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Autore: Mon    31/10/2013    0 recensioni
Le leggende, si sa, sono storie inventate che vengono tramandate per via orale da lungo, lungo tempo. Molte sono state inventate dagli anziani, alcune volte per ingannare il tempo, altre per spaventare i bambini. Ma se le leggenda di Jack O'Lantern avesse un fondo di verità?
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Halloween




Il Tardis si fermò, il Dottore tese la mano a Rose e la ragazza la strinse. Aprì la porta e mise piede fuori, respirò l’aria fresca della sera. 
«31 ottobre 2013. Dublino.»
La ragazza con lui sorrise. «Sempre Irlanda, ma in un’epoca diversa.»
Il Dottore annuì. «Festeggiamenti medievali e festeggiamenti moderni. Tutto in un giorno solo. È il privilegio di viaggiare nel tempo con me.»
«Non ringrazierò mai abbastanza per questo» disse Rose, girando la testa verso il Dottore e guardandolo negli occhi. 
Lui le sorrise. «Posso chiederti una cosa?» 
Rose annuì. 
«Da cosa ti travestivi quando eri piccola?»
«Strega, solo ed esclusivamente strega!» rispose Rose, fiera.
Il Dottore la squadrò da capo a piedi e sorrise, quasi compiaciuto. «Ti ci immagino vestita da streghetta. Ne hai la stoffa, sai?»
Rise, mentre Rose mise fintamente il muso, incrociando le braccia sul petto e alzando il viso verso il cielo. I suoi occhi incontrarono così il profilo di un castello, si guardò attorno e vide il Tardis fermo all’interno di un giardino, verde, circondato da mura. 
«Dove siamo?» chiese, incuriosita.
«Questo è il castello di Dublino. Non siamo lontani dal centro città, andiamo a vedere cosa fanno i dublinesi il 31 ottobre?»
Prese Rose per mano e la trascinò fuori dal giardino. Si incamminarono lungo una stradina, leggermente in salita che poi sbucava davanti ad una chiesa, grande, tutta in stile gotico. Davanti a quella partiva una strada, fu quella che il Dottore e Rose imboccarono. 
Mentre camminavano si divertivano a commentare i costumi che la gente indossava: c’erano le classiche streghe, proprio come piaceva a Rose, quelli vestiti con una semplice zucca, poi c’erano gli scheletri, i diavoli e qualche costume più originale. C’era chi aveva deciso di vestirsi come Michael Jackson nel video di Thriller, quando il cantante diventa uno zombie, c’era chi aveva deciso di impersonare i personaggi dei film della Marvel, chi invece si era travestito da Harry Potter e chi da Jack Sparrow. In giro per le strade di Dublino ce n’era per tutti i gusti.
Rose e il Dottore arrivarono poi nei pressi di Temple Bar, il luogo della capitale irlandese dove erano concentrati tutti i migliori pub. Si inoltrarono nelle stradine strette e acciottolate e non poterono fare a meno di fermarsi; un mare di gente sostava fuori dai pub, pronta ad entrare, altri, invece, girovagavano con una bottiglia di birra tra le mani godendosi quell’atmosfera quasi surreale.
Rose e il Dottore, dopo un attimo di smarrimento, ripresero a camminare, ad ogni passo qualcuno li salutava, li invitava ad entrare al pub con loro, erano tutti evidentemente ubriachi. Si divertirono quella sera, a guardare come la gente poteva vivere una festa tanto strana, quanto affascinante. Rose pensò che molti di loro ignoravano la storia di Jack O’Lantern, quella che lei aveva appena visto con i suoi occhi. Respirò profondamente, stringendo più forte tra la sua la mano del Dottore; era felice di viaggiare con lui tra epoche e mondi diversi, non voleva fare altro per il resto della sua vita. 

***

Rose non sapeva che ore fossero, quando il Dottore disse: «Ti porto in un posto...»
«Dove?» chiese, curiosa, la ragazza. 
Lui la prese per mano e insieme si avviarono verso il fiume, quello che tagliava in due la città di Dublino, quello che, un tempo, divideva la parte ricca e la parte povera. Passarono sopra un ponte, il Dottore disse che si chiamava Ha’penny Bridge, in quanto, per andare dalla parte povera a quella ricca, un tempo, le persone dovevano pagare un penny. Rose era affascinata da quei racconti, avrebbe ascoltato il Dottore parlare per ore.
I due si incamminarono, fino ad arrivare in una parte più buia e meno vitale della città di Dublino, con le strade più strette e scure. Il Dottore indicò un vecchio cancello, fatto di ferro orami arrugginito, leggermente aperto. I due si avvicinarono, era un vecchio cimitero. Rose spalancò gli occhi e guardò il Dottore, lui annuì, quasi come avesse capito ciò che passava per la testa della sua compagna. 
«Il cimitero dove è sepolto Jack...» disse Rose, quasi sussurrando.
«È quasi mezzanotte, tra un po’ la sua anima uscirà da questo cancello, in cerca di una casa dove poter riposare per l’eternità.»
«Perché quando lui è morto il Paradiso non lo ha voluto? In fondo ha fatto un’opera buona il giorno in cui ha deciso di prendere la croce e affrontare il Diavolo.»
«Troppo poco per recuperare tutte le altre malefatte compiute in vita Rose.»
«Salvare il mondo è poco?»
«Rose, lascia stare, è complicato.»
La ragazza si zittì, certe cose non le avrebbe mai capite e probabilmente il Dottore non gliele avrebbe mai spiegate. Rimase a guardare il vecchio cancello di ferro, tutto intagliato, per alcuni minuti, senza dire nulla. Riprese a parlare solo quando disse: «Non lo ha voluto nemmeno il Diavolo perché Jack, dopo il secondo incontro, ha fatto promettere il maligno di non chiedere mai più la sua anima. Così quando il fabbro è andato a bussare alle porte dell’inferno, il Diavolo ha rifiutato.»
Il Dottore annuì.
«È una storia triste, mi dispiace per Jack.»
Il Signore del Tempo non rispose, limitandosi a guardare il cimitero. La luce della luna alta in cielo, colorava il paesaggio di un pallido bianco, le lapidi delle tombe allungavano spettrali ombre sul terreno, ricoperto di erba verde e terriccio, cespugli incolti crescevano qua e là. La chiesa poco lontano annunciò che era arrivata mezzanotte, Rose e il Dottore si allontanarono da davanti al vecchio cancello, correndo alla fine della strada, dove il muro del cimitero faceva angolo. Fecero sbucare solo le loro teste in tempo per vedere un’immagine quasi trasparente uscire dal portone di ferro. Rose riconobbe Jack, più vecchio di come ricordava di averlo visto nell’Irlanda medievale. Lo vide passare al suo fianco, l’immagine si fermò, come se avesse sentito la presenza della ragazza e del Dottore. Rose trattenne il fiato fino a che Jack non riprese il suo peregrinare, in cerca di una casa dove poter riposare per l’eternità.
«Non troverà un posto dove rimanere per sempre, in pace, nemmeno stasera, vero?»
Il Dottore scosse la testa. «Hai visto anche tu, tutte le case hanno la zucca fuori dalla porta e sai, vero, cosa significa?»
«Che in quelle case non c’è posto per Jack.» rispose Rose, triste. 
Il Signore del Tempo annuì. 
«È destinato a rimanere un’anima senza pace per il resto dell’eternità.» continuò Rose. 
Il Dottore prese la mano della sua compagna e, insieme si incamminarono per la strada che avevano percorso prima. Rose si fermò dopo pochi passi, il Dottore fu costretto a fare lo stesso. «Non aveva una zucca tra le mani Jack...»
«No, aveva una rapa. Lui la riempì con il carbone ardente che il Diavolo gli lanciò dopo aver rifiutato la sua anima, in modo tale che potesse illuminare il cammino buio che lo attendeva per l’eternità. La rapa, però, nella cultura popolare è stata sostituita dalla zucca quando gli irlandesi emigrarono negli Stati Uniti per colpa della carestia che colpì il paese nel 1845.»
Rose guardava il Dottore affascinata. 
«Cosa sai della carestia d’Irlanda?» chiese Rose.
«Adesso, mentre andiamo a recuperare il Tardis, te la racconto.»





Eccomi qui.
La storia è finita e sono riuscita a pubblicarla entro il giorno di Halloween. Era il primo esperimento che facevo qui con Doctor Who, quindi abbiate pietà se non è stato un gran che. Ho provato a raccontare la leggenda di Halloween, spero di esserci riuscita, in un modo un po' diverso dal solito racconto. Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggerla.
Per questa parte finale ho voluto mettere anche qualche cosa dell'Irlanda moderna, di quella meravigliosa città che è Dublino e che mi ha rubato il cuore. Spero vi sia piaciuto.
Grazie ancora a tutti.
Alla prossima.
Mon

  
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