccato il terreno Chaoji ebbe il coraggio di chiedere:
 
-C-Che cosa è successo...?-
 
Nessuno seppe cosa dire, già il fatto di vedere un Noah ridotto in quelle condizioni era un evento eccezionale e inspiegabile.
Lavi si sporse verso Allen e mormorò con fare da cospiratore:
 
-Dì, non è sembrato anche a te che alla fine abbia sussurrato “Allen”? Doveva essere davvero pazza di te, ma si può sapere cosa le hai fatto?-
Per tutta risposta ricevette una sonora gomitata nelle costole.
-Io non le ho fatto un bel niente, tieniti per te le assurdità, grazie.-
Iniziò una discussione piuttosto infantile, con Chaoji che cercava di fare da mediatore.
-Dannato, mi fa già male tutto per colpa delle bruciature!-
-E cosa c’entro io? Te le sei fatto da solo, o no?!-
-Cosa?! Maledetto...-
-Adesso fatela finita, voi due...!!-
 
Mentre i ragazzi bisticciavano Angelica e Lenalee osservavano con apprensione i rimasugli di stoffa strappata che appartenevano agli abiti di Road, riflettendo intensamente su qualcosa.
Quando i loro sguardi si incrociarono capirono di aver pensato la stessa cosa.
La ragazza cinese cominciò con un filo di voce:
 
-Ehi, Allen... Road è scomparsa, ma... la porta in cima alla torre era una sua abilità, giusto?-
Non appena ebbe pronunciato quella frase scese una specie di gelo e tutti si fissarono impietriti, prima di entrare nel panico più totale.
-Aaaaaaaaaaah!!-
-Lavi, allunga il martello! ALLUNGALO!!-
-O-ok, cerchiamo di stare calmi però, eh!-
Lavi ingrandì il suo martello e si posizionò.
-Vado a controllare la situazione, se la porta c’è ancora vi tiro su subito!-
-Aspetta, vengo anch’io!-
La voce di Angelica lo fermò e quando la vide afferrare il manico del martello la guardò sorpreso, guadagnandosi un’occhiataccia da parte sua.
-E allora? Cosa aspetti?! Andiamo!!-
-Ma perché devi venire anche tu?-
-Dopo quello che ho visto pensi che ti lasci ancora andare in giro da solo? Ma tu sei scemo!!-
Il ragazzo scoppiò a ridere ma non la mandò via, anzi le mise un braccio intorno alla vita e la aiutò a tenersi.
-Agli ordini, milady!-
Poi si rivolse agli altri.
-Ci metteremo un attimo, voi aspettate qui.-
 
Poi fece allungare il martello ed entrambi i ragazzi vennero proiettati verso l’alto.
Passarono qualche secondo senza parlare e senza guardarsi, poi Lavi ruppe il silenzio.
 
-Approposito, che cosa ti ha mostrato Road?-
 
La domanda arrivò indesiderata e improvvisa, e Angelica strinse istintivamente la presa sul manico del martello.
Lavi se ne accorse e la squadrò apprensivo.
 
-Va tutto bene?-
-Benissimo!-
si affrettò a rispondere lei, eludendo volutamente la prima domanda, cosa che non sfuggì all’acuto ragazzo.
-E’ qualcosa di così terribile da non poterne neanche parlare?-
-No. No, è solo che... non è niente di eclatante, non vale la pena che te ne parli...-
-Uhm... non sarà niente di che ma mi sembri preoccupata, non è che mi nascondi qualcosa?-
 
Avevano raggiunto la cime della torre, potevano vederla attraverso un enorme buco nel soffitto (il pavimento dell’ultimo piano, quindi).
Angelica lasciò il martello e saltò giù appena furono entrati in quella enorme stanza, sperando che il ragazzo lasciasse perdere e la smettesse di insistere.
Ripensare a ciò che aveva visto la faceva stare male, ma pensare di parlarne con lui... non poteva sapere quale reazione avrebbe avuto e sinceramente non voleva nemmeno saperlo.
Strinse i pugni quando sentì i passi di Lavi, più pesanti dei suoi, che si muovevano verso di lei.
Se lo ritrovò davanti e prima che potesse impedirglielo sentì la sua mano che le toccava una guancia.
 
-Ann...-
Lei si sottrasse a qual contatto e gli diede le spalle.
-Non è niente di importante. Davvero. Solo... non mi va di parlarne...-
-Ma come faccio a crederti? Dovresti vederti, Ann! Hai la faccia di una che ha appena visto l’Inferno!-
A quel punto la ragazza si voltò di scatto e sbottò:
-Davvero? Beh, è molto appropriato, devo dire! Perché è esattamente così che mi sento!!-
Aveva di nuovo le lacrime agli occhi, mentre praticamente gli urlava tutto in faccia.
-Sai, non è che ci sia molto da raccontare, visto che sono le stesse cose che hai visto tu! Sì, esatto, c’ero anch’io! C’ero anch’io lì mentre Road ti... ti tormentava e ti umiliava!-
Lavi sgranò l’occhio e sentì una fastidiosa stretta allo stomaco.
-Vuoi dire che... eri tu quella... quella che Deak ha pugnalato...?-
-No, io non ero... presente, per così dire, non partecipavo attivamente come te. Ero in una specie di... di gabbia e non potevo fare altro che piangere e urlare mentre ti guardavo impazzire senza poter fare nulla! Tu non potevi vedermi né sentirmi e io pregavo Road di smetterla, di lasciare che ti aiutassi, cercavo di chiamarti, di farti forza ma tu non mi sentivi!-
 
Aveva cominciato a piangere e man mano aveva alzato la voce di qualche ottava.
Lavi non sapeva cosa dire, era come pietrificato mentre lei continuava a ripetere “tu non mi sentivi...!”.
D’istinto la abbracciò bruscamente, portandosela vicina, mentre lei gli si aggrappava timidamente ad un braccio.
 
-E’ stato davvero come vedere l’Inferno per me, era una cosa atroce vederti soffrire così e non poter fare nulla...!-
-E poi?-
Il tono del ragazzo le sembrò così stizzito che per un attimo temette che si fosse arrabbiato per qualcosa.
-‘E poi’ cosa?-
-E’ successo qualcosa di diverso, dopo?-
Lei ci pensò attentamente, mentre riprendeva fiato.
-Sì, quando hai... diciamo perso conoscenza, ho avuto modo di parlare con... Deak, l’altro te, insomma...-
Sentì le sue braccia irrigidirsi.
-E cosa vi siete detti?-
-N-Niente di importante, non abbiamo parlato per molto...-
Per qualche motivo preferì sorvolare sullo scambio di battute che aveva avuto con Deak e pensò subito ad un modo per sviare da quel discorso.
-Comunque dopo tu ti sei ripreso, hai scovato Road e quindi lei mi ha liberata e... finalmente sono riuscita a parlarti e...-
-Eri tu, allora?-
 
Questa volta Angelica ebbe il coraggio di alzare il viso e di guardarlo in faccia.
Trovò che anche lui la stava scrutando ma non riuscì a capire cosa significasse lo sguardo che aveva nel suo unico occhio verde.
 
-Eri davvero tu quella che è venuta da me alla fine, non era solo un altro scherzo della mia mente o delle macchinazioni di Road...-
-Io... sì, ero io. Vedere te, cioè, l’altro te, il “Lavi bambino” e sentire quello che vi stavate dicendo mi... non lo so, io mi sono sentita in dovere di dire qualcosa... forse non avrei dovuto, ti chiedo scusa...-
Lui la strinse più forte e chinò la testa verso di lei, affondando il viso tra i suoi capelli e pensando alle parole che aveva sentito uscire dalla sua bocca durante la visione di Road.
-Quando la smetterai di scusarti per colpe che non hai? Quando, Ann?-
-Non sei arrabbiato?-
-Mi hai tirato fuori da quella specie di girone infernale, dovrei essere arrabbiato?-
-Io... non lo so...-
Lui emise uno strano suono, smorzato a causa del fatto che aveva il viso contro la testa di Angelica, che forse voleva essere un sospiro.
-Non lo sono, se ancora non lo avessi capito...-
-Non voglio che tu lo sia... non voglio che tu sia arrabbiato o triste, perché quando tu lo sei sono così anch’io...-
 
Lavi cercò di elaborare il significato di quella frase, che poteva voler dire tutto e niente.
In un rapido flash gli passarono nella mente tanti momenti passati insieme, tante parole spese forse senza conoscerne il vero valore.
E si sentì uno stupido per non averlo capito prima: Angelica era innamorata di lui.
Non avrebbe saputo dire da quando, forse sin dal primo momento, forse solo da qualche tempo, ma ne era piuttosto sicuro.
Poteva sentire la sua emozione crescente e il suo nervosismo quando le era vicino, eppure non ci aveva mai davvero pensato, o anche solo fatto caso.
Ma ora che lo aveva realizzato si rendeva conto che se davvero era così non poteva lasciare le cose com’erano.
Avrebbe aspettato che quella storia finisse e che tutto si sistemasse, ma poi avrebbe dovuto fare di tutto per scoraggiare la cosa.
Ancora non sapeva come ma lo avrebbe fatto. Lui non avrebbe mai potuto darle ciò che cercava e non voleva che lei soffrisse per questo.
Sarebbe dovuta finire esattamente com’era cominciata.
Fu con questo pensiero in testa che la allontanò da sé e le asciugò le lacrime dal viso, cercando di mantenere un atteggiamento di fredda impassibilità.
 
-Dovremmo avvertire gli altri...-
Accennò con il mento alla porta di Road, ancora miracolosamente al suo posto.
-Non sappiamo per quanto tempo resterà ancora lì, dovremo sbrigarci ad uscire.-
Lei tirò su col naso e annuì.
-Va bene, hai ragione...-
Il ragazzo si sporse verso l’apertura nel pavimento da cui erano entrati e da cui ancora spuntava il manico del suo martello, mise le mani a coppa intorno alla bocca e urlò ai suoi compagni che aspettavano parecchi piani più in basso:
-La porta c’è ancora! Attaccatevi tutti e tre, vi tiro su!-
Da sotto si sentì qualcosa che forse voleva essere una risposta, fatto sta che dopo un po’ i tre superstiti emersero dalla crepa nel terreno aggrappati al martello di Lavi, che ridimensionò la sua arma e intimò agli altri:
-Muoviamoci, questa porta potrebbe sparire da un momento all’altro!-
Allen però sembrava pensieroso e non disse nulla per un po’, prima di voltarsi con decisione dall’altro lato e affermare:
-Io torno a prendere Tiky Mikk e Lero.-
Il ragazzo dai capelli rossi lo prese per una spalla, cercando di fermarlo.
-Ma che stai dicendo?!-
-Lo hai visto anche tu, no? Ora che non ha più un Noah è solo un essere umano. Quando lo abbiamo incontrato per la prima volta su quel treno, lui aveva degli amici. Forse stanno ancora aspettando il suo ritorno!-
Lavi lo lasciò riluttante, fissandolo serio.
-A me non importa, ma... se l’Ordine viene a sapere che hai aiutato un Noah...-
-Aiutarlo...? Non lo avevate ucciso...?-
 
La voce di Chaoji si inserì nella conversazione, suonando cupa e priva di emozioni.
Allen si voltò verso di lui e lo guardò con aria stanca.
 
-No, è ancora vivo...-
-Perché? Quelli si sono serviti degli akuma e hanno ucciso l’onorevole Anita, l’onorevole Mahoja e tanti miei compagni... allora perché? Perché aiutarlo? Significa che ci stai tradendo? Se lo aiuterai anche tu sarai un nostro nemico!-
-Chaoji...-
-Sei un nostro nemico! Sei un demonio, ESATTAMENTE COME LORO!!-
 
All’improvviso il suolo si spaccò in profondissime crepe e tutto cominciò a tremare.
Il resto accadde tutto molto velocemente, troppo velocemente per rendersi davvero conto di cosa stesse succedendo.
Allen diede una spinta a Chaoji, che cadde all’indietro di un paio di metri, mentre nello stesso momento, dal punto del pavimento in cui si trovava prima, spuntarono quelli che potevano sembrare dei tentacoli grigi e spinosi, che si muovevano con una rapidità impressionante.
Se Chaoji era riuscito ad evitarli all’ultimo secondo Allen non era stato altrettanto fortunato: nel tentativo di mettere in salvo il suo compagno era rimasto lui stesso invischiato in quel groviglio di spire, che in pochi secondi lo avevano avviluppato e trascinato giù, facendolo sparire alla vista.
I suoi compagni osservarono basiti quello spettacolo terrificante senza avere il tempo di reagire.
 
-Allen!!-
-Lo ha trascinato giù!-
-E’ stato Tiky Mikk?-
-Ma come? Perché?!-
Chaoji tornò a rigirare il coltello nella piaga, mentre si sporgeva sopra il bordo della crepa oltre la quale era sparito Allen e osservava cupo le ombre che si muovevano sotto di loro.
-Visto? Quelli non bisogna aiutarli... qualsiasi ragione possano avere restano dei demoni...-
Angelica, che non reggeva più quel suo inutile e scoraggiante vagheggiare, gli si avvicinò sbattendo i piedi per terra, lo prese per il braccio sano (quello non insidiato dalle bruciature), lo fece sollevare con uno strattone e gli tirò uno schiaffo.
-Adesso basta, falla finita!! Pensi forse di aiutarci con le tue lamentele e i tuoi commenti acidi?! Dobbiamo forse ridurci anche noi al loro livello e abbandonare vite che invece potrebbero essere salvate?! Non giudicare il buon cuore di Allen, perché non ne hai diritto!!-
Lavi dovette intervenire, prendendola per le spalle e facendola allontanare da Chaoji.
-Ann, calmati! Dobbiamo aiutare Allen e non possiamo farlo se ci lasciamo accecare da rabbia o agitazione! Dobbiamo restare lucidi!-
 
Lei fece un respiro profondo e annuì lentamente, cercando di calmarsi.
Il ragazzo si avvicinò alla voragine nel pavimento e afferrò il suo martello, facendolo ingrandire di nuovo.
 
-Scendo giù ad aiutarlo!-
Angelica gli si accostò.
-Vengo anch’io.-
-Sei sicura?-
Lei fece un sorrisino.
-Che domanda è? Sono un’esorcista anch’io, sai?-
Lui le mise un braccio intorno alla vita e se la tirò vicino.
-Tieniti forte, allora!-
 
Prima di rendersene davvero conto la ragazza si ritrovò praticamente sospesa a mezz’aria, sorretta solo dal braccio di Lavi. In pochi secondi toccarono terra, anche se l’ambiente in cui si trovavano sembrava completamente diverso da quello che avevano visto solo pochi minuti prima:
era invaso da quegli strani tentacoli grigi che tremavano e fremevano ovunque.
Impiegarono un po’ di tempo a trovare Allen, e quando lo individuarono riuscirono a mala pena a capire che si trattava di lui: era terribilmente malridotto, sanguinante e si reggeva in piedi a stento.
Davanti a lui si stagliava una figura sinistra, dalla forma umanoide ma dai tratti grotteschi e irriconoscibili, da cui sembravano provenire quelle volute spinose.
Quello era davvero Tiky Mikk? Come aveva fatto a ridursi in quel modo?
Di certo non era difficile immaginare come Allen avesse fatto a ridursi in quel modo, visti i modi platealmente bellicosi dell’essere che gli stava di fronte.
Lavi agì d’impulso quando vide Tiky alzare un braccio per colpire il ragazzo dai capelli bianchi e Angelica se lo vide sfrecciare davanti per andare a posizionarsi tra l’amico e il suo aggressore, parando l’attacco di quest’ultimo con la sua arma.
Una volta assorbito il colpo e fatto indietreggiare l’assalitore, il rosso mise un braccio intorno alle spalle del compagno e lo schermò come meglio poteva con la sua figura, senza distogliere lo sguardo da Tiky Mikk, o ciò che restava di lui.
 
-Sentì un po’, Tiky Mikk... quell’aspetto... che razza di scherzo sarebbe...?-
Approfittando di un momento di sorpresa (se così poteva essere definito il suo stare immobile dove si trovava) del loro nemico anche Angelica si avvicinò ai suoi compagni e diede una mano a sorreggere Allen, controllando la gravità delle sue ferite.
-Allen... fatti forza, coraggio... devi resistere ancora un po’, il tempo di trovare un modo per uscire...-
-Non possiamo più uscire.-
Quelle parole suonarono minacciose e lapidarie, nonostante il tono incerto con cui erano state pronunciate.
-Eh? Cosa vuoi dire?-
Allen accennò con gesto del braccio ad un mucchietto di detriti rossi e dorati che giacevano abbandonati in mezzo alle macerie derivate dai precedenti crolli.
-La porta è distrutta, non abbiamo più una via d’uscita...-
 
Finalmente anche gli altri due ragazzi riuscirono a capire che quei resti appartenevano a quella che una volta era la porta di Road, la loro unica via di fuga da quell’inferno.
Ora che anche quella era stata loro definitivamente preclusa la situazione si mostrava ancora più disperata.
Come se avesse compreso il loro sgomento Tiky proruppe in una risata isterica, prima di lanciarsi di nuovo all’attacco contro il gruppetto di esorcisti.
Lavi mantenne la posizione, alzando la sua arma e cercando di coprire anche i compagni, ma l’impatto fu tale da spedirli tutti all’indietro di parecchi metri.
Non ne era sicura, ma ad Angelica era sembrato di vedere delle sottilissime incrinature formarsi lungo tutta la superficie della testa del martello in seguito alla potente onda d’urto che quell’attacco improvviso aveva provocato.
Si rialzò in piedi a fatica, giusto in tempo per vedere Allen e Lavi fare lo stesso, barcollando entrambi a causa delle serie ferite che entrambi si erano procurati in seguito all’ultima offensiva.
Con la coda dell’occhio riuscì a vedere il loro aggressore prepararsi a sferrare un ennesimo assalto e con la massima velocità che i suoi riflessi riuscirono a concederle prese e attivò la sua Innocence e scattò in avanti, cercando nel frattempo di urlare un avvertimento ai suoi amici.
Purtroppo il primo ad accorgersi di lei e delle sue intenzioni fu il loro nemico, che senza nemmeno impegnarsi troppo mosse uno dei suoi rapidissimi tentacoli e la colpì direttamente all’altezza dello stomaco con una potenza tale da sbalzarla all’indietro e farla finire ben oltre la soglia delle grandi portefinestre monofore che si aprivano lungo le pareti circolari dell’ambiente, negandole un qualunque appoggio o appiglio e condannandola così a precipitare inesorabilmente nel vuoto.
 
Author and characters corner:
TUTTI: ooooooh!
Lavi: Ann sta cadendo, che qualcuno faccia qualcosa, presto!
Yami: datevi una calmata tutti quanti, insomma! Che cos’è tutto questo casino?
Allen: faccia lei, ha appena ucciso la protagonista della storia!
Yami: e voi mi combinate un bordello simile solo per questo? Dateci un taglio, va tutto bene! Figuratevi se posso dare alla mia Angelica una morte tanto sempl... ma guardate cosa mi fate fare! Stavo facendo spoiler!
Kanda: se tu sei idiota mica è colpa nostra...
Yami: *lo ignora* andiamo avanti, o qui tiriamo veramente notte! Lavi, i ringraziamenti, prego!
Lavi: rinnoviamo la nostra gratitudine nei confronti di tutti coloro che hanno inserito questa storia nelle seguite/preferite/ricordate, grazie infinite. Inoltre grazie in modo particolare a MitsukinoKaze, Rock_Black, Clara_Dya, e LadyWolf_ per la loro costante attenzione e il loro apprezzato sostegno...
Yami: oh, già! Approposito! Un grazie specialissimo a Girlvy, che oltre ad essere un’affezionata lettrice e un’ottima scrittrice è anche una bravissima artista, non so se avete mai visto alcuni dei suoi disegni ma vi posso assicurare che sono meravigliosi! Tempo fa mi aveva promesso un disegno della mia piccola Angelica e proprio oggi lo ha ultimato. Ve lo metto qui, così che possiate dare un’occhiata al suo perfetto lavoro e ammirare la mia piccina in tutto il suo splendore!
N.B. Il disegno di Angelica è di proprietà esclusiva di chi lo ha realizzato, ragion per cui se dovessimo beccarvi ad aver anche solo pensato di prenderlo e usarlo per scopi vostri, io e la suddetta artista ci sentiremo in dovere di sottoporvi alle più atroci torture seguendo l’esempio di Vlad Tepes, che viene a tutt’oggi ricordato come “Vlad l’Impalatore”. Non aggiungerò altro, ritengo che l’esempio sia più che esaustivo.

Lavi: per concludere vi segnaliamo due one-shot pubblicate nell’ultimo periodo dall’autrice: “Lullaby”, una side story di questa fiction, e “Sensorium”, una originale forse un po’ tetra ma piuttosto ben riuscita, se potete e volete andate a darci un’occhiata!
Yami: grazie infinite per aver letto fino a qui, spero che vorrete andare avanti a seguire questo mio lavoro e magari lasciarmi qualche parere per sapere cosa ne pensate! E’ tutto, grazie di nuovo e appuntamento al prossimo capitolo (cercherò di farlo arrivare puntuale come questo!). *fa ciao con la manina* Bye bye!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: Ya_mi